Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: MartaJonas    02/09/2012    11 recensioni
Aveva salvato la vita ad un numero, uno dei tanti. Per molti non avrebbe fatto differenza, ma quel giovane uomo sapeva che lei, in un modo o nell’altro avrebbe fatto la differenza.
Quello erano tutti loro: una società di numeri; così tanti da non riuscire a contarli.
Ce ne erano di più altri, di più bassi, di fondamentali, di primi. Ma pur sempre numeri, soltanto numeri.
Eppure ogni numero poteva fare la differenza.
Ogni numero è in relazione con un altro, in un modo o nell’altro. Quindi questi si incontrano, si relazionano, sono destinati a stare insieme.
All’inizio l’operazione potrà non riportare, a causa di alcuni sbagli, ma la matematica non è un’opinione, e prima o poi si arriverà alla soluzione giusta.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ascoltate Lost - Michael Bublè per la prima parte dell'epilogo, poi Mine - Taylor Swift per la seconda parte. Inserirò di nuovo il link della seconda canzone all'asterisco. :)



Epilogue.

 


 

July 2013

53. 53 giorni. Erano trascorsi 53 giorni dall’incidente. L’uomo alla guida del camion era stato sbattuto in galera, per guida in stato di ebbrezza, ma ci sarebbe rimasto fin troppo poco tempo lì dentro. 

Il caldo di Los Angeles sembrava a Joseph qualcosa di fin troppo soffocante in quel giorno di metà luglio. Trascinò le gambe lungo quei corridoi fin troppo bianchi e spogli che sapevano di disinfettante, scoppiando per la prima volta dopo quasi un mese a piangere. 

Joseph era vivo dentro e nonostante tutto riusciva a sorridere alla vita anche se questa non gli riservava un buon trattamento. Chiunque lo avesse visto avrebbe invidiato il suo modo di sorridere alla vita nonostante questa gli riservasse dei brutti scherzi. 

Ma quel giorno era scoppiato, c’erano di quei giorni in cui non aveva voglia neanche di mangiare, o di respirare addirittura, e questo era uno di questi. 

Poche ore dopo l’incidente si era risvegliato all’ospedale di Miami, con soltanto un forte mal di testa e qualche livido; mentre Allyson non si era più risvegliata. Era entrata in coma miracolosamente, perché qualunque medico avrebbe giurato che nessuno sarebbe mai sopravvissuto a un incidente del genere. Se non si fosse risvegliata nei 90 giorni successivi all’incidente, le probabilità di un risveglio e nessun danno celebrare o fisico rilevante sarebbero scese incredibilmente.

Joseph si era subito occupato di lei, mettendole a disposizione uno degli ospedali con il reparto a terapia intensiva più specializzato degli States, e quello di Los Angeles era di gran lunga il migliore. 

Emily era a New York con la famiglia di Allyson, e era stata traumatizzata dal quel giorno terribile. Ogni tanto Joe passava a trovarla e trascorreva qualche giorno con lei, e la madre di Allyson gli raccontava che la bambina aveva degli incubi di notte e che chiamava a squarciagola la madre. 

Per quanto riguarda Joseph appariva davvero sorridente e felice, eppure sarebbe voluto morire dentro. Avrebbe venduto l’anima al diavolo pur di prendere il posto di Allyson. 

Passava notti a pregare per lei. Aveva ricominciato a parlare costantemente e continuamente con Dio, lui che si era negli ultimi anni un po’ discostato da quell’Entità Superiore. In realtà non l’aveva mai abbandonato, ma semplicemente messo un po’ da parte. Ora non sapeva come farne a meno. Ora rappresentava la sua unica Speranza, insieme al viso angelico di Allyson. 

Perché in fondo lei era stata il suo angelo. L’aveva salvato, per la seconda volta. Anche se sapeva che se Allyson fosse stata lì gli avrebbe risposto che era stato lui a salvare lei su quel ponte a New York. 

Joseph trascorreva giornate intere a chiedersi perché lei si fosse sacrificata per lui, e domandarsi perché non avesse lasciato che uno stronzo come lui non fosse investito da quel cazzo camion. Perché era così che si considerava ora: uno stronzo, un pezzo di merda, un ipocrita. Lo era diventato senza volerlo davvero essere. 

Joe si poggiò allo stipite della porta, aspettando che l’ennesima infermiera uscisse dalla stanza. Oramai in quell’ospedale tutti lo conoscevano, e lui era felice di salutare tutti con un sorriso sulle labbra. Ma c’erano dei momenti in cui aveva bisogno fisico e psichico di parlare con Allyson senza aspettarsi una vera risposta da lei. 

Salutata l’infermiera si chiuse la porta alle spalle, e prese la sedia ai piedi del letto. Si avvicinò alla ragazza distesa sul letto, e le prese la mano. Trattenne le lacrime che sapeva che un momento dopo gli sarebbero cominciate a scorrere sulle guance. 

-Ciao Ally. Sei bellissima oggi, sai? Tu sei sempre bellissima.- le accarezzò dolcemente la mano – oggi è uno di quei giorni in cui non ho voglia di fare niente, ma solo deprimermi e incolparmi di tutto quel che è successo. È stata soltanto colpa mia, Ally. Solo colpa mia e tu mi devi scusare per questo. Ancora non riesco a capire perché ora non sia io su un letto d’ospedale, ma che questo posto spetti a te. – le lacrime ormai cominciavano a rigargli il viso irrimediabilmente. 

“E io devo ringraziare te se ora sono qui, soltanto te. Ti devo la mia vita.”

Quando si erano seduti a uno Starbucks di New York a parlare, il giorno in cui i Jonas Brothers stavano facendo il servizio fotografico per Rolling Stones e Miss Turner era entrata catturando l’attenzione di tutti i presenti, soprattutto quella di Joseph, Allyson gli aveva detto questa frase, e Joseph in quel momento in ospedale l’aveva ricordata. 

-Tu non mi dovevi la vita Ally. Ero io a doverti la vita. Tu mi hai salvato, piccola. Io merito il tuo posto,io avrei meritato un posto in cimitero, ma non tu. Tu meriti il meglio, soltanto il meglio. E io non riesco a dartelo. Non sono abbastanza per te, piccola mia. Lo so. Ma io ti amo più di chiunque altro, ti amo più di me stesso. E mi manchi. Mi manchi come l’aria. Non sai quanta difficoltà ci sia dietro ad ogni mio respiro, non sai quanto sia difficile fingere che vada tutto bene. Non sai quante notte ho trascorso a piangere nel buio del mio appartamento. Ora tu sei fondamentale per me, Allyson. Non riesco a vivere davvero senza di te. Sai che c’è? La mia più grande passione è la musica, o almeno è l’unica cosa che so fare, e ora non trovo più sollievo neanche in quello. Durante le prove non c’è più la stessa gioia, la stessa grinta. È come se avessi smesso di cantare davvero. La voce non viene più dal cuore. In più non voglio partire per il tour, non se tu non sei con me. Non voglio, non voglio lasciarti qui da sola. Voglio stare con te, sposarti, vivere tutta una vita con te. E tu devi lottare con tutte le tue forze amore mio, perché io muoio dentro a vederti in questo stato. Non so più cosa fare. Non riesco a pensare che davvero non potresti più risvegliarti. Non ci riesco. La mia vita ormai non ha più senso senza di te. – Joseph piangeva e pronunciava queste parole, fin troppo tristi. 

-Aspetto un miracolo, un altro. – disse con un filo di voce il ragazzo che si portò la mano della ragazza a contatto con la sua guancia. – Perché soltanto incontrarti è stato un miracolo. Continuo a sperare che aprirai gli occhi da un momento all’altro. Chiudo gli occhi, e li riapro sperando di specchiarmi nei tuoi occhi azzurri, ma ogni volta le tue palpebre continuano a essere serrate. Ma non mi arrenderò, non mi arrenderò mai. Sarò qui con te Ally, fino alla fine. È un promessa che manterrò. – disse Joe sospirando rumorosamente per tentare di reprimere quelle lacrime che erano già agli occhi. 

Joe chiuse di nuovo gli occhi e cominciò a ricordare. Il loro primo incontro, quel secondo casuale incontro a Los Angeles, e quel giorno al servizio fotografico. Ricordò come i suoi modi impacciati e estremamente semplici che lo avevano fatto innamorare di quella splendida ragazza. 

Ricordò quella sera al molo a guardare le stelle. Ricordò la sera in cui avevano fatto l’amore per la prima volta. Ricordò quando, ad una cena di famiglia, si erano alzati in piedi e stringendosi la mano avevano detto che si sarebbero sposati a luglio. Ricordò il sorriso di Allyson mentre lui e Emily giocavano insieme, e quell’espressione felice quando la bambina lo chiamava papà. 

Ricordava ogni dettaglio, ogni profumo, ogni singolo particolare di quando era stato con lei. 

Il solo pensiero di non poter più rivivere situazioni del genere lo faceva impazzire. 

Fece un sospiro profondo, dicendosi, come faceva sempre, che non appena avesse riaperto gli occhi lei sarebbe stata lì a sorridergli. 

Lì riaprì e quella volta ebbe davvero un tuffo al cuore. Incontrò con lo sguardo due pozzi color cielo, e un sorriso sincero se pur stanco. 

-Allyson!? – disse il ragazzo aprendosi in un sorriso. 

-Joe – rispose lei con voce affaticata, sforzando un sorriso. 

-Oh mio Dio. – disse piangendo. – amore, amore mio. – ripeté lui avvicinandosi di scatto a lei, abbracciandola e lasciandole un bacio sulle labbra. – un medico, presto un medico! – disse il ragazzo premendo un pulsante per chiamare un infermiera. 

-Joseph – disse la ragazza. – sei qui, Joe. – disse in un sussurro la ragazza. 

-Sì tesoro mio, sono qui, non me ne andrò mai Allyson. –rispose il moro. 

-Ti amo – disse semplicemente lei. 

-Piccola mia, ti amo anche io. – disse lui abbracciandola ancora, e baciandola con tutta la dolcezza del mondo. Lei per Joseph era la cosa più preziosa e importante del mondo, e non avrebbe permesso più a niente e a nessuno di farle del male.- Dio non riesco a crederci. – ora le lacrime di Joseph si erano trasformate da lacrime di tristezza a lacrime di gioia. 

-Ti devo la vita amore mio, ti devo la vita – ripeté il moro mentre le carezzava la guancia dolcemente.

-Tu hai salvato la vita a me, e io a te. Ora siamo pari, non credi? – si sforzò di dire la ragazza. 

-Oh no, tu mi hai salvato la vita più volte di quanto ne immagini. Tu sei la mia salvezza, la mia unica salvezza, e senza di te non saprei come avrei fatto. – disse il ragazzo. 

Si baciarono sulle labbra, con tutta la dolcezza del mondo come soltanto due innamorati sanno fare. Con quella dolcezza e quella passione che caratterizza ogni persona innamorata. Con la stessa forza d’animo, e quell’amore così forte da sacrificare la propria vita per l’altro. 

 

*

 

October 2013

Allyson si guardò la sua mano sinistra dicendosi che quell’anellino se pur piccolino brillasse davvero tanto sotto quei riflettori. Poi era il simbolo del loro amore, e valeva più di qualunque altra cosa per lei. Era la fede che lei riponeva in quel ragazzo che nonostante tutto quel che era successo quel pomeriggio di luglio aveva voluto sposarla, con soltanto una decina di invitati e il parroco della chiesetta lì vicino. Avevano pianto entrambi, promettendosi amore eterno. Poi erano partiti da soli per una minuscola isola del Pacifico.

La folla latinoamericana lì fuori faceva davvero molta confusione ad ogni movimento dei tre ragazzi su quel palco. Si ricordò il primo concerto dei Jonas Brothers a cui avesse assistito. Era stato anche il primo del loro ritorno, e capì che i brividi che si provavano in certe occasioni non cambiavano. 

I Jonas continuavano ad essere energia ed adrenalina pura ogni volta che solcavano un palco, in qualunque parte del mondo si trovassero. 

Riuscivano a far muovere tutti insieme centomila persone con un solo gesto, far cantare a squarciagola tutte le parole delle canzoni, far emozionare tutti come non mai, con solo poche parole di una canzone appena iniziata. Forse era un dono, uno dei doni più belli che avessero mai ricevuto.

Il ritorno dei Jonas Brothers era stato qualcosa di epico, un evento mondiale, che in pochi avrebbero dimenticato facilmente. Le loro canzoni erano qualcosa di meraviglioso, e loro si erano sforzati a cambiare genere continuando ad essere se stessi, facendo uscire un album che sconvolse e sorprese tutto il mondo. 

Allyson sospirò non appena si ricordò cosa dovesse fare. Era agitata. 

Mente guardava Joe ballare e cantare sul palco si chiese come l’avrebbe presa. 

Quando quel concerto terminò, e i ragazzi tornarono dietro le quinte raggianti, felici, e soddisfatti, Allyson non riuscì a dire nulla. Era rimasta in un angolo a guardarli mentre commentavano l’accaduto, con un sorriso accennato stampato in volto. 

Qualcosa non andava per il verso giusto, e Joe se ne era accorto. 

-Qualcosa non va? – le sussurrò Joseph asciugandosi con un asciugamano il sudore, con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro. 

-Devo dirti una cosa, ma non fa niente, te la dico più tardi, non preoccuparti. – disse impacciata, evitando il suo sguardo. 

-No, la voglio sapere ora. Dimmi. – la incoraggiò. 

-Allora possiamo andare da qualche parte in cui stare da soli? – chiese con occhi supplichevoli. 

-Vieni. – rispose Joseph, che stranamente si stava agitando anche lui. Lei era troppo seria. 

La diresse nel suo camerino, entrarono e chiusero la porta dietro di loro. 

-Mi devo preoccupare, Ally? – chiese rivolgendosi a lei. 

-No, cioè forse, non lo so. – disse la ragazza che si stava massacrando il labbro inferiore. 

-Dai dimmi! – la incoraggiò di nuovo. 

-Prima siediti – gli disse dondolandosi sui piedi. 

-Allora mi devo preoccupare. – sentenziò ora davvero preoccupato. 

-No, è solo per precauzione, dai. – disse non riuscendo a stare ferma per un attimo nello stesso punto della stanza.

-Allyson! Fermati, siediti qui, e parla. Stai calma cavolo, non ti mangio. – disse il ragazzo indicando il posto vicino al suo. 

Lei si sedette affianco a lui. 

-Joe … – incominciò cercando di trovare le parole giuste, ma si ritrovò a pensare che la cosa migliore fosse dirlo senza giri di parole. 

-Sì?- chiese cercando di guardarla negli occhi, dopo averle preso le mani. 

Allyson cominciò a frugare nella sua borsa per poi cacciare fuori un aggeggio bianco che poteva assomigliare ad un termometro ma non lo era affatto. Lo dette al moro che lo prese cautamente. 

-Che significa? –disse il cantante emozionato fissando le sue linee nere. 

-Che sono incinta. – annunciò chiudendo gli occhi subito dopo, avendo paura della reazione di Joe. 

-Oh mio Dio … è mio il bambino? – chiese incredulo lui con le lacrime che da lì a due secondi sarebbero traboccate dagli occhi. 

-Ma ti pare? Certo che sì, scemo! E credo sia successo in viaggio di nozze. – rispose la ragazza -Diventerai papà, Joseph, un bellissimo e fantastico papà – disse lei che stava cominciando a commuoversi.

-Io sono già papà! Emily è la mia principessa! – ribatté lui e Allyson si aprì in un sorriso. E lei che aveva paura che l’avrebbe potuto prendere male la notizia. -Per questo voglio un maschietto questa volta.

Lei rise. 

-Vieni qui – le disse avvicinando la ragazza a lui, e poggiando una mano sulla pancia della ragazza.- Ehi, tu lì dentro, vero che sei un bel maschietto?- Joseph parlò al bambino facendo sorridere come una deficiente la ragazza. 

-Se è davvero maschio, voglio chiamarlo Joseph. – dichiarò la ragazza giocando con i capelli lunghi, ricci e sudati del marito. 

-Come me? Davvero? Ne sei sicura? – chiese entusiasta. 

-Sì, voglio che si chiami come te. – rispose la ragazza annuendo.

-Va bene – disse il moro sorridendo e baciandola dolcemente. La sua felicità si riusciva a percepire dagli occhi lucidi, oltre che dal sorriso.  E quello era uno sguardo davvero innamorato. 

Loro erano innamorati, e il loro amore era capace di scampare a qualunque cosa, anche alla morte. E una nuova vita non faceva altro che rafforzare il loro rapporto. 

 


 

La domanda che ci si era posta alla fine era soltanto una, non è vero? Era solamente: Qual è il risultato dell’operazione? Ora che l’abbiamo davvero conclusa, è stata fatta anche l’ultima riduzione e si è controllato anche il risultato, abbiamo la risposta. Che era più semplice di quanto ci si aspettasse. Un solo numero, ad una cifra: 4. Allyson, Joseph, Emily, e l’ultimo arrivato Joseph Jr. Se due numeri come quelli di Allyson e Joseph si fanno incontrare, continuando l’operazione, si riesce a capire che il loro risultato non è nullo, né impossibile, perché il loro legame, il loro amore è troppo forte per far annullare tutto quel che hanno costruito da uno scherzo del destino, o da una stupida e riduzione finale. Perché l’amore, se è vero, trionfa sempre. 















Buonasera a tutti! 
Ebbene sì, anche questa fan fiction è finita! 
E sono anche abbastanza felcie e soddisfatta per tutto. Oltre che per questa fan fiction, in cui ho ricevuto, per i miei scorsi standard, moltissime recensioni, anche per quel che è accaduto nei giorni scorsi. Precisamente il 31 agosto, dopo 4 ore e mezza di macchina e un'oretta di vaporetto, e circa tre ore di attesa a Venezia, alla prima di "At Any Price" ho visto Zac Efron, e visto che non potevo riportarmelo a casa, mi sono accontentata di prendere il suo autografo! Seriamente, è davvero stato tutto così bello da non sembrare vero. Infatti ancora non me ne capacito pienamente. 
Se sono così sconvolta per Zac, che comunque seguo da una vita, non vogio pensare cosa mi accadrà se un giorno o l'altro dovessi incontrare quei tre che in questi giorni si sono rinchiusi in studio di registrazione. Meglio lascia perdere! 
Comunque, volevo dirvi che Allyson e Joseph sono due personaggi che mi rimarranno sempre nel cuore, mi hanno accompagnato per tutta l'estate, e chissà se la mia testa elaborerà qualcosa in futuro per loro. Di sicuro non vi lascerò senza nulla da leggere.
Poi volevo ringraziarvi tutte, dalla prima all'ultima.  Voi che mi avete sopportato con questa fan fiction facendo recensioni stupende, e strappandomi sempre un sorriso. O semplicemente voi che avete messo questa storia nelle seguite o nelle preferite, o semplicemente chi legge e besta! E per chi ha commentato parlo sopratutto di Laay,  Penn (o stylesblonde), Dear Joseph, Ciuffo Jonas, Hello Prudence che mi hanno supportato e commentato fin dall'inizio, e mi hanno fatto fin troppi compliementi, anche e qualcuno, nello scorso capitolo mi ha minacciato di morte *coff* Penn *coff* AHAHAHAHAHA ; ma parlo anche di marskinder, Red92, baby_angel che nonostante siano arrivate verso la fine della fan fiction mi hanno mostrato quanto ci tengano! 
Davvero, senza di voi, non sarei mai arrivata fino alla fine. 
Ma sappiate che nonostante questa fan fiction si finita non vi libererete tanto facilmente di me! muahahahahahahahahhahaha *risata malefica*
Ora dopo questo epilogo lungo e angolo dell'autrice ancora più lungo, me ne vado davvero! 
Grazie di cuore, davvero. 
Un bacione enorme, 
- Marta. 
  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: MartaJonas