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Autore: Charlotte McGonagall    02/09/2012    9 recensioni
"Era la prima volta che usciva davvero con Regulus Black; c'erano stati sguardi, complimenti, ma niente di più, e ora lui le stava davanti, ordinava due Burrobirre e le sorrideva, mentre lei si sentiva avvampare, vuoi per il caldo, vuoi per la sua presenza".
Regulus/Marlene scritta per la seconda edizione della maratona dell'amore libero di I
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marlene McKinnon, Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

Marlene fissò il portagioie con occhi spenti, le dita che sfioravano una spilla, quasi distrattamente.
Era un oggetto senza valore, una semplice spilla con un cammeo, un gioiello falso da bancarella.
Eppure, proprio a quella era legato uno dei suoi ricordi più preziosi.

*

L'atmosfera natalizia permeava Hogsmeade, interamente coperto di neve e scintillante di luci.
Gli studenti si stringevano in capannelli e correvano da un negozio all'altro e da un locale all'altro, per scaldarsi, ridendo e conversando animatamente.

"Voi andate pure, vi raggiungo," disse Marlene alle sue amiche, fermandosi ad osservare una bancarella all'angolo della strada.
Rimase ad osservare i gioielli schierati di fronte a lei, poi prese tra le mani la spilla con il cammeo.
"Carina, vero?", le sorrise il venditore. "Le starebbe benissimo".
Marlene continuò a rigirarsela tra le dita: le piaceva, ma aveva quasi finito i soldi che i suoi le avevano mandato da casa per la gita a Hogsmeade.


"Quanto costa?", chiese in quel momento un ragazzo, indicando la spilla. "La prendo io per la signorina".
Quando ebbe pagato, tra le proteste di Marlene, Regulus le porse il piccolo involto.
"Buon Natale, Marlene".
Lei gli sorrise e si appuntò la spilla sopra la divisa.
Lui la prese a braccetto ed entrarono ai Tre Manici di Scopa.
Con un cenno della mano, Marlene indicò alle sue amiche che si sarebbero viste più tardi e loro annuirono con una risatina.

Era la prima volta che usciva davvero con Regulus Black; c'erano stati sguardi, complimenti, ma niente di più, e ora lui le stava davanti, ordinava due Burrobirre e le sorrideva, mentre lei si sentiva avvampare, vuoi per il caldo, vuoi per la sua presenza.

"Ti sta proprio bene quella spilla," disse lui, gli occhi grigi che scintillavano, il ciuffo di capelli scuri che gli ricadeva sulla fronte.
"Grazie," disse lei. "Sei stato gentile".
"Di nulla, ma non credere che lo sarò alla prossima partita di Quidditch contro Corvonero," rispose ridendo.
"Aspetta e spera," lo schernì lei, "ho intenzione di segnare così tante reti che non ti basteranno tre boccini per colmare il vantaggio!".

La cameriera consegnò le Burrobirre e Regulus sollevò il suo calice.
"A noi," disse.

*

Quelle parole le tornavano spesso alla memoria, mentre ripensava a quel pomeriggio, al loro primo bacio, quella stessa sera, sotto un rametto di vischio al settimo piano, quando ricordava tutti i bei momenti trascorsi insieme.
Poi si erano diplomati e tutto era cambiato.
L'aveva visto allontanarsi da lei, iniziare a frequentare cattive compagnie, avviarsi sulla strada sbagliata.
Regulus era sempre stato facile agli entusiasmi e Marlene lo sapeva; era capace di passioni estreme e brevi, che finivano per spegnersi come erano venute, ed ora una stupida ideologia se l'era portato via.
Aveva lottato, Marlene, per convincerlo ad abbandonare le sue ambizioni, a dimenticare le arti oscure, ma lui era così: testardo come un bambino, così simile a suo fratello Sirius a volte.
A nulla erano valsi i suoi baci disperati, a nulla le notti passate a stringersi e amarsi, sperando che bastasse a sistemare le cose; ma non bastava, ormai l'aveva già perso.

Indossò la spilla, con gli occhi lucidi, richiuse il portagioie e si diresse al quartier generale dell'Ordine.

*

Era tutto finito, ormai, Marlene lo sapeva.
Era ferita gravemente ed era circondata da Mangiamorte, stava morendo.
Non era bastato loro sterminare la sua famiglia, ora volevano anche lei.

Uno di loro si chinò accanto a lei, mentre la battaglia ancora imperversava.
Venuto a infierire sul corpo - pensò. Poi li vide: i suoi occhi grigi, attraverso la maschera, che la fissavano, sgranati di orrore e di paura.
Le sfiorò la guancia con la mano guantata di nero, poi la passò trai suoi capelli castani.
"Mi dispiace," mormorò, ma lei non poteva più sentirlo: aveva chiuso gli occhi per sempre.

Regulus afferrò la spilla che la ragazza portava appuntata al petto e fuggì.
Aveva avuto ragione su tutto, la sua Marlene.

*

Regulus trasse un respiro profondo e chiuse gli occhi per non vedere la luce verde che riempiva quel luogo. Pensò, invece, a Marlene, a quanto era bella, a quando erano stati felici.
Si fece scivolare una mano in tasca a sfiorare la spilla, lì a ricordargli il prezzo dei suoi errori, lì a ricordargli che avrebbe potuto rimediare.

"Sai ciosa devi fare, Kreatcher," disse, afferrando il calice e tuffandolo nella pozione. "Procendiamo".

NdA: Per questa storia ho dovuto ispirarmi a questa immagine.

   
 
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