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Autore: Amore    02/09/2012    3 recensioni
La vita a Konoha scorre tranquilla per tutti quanti tranne per un piccolo ninja alle prese con uno dei suoi primi allenamenti. Sakumo Hatake ha una grande responsabilità sulle spalle e un grande futuro che lo attende, considerato il cognome che porta, quindi non può concedersi neanche un errore. Ma il suo allenamento funzionerà? Lo porterà dove vuole? Tra sudore, caldo e disperazione un piccolo tornado rosa devasta casa Hatake portando un po' di zucchero nella sua vita.
Perchè può succedere di tutto, ma un biscotto al cioccolato può cambiarti la giornata.
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One-short collocata alla fine del "IL FILO ROSSO DEL DESTINO". :)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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I biscotti del piccolo Ninja!

 

[Dedico questa fic a mangaLOVE, perchè so che l'adoreraii aahhahahaxD]




---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------(tagliare lungo la linea se la scritricce sembra logorroica!)---

AAAAAAh finalmente l'ho pubblicata! *O*

Questa cosa l'ho sognata due mesi fa ed è rimasta incompiuta su world per un sacco di tempo... insomma cosa dire, ho preso 2.202 parole, farina, zucchero, uova e cioccolato, ho mischiato tutto ed è uscita questo cosina qui! A me piaciucchia per questo l'ho pubblicata.. spero anche a voi. ^w^
1. Mi scuso in anticipo per eventuali errori di battitura - l'ho letta due volta, ma c'era Kakashi che mi distraeva perchè era in ansia per Sakumo..  dio a volte è davvero appicicoso quell'uomo! - e se li trovate ditemeli che li correggo subito :)
2. La storia è la continuazione di una mia long-fic  - che è proprio "long" perchè non l'aggiorno quasi mai xD - e parla di una kunoichi del villaggio del pettirosso che arriva a Konoha e... insomma sposa Kakashi e fanno tanti bei figli e vivono contenti. 

Tzk T.T mi sono sputtanata il finale della long... dio jashin, sacrifica tutti quelli che hanno letto!! T^T
Beh insomma, se qualcosa non la capite è perchè questa è una one-short che viene dopo la long-fic che sto scrivendo... D: aaaah non ci sto capendo niente neanche io! INSOMMA SE AVETE DOMANDE CHIEDETE; COSI' RISOLVIAMO SUBITO SUBITO!

ATTENZIONE LETTORI: Mi duole dirlo ma ora vi tocca leggere, buon divertimentooo! (E RECENSITE PIGRONI!!)

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“Non ce la farò mai!”
Col fiato corto mi asciugai la fronte.
In teoria la tecnica la conoscevo alla perfezione, ma in pratica.. mi usciva una schifezza!
Dovevo solo concentrarmi e congiungere le mani, perché non ci riuscivo?
Era facile, cosa ci voleva a fare queste due cose!
Il sole alto nel cielo illuminava tutto il giardino, l’aria era diventata calda e la temperatura aveva raggiunto il picco stagionale.
Cavolo quanto stavo sudando, quell’allenamento stava durando più del previsto.
 “Concentrati Sakumo!” intimai a me stesso, dovevo riprovarci ancora una volta.
Divaricai leggermente le gambe e mi misi in posizione, deciso, iniziai a fare il sigillo con le mani.
Concentrai tutta la mia energia in un solo punto e dopo qualche secondo uno strano calore iniziò a diffondersi al centro della mia pancia, sentì una forza che scalpitava per uscire.
“Su dai, mantienila.” Pensai stringendo i denti.
Una piccola e indefinita nuvola celeste mi circondò, ne sentivo la scarica elettrica su tutta la pelle quasi come fosse una barriera, ma la sensazione durò poco.
Dopo pochi secondi scomparve tutto, veloce come era arrivato. Per l’ennesima volta.
«Non è possibile!»urlai rassegnato. «Dovrebbe essere facile, dannazione. Ci riesce anche quel teme, perchè io no..?!»
Nella mia testa la rabbia si trasformò in frustrazione, una frustrazione cieca che per pochi secondi mi annebbio la mente.
Non potevo arrendermi! Non ancora!
Si tratta solo di controllare il flusso di chakra, no? Papà me lo aveva spiegato.
Serviva solo concentrazione, per creare un equilibrio stabile tra mente e corpo. Niente di più!
Ci riuscivano tutti i ninja, perché io no?!
Chiusi gli occhi e automaticamente unì le mani stringendole forti.
L’aura di chakra ricomparve, indefinita come prima e rimase per dieci secondi buoni, poi svanì.
«Mi arrendo..»pensai e dissi, senza neanche accorgermene.
Ormai rassegnato e senza forze, caddi per terra.
Non ci riuscirò mai.. ecco la verità!
Non controllerò mai il chakra, non diventerò mai un ninja. Non batterò mai mio padre, ne il dobe. Ne spodesterò quel vecchiaccio dell’Hokage. “Mi devo rassegnare.” Sospirai frustrato.
“Bene.. e ora chi lo dice alla mamma?” una vocina spaventata si presentò dal nulla nella mia mente. “Lei mi uccide..” Con il braccio mi coprì gli occhi disperato. E’ sicuro. Mi torturerà fino alla morte.. oddio oddio oddio!
Mentre confusi pensieri mi vorticavano nella mente, una vocina pimpante e allegra iniziò a diffondersi nell’aria. Da prima non ci feci caso, ma quando si fece chiara e udibile fu davvero difficile ignorarla.
«Onii-chan, onii-chaan!» mi stava chiamando.
Mi misi a sedere e girai la testa in direzione del suono, strizzai gli occhi per ripararmi dal sole.
Un piccolo mostriciattolo, con un vestito giallo e lo stemma bianco di Konoha sulla schiena, stava correndo verso di me.
«Onii-chan guarda!» Misaki urlò divertita sventolando una mano per attirare la mia attenzione.
Saltò svelta il gradino della veranda e si precipitò su di me come una locomotiva.
«Nii-chan..» disse con il fiatone.
«Che succede Misa-chan?»
Lei iniziò a dondolarsi su se stessa, portando le mani dietro di se e sorridendomi. Aveva la tipica espressione di chi stava nascondendo qualcosa e se si parlava della mia imouto-chan vi assicuro che bisognava subito trovarsi un riparo. E anche alla svelta!
«Che hai combinato questa volta?» chiesi spaventato.
“Ti prego non mi dire che devo andare per l’ennesima volta da Kurenai-sensei  per scusarmi del ponte saltato in aria, o della staccionata distrutta, o del palazzo dell’Hokage dipinto di rosa shoking! Ti prego Imouto-chaan!” Urlai dentro di me.
«Niente» disse lei sorridendo a trenta due denti «..ancora» aggiunse poi.
E a quelle parole mi buttai sull’erba tornado nella disperazione più assoluta di poco prima.
Sentì Misa-chan salire su di me e sedersi sulla mia pancia.
«Nii-chan, nii-chan ascolta.. devo farti vedere una cosa.» le sue manine picchiettavano sul mio petto per attirare la mia attenzione.
Io annui meccanicamente.
“Oddio Kurenai-sama mi uccide questa volta. Me l’aveva detto che non avrebbe tollerato più niente.. oddio sono sulla lista nera di mezza Konoha!”
Quando le mani decise di Misa-chan mi spinsero via il braccio che mi copriva gli occhi, vidi i suoi occhi neri illuminati da una luce calda e le sue guance rosse come due pomodori.
Quella l’espressione..
«Nii-chan papà mi ha insegnato un jutsu! Voglio fartelo vedere.» disse saltellando sulla mia pancia divertita.
Io sgranai gli occhi.
“Come.. ora anche lei mi ha superato? Allora sono davvero un completo disastro..” pensai terrorizzato.
Due piccole manine mi toccarono le guance riportandomi alla realtà.
«Nii-chan perché sei triste?»
Io mi sforzai di sorridere.. come potevo dirglielo?!
Cacciai via tutti i miei pensieri.
Mi misi a sedere e la sistemai sulle mie ginocchia.
«Su Misa-chan, fammelo vedere!» dissi sfidandola e cercando di cambiare discorso.
Lei annuì e si fece subito seria. Come una kunoichi esperta incrociò le mani per concentrarsi, le guance si accesero di rosso e la bocca le si curvò per lo sforzo.
Quando la vidi iniziare il primo sigillo mi irrigidii.
“E se si fosse fatta male?”
Concentrato sui i suoi movimenti, il mio corpo era pronto ad impedire che si facesse del male in qualsia maniera.
Osservai le sue mani fare i sigilli: cane, serpente, cavallo, scimmia, gallo, drago, bue, lepre.. e quello che diavolo era?!
I miei occhi non riuscivano a capire l’ultimo sigillo che la piccola kuniochi aveva fatto: una piccola farfalla che si era trasformata in uno scrigno chiuso. E la cosa più strana era che non avevo sentito il suo chakra divampare al comando dei sigilli, l’aria era rimasta immobile e tutto era come prima.
L’unica cosa che era cambiata era Misaki che mi sorrideva soddisfatta mostrandomi le mani chiuse a scrigno davanti a me.
«Nii-chaaan!» urlò divertita per attirare l’attenzione del suo fratellone.
«Imouto-chan..» risposi io confuso.
Lei iniziò a ridere e aprì le mani celando il tesoro che custodivano. «Tecnica segreta del Clan Hatake: Biscotto no jutsu!» urlò più euforica di prima.
Alla vista della mia sorellina così divertita e del biscotto al cioccolato tra le sue mani, un sorriso si disegno sul mio viso.
«IMOTO-CHAN!» urlai saltandole addosso e stringendola a me.
Io Sakumo Hatake adoravo i biscotti, era una cosa risaputa a Konoha. Loro erano la mia droga. Li veneravo, ero sicuro di poter aprire una scuola di pensiero sul “biscotto” o di poter dar inizio a una religione solo per quell’impasto di farina, zucchero, uova e cioccolato. Potevo uccidere, torturare, ingannare e mentire pur di avere un biscotto, soprattutto se fatto da nonna Mai - diavolo lei si che era una cuoca con i fiocchi! - e quel che stringeva tra le mani Misaki aveva l’odore della sua cucina.
Già sentivo il cioccolato sulla mai lingua.
Stinsi più forte la mia sorellina.
«Grazie Misa-chan.» le sussurrai all’orecchio.
Se i biscotti erano la mia droga, la mia imouto-chan era la mia spacciatrice di fiducia.
Le bastava un gesto per farmi dimenticare ogni preoccupazione e farmi tornare il sorriso.
«Misa-chan..» allungai le mani con gli occhi luccicanti per avere il mio premio, ma non ebbi neanche il tempo di implorare con lo sguardo la mia sorellina, che era scomparsa.
Irrigidito seguii il suono della sua risata.
Appollaiata sull’albero, al centro del giardino, c’era una donna che stringeva tra le braccia Misaki, che rideva e agitava le braccia godendosi tutte quelle attenzioni.
Mi alzai in piedi e strinsi gli occhi.
La veste nera corta fino alle ginocchi mossa dal vento non ammetteva dubbi; lì su quel ramo altissimo, a stringere la mia imoto-chan, c’era mia madre.
Un brivido mi percorse la schiena ricordando l’allenamento poco propizio di poco prima.
“Il mio biscotto..” ripensai piangendo dentro di me quando inquadrai la situazione.
Era arrivata la mia fine..
«Che bello da qui!!» urlò Misa-chan. «Mamma guarda si vede il palazzo dell’Hokage..» disse puntando un dito verso l’orizzonte.
La donna le sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le baciò una guancia. «Si amore! Hai visto che bello..»
La mia sorellina annuì divertita.
«Che ne dici di far vedere tutto questo anche al tuo fratellone?» chiese innocentemente la mamma.
«Sisi, onii-chan onii-chan.. Sali è bellissimo.»
Io guardai le due donne un po’ scettico.
Ok, dopo un primo shock iniziale, potevo perdonare a mia madre di avermi rubato da sotto il naso il biscotto e la mia omouto-chan.. potevo perdonarla solo perché era la mamma - lunghi brividi mi invasero la schiena - perché ammettiamolo, faceva un po’ paura e se aveva rub.. cioè preso in prestito sia la mia imouto-chan che il mio biscotto.. potevo lasciarglielo senza fare storie.. ma ora, cosa volevano da me? Che prendessi, picconi e funi, e scalassi un albero di 20 metri solo per godermi il panorama?
Erano impazzite tutto d’un colpo?
«Onii-chaan!» insistette Misaki.
«Mamma..» dissi io timoroso.
«Su vieni qui, non fare storie. Il panorama è bellissimo.. e poi non lo vuoi il tuo biscotto?» disse prendendolo tra le mani.
“SE LO VUOLE MANGIARE!!” Urlano nella mia testa cento voci insieme.
Il mio allarme interno si attivò e.. se per un biscotto ero pronto ad uccidere, lo ero anche per scalare un albero, no?
Mi avvicinai piano al tronco e lo sfiorai.
«Sakumo non avrai di certo intenzione di scalarlo, vero?» chiese la mamma scioccata.
Un brivido mi percorse la schiena. «C-certo che no!» balbettai.
“Diavolo mi aveva scoperto.. e ora? Non posso mica arrivare fino lì volando.. ma devo salvare il mio biscotto!!” pensai cervellandomi.
«Tesoro..» disse la mamma sorridendo e quel tono di voce mi tranquillizzo. «Concentra il chakra sulla pianta dei tuoi piedi. Crea un equilibrio stabile nel flusso di chakra e.. cammina sul tronco. O corri per arrivare fino in cima. Non ti preoccupare per la gravità, non cadrai fidati di me.»
Io alzai lo sguardo verso di lei e vidi il suo viso sereno illuminato dal sole.
CHAKRA - CHAKRA - CHAKRA
Questa parola continuava a rimbombarmi nella testa ad ogni battito cardiaco.
«Non ci riesco..» sussurrai sicuro che mi avrebbe sentito.
Lei alzò lo sguardo verso l’orizzonte. «Sei un pessimista come tuo padre.. » disse mettendo il broncio. «Su coraggio Sakumo provaci almeno una volta, male che vada il biscotto me lo mangio io..» disse lei divertita accarezzando la testa di Misaki. «O se lo mangia Misa-chan! Fallo, provaci almeno.. io sarò qui a sostenerti qualsiasi cosa accada.» il suo tono di voce si fece dolce e quando il suo sguardo tornò su di me e mi avvolse mi fece battermi forte il cuore.
«Fallo per il biscotto al cioccolato!!» urlò Misa-chan che aveva seguito la conversazione.
Io ancora più in dubbio di prima esitai.
«O fallo per la tua Imoto-chan..» propose la mamma regalando uno sguardo complice alla piccolina, che sorrise e annuì.
«Sii nii-chan, vieni qui a vedere quanto è bello!» urlò agitando le mani.
Non si può vincere contro queste due, papà mi aveva avvertito.
«OK» dissi puntando il dito contro di loro. Anche se mi stavano costringendo a correre in orizzontale su un albero non gli avrei mai fatto credere che lo stavo facendo per loro due. Era una cosa folle ma la facevo, per il biscotto era ovvio! «VENGO A PRENDERMI IL MIO BISCOTTO AL CIOCCOLATO, LADRUNCOLE DA QUATTRO SOLDI. NESSUNO PUO’ RUBARE UN BISCOTTO A SAKUMO HATAKE!»
Chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi, ignorando la voce isterica di mia madre che mi ricordava che non mi aveva rubato un bel niente, e le risate divertite di Misaki.
Congiunsi le mani e subito sentii l’aura di chakra circondarmi, deciso a padroneggiarla strinsi i denti. Lo strato azzurro si presentò più definito delle altre volte, e senza dare spazio a indugi, concentrai l’energia sotto i piedi.
Come una strana pressione, mi sentii leggermente sollevare del terreno e capì che - qualsiasi cosa io stessi facendo - stava funzionando.
Feci tre passi decisi all’indietro e senza aprire gli occhi iniziai a correre.
Fu un miracolo che non mi scontrai, di faccia con l’albero; il mio corpo automaticamente aveva registrato la distanza che avevo preso e ora correva sul tronco senza che io ne avessi l’impressione reale.
Quando sentii una mano prendermi il polso e trascinarmi verso di se, spalancai gli occhi.
«Bravoo!» urlò mia madre abbracciandomi e tenendomi stretta a lei..
Ero seduto sul tronco con le gambe che penzolavano nell’aria e il flusso di chakra che scorreva ancora sotto i miei piedi.
«Bravo nii-chan, bravo bravo!!» urlava Misaki tra me e la mamma.
«Hai visto che non era difficile?» disse la mamma divertita mostrandomi un sorriso orgoglioso.
Io annuii ancora shoccato, ce l’avevo fatto.. ero sull’albero.
Il chakra.. l’avevo controllato, e tutto questo perché mi avevano obbligato loro due..
Confuso poggiai le mani sul tronco per accertarmi di stare veramente li sopra, guardai sotto e vidi il giardino dove mi ero allento.
Sembrava così lontano, come lontana era la paura di non riuscire a controllare il chakra di poco tempo prima. Ora ero sicuro che non ci sarebbero stati problemi, sentivo decisa la scarica elettrica sulla pianta del piede.
Senza neanche accorgermene scoppiai a ridere e iniziai a dondolare le gambe spensierato.
Guardai mia madre e Misaki che mi sorridevano e senza distogliere lo sguardo, deciso allungai la mano verso le due pesti.
«Ora, datemi il mio biscotto!»





Amore<3

   
 
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