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Autore: REAwhereverIgo    03/09/2012    5 recensioni
E se un ragazzino biondo di nome Roxas si ritrovasse per caso a casa del singolare scienziato Axel Flame?
Per scoprire che cosa succederà non vi resta che leggere!
La storia è OOC, quindi chiedo scusa per eventuali cambi di caratteristiche dei personaggi... Buon divertimento!
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Cercando normalità

Il funerale fu celebrato due giorni dopo, sotto al sole cocente delle due. A nessuno di loro interessava il caldo, nemmeno lo sentivano tanto era forte il dolore. Rimasero tutti uniti, semplicemente in silenzio, e attesero che un po’ di quella sofferenza passasse.

Gli bastava anche il minimo, giusto quel poco perché riuscissero ad uscire da quello stato di trance che si era impossessato di loro e potessero tornare ad una vita pressoché normale.

Axel aveva deciso di tornare a casa perché pensava che fosse un modo per rispettare il dolore dei Key. Era un dolore che non gli apparteneva e si sentiva un intruso a starsene lì impalato come un palo della luce senza far niente.

Furono giorni difficili soprattutto per la nonna, che non parlava più e si rifiutava di mangiare. Aveva gli occhi infossati dal pianto e le mani le tremavano costantemente. I due gemelli temevano in ogni momento una crisi isterica, un crollo di nervi o una reazione talmente terribile da lasciarla quasi senza fiato. Si era tenuta tutto dentro, non aveva più aperto bocca con nessuno dalla morte del marito e non dava segni di volerlo fare.

Sai, forse sarebbe meglio che reagisse” disse una mattina Roxas.

Sì, penso anche io. Se continua così esploderà dal dolore” gli dette ragione Sora.

Esatto. E non credo che il nonno avrebbe voluto che noi ci chiudessimo nella nostra sofferenza. Siamo in cinque a piangere per lui, ed è giusto che ci sosteniamo

Sì, ma cosa possiamo fare? Non possiamo certo andare da lei e scuoterla finché non parla” esclamò il castano. L’altro lo fissò, con un mezzo sorriso sulla faccia.

Ti ho detto di no” lo fermò, prima che l’idea si facesse strada in lui.

E perché? Tanto vale provare, giusto?

NO!

 

Mezz’ora dopo i due erano al piano di sotto, dove la donna stava seduta a guardare il giardino. Le si misero accanto e stettero zitti per un po’, scambiandosi occhiate impacciate. Alla fine fu Roxas a iniziare il discorso.

Nonna? Mi senti?” la chiamò. Lei non distolse lo sguardo dalla finestra.

Nonna, almeno guardami mentre parlo” le disse dolcemente. La donna posò lo sguardo su di lui, con gli occhi spenti e grandi.

Ok, non è una cosa semplice da dire, ma ci proverò comunque” esordì. Prese fiato, ma lei ruotò di nuovo la testa verso il prato e poi indicò un punto immaginario che solo lei vedeva.

” disse semplicemente. I nipoti rimasero un attimo basiti.

Era lì che si metteva tutti i giorni quando eravamo da soli e voi eravate a casa, in città. Piantava i fiori e poi mi sorrideva, agitando una mano in segno di saluto. Come si fa quando siamo bambini e si vuol far vedere ai genitori che siamo stati bravi in qualcosa. È sempre stato lì, in quell’esatto punto, per gli ultimi trent’anni” spiegò, con le lacrime agli occhi. Magari i due ragazzi non avevano fatto nulla, ma dato che lei si apriva era già qualcosa.

Attesero che continuasse, in religioso silenzio.

Sapete, non sono mai stata sola. Ho conosciuto vostro nonno quando ero piccolissima, avrò avuto sette anni e lui dieci o undici, non mi ricordo. Era il figlio di amici di famiglia e ci odiavamo cordialmente. Non faceva che farmi i dispetti, litigavamo ogni due parole, e non facevamo che tirarci i capelli e picchiarci nel fango. So che sembra un cliché, ma è vero, piano, piano quell’odio si trasformò in qualcosa di diverso, di più bello e dolce. Se lui non c’era io mi sentivo sola e se io non c’ero lui si sentiva incompleto. Ma non ce lo saremmo detti mai, nemmeno sotto tortura. Poi un giorno rimanemmo a casa da soli mentre i nostri genitori erano fuori e non ricordo nemmeno il motivo per il quale noi non eravamo andati con loro. Eravamo così impacciati e dolci, mentre non riuscivamo a parlare perché eravamo imbarazzati. Alla fine fu lui a fare il primo passo: ero in piedi in cucina che sciacquavo un piatto in cui avevo mangiato un pezzo di torta di mele di mamma e lui mi baciò dolcemente. Io avevo tredici anni, lui pochi di più, e da allora non ci siamo più separati. E ora io sono sola” concluse, mettendosi a piangere. Roxas e Sora la abbracciarono e cercarono di consolarla.

Non lo sei, nonna. Non sei sola” le disse il castano.

Non riesco a vivere qui, ragazzi, proprio non mi è possibile concepire di rimanere in una casa dove ho così tanti ricordi di lui. Mi risulta straziante anche solo pensarci” ammise. Sembrava così piccola e indifesa.

Allora vieni a stare da noi, vieni a vivere in città” suggerì il biondo, scambiandosi un’occhiata col fratello, che annuì.

Lì non saresti sola, ci saremmo sempre noi” confermò.

Non posso. Io non ho mai vissuto in città, non saprei nemmeno da dove iniziare. E poi questa è casa nostra!” si ribellò debolmente.

Però proprio tu hai detto che ti fa soffrire vivere qua

Sì, ma andarmene… non lo so se ne sono capace

E allora cosa vuoi fare?” le domandò Roxas, sedendosi sul tappeto e fissandola con i suoi occhi celesti come il mare.

Non lo so, tesoro, sinceramente non lo so” rispose lei.

Appunto. E noi, dopodomani, ce ne torniamo a casa. Vuoi rimanere da sola per i prossimi dieci mesi, se non di più, visti gli esami?” la fulminò. Ogni tanto si rendeva conto di essere inappropriato, ma non riusciva a trovare mezze misure e non sapeva fare altrimenti.

La nonna lo guardò come se avesse appena ricevuto uno schiaffo.

Non… non mi ricordavo che voi tornaste a casa così presto” balbettò.

Appunto. Ma non possiamo rientrare a scuola la settimana prossima sapendo che tu stai così. Quindi ti prego, vieni con noi” la implorò.

Ci penserò, Roxas… ti prometto che ci penserò

 

 

Axel aveva deciso di fare ai fratelli Key una sottospecie di festa a sorpresa, anche se, più che una festa, era una cena tra lui, Sora, Larxene, Demyx, la ragazza di Sora e Roxas. Forse si sarebbero aggiunti anche Luxord e Xion, ma non lo sapeva con certezza.

In realtà ciò che cercava di fare era solo di far trovare un po’ di pace e normalità a quei due ragazzi per una sola serata, in modo che, una volta rientrati a casa, avessero la forza per vincere quella benedetta gara di skateboard nonostante quello che avevano passato nelle ultime settimane. Si erano comportati fin troppo bene, più che come due adolescenti avevano affrontato la cosa da adulti fatti anche se non lo erano e si meritavano una piccola pausa.

Ha chiamato Luxord e mi ha detto che viene. Però c’è un problema” gli disse Larxene mentre finiva di incartare i regali per i Key. Lui la fissò scuotendo la testa.

Strano. Non abbiamo mai problemi, noi” commentò.

Di che si tratta?” s’informò. Vide la bionda fissare il pavimento imbarazzata.

Beh, il fatto è che ieri parlava con Xigbar, che gli ha domandato cosa facesse domani sera e lui si è lasciato scappare che veniva qui per la festa di Roxas e Sora. Al che Xigbar gli ha detto che si univa volentieri se poteva, e logicamente avrebbe portato anche Xaldin. Luxord ha detto di sì con la sua solita faccia a schiaffi, ma Xaldin ha detto che per domani avevano un impegno con Marluxia e Zexion, e che non possono abbandonarli. Come sai, Zexion fa scuola da Vexen, che l’ha saputo e l’ha detto a Laxaeus

Fammi indovinare: Laxaeus era a giro con Xemnas come sempre quando gli è stato chiesto e ci dobbiamo portare appresso anche lui

E Saix, che si è appiccicato a Xemnas come una cozza allo scoglio” terminò lei. A quel nome Axel alzò lo sguardo e la guardò male.

Saix non ci entra in casa mia” disse risoluto. Dopo l’esperienza all’ospedale non voleva che si avvicinasse mai più a lui o a Roxas per i dieci secoli successivi.

Lo so, ma come possiamo fare? Diciamo a tutto il gruppo di non venire perché tu non ci vuoi uno solo di loro? Se si arrabbiano hanno ragione” gli fece presente Larxene.

Ma porca troia, quello ha molestato il mio ragazzo!” si ribellò lui.

Sì, ma non puoi chiudere tutto il mondo fuori per proteggerlo. Stagli semplicemente accanto! Sono sicura che non avrà il coraggio di fare del male a nessuno, almeno non per il momento e non sotto gli occhi di tutti” lo tranquillizzò la ragazza.

Ne sei certa?

Al cento per cento” confermò. Lui lasciò da parte i pacchetti e si avvicinò a lei.

Lo sai che cosa si dice di coloro che sono sicuri di ciò che dicono?” le chiese.

No

Ecco, quindi non ripetere mai più di essere sicura al cento per cento. Chi lo è, è un imbecille” la informò.

Sei un bastardo, Axel Flame” lo accusò, imbronciandosi.

Lo so, e mi adori per questo. Ma fidati, dopo quanto è accaduto all’ospedale, non mi posso fidare di Saix

Non ti dico di fidarti, ti dico solo di non escludere tutti i nostri amici per colpa sua! Ci sto io con lui, sarò la sua ombra e, se farà qualcosa di sbagliato, lo prenderò a bastonate nel capo fin quando non morirà” promise. Il ragazzo rise forte.

Me lo prometti?

Te lo prometto

E allora che festa enorme sia” concesse lui, con un sospiro.

 

 

Dove andiamo?” chiese Sora per la duecentesima volta. Kairi era arrivata a casa loro con la sua bellissima macchina nuova (che si era pagata con i risparmi di sei mesi di lavoro) e li aveva prelevati senza dire una parola. Aveva naturalmente chiesto il permesso alla signora Key e poi li aveva bendati, sorridente.

Ti giuro che se non smetti di chiedermelo ti lascio qui” lo minacciò ridendo.

Gira a sinistra” le disse una voce di ragazza. I due fratelli sobbalzarono e si guardarono intorno impauriti.

Chi altro c’è in questa macchina oltre a noi?” chiese Roxas.

Ma come, non mi riconosci?” rise lei. Sì, era una voce familiare, ma no, non la riconosceva.

Sinceramente?” rispose lui.

Qui va bene?” domandò Kairi, imboccando un vialetto un po’ dissestato.

Sempre dritta per cento metri, poi siamo arrivati” confermò la voce.

Dove andiamo?” tentò di nuovo Sora.

La vuoi piantare? Mi fai venire l’ansia!” esplose il fratello. Rimasero tutti zitti per un minuto, poi la rossa spalancò la bocca.

Oddio, ma è quello? Ma è… è gigantesco!” esclamò. Probabilmente Roxas fu l’unico a prendere il doppio senso nel discorso, e si mise a ridacchiare.

Sì, l’edificio è quello” annuì l’altra. La macchina si fermò dieci secondi dopo, e le due ragazze scesero per prendere sottobraccio i fratelli.

Seguite senza fare domande” ordinò Kairi.

Ma…” provò a ribattere Sora.

Senza fare domande” scandì lei per bene, guidandolo nella strada.

Gli altri due rimasero indietro, per libera scelta del biondo.

Xion, siamo da Axel, vero?” chiese, sorridendo. La moretta rise sommessamente.

Quando l’hai capito?

Quando ho associato la tua voce al tuo viso” ammise lui.

Sta’ zitto e fingiti sorpreso” gli suggerì sottovoce la ragazza, quando entrarono in casa.

A entrambi furono tolte le bende e un grido di “Buon compleanno!” si spanse per la stanza, insieme a coriandoli e stelle filanti. Sobbalzarono nel vedere tanta gente a quella festa a sorpresa, e risero di felicità.

Cavolo!” esclamò Sora, sinceramente colpito. Il rosso si avvicinò a loro e fece l’occhiolino.

Un diciottesimo si festeggia sempre e comunque, non importa con quanto ritardo. E poi voi due, domani, tornate a casa, quindi questa era l’ultima occasione per farlo” disse.

Roxas aveva gli occhi lucidi di commozione.

Siete tutti qui… per noi?chiese incredulo.

Io sono qui solo per la torta” ammise Demyx ridendo.

Sta’ zitto, chitarrista da strapazzo” lo prese in giro Luxord.

Passarono i venti minuti successivi a scartare i regali, poi si spostarono tutti in giardino, dove avevano mangiato la prima volta.

Finché è caldo dobbiamo usufruirne” spiegò Larxene, con un grosso sorriso.

Aveva preparato il barbecue con la carbonella e l’alcool, e Axel si mise lì davanti con la carne per iniziare a cuocere la cena.

“Sei tu il cuoco di turno?” lo aveva preso in giro Xemnas.

Lo sai che amo il fuoco” aveva risposto lui ridendo.

Erano tutti così tranquilli e rilassati, allegri e spensierati, che Roxas e Sora per qualche gloriosa ora si dimenticarono del nonno e dei loro problemi.

Si sedettero a capotavola e si misero a parlare con gli invitati, ridendo e scherzando con loro fino a quando le lacrime quasi non gli impedirono di parlare.

Signori, la cena è pronta” annunciò il rosso, portando a tavola la carne.

“Era ora!” esclamò Xigbar, affamato. Si servirono tutti due volte, finendo completamente la scorta di carne per ventidue che Larxene aveva preso, lungimirante, nonostante fossero solo in sedici.

“Quindi domani rientrate?” chiese Marluxia a Roxas.

Sì, tra pochi giorni ricomincia la scuola e dobbiamo ancora fare lo shopping annuale per rifornirci di roba” spiegò.

“Tesoro, se ti serve qualcosa in città chiamami” gli disse, strizzando l’occhio. Axel rise ma si mise in mezzo, minaccioso.

Guarda che lui è mio” gli fece presente, con un tono minaccioso e divertito allo stesso tempo.

“Lungi da me l’idea di togliertelo” lo prese in giro l’altro, ridendo con lui.

Si respirava un’atmosfera tranquilla e rilassata: tutti erano felici. Il biondo riuscì finalmente a pensare che, piano, piano, stavano tornando alla normalità nonostante tutto.

  
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