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Autore: hipster    03/09/2012    0 recensioni
Lima, 1148. Blaine Anderson è un giovane architetto; il suo più grande desiderio è quello di costruire il nuovo acquedotto della città. Ad aiutarlo, un giovane demonio – come a lei piace definirsi – di nome Rachel. Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando un giovane cacciatore di streghe di nome Kurt Hummel non comincia ad indagare su di lui. Ispirato alla leggenda di Pietro Barliario.
Genere: Angst, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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«Non ho fatto niente di male, non potete tenermi legato qui! » urlò disperato Blaine. Era stato lasciato da solo dopo un’ora di domande estenuanti: Kurt si era spazientito – le risposte sarcastiche di Blaine avrebbero spazientito anche un santo, in effetti, cosa che Kurt decisamente non era – ed era uscito, seguito da quell’uomo, David Karofsky.
Aveva anche provato a chiamare Rachel, ma lei non lo sentiva. O se lo sentiva, evidentemente non riusciva a raggiungerlo. Stupidi, stupidi demoni incapaci!
A cosa serviva avere un demone per “amico” se questo non veniva a salvarti?!

«Lasciatemi andare, vi prego!» urlò ancora Blaine alla stanza chiusa. Riuscì a sentire solo l’eco della sua stessa voce: niente respiri, niente passi che annunciavano l’arrivo di qualcuno. Era solo e spaventato. E assetato. Forse era questo il piano di Kurt, farlo morire di sete. O meglio, farlo impazzire per la sete, così che sarebbe stato disposto ad ammettere qualunque cosa.
Digrignò i denti, furioso. Rachel, Rachel, Rachel.
Ma niente: nessuna risatina sarcastica, nessuna carezza sulla guancia, nessun’ombra nel buio.

Il ragazzo si lasciò scappare un singhiozzo e abbandonò stancamente la testa sul petto. Tutto quello doveva essere un incubo, non c’era altra spiegazione. Tutto era stato a portata di mano solo il giorno prima: aveva riavuto il permesso di continuare i lavori e se Kurt si era insospettito significa che andava tutto benissimo, così bene da fargli pensare che potesse essere stato aiutato da qualcuno...
Kurt Hummel sapeva di Rachel, non c’era altra spiegazione. Lo aveva scoperto, chissà come. Altrimenti perché accanirsi tanto su di lui?

La porta si aprì cigolante in quel momento e Blaine alzò il capo, ansioso e spaventato insieme di scoprire chi era. La figura snella e aggraziata di Kurt entrò nella stanza, seguita dalla sua voce delicata: «Blaine, spero che ora sarai più disponibile» disse, avvicinandosi di più a lui.
Il riccio si ritrasse a quelle parole, schiacciandosi contro lo schienale della sedia a cui era legato come per sfuggirgli. Voleva scomparire, diventare un tutt’uno con il legno della sedia perché il sorriso di Kurt non prometteva niente di buono.

«Sono già stato abbastanza disponibile, Kurt. Sono qui, mi sembra» rispose scettico Blaine, sforzandosi di sorridergli. Anche Kurt gli sorrise e gli si avvicinò ancora, facendo fremere Blaine per il desiderio di scappare. Stringeva tra le mani qualcosa, ma non riusciva a capire cosa...
Oh. Era un bicchiere.
«Pensavo avessi sete» disse innocentemente Kurt con voce dolce, notando come lo sguardo di Blaine era fisso sul recipiente di metallo ammaccato tra le sue mani.

Blaine passò la sua lingua calda e secca sulle labbra, seguendo i movimenti della mano dell’altro uomo: stava morendo di sete. Kurt si avvicinò a lui e gli premette il bicchiere contro le labbra; Blaine bevve avidamente: non era acqua di fonte, anzi, era calda e probabilmente anche sporca, ma non gli importava un granché. Il bicchiere era pieno solo a metà, quindi si vuotò troppo presto per i suoi gusti.
«Vedete perché ci tengo tanto al mio progetto, Kurt? Se il mio acquedotto sarà realizzato al più presto, tutti potranno avere acqua pura in quantità.» disse ironico, quando il ragazzo gettò il bicchiere su un tavolo che non poteva vedere, in quanto posizionato dietro di la sedia sulla quale era seduto.

Kurt accennò un sorrisetto: «Forse avete ragione – gli fece eco – ma il fine non giustifica i mezzi. La magia è illegale e pericolosa, Blaine. Non puoi uscirne illeso» disse con voce dura, guardandolo negli occhi. Blaine si sentì arrossire sotto il suo sguardo indagatore.
«Io lo so» aggiunse il moro in un sussurro, guardandolo comprensivo. Blaine spalancò gli occhi: «T-Tu...» balbettò.
«Conosci Rachel?» lo interruppe seccamente Kurt, ansioso di ricevere una risposta sincera: sapeva di averlo scioccato e aver nominato Rachel poteva indurre Blaine a dire tutto.
«Io- Io non...» balbettò il riccio, confuso e terrorizzato. Sapeva che Kurt conosceva Rachel – glielo aveva detto lei stessa – ma aveva avuto a che fare con lei...? 
«Blaine, non mentire! Rachel è pericolosa...»

«Più di te?!» lo interruppe Blaine, prima di zittirsi, stringendo forte le labbra. Kurt lo guardò stupito, poi si accigliò: «Blaine, io non voglio farti del male...» cominciò.
«Mi hai fatto prendere con la forza e mi hai trascinato qui e sono legato da ore! Come posso crederti?!» urlò il riccio spazientito. Tutta l’assurdità della situazione gli piombò addosso.
«Solo perché credevo che fossi tu lo stregone, Blaine, ma ora so che Lei è qui in città e quindi sei in pericolo. Lei è malvagia, Blaine, non vuole aiutarti davvero. Ti userà per i suoi scopi e poi si prenderà la tua anima, esattamente come ha fatto con me!» urlò di rimando Kurt, forzandolo con una mano per incontrare il suo sguardo.

Blaine lo guardò con gli occhi lucidi: «Lo so, Kurt, ma io ne ho bisogno
«No, Blaine...» sussurrò Kurt dolcemente, ma fermo. «No.»
Il riccio espirò, tremante e chiuse gli occhi per evitare il suo sguardo. «L’ho chiamata qualche tempo fa – cominciò a raccontare in un sussurro – non sapevo cosa sarebbe successo, mio padre mi aveva detto di pronunciare la Preghiera solo in momenti di necessità e- ero disperato, non volevo- lei è apparsa e, anche se ero un po’ scettico all’inizio, tutto con Rachel era più facile, tutto mi veniva servito su un piatto d’argento. Non mi è sembrata pericolosa, finché Sam non mi ha detto- non mi ha spiegato cosa esattamente Rachel intendesse quando parlava di compenso...» spiegò, mentre la sua voce diventava più flebile man mano che parlava.

Kurt annuì comprensivo: «Ti aiuterò a venirne fuori, Blaine.» disse, sciogliendo i legacci che lo legavano alla sedia. Il ragazzo si massaggiò i polsi indolenziti e sanguinanti, colmo di gratitudine.  «Lei è cattiva, Blaine. Dobbiamo combatterla. È il nostro nemico naturale; vuole allontanarci dalla retta via, vuole allontanarci dalla fede e poi catturare la nostra anima per il suo solo piacere!» disse gelido, facendo rabbrividire Blaine. «Dovrai aiutarmi, Blaine. Lei si fida di te e questa potrebbe essere l’unica occasione che ho di avvicinarla e cancellarla dalla faccia della terra!» esclamò, gli angoli delle labbra leggermente sollevati  in una smorfia che doveva essere un sorriso, ma non lo era.

«... Tuttavia, non posso lasciarti impunito» continuò il moro, freddamente, facendolo congelare sul posto. «C- Come....?» balbettò Blaine in risposta, spaventato. «Blaine, tu hai richiamato un demone, hai praticato la magia... devi essere punito» disse dolcemente Kurt, facendo per accarezzargli una guancia, ma Blaine si scostò subito, spaventato.
«Niente di che, ovviamente, saranno solo poche frustrate, considerando che non sei stato davvero tu a praticare la magia, ma devi essere punito. Dove saremmo al giorno d’oggi, altrimenti?» continuò Kurt con aria noncurante, come se stesse parlando del tempo, come se non stesse accarezzando dolcemente la spalla di un terrorizzato Blaine.

Sbatté un tacco sul pavimento due volte – suoni secchi, duri e implacabili – e la porta si aprì. «Dave – lo chiamò freddamente – Portatelo via.»

   
 
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