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Autore: telesette    03/09/2012    0 recensioni
Si avvicina l'anniversario del Primo Bacio tra Ron e Hermione.
Per celebrare la ricorrenza come si deve, i due decidono di fare una vacanza in Italia da soli: niente amici, niente nemici, niente guerre all'ultimo sangue, niente interferenze insomma!
Mentre Ron si scervella per trovare qualcosa di veramente speciale per Hermione, il fascino di Firenze e una dolce favola d'altri tempi saranno gli ingredienti giusti per...
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Frattanto il falso indovino, correndo per seminare gli inseguitori, fece il giro largo del Duomo e imboccò rapido Via de’ Servi. Sfortunatamente per lui, gli amici dell’energumeno erano forti e allenati. Il truffatore puntava dritto verso Piazza della Santissima Annunziata, contando di seminarli nel vicoletto che si staccava a destra dello ‘Spedale degl’Innocenti.
Di tanto in tanto volgeva lo sguardo indietro e, quando si rese conto che solo due degli inseguitori gli erano alle calcagna, il terzo sbucò davanti a lui da un vicolo adiacente per tagliargli la strada.

- Fine della corsa, stronzo!

Il fuggiasco si ritrovò dunque afferrato e sbattuto contro il muro, mentre i passanti affrettarono il passo per non rimanere in qualche modo coinvolti. Malgrado la sua situazione infelice però, costui non sembrava affatto turbato.

- Tu hai fregato il nostro amico e noi ora freghiamo te - esclamò uno di loro, sparandogli un pugno proprio in mezzo allo stomaco.
- Vediamo quanto sei bravo ad indovinare che fine fanno i tuoi gioielli di famiglia - fece un altro, sollevandogli la testa con una mano e piazzandogli un diretto al mento con l’altra.

Il truffatore cacciò un gemito ma, sempre facendo mostra del suo irritante senso dell’umorismo, guardò i suoi aggressori attraverso le spesse lenti cerchiate degli occhiali e sorrise.

- Non che mi dispiacciano i giochi a premi - mormorò tranquillo. - Ma ho come l’impressione che non vincerò qualcosa per questo indovinello…
- Tenetelo fermo questo buffone - esclamò uno dei tre, con un’occhiata d’intesa ai compagni che lo stringevano per le braccia.

Il primo pugno andò a segno, più o meno all’altezza delle viscere, costringendo il malcapitato a piegarsi in due e facendogli cadere a terra gli occhiali. Tuttavia, prima che l’aggressore potesse colpirlo di nuovo, costui si diede lo slancio tramite il muro alle sue spalle per sferrare un calcio a piedi uniti. Il primo aggressore barcollò all’indietro, con un flusso rosso scuro che gli colava dal naso, mentre gli altri allentarono la presa per lo stupore e il truffatore ne approfittò per colpirli in rapida sequenza: prima uno e poi l’altro, con due bei cazzottoni mirati e precisi.

- Perché oggi non sono rimasto a letto? - sospirò dunque il furfante, sfregandosi il sangue sul mento col dorso della mano.
-
Prendilo per le caviglie!
- Addosso, tutti assieme !!!

Come un sol uomo, i tre si riorganizzarono immediatamente per spiaccicare quel mascalzone come un insetto sull’asfalto. Costretto a terra e con le gambe bloccate, il truffatore si ritrovò dunque faccia in giù, sotto una gragnola di calci e pedate violentissime. Stavolta non c’erano trucchi di sorta in grado di salvarlo e, a meno di un qualche miracolo, lo avrebbero sicuramente fatto a pezzi in quel vicolo.
Semistordito a causa delle percosse ( peraltro meritate! ), lo sventurato mascalzone si accorse che avevano smesso tutto a un tratto di colpirlo. Aprendo gli occhi e guardandosi intorno a fatica, si accorse che i tre erano diventati all’improvviso rigidi e immobili come statue. Dietro di loro, un giovane dai capelli rossi abbassò una specie di sottile bastoncino e lo guardò con una leggera smorfia dipinta sul volto.

- Stavolta ti è andata bene - esclamò Ron con evidente ironia. - Comunque non mi sembri tagliato per fare il mago, forse dovresti cambiare mestiere!
- In effetti - osservò l’altro, rialzandosi a fatica e tossendo per le fitte alla cassa toracica. - Beh, suppongo di doverla ringraziare… Signor?
- Non ci provare - puntualizzò subito Ron, mettendo via la bacchetta e guardando il truffatore dritto negli occhi. - Un conto era impedire che quelli ti ammazzassero di botte e, detto tra noi, qualcuna te la meritavi; ma ora che la lezione l’hai avuta, credo tu debba restituire quello che ti sei intascato prima!

L’altro annuì.
Per quel giorno ne aveva prese abbastanza e, dal momento che non aveva alcuna voglia di discutere oltre per pochi spiccioli, decise che era meglio chiuderla lì. Raccolse gli occhiali e, dopo esserseli inforcati nuovamente, tirò fuori di tasca due biglietti da dieci euro e li porse al suo inaspettato soccorritore.

- Ecco qua - esclamò. - Può controllare!
- Spiritoso - ribatté secco Ron, mettendo il maltolto nelle mani di uno dei tre individui immobili. - E ringrazia che ho il cuore tenero: un altro, al posto mio, ti avrebbe lasciato massacrare!
- Nààà, me la sarei cavata con qualche livido, sono abituato a prenderle… Comunque grazie per la premura!

In quella però, nonostante il forte senso di stordimento, il truffatore si rese conto che ridurre le persone alla stregua di rigide statue di marmo era una cosa piuttosto insolita. Come ciarlatano di professione, avvezzo nel ricorrere ad ogni genere di espediente, pensò subito a qualcosa come: ipnosi, trucchi allucinogeni, e via dicendo… E, a giudicare da come parlava, il tizio che lo aveva appena cavato dai guai sembrava confermare l’ipotesi.

- Ti consiglio di dartela a gambe - esclamò Ron. - Quando questi si riprendono, io non li fermo una seconda volta!
- Permettimi una curiosità - fece dunque il truffatore, passando prima lo sguardo da Ron agli individui pietrificati e poi di nuovo a Ron. - Tu chi sei, una specie di illusionista, un prestigiatore?
- Qualcosa del genere - tagliò corto Ron, riflettendo che forse non era il caso di dare troppe spiegazioni.
- Va bene, va bene, d’accordo - concluse l’altro. - Dal momento che mi hai aiutato però, se posso sdebitarmi in qualche modo…
- Figuriamoci - osservò Ron.
- Ehi, adesso non esagerare - ribatté il truffatore offeso. - Sarò anche un mascalzone, ma ho pure una dignità, che cacchio! A proposito, mi chiamo Dado, molto lieto!

Ron gli strinse la mano, seppur con una certa riluttanza.
Nonostante fosse chiaramente un mascalzone, il tipo non gli stava antipatico anzi. In altre circostanze, forse lo avrebbe ritenuto proprio una brava persona. Malgrado il suo modo di fare irritante, e anche piuttosto sfacciato, Dado si presentava infatti come un tipo affabile e cordiale… A meno che, dietro a tutta la sua gentilezza, non avesse in mente qualche stratagemma per mirare al portafogli di Ron.

- Beh, Dado - fece Ron, cercando di defilarsi. - Ti auguro di mettere la testa a posto e, anche se mi sei simpatico, adesso devo proprio andare!
- Turista - sogghignò Dado. - Ci scommetto la testa.
- Indovinato - concesse Ron, alquanto seccato. - E sono anche in compagnia, quindi…
- Quindi sei fortunato - lo interruppe ancora Dado. - Firenze è perfetta per una vacanza in dolce compagnia e, modestia a parte, il sottoscritto si occupa ANCHE del ramo informazioni per coppiette: ristoranti per cene a lume di candela, vedute panoramiche, Firenze By Night, musica e divertimento garantito… Sono come il “Genio della Lampada”, chiedi e ti sarà dato!

Ron aggrottò le sopracciglia.

- Se la tua faccia equivale alla “soddisfazione” dei tuoi clienti, forse è meglio che lasci perdere anche con questo lavoro!
- Diffidente, eh - sorrise Dado.
- Senti, non la prendere a male, okay? - sospirò Ron rassegnato. - Ho visto che genere di lavoro fai, non che io voglia infierire però, tanti saluti e
Arrivederci Firenze!
- Veramente la canzone dice “Arrivederci Roma”…
- E’ lo stesso!
- Guarda che non ti voglio mica fregare - sottolineò Dado. - Ho appena detto che volevo ringraziarti, no? E allora senti qua: tu mi dici cosa ti piacerebbe offrire di Firenze alla tua ragazza, e io ti suggerisco un posto per fare bella figura… Gratis, s’intende!
- Mi posso fidare?
- ‘Acchio, qua la mano!

Ciò detto, Dado sputò nel palmo della propria mano e strinse quella di Ron con fare energico.
Ron ci rifletté sopra un momento. In effetti portare Hermione in qualche posto caratteristico, facendole una sorpresa magari, poteva essere davvero un’ottima idea. Con la giusta atmosfera e lo scenario adatto, forse avrebbe potuto anche cogliere l’occasione per farle una prima vera dichiarazione.

- Allora, che posto ti occorre?
- Beh, ecco - fece Ron, massaggiandosi nervosamente la nuca. - Non mi dispiacerebbe qualche dritta, in effetti… Cosa mi puoi suggerire?
- Dipende - spiegò Dado. - Piazza della Signoria, Ponte Vecchio e il Lungarno sono tappe abbastanza obbligate, per non dire “scontate”; Piazzale Michelangelo poi è una scelta classica e di buon gusto ma…

Sfregandosi il mento con fare pensieroso, Dado si avvicinò a Ron con aria complice. Il mago portò d’istinto una mano sulla bacchetta e l’altra sul portafogli ma, come Dado gli disse qualcosa sottovoce, si rilassò immediatamente.

- Senti un po’, tu a questa ragazza ci tieni proprio ma proprio tanto?

Ron annuì.

- E se l’intuito non m’inganna, ciò che ti occorre è qualcosa di veramente speciale… per non dire magico, se capisci cosa intendo!
- Lo sai, se non fossi quello che sei, direi che sei proprio un indovino!
- Allora ascolta qua e che la benedizione di TEH-LEH-SETH, etrusco di nascita ed egiziano di adozione, figlio di madre legittima e padre illegittimo, possa esserti d’aiuto!

( continua )

   
 
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