Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: B_SomebodyToldMe    03/09/2012    3 recensioni
"Stasera tu, Stefan ed Elena venite a cena a casa mia! Non ti puoi rifiutare!" dico sorridente al vampiro di fronte a me.
"Anche loro? Avanti, io non ti basto? E poi sai com'è Stefan, ha una dieta un po' particolare e.."
"Non è un problema! La vicina è fuori per il weekend e mi ha affidato il suo barboncino toy, inoltre stamattina al parco sono riuscita a catturare due gatti veramente ciccioni. Può andare? Sono abbastanza carini e morbidosi? In alternativa posso sempre andare a rubare il coniglietto d'angora di Bonnie.."
La sua risata cristallina mi riempie le orecchie.
"No, può bastare. Però devi promettermi che se Stefan ed Elena vorranno proseguire la serata in modo romantico a casa mia tu mi ospiterai per l'intera nottata." Risponde sorridendo malizioso.
...
..-A,E,I,O,U... YPSILOOOON!- Ecco, li avete sentiti? Sono i miei ormoni che stanno facendo il trenino. -BRIGITTE BARDOT, BARDOT!-
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LET'S  ALL MAKE BELIEVE
 
 
 
 
“Svegliaaa!”
 
Un urlo, un secondo d’attesa e quasi settanta chili atterrano sul letto ad un centimetro da me.
 
Ripresami dallo sbalzo dovuto al contraccolpo del potente atterraggio di Andrew, ringrazio Dio che non mi sia finito sopra.
Altrimenti Damon avrebbe dovuto avere a che fare con una piadina-Lolita.
 
Ah, no.
 
Non più Damon. Almeno non dopo ieri  sera.
 
Cercando di non pensare a quello che è successo, grugnisco afferrando il piumone e portandomelo sopra la testa.
 
“Fuori dal letto, caccola! Siamo in stramegaritardo! Persino Dan è già partito.”  Mi sgrida Drew strappandomi le coperte di dosso.
 
Mi tiro a sedere con un colpo di reni, afferro le coperte e mi rituffo sul materasso annegando nel piumone.
 
“Non voglio!” mi lamento e, prima che possa ribattere, aggiungo. “Ho il raffreddore e mi fanno male tutte le ossa. Non Voglio!”
 
“Ma ci fanno vedere i cervelli!” mi incoraggia. In effetti la prof. di  biologia ha promesso che ci avrebbe mostrato dei cervelli. Veri.
Li devo vedere! Devono essere una figata!
 
“Dieci dollari che Bonnie si sente male.”  Propongo sbirciandolo da sotto il piumone.
 
“Controbatto: venti che Elena si sente male.” Dice entusiasta.
 
Dentro di me soffoco una risata: ho già vinto! Voglio dire, Elena sta con un vampiro! Un vampiro!
Avrà visto volare budella da ogni parte, no?  Ci sarà abituata!
 
Ok, forse Stef non è proprio quel genere di vampiro ma Damon…
 
No!
Niente Damon!
 
Cazzo, Lo’. Riesci a infilare tre pensieri di seguito senza metterci dentro quell’idiota?!
Impegnati!
 
“Allora vieni?!” purtroppo la domanda di mio fratello mi distrae dalle pratiche di auto convincimento.
 
“Nh. Entro alla terza.” Acconsento infine.
 
“Yee!” squittisce saltandomi addosso per poi rotolarsi fuori dal letto. “See ya later, babe!”
 
Senza degnarlo di risposta, allungo una mano fuori dal mio rifugio per afferrare il cuscino e trascinarlo sotto con me.
 
Con un sospiro lo abbraccio e chiudo gli occhi sperando che il mio vecchio, adorato Morfeo faccia riposare un po’ il mio cervellino.

      *                   *                 *                   *                      *
 

“Possa essere maledetto Morfeo e quegli stupidi greci che lo hanno inventato” borbotto mentre, a passo di marcia, mi dirigo verso il bagno con dei vestiti appallottolati in mano.
 
Ovviamente non sono riuscita a riaddormentarmi. Ed è veramente snervante desiderare con tutto il cuore di addormentarsi ma trovare il letto troppo duro o la stanza troppo luminosa o… o semplicemente non  riuscire a scacciare dai tuoi pensieri un idiota dagli occhi azzurri ed i denti affilati.
 
Con un altro sonoro sbuffo, sbatto la porta del bagno alle mie spalle, tiro malamente i vestiti sul lavandino ed inizio a spogliarmi.
 
Purtroppo è inutile far finta che gli eventi di ieri sera non siano mai successi, rimugino mentre entro nella doccia e ruoto la manopola della temperatura verso il marchio blu.
 
Per quanto cerchi di evitarlo, l’immagine di Damon e dei suoi occhi glaciali mi assilla e mi tormenta ogni minuto.
 
Per tutta la notte non ho fatto altro che pensare a quello che è successo. Forse dovrei troncare i rapporti tra noi, non voglio essere un peso e … poi, quella storia di Elena mi ha fatto male.
 
E’ quindi tutto finito?
Non ci sono più speranze per una nostra amicizia?
 
Sospiro scacciando quei pensieri, poi apro l’acqua e velocemente mi infilo sotto lo scroscio di acqua fredda. Con soddisfazione noto che la nebbia  di sonno che mi occupava il cervello si dirada con rapidità.
 
“Ah- Eh.. Eh.. Etciùh!” Ok. Forse prendersi un acquazzone e poche ore dopo farsi una doccia fredda non è proprio il massimo per evitare il raffreddore. Però adoro troppo l’acqua fresca, e in più ho sempre caldo! Quindi cosa potrebbe esserci di meglio?
 
Tiro leggermente su con il naso ed inizio ad insaponarmi, giocherellando con l’acqua sovrappensiero. Arrivata ai fianchi, però, una fitta di dolore mi coglie impreparata costringendomi a ritirare la mano.
 
Abbasso lo sguardo per controllare e noto con piacere un bel livido  rotondeggiante e nerastro sul fianco sinistro.  Probabilmente è la conseguenza del mio.. accidentale urto con i mobili di casa Salvatore.
Controllo anche il resto del corpo e trovo un livido simile anche sul retro della coscia sinistra.
 
Pefretto.
 
Aggiungiamoli alla lista “100 motivi per uccidere Damon”. Con questi dovrei aver raggiunto 20 punti.
 
E così come mi torna in mente il nome di quel vampiro, si ripresenta anche l’ormai ben conosciuta morsa allo stomaco che per un attimo mi toglie il respiro.
 
Ma adesso basta!
 
D’ora in avanti mi impedirò di pensare a quello stupido ingrato! Mai più dovrò stare male pensando a lui!
D’ora in poi, ogni volta che mi verrà in mente qualcosa che lo riguarda mi tirerò un pizzicotto sul braccio come punizione.
 
Vedremo chi vincerà tra me e il mio stupido subconscio!
 
Esco dalla doccia con una nuova determinazione,  mi avvolgo in un asciugamano e, dopo essermi asciugata un po’, inizio a vestirmi.
Mi infilo i jeggins grigi e una t-shirt larga con scritto “Karl who?”, dopodiché torno in camera e, da sotto il letto, recupero due stivaletti neri che si fermano poco sopra la caviglia.
 
Torno poi in bagno per pettinarmi i capelli ancora bagnati  e quasi mi spavento.
Solo ora mi accorgo che la mia immagine riflessa nello specchio, oltre a spaventose occhiaie e naso rosso, presenta anche due lividi violacei sui lati del collo. Non è possibile.
Ha veramente cercato di uccidermi.
Non può averci provato sul serio…
 
Mi avvicino allo specchio e incredula passo l’indice sul livido come per controllare se è vero ciò che mi mostra l’immagine riflessa.
Il leggero dolore che provo mi conferma che Damon ha veramente cercato di uccidermi, ma allo stesso tempo mi sveglia riportandomi alla mente la promessa che mi sono fatta.
 
Così, determinata chiudo il pollice e l’indice sulla pelle dell’avambraccio e giro con forza.
 
“Ouch!”  Ok, questo ha fatto male. Ma almeno così sarò più motivata, no?
 
 

                  *                   *                  *                   *               *

 
 
Venti minuti dopo sono seduta al tavolo di cucina, intenta a mordicchiarmi nervosamente la pelle della nocca del pollice mentre leggo per la terza volta la stessa pagina di biologia.
 
Con una sonora sbuffata, chiudo il libro lanciandolo poi malamente nella cartella. Sapevo che non ne avrei cavato le gambe.
Per questo afferro la borsa e le chiavi di casa, infilo  il cellulare in tasca ed esco per dirigermi a scuola a piedi.
 
Svolto a destra concentrandomi sulla strada visto il mio scarso senso dell’orientamento e  mi accorgo del ragazzo che attraversa a corsa la strada solo quando si pone davanti a me.
 
“Stefan?” chiedo “Non dovresti essere a scuola?”
 
“Potrei chiedere lo stesso a te.” Risponde infilandosi le mani in tasca e portandosi al mio fianco.  Poi continua: “avevo la mostra dei cervelli alle nove, così ho pensato fosse meglio entrare due ore dopo.”
 
“Non sono una parte molto vascolarizzata.” Rispondo seguendolo. “Probabilmente sono anche sotto paraffina e puzzeranno.”
 
“Sempre meglio non rischiare.”  Risponde  sorridendo leggermente.
 
Già, tu sei il fratello che non rischia.
Ma prima che possa riportare i miei pensieri su argomenti scomodi, continua:  “E tu?”
 
“Avevo sonno.” Rispondo laconica.
 
“Come stai?” insiste.
 
Lo guardo con aria leggermente stranita.
“Bene! Come sempre!” rispondo sorridendogli.
 
“Lo’, non devi fingere con noi.” Dice dolcemente.
 
Il mio sorriso sparisce prontamente.
“Non sto fingendo, Stefan.” Rispondo decisa. “Sto bene. Fisicamente, psicologicamente e qualsiasi altro       -mente ci possa essere. Io sto benissimo.”
 
“Fisicamente, dici?” chiede ironico. “E cosa hai fatto al collo?”  chiede scostandomi i capelli.
 
“Sono caduta dalle scale.” Rispondo guardandolo negli occhi. “E sarà quello che diremo ad Elena e Bonnie.”
 
“Perché? Perché lo devi sempre difendere?!”
 
“Senti, me la sono cercata, ok? Sono andata lì anche se tu mi avevi detto di non farlo. Chiuso il discorso.” Rispondo decisa allungando il passo e superandolo.
 
Non so neanche io perché sto difendendo Damon.
Ho capito anche io di non avere tutti venerdì al loro posto, ma addirittura difendere un vampiro che ha cercato di uccidermi?!
 
Non lo so..
So solo che ogni volta che Damon fa qualcosa di sbagliato, Stefan, Bonnie ed Elena assumo tutti la stessa espressione, quella che sembra dire “ovvio! Da lui non ci si può aspettare niente di meglio”.
E questo mi manda su tutte le furie!
 
Cavolo! Stefan è suo fratello! Dovrebbe essere dalla sua parte a prescindere da tutto!
Ed Elena? Tutto quello che Damon fa è per lei (come mi ha ben spiegato ieri sera) e tutto ciò che lei riesce a dire è “chiudiamolo in cantina imbottito di verbena”.
 
“Ti ha quasi ucciso!” esclama afferrandomi il braccio e costringendomi a voltarmi.
 
“Non è la prima volta. E molto probabilmente non sarà l’ultima.” Dico con semplicità scrollandomi dalla presa.  “Anche lui si merita qualcuno dalla sua parte.” Concludo prima di girarmi ed sorpassare il portone della scuola.
 

Let’s all make believe that
we’re still friends and we like each other.

 

               *                  *              *                   *                *

 
“Anche quello, per favore.” Dico alla cuoca della mensa indicandogli un budino alla cioccolata.
 
Lei lo toglie velocemente dal frigo ma, arrivata al mio vassoio si ferma leggermente stupida dalla quantità di cibo presente su di esso. In effetti ho preso così tante cose che è impossibile trovare spazio per il budino.
 
Allungo quindi la mano e lo afferro bisbigliando un “ grazie” per poi girarmi e cercare un tavolo, concentrata al massimo per non far cadere niente.
 
Adocchio Andrew ad un tavolino vicino alla finestra, seduto con gli altri componenti della squadra di football; lo saluto velocemente con un gesto della mano per poi voltarmi e trovarmi di fianco Stefan.
 
Di nuovo.
 
Niente argomento Damon. Niente argomento Damon. Ti prego!
 
“Elena e Bonnie hanno preso il tavolo, vieni?” chiede gentile.
 
“Si!” rispondo sorridendo.
 
Mentre ci avviamo lo scopro a guardare confuso il mio avambraccio.
 
Seguo lo sguardo e trovo una macchia arrossata sulla pelle, reduce di tutti i pizzicotti autoinflittami durante quelle tre ore di lezione.
 
“Quello stamattina non c’era.” Osserva inarcando un sopracciglio.
 
“Oh…si! Ehm.. autolesionismo!” rispondo imbarazzata. “ Come Demi Lovato… o Miley Cyrus.” Preciso annuendo.
 
“Ovvio. Stupido io a chiederlo.” Commenta ridacchiando.
 
Ci sediamo al piccolo tavolo , sul quale finalmente posso appoggiare il vassoio stracolmo. Mi siedo e sollevo la forchetta pronta ad abbuffarmi, infilzo tra ravioli in un colpo solo e molto poco elegantemente li trangugio.
 
Al terzo boccone vengo interrotta da Elena che da voce alla tanto temuta domanda: “Cosa hai fatto al collo?”
 
“Oh, ehm! Sono caduta dalle scale..” rispondo fingendo imbarazzo.
 
“Tipica frase da violenza domestica.” Commenta allusivo Stef.
 
Con prepotenza gli assesto un calcio sullo stinco da sotto il tavolo, fulminandolo contemporaneamente con lo sguardo.
 
“Perché mi hai tirato un calcio, Lo’?” chiede assumendo un aria ferita.
 
“Ops, pensavo che fosse la gamba del tavolo.” Sibilo colpendolo ancora.
 
Fortunatamente la risata di Elena interrompe il ragazzo, già pronto a ribattere.
“Hahaha! Che buffo! Non ce lo vedo proprio Daniel a picchiarti perché l’arrosto è troppo salato o la pasta scotta!”  dice nascondendo la risata con il dorso della mano. “Sei proprio sbadata! Meno male che non è niente di grave.” Continua con tono dolce.
 
“Già.” Concordo soffermandomi a guardarla.
 
E’ bellissima. E dolce.
 
Non mi sorpende che Stefan sia così innamorato.
 
E nemmeno che lo sia Damon.
 
Damon la ama? Chiede una vocina nella mia testa.
 
Non lo so. Mi rispondo. Credo di sì. Chiunque amerebbe Elena. E poi è così uguale a lei…
 
Una piccola fitta mi raggiunge il petto. Solo per un istante. Prima che Bonnie decida che siamo stati per troppo tempo senza problemi soprannaturali.
 
“Cosa facciamo per la pietra?” chiede assumendo la sua aria da il-mondo-sta-per-crollarci-addosso.
 
Prontamente Elena guarda me. “Potreste provarci tu e Damon; siete molto affiatati ultimamente.”
 
Per poco non sputo addosso a Bonnie, seduta di fronte a me, tutta la coca che stavo bevendo.
Cerco di riprendermi e di evitare di tossire convulsamente.
 
“Sì, certo! Ci pensiamo noi.” Dico tra un colpo di tosse e l’altro, per poi tornare a sorseggiare la mia coca.
 
“A proposito,” continua Elena “Come ha preso la faccenda di Katherine?”
 
Ok.
Questa volta la coca rischia di uscirmi direttamente dalle narici.
 
“Alla Damon.” Risponde Stefan. “Si è ubriacato e probabilmente è andato a dissanguare qualche ragazza.”
 
“O probabilmente si è ubriacato e poi è semplicemente andato a dormire.” Sibilo prendendo istintivamente le difese del vampiro assente. Ma perché, poi?
 
Devo smetterla di difenderlo. Devo smetterla!
D’ora in poi basta.
 
“Non credo, verso le due è uscito ed è rientrato all’alba.” Ribatte Stefan con tono grave e preoccupato.
 
Ok, inizio da domani.
 
“Forse aveva solo bisogno di fare una passeggiata.” Lo contrasto guardandolo male. “Prendere aria fresca, schiarirsi le idee.”
 
“E per farlo è rimasto fuori fino all’alba?” domanda scettica Bonnie.
 
Sarà che sono nervosa per ieri sera. Sarà che ho una leggera insofferenza verso Bonnie.
Sarà che sono stupida a difendere qualcuno che mi ha quasi ucciso e che ha chiarito che per lui non significo niente, ma quest’ultima goccia ha fatto traboccare il vaso.
 
Mi alzo in piedi e sbatto le mani sul tavolo pronta a ringhiare una valanga cattiverie addosso alla strega ma la squillante voce di Caroline mi interrompe prima che possa fare qualche danno.
 
“Ragazzi, tutti attenti!” esordisce piazzandosi davanti a noi. “Ho una buona notizia e una cattiva notizia.”
 
La guardo incitandola a continuare prima che il mio nervosismo torni alle stelle.
 
“La cattiva notizia è che i genitori hanno scoperto Leah a fumare, adesso è in punizione e hanno annullato la festa di giovedi.” Racconta con enfasi. “La buona notizia è che la festa si farà ugualmente ma… alle cascate!” conclude battendo le mani e saltellando eccitata.
 
Festa alle cascate? Festa alle cascate?!
 
“Oh mio Dio, che figata!”  esclamo tutta contenta dimenticandomi completamente dei miei propositi omicidi. “Ti vieni a preparare da me? Daiii!” le chiedo eccitata quanto lei.
 
“Ovvio!” mi risponde battendo le mani con le mie.
 
Dietro di noi sento Elena commentare con tono divertito “Dio le fa e poi le accoppia!” seguita da una piccola risata di Stef.
 
Lo so, me ne rendo conto anche io.
Probabilmente soffro di disturbi di bipolarità, altrimenti non saprei spiegarmi tutti i miei repentini scambi di umore.
 
Però… Cavolo! Una festa alle cascate!
 
Io non ho nemmeno mai visto delle cascate!
 
Perché in Italia si rifiutano di fare queste figate?!
 
 

                                  *                  *                  *                      *                  *                   

 
 
 

Let’s all make believe.
In the end we’re gonna need each other.

 
“Gentile e premurosa.” Sussurro tra me e me mentre guardo i componenti della squadra di football avviarsi verso lo spogliatoio, reduci da un allenamento stancante. “Carina e coccolosa. Esiste una sorella migliore?”
 
“No. E se esiste presto la ucciderò.” Mi rispondo malefica.
 
Parlare con se stessi? Il segnale che sto per implodere.
 
Progettare la morte di persone immaginarie? … Non lo so.
 
Ma comunque non mi sembra un buon segno.
 
“Eccomi! Possiamo andare.” Andrew arriva interrompendo le mie elucubrazioni.
 
Mi alzo dalla gradinata e scendo con calma, rimanendo al fianco di mio fratello.
Arrivata in fondo, inizio ad attraversare il campo ma dopo pochi passi mi accorgo che di fianco a me non c’è più nessuno.
 
Mi volto confusa e vedo Drew fermo, il borsone sulla spalla e le mani affondate nelle tasche dei pantaloni.
 
“Vuoi palare?”  mi chiede puntando gli occhi nei miei.
 
No, non dopo che ho passato il pomeriggio nell’aula studio a guardare Elena ed immaginarmi Damon che la guarda con affetto, Damon che reputa lei un amica, Damon che la protegge rimanendo in disparte…. Damon che da a lei l’ultima fottuta patatina e non a me!
 
Ops.. ok, cancelliamo l’ultima parte.
 
“Mmh.. Di cosa?” chiedo indifferente.
 
“Cos’ hai fatto ieri sera quando sei uscita in fretta e furia?” domanda. Non è come quando si vuole fare gli affari miei per poi prendermi in giro… è calmo e quasi premuroso.
 
Sollevo le spalle, cercando di dare poca importanza alla cosa ma lui mi anticipa.
 
“Ehi,  pensi che non sappia rendermi conto di quando c’è qualcosa che non va? Sono tuo fratello, siamo sempre stati insieme. Riesco a sentire quando sei triste o arrabbiata…” afferma con dolcezza.
 
“Non sono triste!” ribatto subito, in modo quasi infantile. “E nemmeno arrabbiata, non tanto almeno…”
 
“Lo so.” Dice avvicinandosi e parandosi di fronte a me. “ Sei ferita e delusa.”
Distolgo lo sguardo e lui incalza subito chiedendo“Da cosa?”.
 
“Non lo so.” Rispondo sollevando le spalle.
 
Sospira profondamente e poco dopo un frontino  mi si sciaccia sulla testa.
 
“Possibile che debba avere una sorella con la conoscenza di se stessa pari a quella di un.. di un.. di un ippogrifo!” dice sbattendosi la mano contro la fronte.
 
“Hai riniziato a leggere Harry Potter, vero?” non mi trattengo dal domandare soffocando una piccola risata.
 
“Non è questo il punto!” dice arrossendo leggermente. “Allora…” continua poi prendendomi per le spalle “c’entra Damon?”
 
E’ così ovvio? Sono davvero così prevedibile?
 
Oppure è lui che ha messo in moto quei pochi neuroni?
 
“Si.” Rispondo.
 
“Cosa ha fatto?”
 
“Niente.”
 
Ed ecco la cosa che odio di più in me.
Il fatto di non riuscire ad aprirmi, ad ammettere le mie debolezze e cercare aiuto. Nemmeno con le persone a me più vicine, le più care.
Non è che non mi fidi o che mi voglia mostrare forte davanti a tutti… è solo che…
Non sono mai stata brava a esprimere le mie emozioni, nemmeno da piccola! Mi imbarazza parlare di me e di quello che provo, divento tutta rossa e mi si bloccano le parole in gola.
 
“Ok. Sapevo che non mi avresti detto niente.” Sospira sedendosi a gambe incrociate sull’erba. “Così ho chiesto a Stefan!” conclude mostrandomi un sorriso furbo.
 
“Che non ti avrà detto nulla, spero!” in fondo non è un pettegolo, vero? Non lo è, vero?!
 
“Oh sì, invece. Mi ha raccontato tutto!” ghigna. “Meno male, direi! Almeno non devo spillarti ogni parola a forza.”
 
“Allora, perché ci sei rimasta così male stavolta? Ha provato a ucciderti il secondo giorno che siamo arrivati, e di nuovo una settimana dopo!” dice non capendo la mia reazione.
 
“Sì, ma dopo mi ha salvato! E io ho salvato lui e poi lui di nuovo me e…” mi fermo e respiro profondamente. “E’ stato diverso. Ci ha provato veramente… e, in verità non è quello. E’ quello che ha detto prima.” Confesso.
 
“Cosa ha detto prima? Questa parte mi manca!” dice contrariato.
 
“Che non mi considera un’ amica, che per lui non sono niente e che se mi sta dietro è solo per far piacere ad Elena… e che rimpiange di avermi salvato da Mason.” Dico velocemente, buttando fuori tutto. “Forse mi sono spinta troppo in là. Ho visto come stava per Katherine ed era così solo e.. triste! Pensavo di poter fare qualcosa! Di potergli stare vicino o… Sono stata troppo invasiva. Non dovevo…”
 
“ Lo’ smettila, cazzo! Smettila per una buona volta di voler prendere le sue difese! Non è un cucciolo di golden retriver, non è un bambino smarrito! E’ un vampiro! E la soluzione ce l’hai davanti agli occhi!” urla alzandosi  fronteggiandomi.  “Finiscila! Fa finta di non averlo mai incontrato, chiudi i rapporti!  E’ quel che si merita, stare solo!E se tu sei troppo buona per farlo, chiamo io Bonnie e le chiedo di rinchiuderlo in qualche tomba o di farlo bruciare vivo.”
 
Per un momento vedo tutto rosso.
 
Anche se io stessa ho già pensato di chiuderla così, detto da lui assume tutto un altro tono. E come se mi aprisse gli occhi e mi mostrasse che anche se volessi ormai non potrei far finta di non averlo conosciuto.
Oramai ci tengo a lui, mi ci trovo bene ed è come.. come se con le sue battute stupide e la sua ironia sempre fuori luogo e la sua stronzaggine, mi fosse entrato dentro.
E non ho idea di come riuscire a farlo uscire, non voglio farlo uscire!
Adesso sta a me ritagliarmi un piccolo spazio in lui, scalfire quel muro che lo isola da ormai troppo tempo!
 
Forte delle mie nuove convinzioni,  spingo Andrew con violenza e lo faccio cadere sull’erba umida.
 
“Non ti azzardare. “ Comincio puntandoli un dito contro. “Non anche tu! Non lascerò perdere un bel niente! E lo dimostrerò a tutti voi! Voglio essere sua amica e ci riuscirò. Gli starò accanto, perché se lo merita; si merita di avere qualcuno. E alla fine vedremo chi aveva ragione!”
 
“E non pensi a quello che ha fatto?! A quello che ha detto? Non ha importanza per te?” chiede alzando il tono a sua volta.
 
“No!” rispondo immediatamente e solo dopo mi rendo conto che penso veramente quello che ho detto.
 
Non ha importanza quello che è successo. Mi ha salvato da Mason ed abbiamo passato molto
tempo insieme; non importa se dice di averlo fatto per Elena. Quello che conta è che lo ha fatto.
 
E non penso che sia stato tutto falso, che nei sorrisi e nelle risate ci sia stata solo finzione.
 
Credo in noi e nella nostra amicizia e non mi arrenderò di certo perché una stronza psicopatica si è ripresentata dopo un secolo e mezzo di assenza.
 
Con un sospiro mio fratello si alza da terra e, con uno sguardo a metà tra l’esasperato ed il divertito, mi chiede:
“E ci voleva tanto a capirlo?!”
 
“Cosa?” chiedo confusa.
 
“Dai, era ovvio da che parte saresti stata. Solo che essendo una ragazza ti devi fare sempre mille complessi e blah, blah, blah!” dice avviandosi verso l’uscita del campo.
 
“Cosa?!” chiedo ancora più sconvolta.
 
“Ah, e comunque per il consulto psicologico sono venti dollari.” Conclude allontanandosi sempre di più.
 
Resto per un attimo immobile, ferma sul posto.
 
Possibile che mio fratello – il mio stupido, stupido fratello – mi conosca così bene?
 
Beh, se è così sto alla buccia.
 
“Aspettami!”  urlo rincorrendolo. “Aspetta che ti prenda! Potevi dirmelo subito, no? Senza tutte queste sceneggiate! Un bel ‘non arrenderti’ come nei film!”
 
“Venti dollari!” ribadisce iniziando a correre anche lui.
 
Oh, ti prenderò!
 
Eccome se ti prenderò!
E allora non avrai scampo.
 
 
 

          *                         *                     *                         *                         *

 
 
“Libero!” esclamo dopo essere entrata nel salone di villa Lockwood ed aver guardato a destra ed a sinistra.
 
“Ovvio che è libero, Lo’.”  Dice Daniel alle mie spalle, entrando a sua volta. “Tyler è a casa con Andrew e Carol l’abbiamo vista uscire due secondi fa.”
 
“Uffaaa!”mugolo stizzita.
 
Possibile che non venga mai assecondata nelle mie fantasie? Ho sempre sognato di irrompere in una casa come in NCIS ma , a quanto pare, non vale lo stesso né per Damon né per Daniel.
 
“Posso almeno annunciare che l’operazione Uman Team è iniziata?” chiedo speranzosa.
 
“Non è meglio iniziare a cercare la pietra?”
 
“Che palle!” sbuffo. “Io guardo la cucina, te fai la sala.”
 
Così dicendo mi allontano ed accendo il Walkie Talkie della Chicco che ho fermato ai pantaloni.
 
Oh, sì. Almeno su questo sono riuscita a convincere mio fratello.
 
Sono passati quattro giorni dall’incontro con Katherine ed io, Daniel ed Andrew ci siamo organizzati per recuperare la pietra di luna.
‘A cosa ti serve un vampiro quando hai noi?’ ha chiesto pomposamente Daniel quando avevo obbiettato che forse era meglio chiedere aiuto a qualcuno con poteri soprannaturali.
 
In effetti, aveva ragione. Siamo riusciti a organizzare l’U-T in maniera eccellente!
Tyler è a casa con Andrew, probabilmente a giocare a Skyrim, e Carol ha una riunione del consiglio che dovrebbe durare come minimo due ore.
 
Come lo so? Me lo ha detto Damon prima che ci.. perdessimo di vista.
 
“Ma che aspetto dovrebbe avere questa pietra?” chiede la grachhiancte voce di Danattraverso il walkie talkie.
 
“Non so… penso tipo un sasso bianco. Passo.” Rispondo.
 
“Che vuol dire che non lo sai?!” chiede con voce più acuta del normale.
 
“Te cerca un sasso bianco!” rispondo decisa. “E devi dire ‘passo’ quando finisci!”
 
“Qui c’è il vaso di una pianta pieno di sassi bianchi!”  ormai il suo tono raggiunge la disperazione. “Passo!” aggiunge in fretta prima che lo riprenda.
 
“Non è in quello, allora. Passo.” continuo tranquilla.
 
“Non la troveremo mai, non abbiamo speranze…”  mugola. “Passo e chiudo.”
 
 
Canticchio sovrappensiero mentre controllo minuziosamente ogni cassetto ed ogni mensola della cucina, il contenitore della frutta, il frigo, sotto i mobili ed in ogni altro anfratto che mi salta in mente.
 
Concluso la perlustrazione della cucina, mi dedico al bagno e alla sala da pranzo mentre Dan si occupa dello studio e dell’atrio.
 
Dopo un’ora e mezza possiamo dire conclusa la ricerca della pietra al piano terra, così salgo le scale in cima alle quali mi sta aspettando mio fratello.
 
“Non ce la facciamo a guardare tutte le stanze” mi informa sovrappensiero. “Dobbiamo scegliere una stanza, due al massimo.”
 
“Camera sua, no?” propongo, mi sembra naturale.
 
“Secondo te non è troppo ovvio?” chiede indeciso scuotendo i capelli biondi.
 
“Dan, parliamo di Tyer.” Rispondo eloquentemente. “Non è così sveglio!”
 
“Giusto.” Acconsente subito.
 
Entriamo  quindi nella stanza ed iniziamo a cercare questo sasso bianco e mentre io mi dedico all’armadio Dan controlla il letto.
 
Si..
 
Diciamo che si butta a peso morto sopra il letto.
 
“Ma hai provato a guardare se la vendono su ebay?” chiede rimettendo il cuscino a posto e cercando di sollevare il materasso.
 
“Sì, ma Bonnie dice che ci serve proprio questa…” rispondo scansando vestiti uno dopo l’altro.
 
“Trovato!”
 
 Mi volto con un sorriso enorme pronta a congratularmi con lui ma la scena che mi ritrovo davanti mi provoca un gran prurito alle mani.
 
Seduto in mezzo al letto, con gli occhi che brillano di felicità e un mucchietto di riviste accanto, vedo Daniel che sta sbavando sulla foto di una ragazza assai poco vestita, in una posizione che consente di vederne anche l’anima e due tette grosse come meloni.
 
Odio le ragazze con le tette grosse. Ed i ragazzi che ci sbavano dietro.
 
Ok, lo ammetto: la mia è solo invidia perché mi ritrovo poco più di due ciliegie!
 
No, dai. Due albicocche almeno. Giusto per rimanere in campo ortofrutticolo.
 
 Ma non ho ancora perso le speranze: ho letto che fino a ventun’anni possono ancora crescere.
 
Mi avvicino a Dan a passo di marcia e gli mollo uno schiaffo dietro la testa, strappandogli la rivista dalle mani.
 
“Si può sapere che stai facendo?!” chiedo irritata.
 
“Ma… ma… è l’edizione limitata! Non la trovi nemmeno su internet!” piagnucola.
 
“Te la infilo nei buchi del naso l’edizione limitata! Cerca la pietra!” lo rimprovero sbattendogli la rivista in fronte.
 
“Abbiamo guardato dappertutto, non c’è! E dobbiamo andarcene prima che torni la signora Lockwood.” Si giustifica.
 
“Dai! Deve essere qui! Cassetti del comodino?” chiedo.
 
“Va bene non sveglio, ma così lo offendi!”
 
“Haha, hai ragione!” rispondo tirando verso di me il cassetto più per scrupolo che perché ci creda realmente. “Non può essere così stupido da… da…”
 
“Lo’?” mi richiama Dan vedendomi incantata sul cassetto.
 
I miei occhi sono fissi lì, su una pietra bianca lattiginosa con varie sfumature e tratti più o meno trasparenti, eppure il mio cervello non riesce a crederci.
 
Visto che continuo a non parlare, Daniel mi affianca e sbircia anche lui all’interno del cassetto.
 
“E’ un po’ idiota…” commenta fissando anche lui la pietra.
 
“Un po’ tanto…” rispondo voltandomi verso di lui.
 
“Beh, ora possiamo dire mission accomplished!” esclama sorridendomi e battendo il cinque.
 
“Oh, yeah!” rispondo ghignando a mia volta e infilandomi la pietra nella tasca posteriore dei pantaloni.
 
“E’ stato più facile del previs-”
 
Tyler? Sei in casa?
 
“-to.”
 
Guardo lentamente Dan come per cercare la conferma di quello che ho sentito e trovando i suoi occhi scuri sgranati ed il viso pallido mi sento svenire.
 
“Hai sentito anche tu?” bisbiglio iniziando a sudare freddo.
 
Lentamente,  mio fratello annuisce per poi ingoiare rumorosamente e  sussurrare a sua volta:
“Carol.”
 
Un ultimo sguardo carico di terrore e sento distintamente il panico prendere il sopravvento su di me.
 
 
 
 
 
 
(….)
 
 
 
 
 
 
 
Buongiorno a tutti! :)
Ebbene sì, non sono morta!
Non mi hanno rapito gli alieni, non mi sono trasferita a Timbuctù, non mi sono chiusa in un convento tibetano, no…
Sono ancora qui a rompere con questa Lolita!
 
So di essere una stronza con gli aggiornamenti. Al mare purtroppo non avevo internet e nemmeno un computer, però sono tornata da tre giorni e in questi tre giorni mi sono impegnata per scrivere questo capitolino e postarlo per voi! <3
 
So che non è proprio il massimo.
Io personalmente odio i capitoli dove non si vede Damon, però ho pensato che magari dopo quello che è successo era necessario un momento di stacco dove Lo’ si chiarisce le idee.
 
Spero che vi sia piaciuto un pochino o che almeno non vi abbia fatto shifo.  :) :)
 
Ed ora, come sempre i ringraziamenti!
Un grazie specialissimo va ad Abstract Fire, Klaroline99, Ili91, Erika_Somelharder e Martalapoffa_ ! <3
Grazie millemilamilioni di volte, amo da morire le vostre recensioni e spero continuerete a seguirmi!
 
Grazie mille anche a tutti quelli che hanno messo la storia fra le preferite, le seguite e da ricordare!
<3
 
Infine, un grazie enorme anche a chi dedica un po’ del suo tempo a leggere questa storia! <3
 
Alla prossima, (si spera presto)!
XOXO
 
           -B.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: B_SomebodyToldMe