Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Borntobeadreamer    03/09/2012    4 recensioni
Justin. 23 anni. La vita gli aveva regalato tante belle cose: le sue Beliebers, una fantastica carriera, il successo, i soldi. Gliene aveva tolte altrettanto:Dopo l'incidente che gli aveva portato via sua madre e i suoi due fratelli, la sua carriera era ormai finita, era rimasto solo, in una casa troppo grande per lui. L'unica cosa che lo aiutava ad andare avanti erano gli Psicofarmaci.
Quanto ancora poteva continuare così?
Fu proprio quando decise di rivolgersi ad un'altra psichiatra che la sua vita cominciò a mutare e a fargli riscoprire i bei momenti che la vita regala.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciaoo :3
Vi ringrazio sempre per le 22 recensioni e le visualizzazioni.. Grazie, grazie, grazie!
Grazie anche ai nuovi lettori :33
Buona lettura..


La mattina dopo Matilde si alzò, si preparò velocemente e andò a fare colazione al bar.

Dopodiché andò all’orfanotrofio di Los Angeles. Faceva volontariato lì. Stava un po’ con i bambini, ci giocava e faceva qualsiasi cosa pur di strappargli un sorriso. Nella sua vita aveva sempre avuto in progetto di avere dei figli, certo; ma aveva sempre voluto adottarne uno. Ora che sapeva bene cosa vivevano, la sua voglia di avere un bambino tutto suo cresceva in continuazione.
Lei era dell’idea che se qualcuno faceva nascere dei figli per poi abbandonarli, qualcuno aveva il dovere di prenderli. Tutti le volevano bene lì. Matilde era una persona di quelle che nonostante la vita era stata crudele con lei, continuava a sorridere e il suo sorriso irradiava chi le stava intorno.

Quella mattina Justin dopo il suo solito caffè-sigaretta andò a donare il sangue. Faceva la stessa cosa da ormai due anni, tutti i 30 del mese. Aveva cominciato a farlo dopo la morte di sua madre, di Jazmin e Jaxon.
Era una delle poche cose che lo faceva sentire bene e poi boh, amava quella sensazione dell’ago che si impossessava delle sue vene e velocemente gli succhiava via una parte di sé.

Tre giorni passarono in fretta e l’appuntamento con Matilde era ormai arrivato. Justin scelse con cura i vestiti da indossare, si spruzzò parecchio profumo e si diresse verso lo studio…
Quel posto lo faceva sentire al sicuro, Matilde lo metteva completamente a sua agio e riusciva  a mettersi a nudo completamente senza vergognarsene…
Si salutarono con una stretta di mano e i loro corpi rabbrividirono.. Mentre Matilde scriveva, Justin ebbe modo di osservarla, le mani sempre molto curate, poi passo alle esili braccia, fino ad arrivare al collo dove appesa aveva una collana di swarovsky con un cuore, poi abbassò lo sguardo e fece caso al vestito un po’ più scollato di Matilde, aveva un bel seno, pensò. Poi scosse la testa per scacciare questi pensieri.
Lei finì di scrivere e alzò la testa, sorridendogli in modo rassicurante…
L’ora passò velocemente, continuarono il discorso della scorsa notte, Matilde le consigliò di riprovare a cercare suo padre e di abbattere l’orgoglio almeno per 5 minuti il tempo di una telefonata…
Justin disse anche quanto gli mancassero i suoi amici di sempre, e poi glielo disse così, dopo un silenzio durato pochi secondi..
“…Ho anche fatto uso di droga…” Matilde ne rimase colpita, poi Justin riprese “15 mesi fa, ero talmente giù, poi avevo sentito quell’ago nelle vene, poi l’euforia, poi il nero totale…”
Passarono 3 minuti, 3 minuti di silenzi in cui entrambi riflettevano.
“Matilde…” Lui sorrise impercettibilmente, poi si corresse subito.. “ Dott.ssa Parker, lei crede che un giorno riuscirò mai a riavere indietro la mia vita?”
“Ci stiamo lavorando. Beh l’ora è finita…”
“Un’ultima cosa” La interruppe Justin “ Cosa intendeva ieri con quella frase che mi ha mandato per messaggio?”
Matilde si morse il labbro inferiore.. Poi come se stesse per iniziare un discorso bello lungo, esclamò: “Sai Justin, non credo sia una buona cosa mischiare la vita professionale con quella privata…”
“Mi raccomando, ci vediamo dopodomani, lei intanto cerchi di fare quello che le ho detto: chiami suo padre”
Si alzarono in piedi e poi istintivamente si abbracciarono, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se lo facessero da sempre.
Quell’abbraccio durò poco, circa 3 secondi, secondi in cui Justin potè ascoltare il battito di Matilde e riempirsi il naso di quel suo profumo alla vaniglia. Matilde, accarezzò il suo corpo possente, erano 2 anni che non aveva contatti fisici con un uomo. Forse le mancava un uomo che la proteggeva, ma lei aveva giurato eterna fedeltà a Lucas…
Justin se ne andò senza dire una parola. L’abbraccio aveva già detto tutto…


Quella sera Justin tornò a casa, ci pensò un po’ su, poi prese il telefono di casa e compose quel numero che non componeva da troppo tempo, ma che la sua mente non aveva dimenticato..
Esitò un attimo. “Dai cazzo, non ci vuole tanto a premere il verde”… incitò se stesso..
Poi le premette… Il suo cuore cominciò a battere forte, e il tempo sembrava scorrere lentamente… Il telefono fece uno squillo, il suo cuore accelerava, due squilli, sentiva il cuore quasi uscirgli dal petto, tre squi…
“Pronto?” Esordì una voce maschile dall’altro capo del telefono. Il cuore di Justin fece un tonfo enorme, poi si fermò per un attimo. Ebbe l’istinto di attaccare, subito. Ma lo troncò immediatamente.
“Pronto?...” Ripetè la voce maschile…
*Sei un codardo, hai avuto la forza di chiamarlo e ora non rispondi, bell’uomo che sei. Che uomo di merda”
“Papà…” Assomigliava più ad un sussurro che ad una parola vera e propria..
“Justin!” Esordì con molto entusiasmo, la voce dall’altro capo della cornetta..
Justin strinse forte la cornetta, poi riattaccò.

Stette a guardare il telefono per un po’ come per implorarlo di squillare.
Prese il suo Iphone, scorse i numeri in rubrica e chiamò Matilde… La dottoressa Parker…
“Pronto!”
“Salve dott.ssa scusi se la disturbo, ma volevo dirle che l’ho fatto….. Ce l’ho fatta… Ho chiamato mio padre”
“Davvero? Che bella notizia!” Matilde ne era davvero felice, felice di sentire la sua voce, felice che Justin stesse seguendo i suoi consigli. Felice di averlo incontrato.
Senza pensarci un attimo disse: “Senti Justin, ti va se domani sera vieni da me, così ne parliamo meglio?”
Il cuore di Justin ebbe un altro colpo. Non sapeva quanto ancora avrebbe potuto reggere tutte queste emozioni. Un appuntamento.. Matilde gli stava dando un appuntamento…  Aveva imparato, nonostante le poche volte che si erano visti, che quando lo chiamava Justin era perché si rivolgeva a lui in modo più amichevole, quando lo chiamava sign.re Bieber era in modo più professionale. Se il suo cervello funzionava correttamente aveva pensato: Justin -->  Modo Amichevole --> Vieni a casa mia? --> Appuntamento --> Indecisione totale.
Justin sospirò, e dall’altra parte del telefono Matilde moriva dalla voglia di sapere la risposta, sentendosi un po’ sciocca per avergli dato un appuntamento con una scusa professionale.

“Quanto cazzo ci mette a decidere questo?” Pensò tra se e se Matilde..
“Che faccio accetto? O no? Cazzo Justin… devi solo dire si o no, non è difficile, sbrigati cazzone” Incitò se stesso…
Si prese un po’ di tempo per pensare, mentre ascoltava attentamente per cercare di percepire il respiro di Matilde…
Poi finalmente prese una decisione…


My Space :333
Ok, me ne rendo conto, questo capitolo fa letteralmente cagare (?)
Spero che mi perdonerete per questo (?) ahahha…
Nel frattempo ho già cominciato il quinto capitolo, in cui ci saranno vari colpi di scena :P
Che farà Justin accetterà o no? Mmh… Chi vivrà vedrà (?)
Cooomunque  spiego a tutti che qualcuno mi aveva chiesto perché Matilde non riconosce Justin..
Allora lei lo ha riconosciuto anche perché sarebbe mooooolto stupida dopo che lui gli ha raccontato la sua intera vita (?).. E’ solo che per obbligo professionale lei non può di certo saltargli addosso o chiedergli un autografo..
Cooomunque vi chiedo di nuovo umilmente perdono per il capitolo di merda :33
Il prossimo sarà migliore!
#muchlove

@FragilePieces_  on Twitter :333

   
 
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