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Autore: strafe    03/09/2012    1 recensioni
questa è la storia dell'Oracolo dell'antica Ilirea, una persona potente che però ha un solo sogno, la conoscenza, e scoprirà che ogni suo sogno diventerà realta se solo lei lo vuole...è la mia seconda ff e spero che vi piaccia...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angela
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 Nemici in vista Il giorno dopo la grande festa Urgali in suo onore, Uluthrek si svegliò di buon mattino, appena dopo il sorgere del sole. Nella sua tenda faceva freddo e le pelli di orso non aiutavano molto a combattere i numerosi spifferi di aria quasi ghiacciata che provenivano dalle cuciture della tela. Quando uscì si accorse di uno strano palo conficcato appena fuori dall'imboccatura della sua tenda, sulla sommità era legato un rombo di stoffa delle dimensioni di una mano Urgali, il suo namna, evidentemente le anziane del villaggio ne avevano cucito uno per lei durante la notte. La tradizione vuole che sul namna sia cucita la storia di colui che abita la tenda vicino al quale è affisso, quindi la rossa lo portò nella tenda e, con la magia, disegnò prima un cerchio di urgali riuniti intorno a un fuoco e poi un Nagra che pareva quasi vivo talmente la magia lo rese perfetto. La tela di sfondo del suo namna, in quanto capotribù, era rosso, forse tinto con il sangue dell'enorme animale che aveva portato tanta gioia al villaggio solo il giorno prima. Dopo le dimostrazioni della sua forza, molti Urgali, soprattutto donne, la cercarono per risolvere i loro problemi, piccoli o grandi che fossero. Uluthrek passò tutto il giorno a riparare spade, a curare ferite riportate nella caccia o per piccoli incidenti, una donna le chiese di controllare se il bambino che aveva in grembo fosse un maschio o una femmina e la sua tenda si riempì di urla di giubilio quando seppe che sarebbe stato un maschio possente e rispettato. La sera fece una passeggiata con Dareon, che era l'unico di cui si fidasse quasi ciecamente e si informò dei bisogni del villaggio, che, aveva notato, non aveva una palizzata a difenderlo da attacchi esterni. Poi congedò il Kull e continuò a camminare nella foresta da sola, era sempre affascinata dal silenzio che regnava tra i pini della Grande Dorsale, era qualcosa che aveva il potere di calmarla. Camminò per quasi tre miglia senza sentire nessun suono se non il verso degli scoiattoli o il rumore delle foglie calpestate e spostate dai cervi della zona. Il suo passo era leggero, sembrava scivolare tra gli alberi senza peso, come un'ombra impalpabile. Stava progettando la palizzata per difendere il villaggio nella sua mente quando avvertì la presenza di un folto manipolo di umani appena a un centinaio di metri da lei, oltre il ruscello gorgogliante che stava costeggiando. Si avvicinò di soppiatto, non poteva farsi scoprire, anche uno sciocco avrebbe notato i vestiti di foggia Urgali che indossava, solo che doveva scoprire cosa stava succedendo. Era incredibile la facilità con cui riusciva a non produrre alcun suono sul pavimento di foglie secche, la sua grazia era sovrannaturale, così come la sua velocità. A meno di cinque passi dal gruppo si fermò ed iniziò ad ascoltare, erano i discendenti dei soldati di re Palancar, che governava la valle che andava da Carvahall fino al monte Utgard. Era un vero e proprio accampamento, che però aveva tutta l'aria di essere un villaggio di soli uomini in armatura leggera. Al centro del villaggio di tende se ne trovava una molto più grande delle altre, era evidente che ci sarebbe stato un attacco. L'Oracolo usò un semplice incantesimo per aumentare la sensibilità del suo udito e isolare i discorsi della tenda da tutto il resto, intanto con la mente sfiorava appena le coscienze dei componenti del gruppo. Le pareva di ascoltare un vero e proprio vertice militare, quegli uomini stavano organizzando un attacco, a chi o a che cosa la rossa non lo sapeva. -Attaccheremo all'imbrunire, mentre inizieranno ad accendere i fuochi, dovrà essere una battaglia fulminea, dobbiamo coglierli di sorpresa e ucciderli prima che possano reagire, anche se siamo in tanti non vuol dire che possiamo prendercela comoda!- la voce di quell'uomo aveva un suono autoritario di chi si aspetta obbedienza assoluta. -E se attaccassimo stanotte?- un altro uomo stava parlando, aveva una voce più calma e profonda, sicuramente era una qualche sorta di generale veterano- di certo non si aspettano un attacco, potremmo mandare qualcuno a uccidere le sentinelle, neanche gli Urgali possono sopravvivere se li sgozzi prima che possano urlare-. Urgali!! Uluthrek sapeva che l'unico villaggio nel raggio di cinque o sei miglia era quello di cui lei era il capo, di sicuro non si sarebbero allontanati tanto dal loro obbiettivo, doveva assolutamente tornare indietro e sperare che l'attacco non venisse anticipato. -No- era la stessa voce di prima,-gli uomini sono stanchi, attaccare adesso sarebbe un suicidio, domani al tramonto, voglio che Jerk mi copra le spalle e che Ely e Petyrsson chiudano quei mostri ai lati, prendetevi cinquanta guerrieri a testa, non voglio cavalli, sentirebbero il loro odore.- si sentì un rumore di ferro stridente quando i partecipanti dell'assemblea, sicuramente forniti di armature pesanti, si alzarono dalle sedie -adesso andate a dormire, a mezzogiorno di domani ci muoveremo e spazzeremo dalla faccia della terra quei dannati mostri urlanti. L'Oracolo non aspettò che i soldati uscissero dalla tenda di comando ma si mise a correre nel bosco, senza ormai preoccuparsi di non fare rumore. Arrivò al piccolo villaggio con il fiato corto e subito si precipitò alla tenda del suo luogotenente Dareon, annunciandogli del pericolo imminente. Non avrebbero dormito quella notte. Venti minuti dopo trenta Urgali erano riuniti appena fuori dal cerchio di tende, erano i guerrieri più forti che avrebbe potuto trovare. La piccola donna incaricò metà di loro di andare nel bosco con le loro asce e di tagliare e appuntire dei rami abbastanza grandi da trafiggere un uomo, mentre l'altro gruppo avrebbe dovuto raccogliere quante più pietre possibile per innalzare un rudimentale muro, lei avrebbe fatto il possibile per aiutare. All'alba il mucchio di pietre raccolte dai suoi compagni superava i venti piedi di altezza e con i pali appuntiti avrebbero potuto creare una palizzata in pieno stile nanesco. Quando il villaggio cominciò a prendere vita e i trenta guerrieri andarono a riposare le membra doloranti il capo del villaggio informò la sua gente dell'attacco, poi iniziarono i lavori a cui parteciparono tutti, anche le donne. Bisognava costruire un muro alto almeno un paio di metri e intervallato dai pali di legno appuntiti sul fianco est mentre a sud avrebbero creato un dislivello notevole in modo da essere in posizione predominante. A ovest si sarebbe radunato il grosso dei guerrieri, da quel lato il villaggio sarebbe stato più vulnerabile. La parete di roccia a nord avrebbe protetto le spalle ai combattenti. A mezzogiorno il muro aveva già raggiunto i due metri e molte pietre erano avanzate, chiunque avesse provato a scavalcare sarebbe stato ucciso dalle Herndall che difendevano il villaggio e dalle loro asce. Il terrapieno creato dalla forza spaventosa degli Urgali e modellato secondo l'utilità dalla magia della strega pareva una collina, gli uomini non avrebbero avuto vita facile durante la battaglia. Quando arrivò il tardo pomeriggio Uluthrek disse di non accendere i fuochi appena sarebbe calato il buio e che, appena gli umani avrebbero iniziato a sciamare fuori dal bosco, nessuno avrebbe dovuto guardare il cielo. Aveva intenzione di utilizzare un incantesimo che avrebbe gettato luce sulla scena ma avrebbe anche accecato chiunque l'avesse guardato. Tutti i guerrieri si armarono e coprirono i loro corpi da rozze armature formate da placche di metallo unite da brandelli di maglia di ferro e si nascosero nelle tende, avrebbero aspettato il buio per uscire allo scoperto. Dareon avrebbe comandato i soldati a ovest perchè sapeva come gestire i suoi compagni, anche se non lo sapeva aveva degli speciali incantesimi di protezione a salvaguardare la sua vita. Gli ultimi, deboli raggi solari rischiaravano ancora il cielo quando Uluthrek iniziò ad avere paura, aveva paura di vivere la prima vera battaglia della sua vita, aveva paura di vedere il terrore sui volti di chi avrebbe provato a ucciderla e che lei avrebbe ucciso a sua volta. Aveva paura di prendere la sua prima vita umana. Il suo unico generale era al suo fianco, nella sua tenda, e mentre affilava l'ascia la osservava, i suoi occhi erano due pozzi neri senza un apparente fondo, due pietre di ossidiana liquida incastonate in una testa cornuta. Quando l'ultimo frammento di disco solare scomparve dietro le verdi montagne alcuni abitanti uscirono dalle loro tende per dare l'impressione ai soldati che erano sicuramente già appostati nei dintorni che tutto fosse normale. Che loro fossero ignari del pericolo che stava per piombargli addosso. Piano piano il buio calava tra i monti, c'era una strana calma nel bosco, segno inequivocabile della presenza di un grande numero di soldati. La donna aveva gettato un altro piccolo incantesimo, un'illusione mostrava a chiunque fosse nel bosco il villaggio originario, senza le migliorie apportate durante l'ultimo giorno, quindi i soldati si sarebbero accorti del muro e del terrapieno solo quando se li sarebbero trovati davanti. Si sentiva compiaciuta del lavoro che aveva fatto. Spiare cosa accadeva al di fuori da un buco nella tenda aveva solo il potere di agitarla e farla sentire in trappola, quindi fece capolino con la testa dall'entrata e si guardò intorno. Molto probabilmente i soldati che si trovavano di fronte non erano molto esperti, infatti dalla boscaglia provenivano sommessi stridii di spade sguainate e riflessi di elmi o spade che un veterano avrebbe certamente saputo come nascondere. Le sentinelle si sarebbero accorte comunque del loro arrivo. Tra i soldati parve correre un segnale, i giovani con le spade sguainate iniziarono a correre verso di loro, pochi di loro sarebbero sopravvissuti, dovevano aspettare ancora un attimo prima di uscire allo scoperto o i loro avversari sarebbero scappati. Appena superarono il confine del bosco molto rimasero spaesati, pur continuando a correre verso di loro, vedendo il muro e il terrapieno. L'Oracolo mormorò qualche parola che nessuno sentì e nel cielo apparve una sfera che gettava un bagliore bianco opalescente sulla scena, simile a una seconda luna. Qualcuno si fermò, ma appena furono tutti in campo aperto gli Urgali nascosti nelle tende si lanciarono su di loro con una ferocia tale che negli occhi di molti si scorgeva qualcosa di animalesco mentre le due parti si scontravano in un clangore di spade e asce contro scudi, in breve i primi schizzi di sangue bagnarono il terreno, quasi tutto era sangue umano. I comandanti umani erano seriamente in difficoltà, si aspettavano un villaggio indifeso da sterminare e invece si erano ritrovati a fronteggiare un piccolo esercito. Alcuni soldati stavano già scappando, solo per essere travolti dai compagni che premevano contro il muro. Il terrapieno si dimostrò la difesa più efficace, gli uomini che provavano a salirci venivano sopraffatti dagli Urgali in cima, i corpi iniziavano ad ammucchiarsi al fondo della piccola salita. Allo stesso tempo nessuno riusciva a scavalcare il muro, le Herndall combattevano con forse maggiore ferocia dei Kull e alla strega dai capelli rossi incutevano un poco di paura. In breve tempo il contingente di Dareon decimò i soldati che si trovava davanti, la luna era appena sorta quando un grido di ritirata fece retrocedere disordinatamente tutti i soldati dal campo di battaglia. Nelle retrovie c'erano due personaggi che svettavano tra i colori spenti delle armature dei soldati, due uomini non combattevano, e avevano due armature splendenti che brillavano alla luce del suo incantesimo. Dovevano essere i due che la sera prima aveva ascoltato pianificare l'attacco. Uno era abbastanza alto e muscoloso, i suoi occhi scorgevano i capelli rossi ma non i lineamenti, se non i prominenti baffi. L'altro invece era diverso, la sua armatura era forgiata in argento brunito e si adattava perfettamente al corpo possente dell'uomo, ma era leggera e comoda, lo stile di chi la indossava doveva puntare molto sulla velocità. Era alto e slanciato e poteva essere un elfo per quanto ne sapeva, ma gli elfi non si sarebbero mai mischiati agli umani. Gli unici due uomini che si accorsero di lei nel caos della battaglia furono quei due. Probabilmente credettero si trattasse di una prigioniera, perché l'uomo con l'armatura di argento sguainò lo spadone a due mani che portava alla cintura e iniziò a farsi strada tra i mostri urlanti e i suoi stessi compagni con affondi e fendenti. Uluthrek era quasi spaventata da quell'uomo, era possente, la sovrastava come se fosse un Urgali, ma negli occhi aveva qualcosa di saggio e immensamente profondo che la spinse a cominciare ad avanzare verso di lui. I suoi incantesimi di difesa respingevano ogni cosa che gli si avvicinasse, quindi la folla si aprì davanti a lei per poi richiudersi alle sue spalle, sia gli uomini che gli Urgali fissavano quella donna minuta che fendeva l'armata senza muovere un dito. Anche il soldato che l'aveva vista si era fermato a guardarla, come stregato da quella presenza. L'Oracolo non si accorse che molti soldati umani si erano spaventati e si erano scagliati contro di lei abbattendo le spade sul suo scudo magico, non notò nemmeno che il suo dispendio di energia aumentava a dismisura. Arrivò a un soffio dall'oggetto della sua curiosità e cadde a terra in ginocchio, aveva perso troppe energie. L'uomo si chinò affianco a lei, le prese il viso tra le mani e la guardò in volto, - Non aver paura, non ti farò del male, sono Tenga -. ------------------------------------------------------------------------ Angolino autore so che non molti arriveranno a questo punto, ma se per caso vi va di lasciare una piccola recensione ne sarei grato...mi scuso per la storia tutta attaccata :) grazie Strafe
  
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