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Autore: GiadaGrangerCullen    03/09/2012    2 recensioni
Trasposizione in prosa della mia poesia "Addio". Dedicata ad una persona speciale, che non rivedrò più.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non pensavo te ne saresti andato, pensavo che per voi questa fosse la fine, ma mi sbagliavo. Ci siamo allontanati un po' per colpa sua, ma eravamo sempre amici. Ricordi quando eravamo piccoli e tutti credevano che stessimo insieme? Eravamo migliori amici, quasi inseparabili. Quando ho capito che quello che provo per te è più che semplice amicizia, era troppo tardi: le nostre strade iniziavano a divergere, erano arrivate le superiori ed eravamo lontani. Non ti dissi niente all'epoca, non volevo rovinare tutto e perderti, poi mi sono maledetta per non aver tentato, ma era già arrivata lei. Egoisticamente, ho sempre sperato che vi lasciaste. L'ho odiata, anzi non la sopportavo nemmeno prima che lei mettesse gli occhi su di te. La ritenevo, e la ritengo ancora, una grande oca.
I mesi passavano e voi non vi staccavate mai. Continuavo ad avere fiducia e pazienza, poi mi è arrivata alle orecchie la notizia della sua imminente partenza. Sono stata felice, è crudele dirlo, ma pensavo che vi sareste lasciati. Avevo sofferto per troppo tempo, vedendola sempre appiccicata a te ed allora mi ero decisa a dichiararmi. Avrei accettato anche un rifiuto, speravo nell'effetto curativo del tempo. Non sapevo ancora che tu saresti andato con lei, è stato un duro colpo. Non volevo crederci, ti volevo vicino a me, anche se non potevo averti. Mi sono comportata da vera egoista: ho evitato la tua finestra, ho evitato te, perché mi sentivo ferita. Te ne saresti andato e non mi avevi detto niente. Ero arrabbiata, seccata e immensamente triste: se eravamo amici, perché non l'hai fatto, perché non ne hai parlato con me.
Quando poi avresti voluto farlo, sono stata io ad impedirtelo. Vivevamo troppo vicini per evitarci in eterno e ci siamo incontrati, quasi per caso. Sapevo che mi avevi aspettata. E' stato l'approccio più freddo che abbiamo mai avuto. Ti ho fatto vedere il mio disprezzo, il mio odio, il mio cuore di ghiaccio e sono scappata. Non ho fatto in tempo a chiudermi la porta della camera alle spalle che già questo si scioglieva. Era l'ultima volta che ti vedevo, l'indomani saresti partito.
Ti ho spiato dalla finestra. Ti ho visto, mentre ti trascinavi in macchina con la tua valigia. Ti osservavo in lacrime, volevo conservare questa tua immagine un po' appannata. Mi sono congedata da te. Ricordi di aver alzato lo sguardo alla mia finestra? Volevi riconciliarti con me? Non volevi partire senza avermi salutato come si deve? Ci tenevi ancora a me? Io ero nascosta dietro la tenda per non farmi vedere da te e, quando finalmente sei salito sull'auto, che lentamente è sparita dalla mia vista, mi sono ripromessa di dimenticarti. Ti rimpiangevo, ma ero anche molto in collera con te, allora vedevo la prospettiva di una vita migliore per me, senza di te. Dopo due settimane che fai? Ricompari qui! È stato scioccante scoprire che eri solamente andato in villeggiatura, che saresti partito realmente solo un mese
dopo. È stato peggio rivederti. Ti avevo sognato, ma mi stavo rassegnando, guardavo sempre meno le nostre foto, mi allontanavo quando vedevo che mia madre parlava con la tua, perché non volevo sapere più niente di te. Se non lo avessi fatto avrei saputo che non era ancora una cosa definitiva. Sarei stata preparata. Avevo, però, già rovinato tutto e nel mese che hai trascorso qui ci siamo salutati con cenni che percepivamo solo noi. Il giorno della tua vera partenza si avvicinava, ma io continuavo ad ignorarti, non guardavo più verso casa tua, aspettavo di venire a sapere che te n'eri andato.
Poi hai suonato alla mia porta: volevi salutarmi. Dopo così tanto tempo, che fatico a ricordare, ci siamo riabbracciati. È stato bello quando ho sentito le tue labbra premere sulla mia guancia, è stato bello poter ricambiare. Avrei voluto restare fra le tue braccia per sempre, non dover pensare che non l'avrei fatto più, che era l'ultima volta. Avevo un sorriso forzato sulle labbra, gli occhi umidi di lacrime. Era arrivato l'addio definitivo e, sebbene io ti odi ancora per i motivi che ti hanno spinto ad andartene, sono felice di aver parlato di nuovo con te e di sapere che mi consideri ancora tua amica, nonostante tutto. Dimenticherò di averti amato, poi potremmo forse sentirci ancora, come amici. Sono dilaniata dal dolore, ma passerà. Sappi solo che mi manchi stupido, odioso, ex-migliore amico.











Bonsoire! Beh, tengo a questa storia, perché è vera. Non so che cosa dovrei scrivere qui sotto come nota, la storia parla da sé. Potete lasciarmi una recensione? Giusto per sapere se quello che ho scritto fa davvero così schifo, anche se a me non sembra.
A presto,
GGC 

   
 
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