Fanfic su attori > Cast Glee
Segui la storia  |       
Autore: Meggie    03/09/2012    3 recensioni
Sono passati ormai quattro anni dalla fine di Glee e certe cose sono necessariamente cambiate. Molte altre, però, sembrano non cambiare mai. Quando Darren rivede Chris, sembra solo un incontro tra amici come tanti altri. Non sanno, invece, che è il momento di tirare fuori sette anni di cose non dette.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: (abbiamo trovato l’amore) Ed è un posto senza speranza
Fandom: Glee RPF
Pairing/Personaggi: Chris Colfer/Darren Criss
Rating: R/NC17
Genere: Angst, introspettivo, romantico
Warning: Slash
Betalisachanoando
Disclaimer: No, chiaramente Glee non è mio e non ci guadagno nulla (purtroppo).
Riassunto: Sono passati ormai quattro anni dalla fine di Glee e certe cose sono necessariamente cambiate. Molte altre, però, sembrano non cambiare mai. Quando Darren rivede Chris, sembra solo un incontro tra amici come tanti altri. Non sanno, invece, che è il momento di tirare fuori sette anni di cose non dette.

CAPITOLO 6

Da: Chris
Sei libero sabato notte?

A: Chris
Ciao anche a te Chris, è un piacere sentirti, come stai? Io tutto bene, grazie per avermelo chiesto :D

Da: Chris
… la prossima volta farò in modo di porgerti i miei più sentiti e sinceri saluti prima di iniziare a parlarti andando al sodo e chiedendoti: sei libero questo sabato?

A: Chris
Certo che a volte sei proprio stronzo, lo sai? (No, comunque. Riprese extra, non so quando finiremo)

Da: Chris
Domenica?

Da: Chris
… eri ironico quando mi hai dato dello stronzo, vero? Non pensi che lo sia sul serio con te, giusto? Perché non voglio esserlo, ero solo… Dio, lo sai che ti odio, ogni tanto?

A: Chris
Ero ironico, Chris, respira. Domenica è ok. E perché adesso mi odieresti?

Da: Chris
Perché mi innervosisci. E tieniti libero per domenica notte!

A: Chris
Anche tu. Se non si fosse notato. (Secondo appuntamento? :D DI NOTTE? Devo preoccuparmi?)

Da: Chris
Dovremmo parlarne. Del perché siamo così nervosi. Non lo so neppure io, magari in due ci capiamo. (Secondo appuntamento :P Di notte. E non ho intenzione di saltarti addosso.)

Da: Chris
Forse.

A: Chris
Dovremmo, sì :) (:DDDDDDD)

Da: Chris
Hai cinque anni. Cinque.

A: Chris
Bugie. I pensieri che fai su di me non li faresti con uno di cinque anni ;)

Da: Chris
Chi è lo stronzo, adesso?

*

È difficile staccare la mente quel tanto che basta, staccare le dita dal telefono, staccare ogni singolo pensiero che torna a lui, come se Chris avesse quindici anni (e non li ha. Solo tra le gambe, ma non nella testa. Il punto è che non li ha mai avuti. Forse è quello il problema, si sta rifacendo del tempo passato) e non dovesse preoccuparsi di lavorare.
(Perché è a Los Angeles anche per quello. Ufficialmente solo per quello. Ufficiosamente… doveva riprendersi qualcosa che non gli è mai stato dato. E adesso se lo sta prendendo e vaffanculo, non permetterà a nessuno di strapparglielo di nuovo quando ormai è nelle sue mani.)
Chris allontana il telefono e riprende il portatile, guadagnandosi un’occhiata indignata da Littlefeet. Quando allunga una mano per accarezzare il pelo nero appena sotto le orecchie, viene ricompensato dalle fusa e da uno sguardo non così pieno di disapprovazione.
“Ok, mi metto a scrivere e la pianto di flirtare, va bene? Sei peggio di Ashley, lo sai?”
Littlefeet si limita a lanciargli un’ultima occhiata, prima di rimettersi a dormire accucciata accanto a lui.

*

Chris sa che dovrebbe lavorare. Lo sta facendo, in realtà. Solo non abbastanza velocemente. Lui. Lui che è sempre riuscito a staccare dal mondo e ad entrare in uno solo di sua proprietà, di cui nessuno conosceva la parola d’ordine per entrarvi realmente.
(Darren , però, è sempre stato un caso a parte. Una parentesi, prima. Una linea retta, poi. Infinita continua perenne.)
Chris scuote la testa e rilegge le ultime battute presenti sullo schermo e le cancella con fare stizzito. Non sono interessanti, non sono utili, e lui deve piantarla di pensare ad altro che non sia quella maledetta sceneggiatura. Deve lavorare. È lì per quello.
Solo che non fa che ricordarsi che è sabato e il giorno dopo vedrà, finalmente, Darren.
Finalmente. Dio, ci manca un sospiro, una mano sul cuore e poi la commedia adolescenziale è a posto. Che pena.
(Ma non riesce veramente a dispiacersi di sentirsi in quel modo. Non quando si è sentito così in basso solo qualche settimana prima, non quando si sente felice. E forse sì, forse si sente un po’ troppo idiota per i suoi gusti – lui che, idiota, non è riuscito ad esserlo neppure quando adolescente lo era sul serio. Lui che cercava sempre di essere un po’ più grande, solo per poter essere ascoltato -, ma si sente bene. Deve pur contare qualcosa, no?)
Chris sospira, chiude gli occhi, e si ripete che domani potrà distrarsi – e flash di Darren addosso a lui, immagini delle sue mani al di sotto della sua camiciamagliettafelpaqualsiasicosa, della sua bocca tra le gambe dell’altro, gli compaiono nella mente -.
Stronzo.
Quando riapre gli occhi, Catharina è ancora in attesa della sua battuta. E se Chris non si dà una mossa, lo rimarrà per tanto.
Si morde il labbro inferiore, mentre inizia a digitare velocemente sulla tastiera. Catharina, guardandosi in giro alla ricerca di movimenti sospetti: “è il tempo, di cui stiamo parlando. Pensi veramente che qualcuno ci lascerà andare senza tentare di fare qualcosa? Senza tentare di impossessarsene? È sempre stato così. Anche da prima del Giorno dell’Impressione. Usavano solo altri mezzi…”

*

“Dimmi che non sto facendo una stronzata.” Chris sprofonda ancora di più tra i cuscini del divano, mentre osserva Littlefeet aggirarsi tra le sue gambe alla ricerca di attenzioni.
“… non avresti dovuto chiedermelo prima? Mi pare un po’ tardi, no?”
“… quindi sto facendo una stronzata. Bene. Ottimo.”
Ashley, dall’altra parte della cornetta del telefono, sbuffa. “Dio, a volte vorrei vivere con te solo per tirarti una sberla quando te la meriti. No, Chris, non stai facendo una stronzata. Tra l’altro, chiunque avesse la possibilità di mettere le mani su quel culo e se la lasciasse sfuggire… beh, quella sarebbe una stronzata.”
Chris si sdraia, scoppiando a ridere e permettendo alla sua permalosissima gatta di saltargli addosso e accucciarsi addosso al suo petto. “Ok, me lo ricorderò stasera…”
“Ma sentilo! Quindi hai in mente anche un dopo appuntamento, eh…”
Perché, esiste un modo per non pensarci? Se esiste, Chris non l’ha ancora trovato. Si è ormai rassegnato a convivere con quella sensazione che gli parte dallo stomaco fino ad arrivare al basso ventre. E si ritiene fortunato dall’avere effettivamente ventotto anni e la capacità di controllarsi abbastanza da non far proseguire quella sensazione fino al suo uccello. Piccole soddisfazioni.
“… considerando che sembra la vergine di ferro…” borbotta, accarezzando Littlefeet dietro le orecchie.
Ashley emette un sospiro un po’ troppo teatrale per essere veritiero. “E dire che un tempo eri così carino ed ingenuo…”
“Hey, da quando non sono più carino?”
“Da quando pensi a come entrare nei pantaloni dei ragazzi, suppongo. Quindi da molto molto tempo, tesoro.” Risponde lei, dolcemente, come se stesse parlando con un bambino.
“Come se la mia preoccupazione principale con Darren fosse come entrare nei suoi pantaloni…”
A discapito di tutto, non la è.
Ci sono altre domande nella sua testa. Cosa stanno facendo. Perché – e questa la scaccia sempre via velocemente, impaurito da ciò che potrebbe trovare. Da ciò che già sa e non ammette perché… perché lo terrorizza. Cosa sono. Cosa potrebbero essere. Cosa vuole da tutto questo.
Cosa vuole Darren.
“Chris, te l’ho già detto. Respira, non è una stronzata, divertiti, saltagli addosso, cerca di portartelo a letto e se non funziona, domani è un altro giorno e ci riuscirai.”
“Ash, ho appena detto che non-“
“-che non è la tua preoccupazione principale, lo so, chi se ne frega. Chi siamo noi per lamentarcene, nel caso?” lo interrompe lei, concludendo con una risata.
Chris scuote la testa, sorridendo.
Chiude gli occhi, mentre Littlefeet rompe il silenzio con le sue fusa.
Il punto non è portarselo a letto, il punto è il dopo. Stanno facendo tutto quello, e nessuno dei due ha mai osato addentrarsi in quella conversazione e-
Che razza di conversazione potrebbe servire? Lo sai perché lo stai facendo. Sei stupido, ma non così tanto. E Darren… è Darren, Dio santo, perché credi lo stia facendo? Perché vuole provare nuove esperienze e aveva finito gli amici gay?
Riapre gli occhi e li fissa in quelli penetranti di Littlefeet. Il punto è esattamente quello. Che è troppo e forse non abbastanza, ma non potrebbe essere in nessun altro modo e a Chris va bene così, confusione e ansia incluse.
“Allora, spiegami un po’ quel messaggio riguardante un certo tipo di San Diego?” dice alla fine, appoggiando la testa sul bracciolo del divano e osservando il bianco del soffitto come se racchiudesse tutte le risposte.
E, beh, quella è una stronzata. È un muro bianco, che risposte potrebbe mai avere?

*

“Non ho mai avuto un appuntamento alle” Darren si ferma per un momento, controllando l’orario nel display dell’auto di Chris, “tre e mezza di notte. Decisamente avventuroso, Colfer.”
Chris scuote la testa, mentre guida per le strade quasi deserte di Malibu. “Qualcuno deve pur esserlo.”
Darren scoppia a ridere, guardando fuori dal finestrino la strada e le luci e i negozi chiusi e il buio sopra di loro. “È una frecciatina?”
“Oh, scusami, non voleva essere una frecciatina! Voleva proprio essere una dichiarazione diretta nei tuoi confronti, devo essermi espresso male.”
Darren non gli risponde, ma continua a sorridere. Non ha idea di cosa aspettarsi da quella sera. Del resto, non ha neppure idea di cosa aspettarsi da Chris.
Qualche ora prima, la risposta di suo fratello era stata Sposatelo. Darren l’aveva mandato a quel paese, prima di ricevere un altrettanto laconico O scopatelo. A quel punto Darren aveva deciso di chiudere la conversazione perché evidentemente era imparentato con un idiota, ma Chuck gli aveva mandato un ultimo messaggio.
Che ne dici di non aspettarti nulla e di fare quello che entrambi volete? Calmati, divertiti e fammi sapere se devo prepararmi per una delle due opzioni precedenti.
“Ci siamo quasi,” dice Chris, riportando l’attenzione su di sé. Come se Darren potesse dimenticarsi di essere lì con lui.
Darren guarda fuori dal finestrino, alla ricerca… beh, di qualcosa, probabilmente. “Dovrebbe esserci qualche posto interessante, da queste parti? Sono sicuro di esserci passato abbastanza volte da-“
“Il posto interessante c’è,” lo interrompe Chris. “Solo che non lo sai.”
“Ah beh, ha tutto senso, allora.” Ridacchia Darren, osservando Chris alzare gli occhi al cielo.
“Stai pensando a come uccidermi, vero? Te lo si legge in faccia.” Prosegue Darren, sbuffando l’ennesima risata e rilassandosi contro lo schienale del sedile.
“No, sto pensando a come farti stare zitto.”
Hey, io avrei un’idea pensa Darren, ma è così banale e stupida e Dio, dove sono, in un film per adolescenti?, che resta zitto, mordendosi il labbro inferiore e continuando ad osservare Chris.
“So a cosa stai pensando. Ti ringrazio per aver deciso di tacere, invece che di deliziarci con la tua ennesima pessima battuta.” Mormora Chris, prima di svoltare a sinistra e proseguire in direzione dell’oceano.
“Non c’è di che.” Risponde Darren in un sorriso, guardando alla propria sinistra l’oscurità del mare al di là del profilo di Chris.
È solo dopo qualche minuto che Chris svolta nuovamente a sinistra, appena dopo il grosso parcheggio illuminato dai lampioni che porta a Zuma Beach, e Darren capisce che sono arrivati. In qualsiasi posto Chris l’abbia portato.
“Ok, ci siamo. Scendi!” esclama Chris, sganciando la cintura di sicurezza e aprendo la portiera dell’auto.
Quando Darren esce dalla macchina si trova davanti esattamente ciò che si aspettava. L’oceano davanti a sé e il nulla attorno. I lampioni della strada e del parcheggio sono abbastanza lontani per non poter illuminare perfettamente la loro zona, ma abbastanza vicini da non lasciarli completamente nell’oscurità. L’odore dell’oceano e il rumore delle onde è ciò che lo colpisce di più. L’ha sempre amato, ma ultimamente non ha avuto veramente tempo per goderselo.
(Non ha avuto tempo per godersi un mucchio di cose. Forse è questo che fa Chris. Ricordargli che non è tutto lavoro, che può prendere una pausa, che può lasciarsi andare e il mondo non finirà. Che può non pensare a nulla e solo allungare una mano e prendersi ciò che vuole.)
(Vuole Chris.)
Prenditelo, allora.
Quando si volta verso Chris, lo trova seduto sul cofano della macchina, la schiena appoggiata al parabrezza e gli occhi puntati verso il cielo. Chissà se si vedono le stelle.
Darren si avvicina e Chris gli allunga una mano per aiutarlo a salire e forse è tutto lì, forse deve solo prendere quella mano e tenerla stretta. E Darren fa esattamente quello.
Non lascia andare le dita di Chris neppure quando è sdraiato accanto a lui, gli occhi alla ricerca di impossibili costellazioni.
“Facevo schifo in astronomia,” mormora, guardandosi attorno alla ricerca di qualche stella conosciuta.
Non ne trova.
“Anch’io,” ammette Chris scuotendo le spalle.
Darren sospira, osservando i puntini luminosi che per lui significano poco o niente creare strane figure nel cielo. “Guarda,” dice, alzando l’indice sinistro verso l’alto, “quella è chiaramente la costellazione della pecora che mangia la banana!”
Per un attimo Chris non dice nulla, ma quando Darren gira la testa per guardarlo in viso, si accorge che ha gli occhi chiusi, le labbra stirate in un sorriso e sta tremando leggermente per cercare di contenere le risate. “Sto uscendo con un cretino. Giusto io potevo prenderlo. Giusto io,” sbotta alla fine, tra una risata e l’altra. E Darren non può non sorridergli e dargli un colpetto alla spalla. Non può non avvicinarsi a lui, fino ad essergli quasi addosso. E Chris non si scosta, ma rimane lì, e lo guarda in un modo che gli mette i brividi perché Darren sa, lo sa cosa vuol dire quello.
Prenditelo, allora.
Pensa di essersi sporto prima lui, ma la realtà è che potrebbe essere stato anche Chris. Chris che sembra sempre non aver paura di nulla e si butta e si fa male e si rialza e sembra indistruttibile. Darren vorrebbe imparare un sacco di cose da lui, l’ha sempre voluto, anche anni prima. Si è sempre sentito così piccolo, in confronto, illuminato solo dalla luce riflessa da Chris, illuminato solo per quello.
Darren lascia andare la sua mano solo per poterlo tirare verso di sé e lo sente sospirare contro le sue labbra. Anche ad occhi chiusi potrebbe riconoscerlo tra mille. Il suo profumo e il modo in cui Chris inclina la testa e si prende ciò che vuole, si prende tutto senza chiedere, perché sa che basta che Darren dica di no per fermarsi.
Ma Darren non lo farà.
È Chris ad allontanarsi da lui, quel tanto che basta per poter parlare. E quando Darren riapre gli occhi se lo ritrova lì, il suo respiro contro le labbra e lo sguardo puntato nel suo. “Vieni a casa mia,” mormora piano, quasi avesse paura di spaventarlo o di farlo fuggire.
Darren sorride, “siamo appena arrivati.”
Ma non sembra abbastanza per convincere Chris. Gli accarezza una tempia, intrecciando le dita con i suoi capelli, tirando piano uno dei ricci appena sopra l’orecchio. “Non è una risposta valida. O sì o no.”
Darren chiude gli occhi per un attimo, mentre si gode il rumore dell’oceano e la mano di Chris tra i capelli e il profumo del mare e il corpo di Chris ancora premuto addosso.
Prenditelo, allora.
Riapre gli occhi. “Andiamo.”
Il modo in cui gli sorride Chris prima di scivolare giù dal cofano dell’auto gli provoca qualcosa nello stomaco che da troppo tempo non provava.
Però, per la prima volta, non ne ha veramente paura.

*

Quindi giochiamo ancora a girarci intorno, vedo. Chris vorrebbe dirlo, ma non ne ha il coraggio. Guarda Darren da sotto le ciglia, Darren seduto accanto a lui che accarezza Littlefeet come se non avesse fatto altro, guarda la gatta fare le fusa e pensa che tutto sommato gli andrebbe bene anche così. Che adesso vorrebbe solo portarselo a letto, ok, non lo può negare, ma quello, Darren sul divano che gioca con Littlefeet, quello è ciò che vuole veramente. Qualcosa di vero e che possa durare oltre l’orgasmo di una notte.
Lo vuole da Darren. Lo spaventa pensarlo, lo spaventa sapere che si è reso ridicolo in passato, che si sta rendendo ridicolo ancora, forse, ma lo vuole.
Ma sei disposto a darmi quello che voglio, Darren?
“La tua gatta mi ama,” dice Darren, ridacchiando quando Littlefeet cerca di acciuffargli un dito.
Non è l’unica. È ciò che pensa Chris, prima di accorgersi di che razza di pensieri sta formulando.
Prima di allungare una mano verso il viso di Darren, girarlo verso di lui e zittirlo e baciarlo e mettendo in chiaro cosa vuole.
Ti prego ti prego ti prego. Sei disposto a volere me? Almeno un po’?
Darren appoggia distrattamente Littlefeet per terra. E l’ultima cosa di cui si accorge Chris prima di chiudere gli occhi, è che il respiro che Darren imprime contro le sue labbra sembra tanto aver il sapore di un sì.

*

È Chris che l’ha trascinato in camera, e Darren ipotizza sia stata una buona idea.
(Si ricorda dell’ultima volta che è successo. Si ricorda di come Chris l’abbia allontanato e di come lui non ci abbia pensato due volte a fuggire via, lasciandolo indietro, ancora una volta. Non può andare di nuovo così. Non può non può non può.)
Della prima volta, Darren ricorda poco, solo la frenesia di volere Chris addosso e di non pensare alle conseguenze, perché il sangue sembrava essere sparito dal suo cervello per concentrarsi tutto nel suo uccello.
Non è tanto diverso da adesso, ma almeno sa cosa sta facendo. Sa che non se ne andrà la mattina dopo. Sa che lo vuole, che vuole Chris – prenditelo, allora -, e lo vuole in quel momento.
Sa che stanno correndo troppo, ma a differenza della prima volta, non se ne pentirà.
Quando Chris gli sfila anche i boxer e rimane a fissarlo dall’alto, seduto sulle sue cosce e con le mani appoggiate contro il suo stomaco, Darren si sente in trappola. E sono gli occhi di Chris che lo imprigionano al letto, sono i suoi occhi che lo fanno rimanere fermo, in attesa della sua prossima mossa.
Darren vorrebbe allungare una mano per finire di spogliare Chris, per strattonargli i pantaloni e poi tirarselo addosso, ma prima che possa fare qualsiasi cosa, l’altro è già scivolato verso il fondo del letto e Darren non è nato ieri, lo sa cosa sta pensando guardando volendo Chris.
Solo che quando Chris si piega verso di lui e fa scivolare il suo uccello tra le labbra, Darren dimentica anche il proprio nome.
“Chris-“ mormora, allungando una mano fino a sfiorargli la spalla. E Chris alza gli occhi verso di lui, e non c’è niente di ciò che Darren si sarebbe aspettato.
(I suoi occhi. i suoi occhi lo incatenano al letto, perché nei suoi occhi c’è tutto. Non c’è il sesso, c’è quello che non si sono mai detti. C’è quello che Chris tiene dentro di sé da anni e che Darren conosce da sempre.)
Darren non distoglie lo sguardo da quello di Chris. Lo guarda, vede il suo viso tra le sue gambe, vede le guance arrossate e i capelli in disordine, si perde nel seguire la linea delle sue labbra che circondano il suo uccello, lasciando dietro di loro il luccichio umido della saliva. E gli occhi di Chris, puntati nei suoi, senza un briciolo di malizia, o di compiacimento. A Chris non interessa la soddisfazione di riuscire a ridurlo così.
Chris vuole altro, vuole di più, vuole averlo nel suo letto, vuole avere il suo uccello tra le sue labbra e vuole avere lui nella sua vita.
Darren guarda Chris negli occhi e l’unica cosa che vi legge è la richiesta di non allontanarlo, non di nuovo.
Chris fa scivolare la lingua sulla punta della sua erezione, prima di leccarne i lati, aiutandosi con una mano per accarezzarlo farlo impazzire portarlo all’orgasmo.
Darren lo osserva mentre chiude gli occhi e si concentra sul suo uccello, prima di far scivolare la lingua fino alla base e rimanere lì, con il viso premuto contro la sua pelle, respirando ed accarezzandolo con la mano.
“Chris,” dice di nuovo, questa volta con un fio di voce in più, quel tanto che basta, per richiamare l’attenzione dell’altro su di sé. “Vieni qui,” mormora strattonandogli il braccio.
Chris lo guarda per un istante, prima di girarsi verso il suo uccello e succhiarne la punta un’ultima volta, prima di strisciare verso di lui e baciarlo e Darren è abbastanza sicuro che Chris vuole ucciderlo, perché il modo in cui lo sta baciando, il modo in cui fa scorrere le sue mani tra i suoi capelli o fa scivolare la lingua tra le sue labbra non possono lasciare alcun dubbio.
Darren lo stringe a sé, facendo scorrere le mani sulla sua schiena e le sue spalle e poi di nuovo sulla sua schiena e più in basso, fino ad arrivare al bordo dei pantaloni e riuscendo comunque ad andare oltre con la punta delle dita, fino a sfiorarlo al di sotto dei boxer. E Chris si inarca contro di lui, e Darren si sorprende di nuovo di come sia maschile Chris, il suo uccello perfettamente riconoscibile contro il proprio, e il suo petto e le sue spalle e tutto il suo corpo.
Se ne frega.
Quando chiude gli occhi, l’unica cosa a cui pensa è che non ha nessuna intenzione di lasciarlo andare. Che è diverso, è una sensazione diversa, e anche le sue labbra sono diverse, non solo quando lo bacia, ma anche quando prende la sua erezione in bocca. Bacia come un uomo, Chris, e fa pompini come un uomo.
Non ha intenzione di lasciarlo andare.
Chris si separa da lui e Darren si ritrova ad affondare il viso nell’incavo del suo collo, cercando di baciarlo lì, sulla sua cicatrice, prima di scivolare contro la linea della mascella e la guancia e la tempia e la fronte e il naso e di nuovo le labbra.
“Darren,” sussurra Chris contro la sua bocca, “vorrei davvero togliermi i pantaloni, ma se non mi lasci andare…”
Darren si mette a ridere e lo guarda negli occhi e Dio, Chris lo ucciderà, Chris lo ucciderà e sarà bastato solo il suo sguardo.
“Penso sia una buona idea,” risponde, mettendosi a sedere e permettendo a Chris di sfilarsi velocemente pantaloni e boxer e-
Già.
È un ragazzo, è un uomo, ormai, e non è che non abbia mai visto un uomo nudo, ma…
(Non ha comunque mai toccato un uomo tra le gambe. È abituato al calore umido di una ragazza, non alla durezza di un ragazzo.)
Chris sembra incerto per un momento e Darren si chiede se ha letto sul suo viso ciò che stava pensando. E spera di no.
Non c’è abituato, ma non è qualcosa di negativo. Chris non potrebbe mai essere qualcosa di negativo. È solo diverso, deve solo… deve solo capire come fare per far star bene Chris, perché sono in due, lì, e non ha intenzione di prendere prendere prendere e basta, perché nel sesso non può mai essere così.
(Quando poi non è neppure sesso, quando guardi negli occhi l’altro e ti ritrovi a pensare che non riuscirai ad allontanarti da lui, che non riuscirai a staccartene, allora non puoi essere egoista. Non puoi.)
Darren si sporge verso di lui e lo tira verso di sé e Chris si rilassa contro le sue labbra, intrecciando le braccia dietro al suo collo ed è qualcosa di così dolce, di così sensuale rispetto alla forza sessuale con cui si sono mossi prima, che Darren non può fare a meno di abbracciarlo, e sentire per la prima volta la pelle nuda della sua erezione contro la propria.
Chris si separa dalla sua bocca, prima di sorridere e accomodarsi meglio addosso a lui, spingendolo sul petto fino a fargli appoggiare la schiena contro lo schienale del letto e facendo scivolare le sue gambe ai suoi fianchi.
E un attimo dopo Chris gli è di nuovo addosso, solo che il modo in cui sta muovendo il suo bacino lo sta facendo impazzire e il modo in cui lo sta toccando, il modo in cui si sporge verso di lui, arrivando quasi a sedersi sul suo stomaco, il modo in cui fa scivolare la sua erezione tra le sue natiche una due tre volte e Darren smette di pensare, perché Chris lo sta uccidendo e va bene così.
E forse sarebbe meglio usare qualcosa, qualsiasi cosa, perché il suo uccello non fa che sfregare contro Chris, ma non abbastanza da essere privo di fastidio, ma non gli importa, non gli importa nulla.
L’ultima cosa a cui riesce a pensare, prima di chiudere definitivamente la sua mente, è di far scivolare una mano tra i loro corpi e toccare l’erezione di Chris.
Ed è strano è diverso è tutto diverso. Ma va bene così.

*

Chris si ricorda la prima volta che ha avuto Darren addosso a sé. Anni prima. In quel periodo posto a metà strada tra il non-posso-starti-lontano e il ti-prego-lasciami-spazio. Dopo l'estate, quell'estate, dopo averlo evitato pensato mandato al diavolo baciato. Soprattutto baciato. Dopo aver sbagliato sbagliato sbagliato ed essersi ritrovato incastrato in un gioco a due in cui nessuno avrebbe potuto vincere. Dopo aver chiarito, dopo essersi sentito dire "Non posso, Chris, non posso. Capisci perché?"
"Perché sei innamorato di Mia."
"E potrei innamorarmi di te."
Dopo aver ripreso a lavorare con lui, sempre vicino, sempre accanto, senza via di scampo. E comunque non avrebbe voluto allontanarlo perché lo voleva vicino - così vicino da volerlo addosso - e lontano - abbastanza lontano da non fare più male -.
In quel periodo aveva iniziato a frequentare Max. Max che era dolce, Max che abitava a New York, Max che era un segreto, e per lui, per Chris, che si ostinava a rivelare troppo di sé al mondo, avere così tante cose nascoste dentro ad un cassetto chiuso attentamente a chiave, non era facile.
E in quel periodo, in quel periodo in cui usciva con Max, ma non letteralmente, perché, in realtà, non uscivano mai, Chris si era ritrovato Darren premuto addosso esattamente quando Kurt si era ritrovato Blaine. E non era quello il problema, non era il problema di girare una scena, perché non era lui, non erano loro, e Blaine guardava Kurt in un modo totalmente diverso da come Darren guardava lui. Non erano loro.
Il problema non è mai stato girare. Il problema arrivava a metà. Prima e dopo e a metà strada. Quando erano loro, quando erano Chris e Darren e ancora su quel letto, circondati da cameraman che vedevano solo la ripresa migliore, ma mai altro.
Chris vedeva l'altro.
Chris vedeva - sentiva - che tra le gambe di Darren il suo uccello non era poi così disinteressato - e si rifiutava di guardare tra le sue, di gambe. E non era colpa di Darren, non è come se avesse voluto che il suo corpo reagisse in quel modo. Succedeva, ok? Succedeva e Darren non gli dava peso, perché non voleva dire nulla, ma Chris non riusciva a non guardare la stoffa leggermente tesa dei suoi pantaloni. Vaffanculo.
Non puoi farmi questo, non puoi farlo. Non è giusto. Di’ al tuo corpo di piantarla e smettila di fare lo stronzo, aveva pensato.
Si ricorda del dopo, Chris. Si ricorda di come abbia mandato un messaggio a Max, maledicendo il fatto che fosse a chilometri di distanza, maledicendo di non avere nessuno nessuno nessuno e davanti allo schermo del Blackberry aveva stretto i denti, ingoiato qualcosa che non voleva nominare - idiota patetico - e aveva sorriso a Darren.
Vattene. Adesso è il momento in cui mi devi lasciare lo spazio, stronzo, aveva pensato.
Darren l'aveva abbracciato. E Chris non aveva detto nulla. Aveva pensato a quanto fosse ingiusto che Darren lo sentisse in quel modo, a quanto fosse sbagliato che non dovesse neppure dire nulla. L'aveva stretto a sé, ma non si era concesso di sperare in qualcosa.
(La speranza l'avrebbe ucciso.)
Chris si ricorda di aver pensato a Max, al fatto che avrebbe dovuto volere lui - e lo voleva. Lo voleva lì. Tanto e troppo e subito, ma solo per motivi sbagliati. Solo per dimenticarsi di voler allungare una mano per appoggiarla tra le gambe di qualcuno che non era il suo ragazzo -.
Chris si ricorda tutto di quel giorno, e adesso, adesso che Darren è addosso a lui e non c'è metà strada, sono esattamente lì, e non è più sbagliato come un tempo, forse solo altrettanto nascosto, pensa che, per quanto si senta un idiota, per quanto sia imbarazzante pensarci razionalmente, forse doveva andare così.
Forse devi perdere qualcosa, prima di arrivare ad avere ciò che vuoi veramente. Forse è solo quello.

*

NOTE: Sono in ritardassimo, lo so, ma come dico spesso, per me l’estate è il contrario di ciò che pensano tutti. Cioè: niente relax e doppio degli impegni.
Ecco però il nuovo capitolo che spero vi possa piacere :) e vi informo anche che il prossimo dovrebbe proprio essere l’ultimo.
Grazie a tutti quelli che hanno letto lo scorso capitolo e a tutti quelli che hanno commentato e messo tra i preferiti questa storia. Grazie di cuore <3
A presto con il prossimo capitolo!
E come sempre, mi trovate QUI SU FACEBOOK
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Glee / Vai alla pagina dell'autore: Meggie