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Autore: IndelibleSign    03/09/2012    19 recensioni
Nonostante la lontananza lo amo ancora. E come smettere, mi chiedo.
A distanza di sei mesi sento ancora il suo profumo inebriarmi l’anima. Sento ancora il suo tono baritonale nelle aule di letteratura mentre recita, poeticamente, il suo pezzo preferito di uno dei suoi sonetti preferiti. Sento il suo tocco magico sulla mia pelle.
Il nostro amore è come il vento, non posso toccarlo ma riesco a percepirlo.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Like the wind. 



Ricordo ogni momento a partire da quel 'Ciao' fino all'ultimo 'Addio'.
Ricordare fa male oggigiorno, ma oramai è l'unica cosa che mi resta; oramai è l'unico mezzo con il quale riesco a vivere, l'unico incoraggiamento a continuare la vita.
Come ogni quotidiano giorno la sveglia mi risveglia ricordandomi che un'altro giorno senza lui è arrivato.
Indosso frettolosamente le prime cose a caso tra le quali trovo una sciarpa, la sua.

-Prendila, stasera fa particolarmente fresco. Non vorrai
mica ammalarti ora-
disse Liam porgendomi la sua
sciarpa rossa che tanto amava. La indossai avvolgendola
lentamente al collo così stretta che per un attimo
pensai ad inebriare solamente il suo dolce profumo.

La afferrai, impugnandola tra le mie due mani che al solo tocco provocarono brividi.
La strinsi così forte al mio petto che per un attimo sentii mescolarsi il cuore con quella massa di stoffa rossa.
La portai al viso assaporando ancora quel dolce profumo che tanto amavo. Qualche lacrima cominciò a rigare il mio volto.. ma so bene che quelle che cacciavo non erano semplici lacrime, erano ricordi. I nostri momenti che ormai erano solamente quello, acqua salata che bruciava al contatto con la mia pelle.

Avvolsi la sciarpa al mio collo e strinsi, strinsi così forte che per poco non mi tolsi il respiro.. ma nulla poteva farmi dolore quanto quello che provavo dentro. Il mio era dolore fisico ma il dolore più forte era quello in petto.
I ricordi inebriarono così tanto la mia mente che quasi non mi accorsi di essere arrivata al bus. Le porte si aprirono di scatto e, come ogni mattina alle sei, entrai cercando un posto libero su qui poggiarmi.

-Stewart!- urlò qualcuno in lontananza scuotendo la mano, quasi
a voler attirare la mia attenzione mentre, silenziosamente,
cercavo un posto libero per arrivare a scuola.
-Da questa parte- urlò la voce. Sussultai sentendo quella
dolce voce mai udita prima d'ora.
Sorrisi a stento per poi sedermi accanto ad un ragazzo biondo cenere
con un viso dolcissimo, nel quale si celavano gli occhi più
profondi che avessi mai potuto vedere in vita mia.
-Deanne Stewart.. ma vedo che già mi conosci- sorrisi porgendogli
la mano in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare.
-Ciao, sono Liam, Liam James Payne. Ma chiamami
semplicemente Liam-
rispose unendo le nostre due calde mani.

Che sia stato il destino? Beh, resta il fatto che quel giorno il posto dove fui costretta a sedermi era lo stesso. Quanti ricordi vagarono per la mia mente, quante lacrime vagarono nei miei occhi in cerca di un'umile uscita.
Il bus partì un paio di minuti dopo, ingranando una marcia lenta.
Vidi tutto il paesaggio ormai perfettamente conosciuto, scorrermi accanto e perdersi nella mia mente come una flebile svista.
Ed eccolo, ecco il mio.. nostro parco.

-Deanne, non pensavo di poterti trovare qui- sussultai sentendomi
chiamare, mi voltai e con mio immenso stupore trovai la
figura di Liam scrutarmi amabilmente. Lo sorrisi per poi
sedermi accanto a lui su quella panchina dall'aria
fatiscente, così tanto che pensai quasi di poterla
rompere anche solo sedendomi.
-Hey James, come mai da queste parti?- amavo chiamarlo
in quel modo. Ormai era quasi diventata un'abitudine
chiamarlo in quel modo. Mi sorrise sornione per poi rispondermi:
-Semplicemente sono venuto qui per pensare- mi portai la mano
sulla bocca con fare comico e, con una smorfia stupita, dissi:
-James Payne che pensa? Ragazzo, stanotte non dormirai
dopo questo fatidico sforzo-
sbottai ridendo. Lui scosse la
testa nient'affatto infastidito. Ormai sapeva quanto mi
piacesse insultarlo scherzosamente.
Poi, magicamente, il suo sorriso sparì lasciando spazio
ad alcune lacrime che quasi gli arrossarono il viso.
-Hey Liam.. non volevo offenderti- esclamai dispiaciuta
poggiando una mia mano sulla sua spalla, quasi a consolarlo.
Mi sentii uno schifo. Un completo ed inutile schifo.
-Non è per te, lo saprai presto ma..- esitò scuotendo la testa.
-Devo andare, ci vediamo a scuola- si limitò a rispondere spiazzandomi del tutto.
Vidi la sua figura allontanarsi lentamente per poi perdersi del tutto nel buio di Oxford.

Nulla potrebbe mai cancellare dalla mia mente il suo dolce sorriso che, tante volte aveva ricoperto il suo volto.
Ci sono dei momenti nei quali l’unica domanda che traffica nella mia mente è un semplice e casto ‘Perché?’. Perché è andato via così presto?
Avevamo tanti progetti insieme, un cassetto ricolmo di avventure ancora da affrontare.. ma il fato ha portato via sia i sogni che il loro creatore. Perché sì, lui era l’immagine innaturale dei miei sogni.
Spesso mi dicono: ‘Troverai qualcuno come lui’. Io non ci credo, o forse non voglio crederci. Ma ditemi semplicemente come faccio a dimenticarmi di lui o anche solamente di questo.

Eravamo distesi sotto il cielo stellato della nostra tanto amata città,
eravamo insieme abbracciati. La mia testa era appoggiata al suo cuore che,
periodicamente, batteva così forte che pensavo fosse in procinto di uscire dal suo petto
e soffocarmi d’amore. Sì, perché il nostro era amore.
Uno di quegli amori insipidi e aspri agli occhi,
ma se ci pensi è uno di quegli amori proibiti che quasi nessuno potrà mai conoscere.
-Sai.. a volte pensavo che non mi sarei mai potuta innamorare- trillai sorridendo e alzando
gli occhi verso i suoi, ancora puntati al cielo.
-Tu non sai quanto possa essere difficile il nostro amore, ‘Anne- sì, era così che mi chiamava.
‘Anne. Il nome più bello mai pronunciato dalle sue soffici labbra.
-Se è amore non è mai sbagliato, James- sorrisi stringendomi al suo petto e
soffiandogli un casto e dolce bacio sulle labbra dal sapore dolciastro.
Menta fusa al miele. Un aroma stampato nelle mie labbra.
Successe tutto così in fretta che nemmeno me ne resi conto, mi ritrovai sotto di lui
completamente nelle sue mani. Cominciò a baciarmi faticosamente mordendomi,
quando capitava, il lobo.. lasciandomi gemere dal piacere.
Fece scivolare le sue abili ma delicate mani sul mio umile corpicino quasi a voler
stampare nella sua mente un’immagine definita di me.. finito il giro posò le sue mani
nei miei lunghi e neri capelli che tanto ricordavano il cielo di notte.
Mi fissò nelle mie iridi verdi e, quasi infondendomi sicurezza, cominciò a baciarmi di nuovo
denudandomi di tutti i miei sentimenti e dei miei abiti.
Con agili movimenti entrò in me e allora capii che tutto ciò di cui avevo bisogno era lui.
Sì perché l’amore è così.. ti fa capire che ami una persona solo quando ti senti unicamente
ed esclusivamente legata ad essa.
-Ti amo ‘Anne- terminò baciandomi e distendendosi accanto a me, sospirando.
-Non puoi immaginare quanto ti ami io, James- dissi rannicchiandomi di nuovo verso di lui
per osservare le stelle.. solamente coperta da una coperta rosa carne.

Capite? Nulla potrebbe cancellare quegli attimi così perfetti ai miei occhi ancora ricolmi di lacrime.
Di tanto in tanto qualche anzianotta si voltava verso di me con fare compiaciuto. Ormai la nostra storia era conosciuta da tutti, tutti sapevano ogni minimo dettaglio della mia vita e del mio amore verso Liam.
E come darli torto?
Spesso lo definivano Amore platonico’. A pensarci forse è la verità.
Il nostro amore è come il vento, non lo vedo ma semplicemente lo percepisco.
Lo percepisco di notte quando il vento soffia sui miei capelli, scompigliandoli lentamente.

-Amo i tuoi capelli quando vengono mossi dal vento, sembri un angelo dai capelli color pece-
soffiò James alle mie orecchie.

Lo percepisco anche solo leggendo un capitolo di un libro, o anche solo leggendo la parola ‘Catastrofe’.

<<Ogni amore finisce. E’ quasi come una catastrof..- continuavo a leggere il mio libro,
distesa su una panchina del parco quando la sua voce mi interruppe; Liam.
-Andiamo a prendere un gelato?- chiese sorridendo. Annuii chiudendo il libro e
perdendomi tra le sue braccia.

Lo percepisco durante le sere di luna piena, quando mi affaccio alla mia finestra e mi ricordo di lui.

-Promettimi che quando andrò via e vedrai una luna piena penserai a me,
promettimelo ‘Anne-
disse all’improvviso. Lo guardai con aria interrogativa.
-Te lo prometto, ma perché?- chiesi. Sorrise.
-Ti amerò sempre, lo giuro- sviò l’argomento ritornando con lo sguardo al cielo.

Senza essermene accorta tutti si ammassarono verso l’uscita del bus. Eravamo arrivati.
Ero arrivata alla mia casa ora, il cimitero.
Un anzianotto, ormai conosciuto da mesi, mi salutò con fare principesco. Ricambiai
annuendo semplicemente.
Cominciai a vagare tra le tante tombe ricolme di figure giovanili ed anziane.

-‘Anne io.. io ho il cancro- trillò all’improvviso. Mi voltai verso di lui, ridendo.
-Smettila idiota, non sono cose da dire- dissi spintonandolo.
Mi guardò senza un minimo sorriso ma solo fottute lacrime.
Fu lì che capii tutto. Non era un gioco e nemmeno uno scherzo.
Lì c’era dietro tutta la nostra vita. Lì persi la mia vita a quelle quattro parole.
-Quanto ti rimane?- chiesi abbassando il volto e piangendo silenziosamente.
Il mio mondo era solamente lui.. e non potei quasi crederci di averlo perso così.
-Non abbastanza per amarti sulla terra, ma io lo farò sempre- rispose stringendomi
nelle sue spalle mentre io con i pugni chiusi dalla rabbia battevo contro al suo petto
mosso dai leggeri singhiozzi.

Ed ecco, eccoci arrivati alla sua bianca tomba di marmo.
Vedere la sua foto su quel petto di marmo mi faceva morire. Morire letteralmente. Volevo dare la mia vita in pasto al destino.. ma senza di lui non era nulla. Non sapevo nemmeno se continuare a vivere così fosse la cosa giusta per me.
Mi sedetti su quella lastra di marmo, e quel contatto gelido mi ricordò solo una cosa.

Entrai nella sua stanza sorridente. Ormai erano settimane che si trovava in quell’ospedale
a causa dei suoi peggioramenti. Io lo amavo.
Nonostante i suoi capelli stessero diminuendo giorno per giorno, nonostante la sua
pelle olivastra fosse solamente pallida.
Lo amavo perché il suo sorriso era lo stesso. Bianco latte che mi faceva sognare.
-James, eccomi qui.- dissi sedendomi accanto a lui e baciandogli le labbra.
L’ultimo nostro bacio, quello del quale sento ancora il sapore malinconico sulla bocca.
-‘Anne non dimenticarti di me, perché qualunque cosa tu faccia io ti sono accanto.
Non dimenticarti che ti amo. Non dimenticarmi ti prego, non dimenticare i nostri momenti.
Ti amo.. addio-
disse piangendo e chiudendo gli occhi.
Inebriò per l’ultima volta il mio profumo emettendo il suo ultimo respiro per poi morire.
Ero sola. Cominciai a piangere e quando toccai le sue mani solo una cosa mi fu chiara.
Il freddo l’aveva portato via. Lontano da me.

Nonostante la lontananza lo amo ancora. E come smettere, mi chiedo.
A distanza di sei mesi sento ancora il suo profumo inebriarmi l’anima. Sento ancora il suo tono baritonale nelle aule di letteratura mentre recita, poeticamente, il suo pezzo preferito di uno dei suoi sonetti preferiti. Sento il suo tocco magico sulla mia pelle.
Il nostro amore è come il vento, non posso toccarlo ma riesco a percepirlo.
E’ un amore che mi uccide giorno dopo giorno. Uno di quegli amori che ti fa passare la voglia di vivere e di crescere. Ma è ancora l’amore che ogni giorno mi permette di andare avanti.
Perché so che se lui ora fosse qui mi stringerebbe forte tra le sua braccia e mi direbbe le cose che ora ho bisogno di sentire.
Sono fiera di me stessa perché riesco ad andare avanti.
Probabilmente sarò distrutta per sempre, forse resterò sola, antipatica, distaccata, asociale e forse non sarò mai abbastanza.. ma resterò forte. Per lui.
Ho la convinzione netta che un giorno tutto questo finirà ed io, finalmente dopo tanti anni, potrò riabbracciarlo e baciarlo fino allo svenimento facendo combaciare le nostre labbra come un puzzle.
Sono stupida lo so, ma è pur sempre amore.
-Ti amo- esclamai urlando dalla rabbia mentre il mio respiro fu spezzato da un singhiozzo.
Posai la mia testa sulla sua foto per poi ricominciare a piangere, come ogni fottuto giorno, di questa mia fottuta vita a partire da quel fottuto giorno in cui io mi ero fottuta da sola.

Lo amai, lo amo e lo amerò per sempre.
La distanza e la morte non sono un pericolo, l’amore e la vita lo sono.. ed io ho imparato ad affrontarli.



Note dell'autore:
Salve ragazzi/e! Questa è la mia one-shot che pubblico su efp
spero tanto che vi possa piacere. 
Magari potreste recensirla, così in qualche modo io potrei 
cogliere suggerimenti o anche dei consigli. 
Spero di non avervi annoiato e di avervi 
fatto versare qualche lacrimuccia. 
HAHAHAHAHAHAHA. 
Grazie mille!

Twitter: @IndelibleSign 
alla prossima. c: 

  
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