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Autore: philophobic    03/09/2012    4 recensioni
E il batterista sa di commettere un errore quando si lascia baciare dal cantante.
Ma che può farci? L’amore rende stupidi. Ed anche propensi a spingersi verso il dolore, perché Harry non ricambia. La sua è solo stupida ed egoistica possessività.
Conteggio parole: 1597. | Pairing: Harry x Josh. | Note: Crack!Pairing; AU.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Josh Devine
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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«Josh. Dovremmo fermarci. Non è..giusto.»
«Lo so, Harry. Ma ne ho bisogno.»
Parole sussurrate tra i baci. Ansimi attutiti dalle labbra sulla pelle dell’altro. Respiri che si scontrano. E gemiti. Gemiti acuti, rochi, profondi, a seconda della bocca dalla quale questi escono.
Se a Josh Devine, il bel batterista dei One Direction, avessero detto che la serata si sarebbe evoluta in questa maniera, non ci avrebbe mai creduto. Avrebbe scrollato le spalle muscolose e avrebbe riso, probabilmente.
Eppure, adesso che si trova tra le braccia di Harry Styles -a far scontrare le loro eccitazioni sempre più prorompenti ancora strette nei pantaloni, a sfiorare le sue labbra rosee, a toccare la sua pelle nivea con le dita-, chiusi in un quel cubicolo del bagno del Funky Buddha, sente che non vorrebbe essere altrove.
E Josh gode di quei contatti. Gode mentre Harry gli bacia il collo, e nonostante non possa vederlo, è sicuro stia sorridendo. Gode mentre le grandi mani di Harry gli sbottonano i pantaloni, insinuandosi nel boxer neri aderenti. Gode mentre Harry si china dinanzi a lui, abbassandogli insieme pantaloni e intimo, cominciando a occuparsi della sua erezione. E gode ancora di più –se possibile-, quando Harry si volta, abbassandosi pantaloni e slip, offrendogli il dominio su sé stesso.
Quando si accasciano sulle mattonelle fredde di quel bagno, ancora sudati, ancora sporchi del loro stesso seme, scambiandosi un bacio –anch’esso sporco, Josh di una sola cosa è certo. Harry Styles è una delle cose di cui non potrà più fare a meno.

Trentasette minuti di orologio. Un amplesso. Ecco cosa è bastato a segnare la vita di Josh Devine irrimediabilmente. Forse avrebbero dovuto avvertirlo che una volta entrato nel turbinio di emozioni causatogli da Harry Styles, non ne sarebbe più uscito. E, forse, ci avrebbe pensato bene prima di baciarlo, se avesse saputo a cosa sarebbe andato incontro.
Anche se, probabilmente, la stupidità umana, quella che comprende tutti -nessuno escluso, lo avrebbe spinto comunque a baciarlo, a farlo suo, mettendo da parte le conseguenze.
E a causa di ciò, delle cosiddette “conseguenze”, Josh si ritrova a parlare in modo logorroico con Ben, suo fratello minore, che non si sa per quale assurdo motivo non l’abbia mandato ancora a quel paese.

“Che dovrei fare, secondo te?”
“Dovrei dirglielo che dopo averglielo messo nel culo non riesco a dimenticarlo?”
“Dovrebbe sapere che ormai è un pensiero fisso?”

Ben si può dire sia stanco di sentire ripetersi quelle stesse domande trenta volte al giorno. Ma è pur sempre suo fratello, e vorrebbe aiutarlo, se solo avesse la soluzione ai suoi problemi. Ovvero, una sfera di cristallo con cui prevedere la reazione di Harry davanti una dichiarazione del genere.

«Josh, secondo me dovresti dirglielo. Non puoi andare avanti in questo modo. Harry deve sapere che sei innamorato di lui. A compromesso che tu possa anche perderlo come amico. La vita si vive rischiando.»

Ed è dopo queste parole che Josh si ritrova a bussare alla camera d’albergo di Harry. Delle lattine di birra in una mano e il cuore nell’altra. Non si rende conto di ciò che sta facendo, almeno finché non si ritrova il riccio dinanzi,probabilmente appena uscito dalla doccia, coperto solamente da un bianco asciugamano succinto. Il batterista deglutisce, mentre un brivido gli corre lungo la schiena.
«Ciao Harry,possiamo parlare?»

«Non so come dirtelo, ma sono giorni che non riesco più a vederti come amico.»
«Josh..mi stai dicendo che ti piaccio?» non ci è voluto molto ad ammettere la verità, preso dall’impeto del momento. Ma adesso? Il batterista avverte il cuore scoppiare nel petto e non riesce quasi a parlare. Non guarderebbe nemmeno il riccio negli occhi, se questo non gli avesse afferrato il mento con una mano per impedirgli di abbassare lo sguardo.
«S-si.» riesce semplicemente a biascicare, perdendosi in quell’oceano che sono gli occhi del cantante.
Harry non risponde, si limita a fissare Josh con uno sguardo che può assumere solamente un predatore non appena avvista la sua preda. E il batterista sa di commettere un errore quando si lascia baciare dal cantante.
Ma che può farci? L’amore rende stupidi. Ed anche propensi a spingersi verso il dolore, perché Harry non ricambia. La sua è solo stupida ed egoistica possessività.
Josh è consapevole di tutto, di quanto a rischio si stia mettendo in questo modo, ma non gli conviene forse accettare la situazione e apprezzare ciò che ha, sapendo che questo sia il massimo che possa ottenere da uno come Harry?
E ciò che è accaduto tra loro nel bagno del Funky Buddha si ripete, solamente in un posto un po’ più comodo. Un divano al posto delle mattonelle fredde. Una consapevolezza nettamente maggiore, così grande da starci quasi male.
Ma Josh rimane in silenzio, mentre offre tutto sé stesso a Harry, mordendosi il labbro per trattenere i gemiti. E alla fine di quello sporco amplesso sul divano della suite –che qualche malcapitata e ingenua cameriera si troverà a pulire-, bacia con forza, quasi con prepotenza il minore, sperando che in quel bacio che sa di passione, calore, misto a sperma, lui possa sentirvi tutti i suoi sentimenti.

“Josh, sai meglio di me di non poter andare avanti così.”

E ancora una volta, il batterista sa bene quanto suo fratello abbia ragione. Un mese di ‘contatti’ ravvicinati con Harry è bastato a fargli capire che, continuando ad andarci a letto pur di tenerlo vicino, rischia solamente di autodistruggersi.
Proprio per questo, si ritrova ancora una volta a bussare alla porta della suite di Harry, e nonostante l’albergo sia differente, prova uno strano senso di dejavu.
Non riesce a salutarlo nemmeno, perché questo lo trascina dentro con sé, bloccandolo con le braccia al muro e chiudendogli la bocca con la sua. E Josh non ha la forza di respingerlo, probabilmente perché sa che quella potrebbe essere l’ultima volta per fare l’amore –perché per lui è amore-, con la persona che ama, che ama follemente. Quindi si ancora alle sue spalle, facendo muovere le loro labbra in sincrono, come se Harry fosse il suo unico appiglio per rimanere aggrappato alla realtà, e forse lo è davvero.

«Harry, mi dispiace, ma quello che c’è tra noi, qualunque cosa essa sia, finisce qui.».
Josh ancora non ci crede di essere riuscito a dirlo, e anche se sa questa sia la cosa giusta, avverte qualcosa squarciargli il petto, probabilmente il suo cuore andato in frantumi.
«Che cazzo dici, Josh?» lo guarda, sgranando gli occhi color del mare, Harry. E il batterista giurerebbe di aver visto passare un lampo di pura tristezza in quegli stessi occhi, che tanto ama.
«Non volevo dirtelo, ma mi fa male. Io sono innamorato di te, davvero, e scopare non mi basta più. E so per certo che tu non ricambi, che sono un semplice passatempo, ma va bene così. Quindi, meglio chiuderla qui, o rischio di distruggere me stesso.» spiega, velocemente, come preso da un’improvvisa scossa di consapevolezza, che lo spinge sull’orlo delle lacrime, che però prontamente trattiene. Di piangere davanti ad Harry non se ne parla, non vuole perdere quel briciolo di dignità rimastagli.
E quando il riccio non risponde, si limita a fissarlo, sa di aver perso davvero tutto; si riveste velocemente e corre via, via dall’amore che gli sta facendo sempre più male.

Passano i giorni, le settimane. Josh è sempre più convinto di amare Harry. E anche se cerca di evitarlo, di dimenticare,non può fare a meno di sentirlo, quell’amore così acuto e totalizzante da bruciare nel petto. E giurerebbe che ogni volta che incontra il suo sguardo, di vedere un briciolo di malinconia,ma poi scuote la testa e dice ‘no’, perché non vuole illudersi ancora.

“Mi manchi.”

Due parole; otto lettere; bastano a mandare in tilt il cervello del batterista, non appena vede queste lampeggiare sullo schermo del suo Iphone, ma soprattutto dopo aver visto da chi queste provenissero. È costretto a sedersi sul divano, perché sente le gambe cedere, la gola seccarsi.

“Devi darmi un po’ di tempo, non è così facile dimenticare.”

Non passa molto tempo prima che Josh riceva una risposta.

“Devo parlarti. Sto venendo da te.”

E a queste parole il batterista avverte un fremito, che gli fa andare in pappa completamente ogni neurone rimastogli.

«Se ti aspetti che io sia venuto qui a dirti che vivremo felici e contenti per il resto delle nostre vite, scordatelo. Ma mi manchi, e non come di solito manca un amico. Stare con te mi fa stare bene. E quando non ci sei, ovunque vedo te, il tuo viso, il tuo sorriso. Io amo il tuo sorriso. Ogni cosa mi parla di te. E non c’è istante in cui non vorrei stringerti a me.» dice velocemente Harry, gesticolando, neanche un minuto dopo essere entrato in casa. Si ferma poi di scatto, tornando verso Josh e prendendogli il viso tra le mani.
Il batterista non capisce più nulla, crede di essere finito in una delle sue fantasie. E capisce ancora di meno quando le labbra del riccio si poggiano sulle sue, e istintivamente stringe tra le mani due lembi della sua maglietta.
«Non ti posso promettere che andrà tutto bene. Ma..Josh, mi piaci, parecchio anche.» sussurra poi il minore, facendo arrossire l’altro, imbarazzato e contento come mai. «Mi dispiace averti fatto soffrire, sarai mai capace di perdonarmi?»
Il batterista questa volta non sa a cosa sta andando incontro. Non sa se sta facendo la cosa giusta. Non sa niente. Come diceva quella canzone? Ah, si. Lo scopriremo solo vivendo.
Ed è questa la filosofia che decide di seguire. Annuisce.
Stupidità umana a parte, come potrebbe perdere la possibilità di inseguire l’amore?










   
 
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