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Autore: Silvar tales    03/09/2012    0 recensioni
Vi immaginate le sirene antiaeree, il coprifuoco, gli altoparlanti? Attenzione, stanno per arrivare i Sex Pistols! Chiunque sia borioso, simpatizzante monarchico o hippie si rifugi nei bunker e attenda l'apocalisse punk!
[Prima classificata al contest “When the music’s over” indetto da DazedAndConfused]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Johnny Rotten, Sid Vicious
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Soul love


Due ore prima del concerto John trova Sid a casa di Paul. Si è chiuso a chiave, ha dovuto spaccare un vetro per entrare, si è ferito le mani e, cazzo, fanno male. Non è un masochista come Sid.
Paul non c'è, bell'idiota a lasciare il suo appartamento, per quanto schifoso sia, in mano a Sid. In dieci minuti riesce a trasformare una merda in una merda distrutta: le tende strappate, la carta da parati tappezzata di scritte, il pavimento costellato di vetri rotti.
Sid è seduto nel bel mezzo del corridoio di servizio, occhi fissi, petto nudo, siringa infilata nel braccio. Bravo coglione.
«Cazzo fai stronzo? Ci aspettano tra due ore al Crunchy!»
Gli estrae l'ago dalla vena, lo mette in piedi di forza senza fatica, Sid è leggero.
«Non mi va Johnny, perché non ci facciamo una scopata?»
Con gli occhi semichiusi, Sid gli tormenta il muso con la mano, come per scacciare una mosca.
John lo guarda per alcuni secondi, cercando di capire se l'amico è fatto del tutto o se è lucido e sta solamente fingendo.
«Bene, fai come vuoi, vorrà dire che suoneremo con una nota stonata in meno stasera».
Lydon gli tira un calcio negli stinchi per nulla amichevole e si avvia verso la porta, per la rabbia dà un altro calcio a un mobiletto in legno che si rovescia, assieme a tutti i gingilli di vetro che vi sono appoggiati sopra. Sid lo ferma, lo tira per la maglia sbrindellata, gli volta il viso con ben poca grazia e gli ficca la lingua in bocca.
John risponde allontanandolo di petto, le spille attaccate ai suoi indumenti punzecchiano la pelle nuda dell'altro. Sid finisce ancora con il culo per terra, si graffia le caviglie sui vetri, Lydon lo raggiunge e lo bacia, senza inibizione e senza vergogna. Si porta una mano sul cavallo dei pantaloni in pelle, ce l'ha alzato.

Ora gli spacco il culo a questo stronzo, letteralmente.

Lydon ha proprio la pelle da inglese, pallida, quasi bianca, con le lentiggini in trasparenza. Ha il naso a punta, il mento sporgente, gli occhi allucinati. Un fisico magro e slanciato, senza un filo di muscolo.
Sid non lo guarda mentre si riveste, fissa il pavimento con una canna appesa alle labbra.
Non è amore quello che lo lega a John, è piuttosto competizione. D'altra parte Sid è in conflitto con qualsiasi cosa, anche con se stesso, è incapace di instaurare rapporti pacifici.
«Ora che hai avuto il biscottino, bello, puoi alzare quel culo e uscire?»
Manca mezz'ora al concerto.

Fuck all!


*



Concerto? Io la chiamerei piuttosto una dissacrazione di un concerto.

«Paul è questo che vogliamo far capire alla gente. Che ai concerti punk non c'è più artista e pubblico, ci sono tre figli di puttana sul palco che insultano un marasma di stronzi sotto».
Si blocca.
La figura slanciata di Sid premuta contro i cassonetti, appena fuori il locale, e tra lui e la lamiera la Nancy che lo divora.
Si blocca e si sgela, scuote forte la testa e tira fuori la lingua. Quanto fa schifo.
Non è gelosia, o almeno tenta di convincersene.
Sid e Nancy non mettono punto fermo alla loro storia, continuano a sfruttarsi a vicenda in una sorta di convivenza simbiotica. Allora lei non era solo un modo per scaricare lo stress post-concerto! Che poi, quale stress? Sid ha mai conosciuto lo stress in vita sua? Giammai. È un perfetto situazionista.
Non lavorare, rincorrere l'onda delle sensazioni, dedicarsi a una vita creativa.
Il punto è che a volte una vita creativa può risolversi in un nulla di fatto, se mancano la volontà e l'ispirazione.
«John, che ti succede?» Paul gli molla un pugno sulla spalla, lo richiama alla realtà, lo riporta all'odore dei gas di scarico e alla nebbia delle insegne luminose dei night club.
«Pensi che Sid non riesca a cavarsela da solo?»
«Mi chiedo se Sid sia in grado di sopravvivere alla Spungen».
«È ovvio, non ci riuscirà. Nancy è determinata a portare Sid con sé nella tomba».
Detto questo Paul lascia l'amico - parola grossa, compagno di band piuttosto - ai suoi pensieri.
Lydon osserva i due parlarsi a bassa voce, non si diranno niente di strano, niente di più che ti amo e ti amo usati come fazzoletti di scarsa qualità.
Ma amore non è sinonimo di amare.
Si può provare amore per il proprio carnefice, per il proprio gold retriever, per la propria casa in centro a New York. Amare è un'attività, l'amore è una stella cadente. Una cosa che dura un attimo, si guarda e basta.


   
 
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