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Autore: Querthe    19/03/2007    6 recensioni
Le quattro Inner (senza Usagi) sono ormai abituate ai loro poteri e alla perdita dei loro Soldiers, credono di poter vivere una vita tranquilla, ma una persona che le conosce bene trama vendetta per sè e per altre.
E questo provocherà grossi guai, oltre a metterle di fronte a una versione distorta di loro stesse.
E' il seguito della storia "Per amore, solo per amore". Consiglio caldamente di leggere l'altra fanfiction, o ci capirete poco o nulla.
Prossimo capitolo 04/01/2016.
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ami/Amy, Makoto/Morea, Minako/Marta, Rei/Rea
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Sailor soldiers'
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- La Luna!
- Affermativo, Makoto. – annuì la ragazza, sedendosi, sebbene tutte sapessero che lo faceva solo per mantenere una parvenza umana. – Da alcuni fotogrammi sono riuscita ad estrarre tramite filtri e miglioratori di immagine uno sfondo. Ha registrato il filmato nella sala di controllo da dove una volta noi partivamo per entrare nei Soldiers.
- Quasi comico…
- Scusa Rei?
- Quasi comico, Minako. Noi e i Soldiers siamo state le responsabili della morte di Chibiusa, del fallimento dell’esperimento Desideri e in definitiva anche della chiusura della base sulla Luna con la sconfitta degli Yoma. E lei sfrutta proprio quella costruzione ormai abbandonata per minacciarci. Ma stavolta, una volta per tutte, la facciamo smettere di giocare con noi e con i poveretti che ha sempre trasformato in mostri.
- Già… - disse cupa la bruna. – Ogni tanto mi vengono in mente i cadaveri martoriati dagli esperimenti di cibernetica millimetrica di quella pazza. Non è umana, anche se io lo sono meno di lei, biologicamente parlando. – mormorò alla fine osservandosi la mano nuda che si era colorata di scuro al solo pensiero di potersi stringere al collo della dottoressa dai capelli verdi.
- Vedo che inizi a ragionare come Ami. La cosa mi preoccupa… - tentò di scherzare Rei, ma nemmeno lei aveva voglia di ridere.
Tutte guardarono la donna che era la base.
- Cosa pensi possiamo fare?
- Due cose, Minako. Uno dovete riuscire a connettervi con il collegamento neutrinico ai nuovi Soldiers che ho creato, due andremo a fare una visita sulla Luna alla nostra amica Setsuna e ai cyborgs che ha con lei.
- Credi che ne abbia anche sulla Luna?
- Ne sono sicura. Nel filmato lei ha detto una cosa molto precisa, che può portare solo ad una spiegazione. Ha detto “ho i mezzi per far si che le vostre stesse vittime si vendichino”. E’ riuscita a riportare in vita chi abbiamo ucciso, e forse la stessa Chibiusa.
- Ma sono passati anni. Saranno ormai degli scheletri.
- Non è detto, Mako. Il freddo siderale della Luna e i mezzi di Setsuna possono aver conservato molto bene il corpo di Haruka, Michiru, Hotaru e Chibiusa, e le sue conoscenze di cibernetica millimetrica sono quasi al mio livello, sebbene io operi su scala molto più piccola. A meno che…
- Non mi piace che tu scopra qualcosa in questo momento…
- Solo una possibilità con un valore molto basso che però vede la sua credibilità aumentare esponenzialmente se messa in rapporto con quanto successo in questi anni. – Il suo volto si fece impassibile, gli occhi vacui, come se stesse pensando intensamente. – Attendere prego. Calcolo in corso. Raffronto dati precedenti e comparazione. Estrapolazione modello di crescita sul lungo periodo. Allineamento delle conclusioni. Risultati attendibili.
- La odio quando fa così. Mi ricorda troppo il mio vecchio computer. Quando si bloccava…
- Eventualmente la facciamo ripartire come facevamo con il tuo computer, Mako…
- Non credo che sia il caso di prenderla a pugni, Rei.
- Se continua a non essere presente, io lo faccio!
- Come ha detto lei, non sarà necessario. Ho estrapolato una conclusione che ha dell’incredibile, secondo gli standard umani. – disse Ami.
- Ovvero, somma calcolatrice scientifica?
- Credo che ci sia poco da scherzare, Rei… - mormorò Minako. – Cosa pensi di aver scoperto?
- Dai dati che avevo raccolto dai vari nemici che ci sono stati proposti, ho notato una lenta, ma costante, diminuzione delle dimensioni delle parti elementari degli innesti meccanici. – Osservò gli sguardi curiosi delle amiche. – In parole povere Setsuna stava avvicinandosi sempre di più alle dimensioni dei naniti che ci compongono.
- Non dirmi che…
- No. E’ impossibile per lei. Avrebbe dovuto superare troppi ostacoli, e non ha mezzi economici per farlo. Direi invece che molto probabilmente sia riuscita a creare microniti.
- Cioè? – si torturò le mani Makoto, guardandosi attorno come a cercare qualcosa. – Non hai dell’acqua? Mi è venuta la gola secca tutto all’improvviso.
- Anche a me… - dissero all’unisono le altre due.
Lei sorrise, un sorriso tirato, non finto ma nervoso, che subito nascose sotto la maschera di impassibilità, mentre da un frigorifero che nessuno aveva notato prima prendeva una bottiglia di acqua e tre bicchieri di sintoplastica.
- Prego, servitevi pure. Temo, e davvero sottolineo temo, che sia riuscita a sintetizzare macchine semisenzienti simili ai naniti ma dal diametro equivalente mille volte maggiore. Diciamo che ha creato dei robot grandi come cellule, quando noi siamo costituite di macchine grandi come dieci atomi circa…
- Dieci atomi? Come fanno ad operare se sono così piccole? – chiese Rei dopo aver ingollato tutto un bicchiere di liquido.
- In teoria non dovrebbero, ma a quelle dimensioni siamo alla soglia della meccanica quantistica, che si basa sul concetto che una cosa può essere bianca e nera contemporaneamente, solo con percentuali diverse. Per cui diciamo che, usando una terminologia poco professionale eppure perfettamente alla vostra portata, i naniti funzionano perché nessuno dice loro che non dovrebbero funzionare…
- Lasciamo perdere, o mi viene il mal di testa. Torniamo a cose che posso capire. Come ci arriviamo sulla Luna per pestare Setsuna e i suoi giocattoli? Ammetto che poter picchiare di nuovo Haruka mi diverte.
- Arrivarci non sarà un problema. Ho già tutto pronto per la partenza. In questi giorni ho potuto costruire una navetta che ci potrà agilmente trasportare da qui alla faccia nascosta della Luna e viceversa. Ho già trovato anche una seconda base operativa. La zona dove un tempo sorgeva il castello degli Yoma. Nella navetta con noi ci sarà anche quanto necessario per costruire quello che ci serve.
- Allora partiamo.
- No, Minako. Come ho già detto, dovete prima collegarvi con i nuovi Soldiers.
- A proposito. Tu non ne hai uno?
- Certo. – sorrise, mentre la porta si apriva nuovamente, e altre tre Ami, assolutamente identiche tra loro, entravano, seguite da una coppia di serpenti, apparentemente anaconda, meccanici e dai toni azzurrastri delle sottili squame che li ricoprivano. – Per assistervi meglio mi sono moltiplicata, creando delle copie fisiche controllate da piccole parti dei miei sottoprogrammi di gestione periferiche.
- Ma chi è la vera Ami? Tu?
- Non ha senso parlare di vera o falsa, Rei. Io sono la base. Anche la Ami con cui state parlando ora è solo una rappresentazione per facilitare l’interazione con voi, mostrandovi l’aspetto a cui eravate abituate. Ora comunque vi lascio, per seguire principalmente altri controlli e calcoli, ma una parte di me, nella figura delle altre me stesse, vi seguirà per permettervi il collegamento con i Soldiers.
- E il tuo? O dovrei dire i tuoi? – chiese incuriosita la bruna, osservando i due serpenti, che si erano avvicinati ad una delle Ami come due giocosi cuccioli.
- No. E’ uno solo, ma in modalità non combattiva è suddiviso in due parti.
- Non combattivo?
- Ogni nuovo Soldier ha una modalità combattiva e una non combattiva. Come sarà la modalità combattiva lo deciderete voi quando vi unirete a loro. Nel mio caso la forma combattiva l’ho definita Soldier Gorgon.
- Essendo serpenti… - sorrise Minako. Si alzò. – Va bene. Andiamo a trovare i nostri nuovi compagni e a collegarci con loro. Anche se… - si fece triste. – Anche se…
- Ti manca. Lo so. Manca anche a me. Come manca a tutte noi. Ma sono morti… correzione, sono stati disattivati definitivamente, e nessuno potrà rimpiazzarli. – I due serpenti si avvicinarono alla Ami che aveva parlato per ultima e si ersero fino all’altezza del suo viso, estroflettendo una lingua metallica e biforcuta, come a leccarle il volto. – Tranne voi, tranne voi. – ridacchiò, accarezzandoli. Si voltò a guardare le altre, visibilmente stupite. – Non dovete preoccuparvi. Quando i Soldiers saranno collegati con voi, capirete cosa provo io. Ora vi devo lasciare, ma rimarrò con voi.
Uscì, seguita dai suoi due serpenti, lasciando le tre ragazze con le sue tre copie.
- Allora, dove dobbiamo andare?
- Sempre diretta, una qualità che non si è assopita con la tua trasformazione in Desiderio, Rei. – dissero contemporaneamente le ragazze dai capelli blu. – Seguiteci, andiamo in una sala dove i tre costrutti ci aspettano.
Si mossero, guardandosi in giro come aspettandosi che da un momento all’altro strani esseri potessero comparire dai muri, come era successo nel castello di Mamoru.
- Non dovete preoccuparvi. – ridacchiarono le tre Ami. – A differenza di Mamoru, io ho pieno controllo delle mie facoltà, e quindi della base stessa.
- Sarà… - borbottò Rei. – Ma mi da comunque fastidio pensare di essere all’interno di una mia amica…
- Se tu decidessi, potresti fare altrettanto.
- No grazie. Preferisco saltare da un albero all’altro come una feroce predatrice.
- Direi più che altro una sorta di scimmia che spaventa altre scimmie…
- Ami! – risero le altre due, vedendo la rabbia montare in Rei, rossa in volto e dalle mani con le unghie estremamente lunghe. – Non stuzzicarla. Lo sai come è fatta.
- Lo so, lo so. Scusate. Uno dei programmi di controllo ha inavvertitamente inizializzato il programma di gestione dell’ironia. L’ho già spento. Siamo arrivati. I costrutti sono oltre quella porta.
La parete metallica davanti a loro scivolò velocemente all’interno del muro, mostrando un’enorme stanza di lucido acciaio dove al centro attendevano i tre animali che le donne avevano visto appena arrivate. I nuovi Soldiers voltarono la loro testa lentamente, ma non si mossero.
- S… Salve… - mormorò Makoto.
- Non ti possono sentire. Hanno solo un piccolo programma di salvaguardia individuale, per cui hanno solo controllato se siete dei potenziali pericoli.
- E non ci considerano tali?
- Certo che no, Minako. Ho inserito le vostre informazioni, per cui siete, assieme a me, le uniche che non attaccherebbero. Ora dovrete solo rilassarvi, mentre ogni copia di me si dedicherà a spiegarvi cosa fare per collegarvi con loro.
- Odio rilassarmi.
- Devi tentarci, Rei. Ne va della nostra sopravvivenza, e della morte di Setsuna.
Lei sorrise.
- Se è per uccidere Setsuna, sarò rilassata come nessuna di voi prima. Inizia da me.
- Inizierò da tutte e tre assieme.
Le tre Ami spostarono le amiche in tre punti separati della stanza, mentre ogni essere meccanico seguiva una sola donna con gli occhi e la testa. Makoto vide il toro fissarla, così come Minako sentì gli occhi azzurri e penetranti del gatto.
- Perché quell’uccellaccio mi fissa?
- Quell’uccellaccio come lo chiami tu sarà il tuo Soldier, Rei. Ora chiudi gli occhi e dimentica il costrutto. Visualizza il tuo vecchio Mars.
- Visualizzarlo?
- Pensa a lui, tenta di immaginarlo con tutte le tue forze. Più dettagli ricordi, meglio sarà.
Un piccolo sorriso increspò le sue labbra mentre ripensava al suo rosso lupo meccanico.
- Dalla tua espressione desumo che tu stia facendo quello che ti ho chiesto. Ora prova a chiamarlo con la mente, con tutte le tue forze, come se fosse una questione di vita o di morte. Fallo e continua a farlo finché non te lo dico io.
- Va bene… - mormorò, concentrandosi.
- Ricerca frequenza di risonanza del collegamento neutrinico in corso… - mormorò con gli occhi vitrei la Ami, così come stavano facendo le altre. I tre animali fremettero. – Frequenza di risonanza individuata. Tracciamento e della scia tachionica… Memorizzazione e decrittaggio dell’algoritmo in corso. Chiave di accesso recuperata. Contatto pilota del ricevitore. Riscontro positivo. Inizializzazione del ricevitore sui Soldiers. – ci fu una pausa. Gli occhi degli animali si accesero di un rosso sangue. – Inizializzazione completata. Modifica chiave di accesso e frequenza di emissione e ricevimento attuata. Salvataggio in corso.
- Ami… - Makoto disse ad alta voce. – Ami, cosa mi sta succedendo? Sento qualcosa alla base del collo… Perchè Jupiter sta scomparendo dalla mia mente? Ami? Perché sento questo vuoto?
- Tutto sarà completato nel giro di dieci secondi. Attendere prego. – rispose atona la voce di Ami, proveniente da tutte e tre le donne dai capelli azzurri. – Salvataggio completato. Riavvio sistemi dei Soldiers per rendere esecutive le modifiche. Ora.
I tre animali emisero un sordo ronzio per alcuni secondi, mentre gli occhi perdevano il colore brillante, per poi riprenderlo e acuirlo.
- Ami? Ho una strana sensazione al cuore.
- Aprite pure gli occhi. Ho spostato il collegamento dai vecchi Soldiers ormai disattivati ai nuovi, che ora prenderanno direttamente ordini da voi. Date loro il tempo di riavviare tutti i loro sistemi e di scaricare tramite il nuovo collegamento le informazioni necessarie per potersi fondere con voi.
- Fondere?
- Già. Ma come direbbe la vecchia Ami, “vi lascio nell’incertezza, e godetevi la scena.”
- Vi odio, sia la vecchia che la nuova… - brontolò la donna dai capelli neri, sentendo sempre più vicino a lei il corvo, come se fosse stato un vecchio amico. Un nome le venne alle labbra. – Deimos. – subito seguito da un altro. – Phobos…
Il grande animale nero sembrò tremolare, raggrinzirsi e ridursi come una mela lasciata troppo tempo al sole, finché non si ridusse alle dimensioni di un cane e si divise in due parti, ognuna delle quali si riformò nelle fattezze del corvo di partenza, sebbene di misura inferiore. Uno dei due animali aveva gli occhi rosso acceso, al contrario dell’altro che li mostrava gialli e penetranti. I due esseri sbatterono le ali e si alzarono in volo, compiendo alcune giravolte sopra Rei prima di posarsi sulle sue spalle e beccarla gentilmente sulle guance.
- Bravi, bravi i miei cuccioli… - sorrise lei, stupita dalla famigliarità con cui li stava trattando. - Ora so cosa intendi, Ami. E’ vero, sono miei vecchi amici. So che conoscono me meglio di chiunque altro, e che non mi tradiranno mai.
La donna sorrise annuendo.
- Attendiamo anche le altre, poi vedremo la tua forma da combattimento.
I due altri costrutti nanitici non cambiarono radicalmente come era successo a quello di Rei, ma semplicemente si avvicinarono alle nuove proprietarie muovendo la testa come ad accarezzar loro il fianco.
- Buono Artemis, buono… - rise Minako, grattando la testa bianca della pantera che aveva accanto. - Mi sbilanci…
- Non dirlo a me. Minosse ha una potenza incredibile! - esclamò Makoto, abbracciando il collo enorme del toro accanto a lei.
- Bene. - dissero le tre Ami, avvicinandosi tra loro e fondendosi sotto lo sguardo allibito delle tre amiche, finché non rimase che una figura, quella che loro si ricordavano, dalle fattezze robotiche, che immediatamente però creò su di sé una finta pelle per recuperare l’aspetto umano. Dalla porta di ingresso entrarono i due serpenti che erano il suo Soldier. - Adesso vedrete la mia forma in modalità di combattimento. Poi dovrete anche voi attivarla, per poter fissare anche i parametri di trasformazione nei vostri centri di controllo dei naniti.
- Tradotto?
- Al contrario dei vecchi Soldiers che o erano esoscheletri o erano esseri legati a noi, ma separati fisicamente, i nuovi Soldiers che ho creato sono fatti per potersi mischiare con i vostri corpi, se necessario, per cui diventerete una singola entità.
- Fa quasi paura…
- Per i nemici, forse… Cosa dobbiamo fare? - chiese Rei, attirata dall’idea di incrementare ancora di più la sua potenza contro Setsuna e la sua banda di pazze resuscitate.
- Dovrete solo pensarlo, ma prima permettetemi un piccolo vezzo, mostrandovi cosa posso diventare unendomi ai miei tesori…
- Ma tu sei la base ora.
- Vero, Makoto, ma ho legato il mio Soldier a uno specifico costrutto che mi rappresenta e che ora avete di fronte, e che sarà anche quello che vi seguirà. Egli, o meglio io da adesso, sono a tutti gli effetti Ami. Ora allontanatevi di alcuni passi, per favore. Tendo ad ingrandirmi.
I due serpenti si mossero all’unisono, arrotolandosi lungo le gambe della donna, per poi avvolgersi ed incrociarsi sul suo busto, dove iniziarono a sciogliersi, ricoprendo l’intero copro di uno strato metallico azzurrastro che si mosse di vita propria, gonfiandosi, modellandosi e modificando il suo colore e il suo aspetto. Dopo una decina di secondi la figura davanti a loro estese le braccia e sorrise, mostrando acuminati denti canini sotto due occhi gialli e dalle pupille verticali. Una massa di piccoli serpenti verdi dai riflessi ramati si muoveva senza posa dove avrebbero dovuto esserci i capelli, mentre una lunga coda squamata si era sostituita alle gambe, continuando con la sua colorazione azzurrastra a formare un body senza maniche che lasciava scoperta la schiena.
- Accidenti!
- Ecco la mia forma da combattimento, Sailor Gorgon. - tuonò la voce metallica di Ami, la sua lunga coda a frustare gentilmente l’aria emettendo un rumore simile a quello dei serpenti a sonagli.
- Impressionante!
- Figo! Anche la mia sarà così terrificante?
- Non ho le condizioni al contorno per poterti dare una risposta con sufficienti probabilità positive,o come direbbe la vecchia Ami, non saprei, Rei. Bisogna solo provare. Concentratevi e immaginate solo che i vostri Soldiers e voi diventiate una cosa sola, e lasciate che al resto ci pensino loro. Non vi faranno del male, non possono farvene…
Makoto sospirò e chiuse gli occhi, immaginando che Minosse e lei fossero la stessa cosa. Le due figure che lei si era immaginata con gli occhi della mente si sovrapposero, diventando una macchia più nera del buio dello sfondo, che lentamente prese forma e colore, mentre sentiva il suo corpo abbandonarsi ad una sensazione diversa, di potenza e di controllo che mai prima aveva provato, se non parzialmente mentre era vicina a Jupiter. Come spinta da qualcosa di segreto, aprì gli occhi, vedendo il mondo da una prospettiva diversa. Era più alta di Ami, a significare che superava tranquillamente i tre metri di altezza, e ogni sua fibra era pronta a tendersi e a sprigionare energia. Accanto a lei vide un essere incredibile, un incrocio tra Minako e qualcosa che poteva essere una pantera con dei lunghi tentacoli dorati sui fianchi, la testa del felino scomparsa per far posto al busto e al volto dell’amica, che comunque era variato, dotandola di occhi felini e di caratteristiche somatiche tipiche dei gatti, come il muso schiacciato e le vibrisse.
- Cosa ti è successo? - chiese la donna, rendendosi conto che la sua voce era altissima e rimbombante.
- Tu lo chiedi a me? - rise la bionda, quasi una serie di fusa mischiata nel tono languido, ma comunque potente. - Anche tu non scherzi come cambiamenti. Se solo ci fosse uno specchio…
- Basta chiedere. Costruzione superficie riflettente in corso. - disse Ami, mentre davanti ad ognuna di loro il pavimento si mosse per creare una superficie lucida e liscia di metallo così perfetto che mostrò loro come erano cambiate meglio del più fine degli specchi.
- Santa… - balbettò la bruna. - Sembro un minotauro. Un po’ strano, ma sembro un minotauro. Ho le corna ai lati della fronte, il volto scuro come il cuoio e simile a quello di un toro, le zampe a zoccolo e un paio di bicipiti che farebbero tremare chiunque. Mi sento fortissima, mi sento in grado di fare quello che voglio!
- Esattamente la sensazione che provo io. - sorrise la bionda, i cui capelli erano raccolti in una lunga treccia ornata di fili metallici, mentre le quattro zampe artigliate grattavano l’acciaio del pavimento. - Ma non ci stiamo dimenticando di qualcuno? Rei dov’è?
- Finalmente vi siete degnate di pensare a me! - esclamò stizzito l’essere che volteggiava sopra di loro.
- Rei!
- Non esattamente. Soldier Succubus mi piace di più. - ridacchiò lei, due enormi ali di lucide piume nere dietro la schiena e artigli da rapace al posto dei piedi. Tutto il suo corpo era nero, solcato da profonde striature rosso cupo che sembravano convergere al volto, rosso come nella sua normale forma da combattimento, ma modellato più verso forme femminili, per quanto spigolose. Due piccole corna ricurve, da muflone, le adornavano la testa, dove avrebbero dovuto esserci le orecchie, i capelli raccolti in trecce rasta a dondolarle sul capo e sulle spalle. - Vedo che sono l’unica che sa volare, di noi quattro. Certo sembriamo uscite da un videogioco fantasy. Gorgon, Succubus, tu Mako sembri un Minotauro e Minako un centauro strano… - sorrise mentre atterrava silenziosamente, le due ali a ripiegarsi dietro di lei.
- Soldier Minotaur. Aggiudicato. - esclamò la bruna. - E tu, infermierina?
- Mmmmm. Soldier Nightmare. Sento che posso davvero fare cose che provocherebbero gli incubi a chiunque…
- Basta la faccia…
- Rei! - risero le altre tre, mentre Minako la guardava falsamente abbacchiata.
- Comunque sia, ora siamo pronte. Prendiamo l’autobus per la Luna e andiamo a picchiare le nostre amichette.
- Affermativo. Sto già preparando quanto necessario. La navetta sarà operativa in ventitre ore, diciannove minuti e sedici, quindici, quattordici…
- Ok, ok. Un giorno e si parte. Bene, ho il tempo di divertirmi con i miei nuovi poteri… - sorrise maligna la donna, atterrando.
   
 
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