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Autore: SexyJames    04/09/2012    6 recensioni
" Lo amerà, ne sono sicura. Forse ora fa fatica ad accettarlo, magari ci vorrà molto tempo prima che lo faccia, ma lo amerà e lo proteggerà come fa con Neil " Leila aveva ragione, Adam amerà il piccolo Tommy. Quel dolce bambino biondo ruberà il suo cuore, occuperà la sua anima e lui lo amerà più di chiunque altro nella sua vita.
[ Adommy ]
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Love Child - Capitolo Undici - Crazy in love

Crazy in love


Era crollato dalla stanchezza solo alle prime luci dell'alba, dormendo si e no qualche ora. Era teso, stava per affrontare l'esame che avrebbe deciso la sua estate. Si stava giocando la vacanza in Messico che voleva tanto fare con Adam. Ancora non avevano deciso nulla, ma nella sua mente stava già programmando tutti i dettagli. Prima di tutto doveva trovare il modo di convincere i loro genitori a lasciarlo andare con il suo ragazzo, ed era anche per quello che doveva recuperare la sua insufficienza in matematica, avrebbe usato l'esito positivo per ricattare innocentemente il padre. Doveva riuscirci.

Mia e Dave lo accompagnarono a scuola, saltando la prima ora con lui in modo tale che potessero distrarlo dal panico che in tutti i modi cercava di impossessarsi della sua concentrazione. Stavano camminando verso l'ingresso della scuola, quando Mia gli mise una mano sulla spalla per fermarlo.
" Tommy, sei sicuro di non aver dimenticato qualcosa? "
Frugò confusamente nello zaino, trovando tutto quello di cui aveva bisogno. " Ho tutto. "
La ragazza gli sorrise, indicando un punto alle sue spalle. La guardò confuso, non riuscendo a capire cosa le fosse preso, ma non appena si voltò vide cosa intendeva la sua amica. Adam era poggiato alla sua macchina, non molto lontano da loro, ma abbastanza distante dall'ingresso della scuola. Attraversò velocemente il parcheggio scolastico invaso dalle auto, buttandogli le braccia al collo. " Cosa ci fai qui? Perchè non mi hai detto che eri a casa, ti avrei salutato prima di uscire. Hai dormito in camera tua? " Adam lo avvolse con le braccia, stringendolo forte. " Non sono ancora andato a casa, tesoro. Sono qui da pochissimo, ti stavo aspettando per poterti salutare "

Prima lo chiamava 'Amore mio' ed ora lo aspettava fuori scuola prima dell'esame, cosa stava succedendo? Era troppo bello per essere vero. Lo baciò, fregandosene della alte possibilità che qualcuno potesse vederli dalle finestre della scuola. In quel momento non gli importava, voleva solo sentire il gusto del suo ragazzo sulle labbra. Il moro ricambiò il bacio, per poi staccarsi da lui e guardarlo negli occhi. " Vai Tommy, concentrati e supera quell'esame. "
Adam aveva viaggiato di mattina presto solo per arrivare da lui in tempo e dargli forza. Per ricordargli quanto credesse in lui e quanto fosse importante il tempo che volevano ritagliarsi durante l'estate. Avevano bisogno di conoscersi meglio, di allontanarsi da casa e vivere il loro rapporto senza nessuno che si intromettesse nella loro relazione anche solo per aiutarli. Dovevano cominciare a venirsi incontro e capire i limiti l'uno dell'altro, cercando di non spingerli inutilmente e finire come al loro solito in mezzo a drammi infiniti.
" Ce la posso fare! " Tommy raddrizzò la schiena, tirando su la testa in modo fiero, facendo sorridere Adam che si sporse di nuovo verso di lui per dargli un bacetto a stampo sulle labbra. " Sarò qui ad aspettarti dopo scuola " Con quell'ultima motivazione entrò a scuola, determinato a superare il suo esame.

****

All'uscita lo ritrovò fermo nello stesso punto, ancora poggiato alla sua macchina e con degli occhialoni scuri che gli coprivano gli occhi azzurri. Più si avvicinava a lui più poteva vedere gli sguardi interessati delle ragazze che gli passavano accanto. Sorrise apertamente, aveva sempre trovato divertente l'effetto che Adam aveva sulle donne. Le attraeva come la luce attrae le falene, sorridendo a tutte loro con il suo sorriso dolce e splendente, ma lasciandole amaramente a bocca asciutta. Lo raggiunse, accompagnato dai suoi migliori amici. Non appena gli fu abbastanza vicinò il moro lo abbracciò, facendolo sparire tra le sue braccia forti. " Com'è andata? Sto impazzendo, dimmelo. " Sorrise, avrebbe voluto giocarci un pò, magari fargli credere di non aver superato il test, ma Mia avendo capito le sue intenzioni birichine lo pizzicò sulla pancia, riprendendolo. " Non essere crudele " Le fece la linguaccia, per poi girarsi di nuovo verso Adam che lo fissava in ansia. " L'ho superato " Il moro fece un urletto poco dignitoso, per poi sollevarlo da terra un paio di volte. " Mettimi giù, ci stanno fissando tutti " Tommy rise, anche lui era felice, forse un pò troppo. " Tommy Joe, avremo tutta l'estate per noi. Non ci posso credere, faremo la nostra maledetta vacanza. Dio, non vedo l'ora di rapirti ed averti tutto per me. "
" Dobbiamo ancora dirlo a papà, non cantare vittoria troppo presto "
" Lo convinceremo, dobbiamo. "
Si guardarono negli occhi intensamente, calamitati l'uno verso l'altro. Stavano quasi per baciarsi li in mezzo al parcheggio della scuola ancora invaso dagli studenti quando Mia li salvò in corner. " Ciao, sono Mia, la migliore amica di Tj " La ragazza allungò la mano verso Adam, spingendo Tommy da parte. Sapeva che l'amico aveva chiesto al suo ragazzo un pò di tempo per affrontare le cose, ma evidentemente in quel momento era troppo preso da quello che provava, dimenticando per un attimo ciò che avrebbe dovuto affrontare se lo avesse baciato davanti a tutte le persone che lo conoscevano, così lo aiuto, coprendolo ancora una volta. " Ciao Mia, piacere di conoscerti " Adam le strinse forte la mano, sorridendole con gratitudine.
Era una buona amica, aveva notato quello che aveva fatto per Tommy.
Guardò Karofsky, che si era subito affiancato al biondo per mettergli una mano sulla spalla e sostenerlo. Si sentì in dovere di ringraziarlo, aveva sempre fatto molto per Tommy, gli era davvero fedele come amico. Mise da parte l'ostilità che provava verso di lui, porgendogli la mano. " Grazie, David. Grazie per aiutarlo sempre quando ha bisogno "
Il giocatore di football lo guardò sorpreso, da lui non si sarebbe mai aspettato un comportamento simile, pensava non ne fosse capace. Ma nonostante ciò captò la verità dei suoi ringraziamenti, così li accettò. " Figurati. Ma non devi ringraziarmi, lo faccio perchè ci tengo davvero a lui come amico " Specificò bene il suo affetto, non voleva dare più l'impressione di stargli accanto con altri scopi. Certo, lo aveva desiderato, anche per un tempo piuttosto lungo, ogni tanto ancora pensava a lui con un pizzico di dolore, ma l'amicizia che c'era tra loro era la cosa più importante per lui. Se Tommy era felice con Adam andava bene così, sarebbe stato felice per loro. Forse il moro non era poi così male come credeva, Tommy gli voleva troppo bene, e non era uno stupido, non avrebbe mai donato tutto se stesso ad una persona cattiva o senza valore. Con il tempo magari avrebbe imparato a conoscere anche lui il vero Adam.

Tommy guardò il suo ragazzo con sguardo pieno d'amore. Sapeva che il gesto che aveva appena compiuto gli era costato molto e lo aveva fatto solo ed esclusivamente per lui. Non poteva desiderare altro, davvero. Salutò i suoi amici, abbracciandoli entrambi e promettendo di chiamarli la sera stessa. Adam da vero gentiluomo gli aprì lo sportello della macchina, facendo sospirare Mia mentre si allontanava da loro.
" Andiamo in un posto, voglio stare da solo con te "

Tommy di quel passo era sicuro di non poter arrivare a fine giornata. Il suo cuore continuava a fare le capriole ad ogni singola parola di Adam, riducendolo in un brodo di giuggiole. Quel giorno dipendeva completamente dal volere del suo fidanzato, e lui non avrebbe obiettato nemmeno per scherzo. Il moro lo portò in spiaggia, ma non nel loro posto speciale, era un punto molto più lontano da casa loro, ben nascosto dai centri popolati. Lo trascinò ridendo sulla sabbia bollente, rubandogli giocosamente le scarpe. Si nascosero dentro una grotta sotto gli scogli, trovando una spiaggetta isolata che era un pezzo di paradiso. Tommy era impressionato da quel posto e da Adam che aveva pensato a tutto. Aveva portato i loro costumi, gli asciugamani, il cibo, il gelato e il vino. Non riusciva a crederci, in quel momento gli sembrava tutto perfetto. Il giorno perfetto. Il fidanzato perfetto. L'amore perfetto.


Adam sistemò i loro teli, mentre lui si cambiava e indossava il suo costume, che non aveva mai visto prima, ma che sicuramente era un nuovo acquisto del suo ragazzo per lui. Era rosso e troppo attillato, si, decisamente molto 'Adam'. Il moro appena lo vide gli diede uno sguardo intenso, facendolo arrossire un pò. Erano passate settimane da quando erano stati insieme intimamente, e ancora non aveva superato il lieve imbarazzo che sentiva ogni volta che ci pensava. Mangiarono un pò del buon cibo che Adam aveva portato, scambiandosi ogni tanto qualche bacio al sapore di vino e pietanze gustose. Erano molto tranquilli, quasi non chiacchieravano nemmeno, continuavano solo a farsi coccolare dal rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli e dalla calorosa presenza reciproca. Dopo un pò Tommy riuscì a trascinare il moro a riva, volendo che si riempisse di lentiggini. Le amava totalmente. Adam tuttavia non oppose molta resistenza, era troppo rilassato e sereno per fare i capricci. Rimasero seduti nell'acqua per un tempo indefinito, l'uno accanto all'altro. Adam aveva passato il braccio sulle spalle del biondo, tirandolo contro il suo fianco, e il ragazzo di riflesso si era spinto contro di lui, naturalmente. " E' tutto perfetto Adam, grazie. " Si baciarono dolcemente, fondendo i loro sentimenti. Potevano sentire dentro di loro la potenza di quello che provano l'uno per l'altro, la potenza di quel sentimento che si era sviluppato tra loro giorno per giorno, per anni. Adam agli occhi di Tommy sembrava pacato, libero da tutti i suoi pensieri insicuri e conflittuali che lo tormentavano. Ed era vero, non aveva un solo pensiero in mente, poteva solo sentire il suo sentimento battergli emozionato nel petto. Aveva immensamente bisogno di sentire quello che provava per Tommy separato da tutte le pressioni e le aspettative della vita reale, aveva bisogno di quella piccola e breve bolla di sapone che aveva creato per rassicurare se stesso. Era importante, non voleva più rischiare di rovinare le cose con lui, per questo aveva organizzato nei dettagli quella giornata. La sera prima aveva avuto l'ultimo spettacolo, era stanco, quasi sfinito, avrebbe dovuto riposare e ricaricarsi, ma lo aveva vietato a se stesso. Era tornato nell'appartamento di Brad per mettere insieme le sue cose e partire giusto in tempo per correre dal suo amore. Doveva tornare da lui e distruggere tutte le sue insicurezze, anche a costo di non dormire ancora per giorni. Ci avrebbe messo un pò a superare le cose che Connor gli aveva detto al bar, ma quel piccolo pezzo di paradiso stava già aiutando. Era stata l'idea migliore che avesse mai avuto.

Tommy dopo un altro paio di dolci baci decise di staccarsi da lui e tradirlo un po' con l'oceano. Era troppo allettante, azzurro e limpido, esattamente come i suoi occhi. Cominciò a tuffarsi da un piccolo scoglio, divertendosi con quella piccola libertà selvaggia che stava provando. Adam invece scappò dall'acqua non appena il ragazzo si scostò dalla sua presa, rifugiandosi nell'ombra confortevole della caverna, cercando anche di non pensare a quanto avrebbe rimpianto quell'ingenua esposizione ai raggi solari. Osservò il suo dolce Tommy lanciarsi più e più volte nell'acqua, intenzionato a provare strani tipi di tuffi che nemmeno esistevano. Era buffo, buffo ed estremamente libero. E lui amava la libertà. Avrebbe tanto voluto che il biondo cambiasse idea e cominciasse ad aprirsi davvero alla sua nuova vita, non avrebbe potuto nascondersi per sempre. Lui stesso ci aveva provato, e faceva troppo male. Non voleva che Tommy soffrisse così tanto, nessuno al mondo dovrebbe soffrire come aveva fatto lui in passato. Nessuno dovrebbe privarsi della propria libertà di vivere per paura di essere rifiutato da una società che, per quanto potesse aprirsi, non avrebbe mai capito appieno come ci si sente ad essere considerati dalla parte 'sbagliata' dell'amore. Quello che aveva con Tommy era tutto tranne che sbagliato, non aveva nemmeno senso continuare a nascondersi, non avrebbe portato a nulla. Aspettare non avrebbe cambiato le cose, nel frattempo niente sarebbero migliorato, non così tanto come tutte le persone considerate 'diverse' desiderano.

Stava per cedere alla stanchezza e chiudere gli occhi per riposarsi un pò quando Tommy tutto bagnato gli si avvicinò, scuotendo giocosamente i capelli e bagnandolo tutto. Rise con lui, prendendolo per una mano e tirandolo a sdraiarsi su di sè. Il biondo gli si avvinghiò subito, abbassando il capo e dandogli tanti morbidi baci sul collo. Quel giorno non c'era nulla di sessuale tra loro, si trattava solo di pace, serenità e libertà emotiva. Niente rotolamenti, niente lussuria e niente bisogni da appagare. Certo, il desiderio che provavano l'uno per l'altro era li presente, anche parecchio tangibile, ma in quel momento il bisogno che avevano di sistemare il loro equilibrio emotivo stava offuscando un pò la loro voglia di intimità. E ad entrambi andava bene così, erano troppo presi dalla romanticità di quella giornata per preoccuparsene inutilmente. In modo reciproco stavano esclusivamente pensando a far sentire all'altro l'amore che provavano senza niente che lo intossicasse.

****

Adam spense il motore della macchina, fermando Tommy che stava già per scendere ed entrare in casa. " Hey, aspetta .. " Tommy gli sorrise con amore, sporgendosi verso di lui per un bacio. Lo accontentò, baciandolo dolcemente ed accarezzandogli i capelli. " Ti prego, non nascondermi ancora per molto"
Il biondo aveva capito che si trattava di quello, fosse stato per Adam sarebbero già sotto gli occhi di tutti da un bel pezzo. Gli faceva male vederlo così sofferente per colpa sua, non era giusto fargli provare di nuovo quelle sensazioni spiacevoli con il quale aveva già avuto a che fare, ma continuava a non sentirsi pronto. Sapeva di star sbagliando e compromettendo un sacco di cose tra loro, ma la paura, che l'uscire allo scoperto avrebbe potuto creare situazioni difficili e dolorose per se stesso, lo bloccava. " Mi dispiace, so che ti sto facendo male, e credimi non è questa la mia intenzione, ma non ci riesco. Non ancora. " Adam lo capiva benissimo, erano le stesse paure che aveva provato lui molti anni addietro, ma una cosa era diversa, Tommy non era solo. " Ricorda che non sei solo, qualsiasi cosa dovrai affrontare io sarò li con te. " Tommy lo abbracciò stretto, facendogli capire quanto quella consapevolezza fosse importante per lui.

****

" Basta Eber, chiamo la polizia. "
Leila stava perdendo la testa, Tommy aveva il telefono spento, ed era sparito da quella mattina senza lasciare nemmeno un messaggio. Non si era mai comportato in quel modo, doveva per forza essergli successo qualcosa di importante che lo aveva fatto scappare così. Per esempio un esito negativo al test che aveva affrontato quel giorno, anche se non era da lui prendersela così tanto per la scuola. Non gli era mai importato più di tanto, era solo per fare piacere al padre che si impegnava ad avere buoni voti. Si stava dirigendo verso il salotto quando la porta d'ingresso si aprì, rivelando il suo ragazzo con in spalla lo zaino scolastico e un borsone fin troppo familiare " Thomas, dove diavolo sei stato? " Gli si piazzò davanti, arrabbiatissima.
" ... in spiaggia " Fu allora che notò il colore che aveva sul viso e sulle braccia, era piacevolmente abbronzato.
" In spiaggia, ovviamente. E con chi di grazia? "

" Con me " Adam apparve alle sue spalle, mettendogli una mano sulla spalla e tirandolo contro il suo fianco. La signora Lambert notò subito l'effetto rassicurante che la presenza del moro aveva avuto su di lui, ma quello non le impediva affatto di essere arrabbiata con entrambi. Si era preoccupata da morire. Prese un respiro profondo, cercando di calmarsi. " Tutti e due a mangiare qualcosa. "
I due posarono i bagagli di Adam accanto alla porta d'ingresso, dirigendosi mogiamente in cucina, pronti alla ramanzina che stava per arrivare. Eber li seguì immediatamente, placcandoli a stretto contatto. " Vi ho detto mille volte di lasciare un messaggio o fare una chiamata quando avete intenzione di sparire nel nulla " Tuttavia non era poi così arrabbiato, era sicuro che fossero 'scappati' insieme, soprattutto perchè sapeva che suo figlio maggiore aveva avuto l'ultimo spettacolo la notte prima. Tommy si sentì confuso dallo d'animo pacato del signor Lambert, sparire da casa per un giorno intero era anche peggio di farsi scoprire con il collo tappezzato di succhiotti. Era sorpreso, ma non avrebbe di certo obiettato.
" Non dovevi scrivere un messaggio alla mamma? " Adam non si era assicurato personalmente che la sua famiglia sapesse della sua presenza perchè era stato troppo occupato a cercare le cose per rendere perfetta la giornata, ma aveva detto a Tommy di mandare loro un messaggio per far sapere che era al sicuro. " Mi sono dimenticato. Stavo per farlo, ma tu mi hai distratto quando mi hai rubato le scarpe e mi hai lasciato camminare sulla sabbia bollente "
Tommy gli tirò una leggera gomitata sul fianco, facendolo ridere. " Scusa! Ma eri troppo carino mentre saltellavi di qua e di la come un gattino scottato "
Adam gli diede un bacio sulla guancia, accarezzandogli i capelli.
Il signor Lambert li osservò attentamente, notando finalmente la diversità nei loro gesti. Interagivano in modo particolare, ma ancora si rifiutava di avanzare una conclusione affrettata. Era troppo presto. Inconsciamente stava negando a se stesso di riconoscere i segnali che i due gli stavano lanciando senza che se ne rendessero conto. Leila invece roteò gli occhi al cielo divertita dai loro modi affettuosi, rimanendo però molto arrabbiata. " Ragazzi, abbiamo già affrontato questa discussione. Non abbiamo intenzione di proibirvi di sparire insieme quando ne avete bisogno, ma dovete farcelo sapere "
" Scusami " Tommy si scusò, abbassando lo sguardo. Stava creando un sacco di problemi in quell'ultimo periodo, non avrebbe dovuto tirare la corda in quel modo e farli anche preoccupare inutilmente. Adam notò la sua ritirata, decidendo così di prendere di nuovo le sue parti. " E' colpa mia. Sono arrivato e l'ho portato via per festeggiare, ha superato l'esame di matematica. " Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che il padre strappò Tommy dalle sue braccia, abbracciandolo stretto,
orgoglioso del suo bambino. " Lo sapevo, lo sapevo! Sono così orgoglioso di te "
" E' stata solo fortuna " Tommy bisbigliò quelle parole in imbarazzo, ricambiando l'abbraccio goffamente.
" Lascialo Eber, lo stai soffocando. "
Leila rise alla reazione del marito, mentre Adam continuava a fissare il biondino con amore. In quel momento Neil tornò a casa, trovandoli in cucina in quel modo. Non sorpreso affatto di vedere Adam rosso come un peperone e ricoperto di lentiggini, completamente alla mercè di Tommy. Lo sapeva che era spariti insieme, ci avrebbe persino messo la mano sul fuoco, e chiaramente non si sarebbe scottato. " Ve l'avevo detto che erano insieme " Passò dietro il moro, dandogli un scappelloto in testa. Il fatto che approvasse la loro relazione non gli dava il diritto di portare via il suo fratellino senza dire nulla. " La prossima volta lascia un segno. "

" Ho capito, non succederà più " Il fratello maggiore lo rassicurò, o almeno ci provò. Ma lui proprio non si fidava affatto del suo mancato buon senso, era troppo sbadato, e sicuramente ci sarebbero state molte più 'fughe' in futuro. " Bene. Hai passato l'esame T ? " Chiese a Tommy del suo test, anche se era già più che sicuro del risultato. " Si " Il biondino gli sorrise con affetto, felice del suo interesse. Ricambiò il sorriso, prese un bottiglietta d'acqua dal frigorifero e mentre si allontanava per andare in camera sua gli scompigliò affettuosamente i capelli. Quello era il suo modo di comunicargli quanto fosse orgoglioso di lui.

" Vado anche io, sono stanco! " Tommy mise il suo piatto nel lavandino, diede un bacio della buonanotte alla madre e salutò Adam. Gli avvolse le braccia al collo da dietro, dandogli poi due bacetti veloci sulla guancia. " Ti aspetto, non fare tardi " Parlò a voce bassissima, non facendo captare nemmeno una singola parola ai suoi genitori. Il moro gli accarezzò un braccio con delicatezza, salutandolo anche lui per finta, ma facendosi sentire di proposito dai genitori. " A domani, Tommy Joe " Il biondino scappò al piano di sopra velocemente, facendolo sorridere con amore. La signora Lambert sorrise anche lei, adorando completamente il loro nuovo rapporto. Osservò suo marito con la coda dell'occhio, sperando che finalmente cominciasse a capire qualcosa. Eber fissò Adam con un sopracciglio alzato, incuriosito da quello che aveva appena visto. " Cosa state combiannndo voi due? "
Il moro quasi si strozzò con quello che stava mangiando, tossì un paio di volte, guardando suo padre con espressione cadaverica in viso. " Cosa? "
" State complottando qualcosa, altrimenti non sareste così picci-picci l'uno con l'altro " Il signor Lambert continuava ad osservarlo attentamente, capendo che ci aveva preso in pieno quando Adam si mise immediatamente sulla difensiva chiamando Tommy come non aveva mai fatto in vita sua.
" Devo per forza complottare qualcosa per essere gentile con mio fratello? "
Si rese conto della cavolata che aveva detto non appena Eber scoppiò a ridere e uscì dalla cucina estremamente divertito dal suo comportamento.

Non era divertente, era un fottuto casino. Se suo padre avesse scoperto tutto a causa della sua idiozia, cercando anche di affrontarli, Tommy non glielo avrebbe mai perdonato.

****

Mattino dopo

" Buongiorno, figliolo, grato che tu abbia accompagnato Tommy a scuola e non in spiaggia " Il Signor Lambert continuò imperterrito a tormentare il figlio con le sue frecciatine sarcastiche non appena il ragazzo entrò nel suo studio quella mattina. Il moro buffò un pò, con suo padre in quel modo non sarebbe stato facile tentare la fortuna con la vacanza in Messico. " Gli ho preparato lo zaino stamattina, e ho trovato il suo esame " Si sedette nella sedia di fronte alla sua scrivania, mettendogli il foglio davanti al viso. " Perchè me lo porti?"
Sollevò le spalle con indifferenza, facendogli segno col dito di controllare. " Non l'ha superato grazie ad un pò di fortuna come ti ha detto, è una B+ "
Eber controllò di sfuggita, per niente sorpreso, conosceva perfettamente l'intelligenza del figlio. "Wow, sono impressionato, è quasi un genio incompreso" Tuttavia continuò a stuzzicare Adam, che ovviamente aveva subito una risposta pronta per lui." La maggior parte delle volte è solo pigro"
" Vero. Devi parlarmi di qualcosa? " Il moro venne un pò spaventato dal modo diretto con il quale il signor Lambert lo stava guardando negli occhi.
Si metteva male, malissimo. " No ... " Stava per alzarsi dalla sera e fuggire lontano quando il padre lo fermò, dandogli il consenso che gli serviva.
" Puoi portarlo in Messico quest'estate, ma solo per due settimane. "
Si rimise a sedere con fare comico, facendo sorridere il padre con il suo entusiasmo. " Davvero? Emm volevo dire... come fai a saperlo? "
" Non è stato molto sottile con i suoi piani. Due giorni fa siamo andati a cena insieme, solo io e lui, sai sto ancora cercando di risolvere il casino che ho fatto. E mi ha parlato in continuazione di spiagge, di hotel e di questo posto in Messico che aveva visto in televisione. " Cominciava a domandarsi come fosse possibile che il padre non avesse ancora sospettato di loro. " Ma perchè io, come hai fatto a capirlo? "
" Perchè voi due siete sempre stati gli unici ad assillarci ogni estate, avete sempre voluto andare in altri posti pur avendo kilometri e kilometri di spiagge ad un passo da casa "
" Quindi posso? "
" Solo se mi prometti che ti prenderai cura di lui e non creerai nessun disastro. Sarà minorenne fino ad ottobre, già questo non dovrebbe permettermi di acconsentire "
" Lo prometto. Non ho intenzione di rovinargli la vacanza, se la merita. "

Eber ammorbidì un pò lo sguardo, cercando di metterlo a suo agio. Poteva chiaramente vedere che era teso come una corda di violino. " Come stai? Ti vedi con qualcuno? " Dovette comunque continuare ad indagare, quella piccola realizzazione che stava tenendo a bada dalla sera prima aveva bisogno di una conferma, anche se non era minimamente pronto a saperla ed accettarla. " Nessuno in particolare " - solo tuo figlio ancora liceale e minorenne - Adam cominciava a perdere colorito, di nuovo. Quella specie di interrogatori gli mettevano ansia, soprattutto perchè sapeva di non essere in grado a non farsi sgamare. " Almeno non ho dovuto iniziare a preoccuparmi per te da quando eri poco più di un bambino "
Come non detto suo padre lo provocò consapevolmente, sapendo bene dove colpirlo. Non era un gioco equo. " Tommy non è un bambino, e non sta facendo nulla di male " Si mise sulla difensiva, esattamente come tutte le volte in cui qualcosa che lo riguardava personalmente veniva attaccato.
" Cosa sai? "

" Niente! "
" Invece credo proprio che tu sappia tutto "
Il signor Lambert decise di cominciare ad arrivare ad una conclusione, non aveva intenzione di litigare anche con suo figlio maggiore. Adam però si innervosì un po', iniziando anche lui a fissare l'altro con sguardo attento ed indagatore. " Mi stai bleffando, papà? "
" No, e tu, figliolo? "
Ok, era arrivata l'ora di sparire. Si alzò dalla sedia velocemente, sparendo dalla studio del padre senza dargli verbalmente una riposta. Glielo aveva fatto capire, ne era consapevole, ma almeno in quel modo si era protetto. Tommy, in caso loro padre gli chiedesse informazioni, non avrebbe potuto accusarlo di aver parlato. Aveva tenuto la bocca chiusa, difficilmente. Per questo era corso via così, un'altra domanda indagatrice e sarebbe esploso.

Eber sospirò mestamente, quella fuga era ben più di una risposta, era un conferma spaventosa.

****

Leila vide suo figlio scappare dallo studio del padre, uscendo di casa senza nemmeno lasciarle modo di fermarlo. Quella reazione voleva dire solo una cosa, suo marito aveva finalmente sollevato la testa dalla sabbia. Raggiunse Eber, prendendo il posto che Adam aveva appena lasciato. " Tu lo sapevi, non è vero? "
" Non so nulla con precisione, ma non è stato tanto difficile intuirlo. Mi meraviglio invece che tu ci abbia messo così tanto. "
" Non volevo vederlo davvero, ma credo di averlo saputo fin da subito. Sono sempre stato sicuro che prima o poi succedesse, ora però vorrei che non fosse così. Perchè non me l'hai detto? "
" Dobbiamo cercare di essere discreti Eber, adesso non possiamo prenderli e interrogarli, dobbiamo rispettarli. Tuo figlio te lo ha detto, quando sarà pronto ce ne parlerà. Dobbiamo comportarci come abbiamo fatto anni fa con Adam. "
" Ma ha solo diciasette anni, non posso permettere che si faccia male."
" Se ne farà molto di più se cercherai di tenerlo lontano da lui "
" Non voglio allontanarli, vorrei solo che non corressero così tanto "
In passato era stato già abbastanza difficile vedere suo figlio maggiore soffrire per l'ignoranza e la cattiveria delle persone, lo aveva visto implodere per anni e anni senza poter fare nulla per aiutarlo, ed era stata la cosa più dolorosa al quale avesse assistito. Ora stavano per riaffrontare la stessa cosa, e quella volta era il loro dolce e fragile Tommy a dover affrontare la triste realtà del mondo, non era sicuro di poter assistere di nuovo a tutto quello.

" Andrà tutto bene " Leila gli strinse la mano con forza, capiva perfettamente le sue paure. Adam aveva passato tutto da solo, non aveva permesso a nessuno di stargli vicino, ma fortunamente Tommy non era così. Sapeva che suo marito lo vedeva ancora come un bambino fragile da proteggere, ma non lo era più. Il loro ragazzo sarebbe stato tanto forte da lasciarsi aiutare, ne era sicura.


****

Era passata una settimana da quando Adam era tornato a casa, una settimana dalla loro fuga romantica, e le cose sembravano andare perfettamente. Il moro era dolce e affettuoso come non mai, riempiva Tommy di coccole e attenzioni per tutto il giorno, ma c'era una cosa che cominciava a stranire il biondo, il suo fidanzato non avanzava tocchi intimi tra loro, nemmeno per sbaglio. Da un paio di giorni a quella parte non dormiva nemmeno più nel letto con lui e la cosa lo stava ferendo più di quanto credesse. Gli mancava la sua vicinanza, sentiva come se si stessero allontanando l'uno dall'altro anche se passavano molto tempo insieme. Inoltre non riusciva nemmeno a capire perchè si comportasse così, credeva che Adam lo desiderasse e non lo vedesse più come un ragazzino impaurito, invece si teneva a debita distanza da ogni contatto sessuale con lui.

In piena notte si infilò nel suo letto, con solo i boxer indosso. Si, voleva sedurlo. O almeno provare a capire perchè si era allontanato così da lui.
Adam dormiva profondamente, non si accorse del piccolo flessibile corpo poggiato al suo e delle bellissime mani callose che percorrevano sensualmente la sua schiena dal basso verso l'alto. Tommy portò le labbra al suo collo, lasciandogli delicati baci bollenti sulla pelle che lo svegliarono. Con occhi socchiusi e ancora offuscati dal sonno lo guardò, completamente spaesato. " Tommy, cosa stai facendo? "

" Ti sto baciando " Il biondino sigillò le labbra con le sue, baciandolo con leggerezza. Ricambiò il bacio, ma non appena sentì la lingua di Tommy percorrere il suo labbro inferiore si staccò da lui." E' tardi, vai a dormire "

" Voglio stare qui con te " Lo sentì spingersi contro la sua schiena mentre parlava con tono di voce malizioso. Sospirò profondamente, cercando di calmarsi. " Puoi rimanere, ma solo per dormire " Tommy gli sorrise languidamente, accarezzandogli il petto con un dito, provocandolo. Cercò di ignorarlo, continuando a dargli la schiena, ma il il biondino non si arrese. Gli accarezzò il busto con una mano, dirigendosi sempre di più verso il basso, sfiorandogli il cavallo senza esitazione. Sentì i battiti del suo cuore fermarsi per puoi accelerare furiosamente, il suo corpo stava fremendo di quell'istinto primitivo che rendeva schiavo ogni uomo, ma che ora come ora non avrebbe assolutamente condiviso con il suo giovane amore. Tommy non accorgendosi della sua lotta interiore continuò a suscitarlo, accarezzandolo con cura, ma quando lo sentì cercare di portare la mano all'interno dei suoi slip perse quasi l'autocontrollo. Si girò velocemente, mettendoglisi in cima e inchiodandolo al letto. " Smettila "
" Perchè? " Il giovane portò le mani di nuovo sul corpo del suo ragazzo, che rapidamente gliele prese tra le sue, portandogliele sopra la testa e bloccandogliele. " Smettila di provocarmi "
" No. " Era deciso e impertinente, completamente lontano dal suo solito modo di fare insicuro e ritirato. Adam pressò i loro busti l'uno contro l'altro, posandogli sensualmente umidi baci sotto l'orecchio, sapendo bene che era il suo punto più sensibile. " Non scherzare con il fuoco, potresti bruciarti "
Il biondo socchiuse gli occhi quando sentì una sensazione di calore invadergli il corpo, i baci di Adam passarono dal suo collo arrivandogli allo sterno, facendogli sfuggire dalle labbra un delicato e intimo gemito. Il corpo del moro reagì, ma la sua coscienza scalpitò immediatamente contrastandolo. Gli diede un piccolo bacio sulle labbra socchiuse, sollevandosi dal suo corpo. Scese dal letto, sussurrandogli in imbarazzo di tornare a dormire. Tommy, stordito dal vuoto improvviso che il peso di Adam aveva lasciato su di lui, lo guardò con dolore, sentendosi profondamene ferito. Quel bellissimo uomo dagli occhi di cielo, al quale voleva dare tutto se stesso, lo stava rifiutando. Si alzò in piedi, avvicinandoglisi, portando le loro labbra quasi a sfiorarsi.
" E se io volessi bruciarmi? " Adam sentì il respiro caldo del suo amore sfiorarlo con invadenza e accarezzarlo con sensualità, incasinando ancora di più le sue emozioni intense e contrastanti. " Non permetterò che accada " Lo vide tornare nel suo letto senza obiettare, per poi osservarlo nascondersi sotto il lenzuolo per estraniarsi completamente dalla sua presenza. Se l'era meritato.


****

" Perchè non mi vuoi? " Tommy il giorno dopo non riuscì a darsi pace, così lo braccò in cucina mentre faceva uno spuntino serale, aggredendolo verbalmente. Il moro roteò gli occhi al cielo, non aveva voglio di discutere, non di quell'argomento. Lo voleva, più di ogni altra cosa, stava solo cercando di non essere il solito bastardo che pensa solo a se stesso. " E' perchè sono troppo magro, perché non ho culo o perch- " Infuriato da quelle idiozie lo prese da un abbraccio, avvicinandolo a sé con poca delicatezza. " Non fare questi giochetti con me "
" Non è un giochetto " Il biondo cercò di tirarsi fuori dalla sua presa, ma non glielo permise. Quegli stupidi pensieri non avevano senso, non era per quello che lo stava tenendo a distanza fisicamente. Solo non voleva correre ed affrettare le cose, ma soprattutto cominciava a sentirsi a disagio sapendo che suo padre aveva intuito tutto. Non si sentiva a sua agio a stare con lui in quel modo con la loro famiglia sempre intorno. " Cosa vuoi? "
" Voglio te, è tanto difficile da capire? E non fare il santarellino, sei stato tu a cominciare a toccarmi, ovunque. "
" E' vero, ho sbagliato. Mi dispiace, non dovevo oltrepassare certi limiti " Lo liberò bruscamente dalla sua presa, spingendolo un po' per allontanarlo.
" Ma... cosa diavolo stai dicendo? L'hai fatto perchè io te l'ho permesso, perchè voglio che tu lo faccia " Tommy lo guardava scioccato, era più confuso della notte prima. " Non sai di cosa stai parlando, lascia perdere "
" So che ti voglio " Ma era testardo, troppo, così continuo imperterrito a provocarlo. " Esatto! Essere attratto da me non vuol dire nulla, non vuol dire essere pronto per quel tipo d'intimità, e non vuol dire volere me. " Adam usò le parole sbagliate, ferendolo di nuovo.
" Non vuol dire nulla? Grazie per avermi detto così carinamente che non mi vuoi " Il biondo per la prima volta nella sua vita provò il forte morso che il dolore del rifiuto ti regala, scappando via in preda ai suoi sentimenti feriti. " Aspetta, non intendevo questo. Tommy, Tommy!"


Il signor Lambert era nel suo ufficio, concludendo del lavoro arretrato, quando sentì Adam urlare ripetutamente il nome del biondo. Si precipitò fuori dalla stanza, vedendo Tommy camminare velocemente davanti a lui mentre piangeva e cercava di nasconderlo. Andò in cucina, incontrando il figlio maggiore a metà strada. " Cosa sta succedendo? "
" Non adesso, papà " Adam cercò di aggirarlo per correre dietro al suo ragazzo prima che si chiudesse a chiave in camera lasciandolo fuori, ma il signor Lambert lo fermò, mettendogli una mano sul petto. " Cosa gli hai fatto? " Nel frattempo Neil e la signora Lambert li avevano raggiunti, anche loro cercando spiegazioni. Adam guardò il padre dritto negli occhi, parlandogli seriamente. " Non sono affari tuoi, ok? Non sono affari di nessuno di voi, riguarda solo me e Tommy! " Aggiunse poi guardando sia la madre che il fratello minore. " Lo so che volete aiutarci, lo so, ma non posso più permettere che voi vi intromettiate nel nostro rapporto. Devo risolvere questa cosa da solo, ora! " Spinse la mano del padre da parte, correndo al piano di sopra.
" Sbaglio o è la prima volta che è tanto responsabile da prendersi immediatamente cura delle conseguenze di quello che ha fatto? " Neil commentò sarcasticamente il fratello, facendo però trapelare un pizzico di orgoglio. Finalmente il suo fratellone stava crescendo.

" Tommy Joe, apri immediatamente " Continuava a sbattere i pugni sulla porta, cercando di convincerlo ad aprire. Voleva chiarire subito il malinteso, senza far passare giorni e giorni e fare crescere inutilmente il problema. Avrebbe anche sfondato la porta, ma non sarebbe stato per niente carino nei confronti dei genitori. Per di più non aveva soldi da sprecare, stava risparmiando per portarlo in vacanza e non per pagare salatamente i danni di una delle loro sceneggiate. Cercò di pensare ad un modo per entrare nella stanza che non fosse la porta ...

La finestra.

Corse giù per le scale, fiondandosi verso il retro di casa. " Oddio, prendo i pop corn, questa non me la posso perdere! " Neil scappò in cucina, prese al volo un sacchetto di pop corn pronti e lo seguì. I signori Lambert si guardarono negli occhi esasperati, la quiete in casa loro non era mai abbastanza. Li seguirono, trovando Neil che si abbuffava senza ritegno mentre il fratello studiava attentamente l'albero che si ergeva di fronte alla stanza di Tommy.
" Ti ammazzerai, sarà una morte lenta e dolorosa " Il moro, come al suo solito, non fu molto delicato con le sue affermazioni, ma Adam quella volta non potè non essere d'accordo con lui. Era una pazzia. Non aveva mai fatto sport in vita sua, figuriamoci salire su un albero. Per Tommy quello e altro, sempre, ma se fosse morto mentre cercava di farsi perdonare da lui sarebbe tornato sotto forma di spirito e lo avrebbe tormentato per il resto della sua vita. Era una promessa. Non ci si libera così facilmente di Adam Lambert.

" Adam! Scendi giù, immediatamente. Adam!!!! "
Tommy da sotto il lenzuolo sentì sua madre chiamare Adam in modo ansioso e spaventato, ma la sua voce non proveniva da dentro casa, bensì da fuori. Si alzò velocemente, affacciandosi alla finestra, trovandolo che si arrampicava sull'albero. " Che cosa diavolo stai facendo? "
Adam si fermò, aggrappandosi saldamente alla corteccia del tronco. " Cosa ti sembra che stia facendo, eh stronzetto? Non mi hai aperto la porta e io ho trovato un altro modo per entrare in camera. " Era a metà strada dal mettere una gamba sul cornicione esterno alla finestra, per cercare di dargli una mano, quando Adam lo capì, urlandogli subito di fermarsi. " Non ci provare nemmeno! Tira dentro quella maledetta gamba e stai fermo lì! " Il moro gli sparò uno sguardo furioso, incazzato come una bestia. " Non sto scherzando Thomas, torna dentro. "

" Scendi, per favore. E' troppo alto, puoi farti male. "
Guardò verso il basso, rendendosi conto solo allora della cavolata che aveva fatto. Ma a quel punto era inutile scendere, era quasi arrivato. Salì ancora, cominciando a sporgersi verso l'esterno di un ramo più spesso degli altri. Stava rischiando la vita per delle scuse, l'amore l'aveva proprio fregato, completamente e irreparabilmente. Tommy si sporse con il busto dalla finestra, allungando le braccia verso di lui. " Salta, ti prendo "
Lo guardò negli occhi, vedendolo pieno di preoccupazione, ma anche di sicurezza in quello che aveva appena detto. Avanzò ancora qualche centimetro, ma il ramò cominciò a scricchiolare sotto il suo peso. Chiuse gli occhi, inspirando ed espirando profondamente. Dopo di che li riaprì, puntandoli di nuovo in quelli di Tommy e saltando. Il biondo, contrariamente a quello che poteva sembrare, era molto forte. Lo prese da entrambe le braccia, tirandolo verso di sè e tenendolo fermo sul cornicione. Lo abbracciò stretto, felice che non gli fosse accaduto nulla di male. " Non posso credere che tu abbia fatto una cosa del genere, sei pazzo. "
Lo tirò dentro la stanza, ma Adam, completamente pietrificato dalla paura che gli si era scatenata dentro, gli crollò addosso, facendogli colpire il pavimento con la testa. " Ouch! " Si massaggiò il capo con una mano, continuando però a tenerlo stretto con l'altro braccio e con le gambe. Il moro gli si strinse contro, nascondendogli il viso nel collo. " Amore mio, scusami "
Amore mio, di nuovo. Non avrebbe potuto di certo rimanere arrabbiato con lui dopo quelle scuse. " Possiamo alzarci e metterci sul letto? "

Adam annuì e si alzò lentamente, ancora frastornato dall'adrenalina che aveva in corpo. " Ce la fai? " Il suo dolce amore lo accompagnò a letto, facendolo sdraiare con cura e mettendoglisi subito accanto. Il biondino gli accarezzava dolcemente la schiena, di tanto in tanto dandogli piccoli baci a stampo sulle labbra. Erano due folli, si spingevano reciprocamente in atti assurdi per poi ritrovarsi sempre alla stesso modo. L'uno nelle braccia dell'altro senza poterne fare a meno. " Tommy .. ? " Adam sussurrò il suo nome con un filo di voce, ancora troppo spaventato per riprendersi completamente. " Dimmi ... "
" Possiamo parlare e chiarire? Io ti voglio, credimi, ma sei passato dall'essere il mio piccolo fratellino a volermi come uomo, ed è tutto così incasinato. Spesso non so come gestire quello che abbiamo, ma ci sto provando con tutto il cuore, per noi, anche se continuo a farlo in modo sbagliato e a ferirti. "
" Smettila di far passare tutta questa situazione come se fosse solo colpa mia. E' vero, ti voglio, voglio tutto di te, ed è proprio questo che non riesci a capire, mi vedi ancora come un ragazzino innocente da proteggere e coccolare, da tenere lontano dalle scelte e dalle responsabilità. Non stai nemmeno provando a conoscermi e io vorrei tanto che tu lo facessi. "
" Ci conosciamo da tutta la vita "
" Già, ma tu non sei il ragazzo di quattro anni fa e io non sono più un bambino "
Lo guardò negli occhi, accarezzandogli la guancia con una mano. Aveva ragione, non erano più i ragazzini di allora. Quattro anni prima non si sarebbe nemmeno scomodato più di tanto nel cercare di farsi capire da lui e sistemare le cose, avrebbe solo aspettato che gli sparisse l'arrabbiatura e che lo andasse a cercare. Allora Tommy non lo avrebbe mai affrontato come faceva adesso, provocandolo e dicendogli chiaramente quello lo faceva arrabbiare, si sarebbe solo ritirato in se stesso, implodendo con il suo dolore e facendo finta che fosse tutto a posto. Doveva davvero mettere via le convinzione errate che aveva su di lui e cominciare a conoscerlo come adulto. Non era un bambino, decisamente non più. Tommy lo tirò sul suo corpo, afferrandogli i capelli con una mano e tirandolo giù verso di sè per un bacio passionale. Lo ricambiò, premendo i loro corpi, non lasciando nemmeno un millimetro di spazio. " Non sai com'è stato per me, come ancora è. Ti voglio così tanto, voglio perdermi in quello che sei e in quello che vuoi darmi, ma è troppo presto e sei troppo giovane. Non voglio correre il rischio di farti così male, non voglio prenderti qualcosa di così importate e che dovresti dare ad una persona che ami sul serio. Quando e se lo faremo, dopo, vorrò averti con me, felice, non voglio che mi odi per non averti rispettato abbastanza. "
Adam si staccò dal bacio, sussurrandogli quelle parole con sentimento, facendolo quasi piangere, di nuovo. Il biondo non sapeva cosa dire, era sempre troppo emozionante parlare in quel modo con Adam. Poteva sentire il suo amore, perchè si, ora ne era sicuro, provava esattamente lo stesso sentimento, e si sentiva uno stupido ad aver dubito di lui. " Non potrei mai odiarti " Il moro si accorse delle piccole lacrime che stavano rotolando dai suoi occhi, le spazzò via con i pollici, per poi baciargli le palpebre esattamente come lui stesso aveva fatto dopo il loro primo bacio.
" Sei troppo per me, un troppo che non mi merito." Ma secondo i suoi gusti ora stavano diventando davvero troppo smielati, così cercò di migliorare la situazione. " Ma io merito te, quindi smettila di fare l'idiota smieloso e baciami! "
Adam rise, non riuscendo a fare a meno di adorare il modo di fare prepotente e sfrontato che il suo fidanzato assumeva quando era in imbarazzo. " Devo ammetterlo, questa trovata confidenza con il tuo corpo mi piace, è intrigante " Lo prese un pò in giro, pizzicandogli un fianco con divertimento. " Adam, ti senti provocato anche quando ti passo davanti disordinato e in pigiama " Il suo ghignò malizioso si palesò, facendo esultare il biondo dentro di sè. Finalmente era riesumato dal suo piccolo periodo asessuato. Si baciarono più volte, riscaldando l'atmosfera rapidamente, ma quando Adam cercò di sfilargli la maglietta Tommy arrossì, mordendosi il labbro inferiore.
" Dimmi .. " Gli accarezzò il viso con entrambe le mani, avendo capito che il suo dolce amore aveva bisogno di un pò di incoraggiamento per quello che ancora doveva dirgli. " Ieri sera mia hai fatto sentire uno sciocco inadeguato. Tu sei così bello e intelligente, i ragazzi che ti giravano attorno a Los Angeles erano tutti così sexy e perfetti, non posso competere con loro. Io sono - "
" Tu sei il mio raggio di sole, e loro non valgono nemmeno la metà di quanto significhi tu per me. " Lo rassicurò con quella dichiarazione sentita e un bacio dolce, togliendogli ogni dubbio, redendolo felice e sicuro di sè. " Pensavo di non poter mai sentire queste parole da te "
" Diciamo che sono un po' difficile "
" Non sei difficile, sei stronzo " Tommy gli diede un morso sulla spalla, ridendo sonoramente al suo guaito doloroso. Si divertiva da matti a torturarlo in quel modo. " ...e tu invece sei dolce " Lo abbracciò, stringendolo forte forte, pensando di nuovo alla cazzata che aveva fatto. Sarebbe potuto finire male, molto male, ma se necessario lo avrebbe rifatto altre milioni di volte. Era davvero orgoglioso di se stesso, per la prima volta nella vita aveva sistemato le cose da solo, con le sue forze, senza che nessuno lo riprendesse o gli dicesse cosa fare. Aveva sistemato tutto con la sua pazzia e l'amore che aveva per il suo piccoletto biondo, che non era più un bambino, ma un giovane adulto sulla strada giusta per essere un grande uomo. Il suo uomo.




ps. Lo so, è un pochetto più corto dei precedenti, ma mi è piaciuto troppo chiuderlo con l'ultimo pensiero di Adam su Tommy che sta diventando un ometto *__________*
quiiiiiiiiiiiiiindi non me ne vogliate! xD Il continuo arriverà a breve, spero..
baciiiii :3

aaaaaaaaaaah questa è la grotta da cui mi sono ispirata *_* non è stupenda ?

   
 
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