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Autore: Medea00    04/09/2012    18 recensioni
Scritta per la Seblaine Week, una raccolta che ha come filo conduttore Blaine e Sebastian come coinquilini.
Day 1: Dalton
Day 2: Family
Day 3: Kink
Day 4: AU/Crossover
Day 5: Occasions
Day 6: Angst
Day 7: Fluff
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Casa distrutta. Cibo spazzatura sparso sul pavimento, sul divano e su un tavolo sommerso da libri e tazze di caffè. Sebastian entrò in quel campo di battaglia scavalcando fogli di appunti e quaderni consumati, facendosi largo tra giubbotti, camicie, giacche e perfino un paio di peluches, che avrebbe riconosciuto tra mille: erano Yoshi, il dinosauro di Super Mario, e Squirtle, il pokèmon preferito di Blaine. Di solito li tirava fuori in casi di grave crisi. Per quel motivo Sebastian deglutì sommessamente, dirigendosi nella camera del suo coinquilino e aprendo la porta molto lentamente, per permettere ai suoi occhi di abituarsi al buio della stanza e alla visione di Blaine sotto le coperte, sdraiato sulla pancia, con un libro in mano e una torcia trai denti che lo illuminava.
Ormai non faceva nemmeno più ridere: si comportava in quel modo tutte le volte che aveva un grosso esame.
“Blaine”, sentenziò, più come un ordine che come un vero e proprio richiamo, ma il coinquilino lo ignorò completamente, girando una pagina del libro. Sebastian provò a richiamarlo un paio di volte, ma più non veniva considerato, più i suoi nervi salivano a fior di pelle, attraverso la mascella contratta e le mani strette a pugno; che diavolo, era solo un fottutissimo esame.
Con quel pensiero nella mente si diresse verso il letto di Blaine, scaraventò via le coperte e gli tolse il libro dalle mani, ottenendo una serie di offese e imprecazioni accompagnate anche da qualche borbottìo sconnesso.
“Ma guardati”, canzonò Sebastian, e l’altro si concesse un momento per squadrarsi da capo a piedi osservando il suo pigiama scuro e i suoi calzini a righe: tenuta da addestramento. Ancora rideva all’idea che Blaine avesse due pigiama, uno per lo studio, e uno per dormire veramente.
“Da quanto non ti fai una doccia?”
Il ragazzo si strinse nelle spalle, sviando lo sguardo.
“Non è da tanto...”
“Sai che giorno è? E’ Giovedì, Blaine. E io ti ho visto in questa stessa situazione Lunedì.”
“E’ Giovedì!?” Vide i suoi occhi ambrati spalancarsi per lo shock, e Sebastian emise un sospiro frustrato perchè, cavolo, si era dimenticato la regola fondamentale del periodo sotto esami: mai riacquistare la cognizione del tempo.
“Oh Dio, il mio esame è tra due giorni.” Blaine sembrava sull’orlo di un attacco di panico; poi si accasciò di nuovo contro il materasso, affondando il viso sul cuscino e continuando a mugolare qualcosa come “perchè”, e “sono un idiota”, e anche “dici che mi prenderebbero come commesso al mini-market qui sotto?”
“Alzati”, intimò Sebastian, e stavolta si fece rispettare prendendolo per le braccia e sollevandolo di peso. Sembrava un padre con un bambino capriccioso, ma a parte la solita seccatura, Sebastian sembrava quasi preoccupato per il suo coinquilino. Quasi.
“Blaine, è solo un cazzo di esame”, sibilò, e lui in risposta fece di sì con la testa perchè aveva ragione, sapeva che aveva ragione, ma quella consapevolezza non avrebbe scacciato l’ansia che lo stava divorando da dentro.
“Se lo bocci lo ridarai.”
“Lo ridarò il prossimo semestre”, ribattè lui, con la voce spezzata da dei respiri troppo pesanti, “E per quel tempo dovrò dare altri mille esami e rimarrò indietro e non mi diplomerò mai e finirò come uno di quei vecchi orrendi che assomigliano a professori piuttosto che studenti.”
Sebastian si morse un labbro, perchè non riusciva a sopportare di vedere il suo coinquilino in quel modo; non quando i suoi occhi erano così limpidi e sinceri, non con i suoi riccioli arruffati che lo rendevano ancora più adorabile. Scrollò la testa e lo prese di peso, facendolo alzare in piedi.
“Ne parleremo una volta che avrai riacquistato delle sembianze umane.”
“Ma io-“
“Doccia. Ora.”
Blaine sbuffò, ma si trascinò stanco verso il bagno, chiudendosi la porta alle spalle dopo aver rivolto un’occhiata gelida a Sebastian; quest’ultimo rilassò le spalle solo quando avvertì l’inconfondibile scroscìo dell’acqua. In quel breve quarto d’ora tentò di dare alla casa un aspetto quanto meno civile: tolse di mezzo i vestiti, buttò gli avanzi e quasi gli scese una lacrimuccia quando riuscì a scorgere il pavimento, non più sovrastato da tutta quella roba: e chi se lo ricordava che avevano un parquet?
Quando vide il suo coinquilino uscire dal bagno con soltanto l’accappatoio, facendo trapelare il suo viso triste e arrossato, non riuscì a trattenere un sorriso, inondato da tutta quella tenerezza. Si avvicinò a lui cauto, perchè con un Blaine così instabile ogni gesto brusco sarebbe stato fatale, e una volta arrivato a un centimetro da lui ne approfittò per guardarlo meglio, immergendosi nei suoi occhi.
“Meglio?” Sussurrò, e Blaine annuì impercettibilmente, mentre lasciava che Sebastian gli sfregasse il cappuccio contro la testa per frizionare i capelli.
“E adesso ti prego mettiti qualcosa che non sia quel maledetto pigiama.”
La debole risata che uscì dalla bocca del ragazzo fu un grande traguardo; così, soddisfatto, andò a sedersi sul divano, accendendo la televisione e allungando le gambe lungo il tavolino di fronte. Blaine arrivò qualche minuto dopo: in tuta, ma meglio di niente. Si tuffò letteralmente sul divano, con le braccia molli e inermi, finendo con la testa ad una spanna dalle gambe di Sebastian.
“Mi dici come fai?”
Sebastian inarcò un sopracciglio, guardandolo con la coda dell’occhio. “A fare che?”
“A essere sempre così.”
“Bellissimo?”
“No,” ridacchiò Blaine, girandosi sulla schiena e appoggiando la nuca su una sua coscia, “Rilassato. Sicuro di te. Non ti ho mai visto impazzire per un esame.”
“Perchè sono sempre preparato e perchè so che aprirò il professore come un mandarino.”
“Che brutta immagine”, commentò Blaine, passandosi una mano sugli occhi con un sorrisetto imbarazzato. Sebastian gli fece l’occhiolino commentando: “Dipende dai punti di vista.”
Blaine emise un piccolo sospiro, mentre sentiva che i suoi muscoli cominciavano finalmente a rilassarsi dopo giorni; era una sensazione molto strana, si sentì improvvisamente stanco e stupido per la scenata che aveva fatto con Sebastian. Lo incontrò con lo sguardo, arrossendo appena mentre mormorava a bassa voce delle scuse mal messe.
“Lo so che sotto esami tendo a esagerare.”
“Ma no, cosa te lo fa pensare?”
Blaine socchiuse gli occhi e fece una smorfia. Certo, Sebastian non lo aiutava molto a parlare a cuore aperto. Tuttavia, li riaprì di scatto quando sentì la sua mano posizionarsi dolcemente suoi capelli, accarezzandoli appena, facendo intrecciare le dita e massaggiando con delicatezza; era incredibilmente confortante. Il tocco di Sebastian era dolce e familiare, e in poco tempo Blaine era riuscito a eliminare qualsiasi ansia per quell’esame. In fondo, era solo un cavolo di esame, no? E poi aveva studiato. Aveva studiato? Oh Dio, e se si era dimenticato qualche paragrafo?
“Devo controllare l’indice”, mormorò, più a se stesso che a Sebastian. “Devo controllare di aver studiato tutto, devo vedere se-“
“Frena frena frena tu resti qui.” Il coinquilino gli bloccò il torace con un braccio impedendogli di muoversi. Blaine cercò di divincolarsi dalla sua presa, ma in tutta risposta Sebastian lo intrappolò ancora di più, stavolta con entrambe le mani.
“Adesso”, lo sentì sentenziare, con voce ferma, ma anche affettuosa, “Ti calmi, fai un bel respiro, ti stendi qui con me e guardiamo un po’ di televisione. Ti piace la televisione Blaine?”
“Sì papà”, rispose lui per le rime, di fronte al suo tono da mamma chioccia. Sebastian sfoggiò un mezzo sorriso e cominciò a fare zapping trai vari canali, ma c’era ben poco da guardare di mercoledì pomeriggio, e presto fu colto dalla frustrazione. Frustrazione che aumentò canale dopo canale, perchè sapeva bene che se non avesse trovato qualcosa di decente entro i prossimi dieci secondi Blaine avrebbe proposto quel programma, quel programma che non doveva mai essere nominato, quella cosa abominevole e smielata che gli faceva sempre voglia di vomitare gattini.
“Seb.” La voce di Blaine era languida e calda, come miele. “Metti su Real Time?”
Avrebbe voluto lanciare il telecomando fuori dalla finestra. Avrebbe dovuto lanciarlo verso la televisione, magari si sarebbe spaccata e lui se ne sarebbe uscito con un “Ops! Scusa! Mi è scivolato! Che peccato, niente Real Time”, e sarebbero vissuti per sempre felici e contenti.
Invece, con una rigidità degna di una marionetta, digitò a memoria quei due numeri, e un secondo dopo comparve una donna obesa con ottomila rotoli.
“Oh!” Esclamò Blaine, “Fanno malattie imbarazzanti! Adoro questo programma.”
“Io no. Per niente.”
“Ma dai Seb, magari un giorno avrai cose simili e saprai come gestirle.”
“Aspetta un attimo che mi tocco.”
I due ragazzi scoppiarono di nuovo a ridere, ma Blaine questa volta si accoccolò meglio tra le sue gambe, mettendo le mani sotto al viso e appoggiandosi sopra la testa; Sebastian lo avvicinò facendolo adagiare sulle sue cosce, e con le dita della mano destra cominciò a tracciare cerchi immaginari contro il suo braccio, rilassando entrambi.
“Quando c’è il programma di quel cuoco cazzuto? Quello è simpatico.”
“Ti è simpatico solo perchè dice un sacco di parolacce e tratta male la gente.”
“Perchè scusa a te non piace per quello?”
Blaine scrollò la testa, voltando per un attimo lo sguardo sopra di sè: “No Sebastian. Mi piace perchè è un grande chef.”
“E’ un grande chef cazzuto. Secondo me anche lui apre i suoi superiori come mandarini.”
“Hai una cotta per Gordon Ramsey?”
“Che c’è?” Sbottò Sebastian, “E’ un uomo affascinante.”
“Oh mio Dio”, mormorò Blaine, ma il suo tono era troppo scherzoso per essere preso sul serio, e così tornarono a guardare la televisione, beandosi l’uno del calore del corpo dell’altro.
Soltanto diversi minuti dopo, quando Sebastian era in procinto di addormentarsi per la pallosità del programma e per l’atmosfera accogliente, Blaine parlò di nuovo, stavolta, con un sussurro: “Seb?”
“Mhm”, fece l’altro, e fu tutto ciò di cui ebbe bisogno per andare avanti e dire: “Grazie.”
Quello di certo era inaspettato.
“Grazie?” Ripetè, cercando con la mente qualsiasi motivazione valida a giustificare quella parola.
“Certo.” Blaine non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, quindi li incatenò ancora di più al televisore, non muovendosi di un millimetro. “Per... insomma, per non avermi abbandonato con la mia crisi pre-esame.”
“Oh.”
Stavolta, perfino Sebastian sembrò a disagio.
“Beh, lo sai. Dovere.”
“Sì.”
Perchè erano coinquilini, e i coinquilini si devono venire incontro.
O perchè erano amici, e gli amici si aiutano sempre.
Oppure, forse, per un altro motivo?






***

Angolo di Fra

Ho veramente poco da dire, anche perchè devo andare ad aggiornare l'altra ff.
Doppio aggiornamento Seblaine, è veramente la Seblaine Week.
Grazie a tutti quelli che mi stanno leggendo!!

   
 
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