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Autore: Medea00    03/09/2012    15 recensioni
Scritta per la Seblaine Week, una raccolta che ha come filo conduttore Blaine e Sebastian come coinquilini.
Day 1: Dalton
Day 2: Family
Day 3: Kink
Day 4: AU/Crossover
Day 5: Occasions
Day 6: Angst
Day 7: Fluff
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“Non ci posso credere.”
Sebastian diceva spesso quelle quattro parole; in ordine, le diceva appena alzatosi dal letto, appena diretto in bagno per trovarlo magicamente occupato, appena prima di uscire dalla porta del loro piccolo appartamento e, puntualmente, appena rientrato la sera tardi, con la sua borsa a tracolla scaraventata immediatamente a terra. Blaine emise un piccolo sospiro, conscio che presto si sarebbe subito qualche lamentela o critica o “ehi Anderson, dì un po’, è illegale uccidere il proprio coinquilino?”.
Ebbene sì: Blaine Anderson e Sebastian Smythe condividevano l’appartamento 291A sulla ventisettesima. Era stato piuttosto strano, all’inizio: il padrone di casa aveva detto a entrambi che si era messo in contatto con un altro ragazzo dell’Ohio e li aveva sistemati insieme, così da poter “conoscersi meglio”. Ovviamente non poteva certo immaginare in quale casino li aveva coinvolti e sì, a volte il destino è veramente crudele.
Tuttavia, con il passare degli anni, Blaine e Sebastian instaurarono un rapporto civile. Più che civile: si poteva dire – anche se non lo avrebbero mai ammesso, uno perchè era testardo, l’altro perchè era stupido – che erano migliori amici. Si dicevano tutto, e il vivere insieme aveva conferito una certa familiarità reciproca. Blaine sapeva che Sebastian al mattino prendeva tre caffè per svegliarsi e calmare i nervi – perchè si alzava sempre di malumore – e Sebastian sapeva che Blaine aveva una sorta di disordine ossessivo compulsivo, e che avrebbe trovato barattoli di gel dovunque. La volta più bella fu quando lo trovò sotto al suo armadio. Perchè. Ma con Blaine Anderson era meglio non farsi domande.
Così, quel giorno, quando era entrato in camera sua per cercare la sua cravatta e, invece, aveva trovato una piccola scatola di latta con l’immagine dei biscotti, non ci pensò due volte prima di aprirla. Forse finalmente aveva scoperto il posto in cui Blaine nascondeva i suoi preservativi e lubrificante e Dio, gliel’avrebbe fatta pagare per tutte le volte in cui si portava qualche idiota e gli faceva passare la notte in bianco. E no, non era per via dei suoi gemiti, visto che dopo il primo anno Blaine aveva appreso la buona cortesia di fare piano: era per il letto. Un noiosissimo letto a molle. Che pessima invenzione.
Tuttavia, quando sollevò il coperchio, il suo sorrisetto compiaciuto e divertito sparì di colpo: non c’era niente di sessuale dentro quel barattolo. Ma, piuttosto, di intimo, e in qualche modo piacevole.
“Blaine?”
Il ragazzo spuntò con la sua testolina ricciola – doveva essersi fatto la doccia, ipotizzò Sebastian, perchè era l’unico momento in cui non si stuccava come un pinguino – e sbiancò di colpo non appena vide il suo coinquilino.
“No, cosa, che fai!? Non toccare, è roba mia quella!”
“Non avevi detto tu che la roba in casa va divisa equamente?” Lo canzonò Sebastian, ignorando completamente ogni suo avvertimento e cominciando a spulciare sempre più affascinato.
“Quello era solo perchè non avevo fatto la spesa e mi serviva il tuo cibo! Ehi, Sebas-“
“Oh.”
Ecco. Con suo grande rammarico, alla fine, l’aveva trovata.
Era una foto; piuttosto semplice in realtà, di quelli scatti fatti nemmeno troppo bene, con una luce troppo forte, e l’inquadratura un po’ sfocata. Ritraeva Blaine e Sebastian nelle loro divise da Warbler, uno a fianco dell’altro, con dei piccoli sorrisi ingenui, da adolescenti, che riportavano alla memoria tanti bei ricordi.
“Mi ricordo di questa”, mormorò Sebastian. Non si era nemmeno accorto che stava tenendo in mano la fotografia come se fosse un cimelio.
“Eri venuto alla Dalton per l’ultimo giorno di scuola, non ti volevi perdere i gavettoni. E per farti intrufolare meglio Jeff ti aveva prestato la sua divisa. E’ stato prima o dopo che ti lasciassi con Kurt?”
“Dopo”, rispose Blaine, e non fu per niente colpito da quel ricordo, perchè era successo tanti anni prima. Adesso era a New York a studiare arte cinema e spettacolo nella New York University, a un anno dal diploma e con Sebastian come pedante coinquilino di Economia e Commercio. E nonostante tutto il suo cinismo, nonostante lo facesse incavolare tre volte su due, nonostante i loro continui bisticci sulle cose più quotidiane, Blaine pensò che fosse adorabile, in quel momento: sembrava come chiuso in una bolla di sapone, riepilogando chissà quale scene e sorridendo a chissà quali immagini.
“Sembra passata una vita, vero?” Lo sentì dire, e facendosi più vicino a lui annuì.
“Quante cose sono cambiate in tre anni.”
Era vero: se tre anni prima avrebbero predetto il loro futuro, probabilmente sarebbero entrambi scoppiati a ridere. E Sebastian avrebbe anche fatto finta di chiamare l’igiene mentale, perchè lui non riusciva mai a essere serio.
“Ti stava molto bene la divisa.”
Blaine inarcò un sopracciglio, sorpreso, perchè Sebastian non gli faceva mai i complimenti. In effetti, Sebastian non faceva mai i complimenti a nessuno.
“Grazie”, disse, con un pizzico di imbarazzo che era così raro, per loro: ormai, nel vivere insieme, avevano perso gran parte della vergogna, anche nel dire le cose più stupide.
L’altro ragazzo si voltò verso di lui, con un sorriso che probabilmente sarebbe stato in grado di illuminare la stanza: e fu in quel modo che Blaine capì quanto gli mancasse la Dalton. Quanto fossero lontani dai loro amici, dai loro genitori, da quegli scherzi fatti di notte fonda e da quel gruppo di canto fatto da persone incredibili, e che il tempo aveva portato via.
“Ti senti ancora con qualcuno di loro?”
Sebastian fece di no con la testa, ripropose a Blaine la stessa domanda e ottenne la stessa risposta. Tornarono a sfogliare le foto, commentando quelle più stupide, soffermandosi su quelle che credevano di aver dimenticato.
“Hai conservato perfino la cravatta?”
Blaine si sentì ancora più stupido di fronte a quella domanda, perchè poteva già immaginarsi Sebastian che sghignazzava e lo prendeva in giro perchè quella roba fa troppo ragazzina e diario segreto,  che era davvero una donna mancata e il fatto che passasse ore in bagno ogni mattina lo confermava sotto ogni aspetto.
Chiuse gli occhi, come per assimilare meglio il colpo da subire: per quello trasalì al contatto della pelle calda di Sebastian, delle mani sul suo collo, del suo respiro adesso così vicino alla sua pelle.
Restarono in quella posizione per lungo tempo: Blaine non aveva il coraggio di aprire gli occhi per incontrare quelli smeraldini del suo coinquilino a così stretta distanza, e l’altro continuò ad armeggiare con la cravatta in silenzio. Soltanto diversi minuti dopo sentì dire “apri gli occhi”, facendolo voltare verso lo specchio attaccato al muro, e lasciando Blaine senza fiato: era così strano. Lui, la camicia bianca che ricordava tanto quella della loro divisa, l’irripetibile cravatta rossa e blu.
E Sebastian accanto a lui, esattamente come tre anni prima.
“Sembra che non sia passato nemmeno un giorno, vero?” Sussurrò Blaine, con una voce un po’ roca che nemmeno si preoccupò di camuffare. L’altro ragazzo inclinò la testa di un lato e gli rivolse un ghigno divertito: “Oh, non saprei. Tu un po’ sei cambiato.”
“Ah sì?”
“Certo.”
Alzò la mano verso la sua spalla e, con una pacca amichevole, si avvicinò al suo orecchio: “Ti sei alzato di tre centimetri.”
Ovviamente quella frase scatenò l’ennesima rissa, e l’ennesimo litigio, e le ennesime risate mentre si rotolavano a terra.






***

Angolo di Fra


Ogni OS di questa Seblaine Week avrà come filo conduttore Blaine e Sebastian come coinquilini. Hope you like it e buona Seblaine week!
PS _ Se volete contattarmi potete trovarmi Qui
   
 
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