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Autore: nikita95    04/09/2012    1 recensioni
E se John non trovasse un modo per fare sopravvivere le cara figliola Elena come umana, e Klaus accettasse lo scambio di Stefan con la zia Jenna? Se Damon non fosse stato morso da Tyler?Vi piacerebbe conoscere un risvolto alternativo della storia? Continuate a leggere!!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Uccideteli, tutti” urlò verso il giardino.
Inizialmente Damon non capiva con chi avesse parlato l’ibrido, poi da dietro i cespugli che circondavano la casa erano comparsi un branco di ibridi, alcuni in forma di lupo con zanne da vampiro, altri ancora in forma umana.
“Oh, cazzo” imprecò Damon tra sé mentre vedeva quelle creature venirgli incontro.

“E adesso che si fa?” chiese Ric ancora più sconvolto dell’amico.
Damon fissava l’orda di nemici avanzare, ma per quanto si sforzasse non trovava un modo per fuggire, di ucciderli non se ne parlava.
Senza distogliere lo sguardo allora si rivolse alla doppelganger.
“Charlotte, qualche idea?”
Lei si voltò.
“Questo non l’avevo esattamente previsto” disse sarcastica.
“Bé allora vediamo di darci da fare” aveva subito proposto il vampiro.
“Non così in fretta!” quella non era la voce di nessuno di loro, ma Damon la riconobbe subito e non fu l’unico.

Jasper corse verso le spalle dell’ibrido, che sorpreso si voltò, ma non ebbe neanche il tempo di smarcare che l’originale gli fu addosso e fissando Klaus negli occhi gli spezzò il collo di netto.
“Buonanotte” sussurrò nell’orecchio dell’ibrido prima di farsi scivolare il suo corpo dalle mani.
Damon afferrò al volo ogni azione, la registrò e allora la soluzione gli salì improvvisamente in testa.
“Ora, Ric, le granate!” urlò nella notte ormai violata.
Alaric senza batter ciglio afferrò quante più granate poteva sbloccò la sicura, quindi insieme le gettarono contro l’esercito.
“Speriamo che funzioni” fu l’unica cosa che Damon fu in grado di pensare.

Le granate esplosero dopo un tempo quasi interminabile sopra le teste delle creature spigionando così il composto, verbena e strozza lupo, che cadde a pioggia accecando e ferendo uomini e donne, che si ritrovarono sotto la cascata acida.
Quando vide bruciare la pelle degli ibridi, e li vide piegarsi nel vano tentativo di ripararsi, prese per mano Alaric e come una furia corse insieme a Charlotte nella notte, nonostante tutto, ancora silenziosa.
 
Dopo un’ora abbondante arrivarono alla pensione.
Caroline e Tyler non volevano sapere più nulla di tutta quella storia, non quella sera per lo meno, ora era solo il momento per godere l’uno della presenza dell’altro senza preoccupazioni, per quella sera poteva bastare.
Ma Alaric, Jenna, Elena, Damon, Charlotte, e niente meno Jasper, che nel momento della fuga era salito sull’auto di Charlotte, entrarono senza dire nulla e prendendo posto tutti sul divano.
Alla fine anche se nessuno lo voleva ammettere, quella notte era stata una piccola rivincita contro Klaus, piccola, piccolissima se messa a confronto con quello che lui aveva fatto loro, ma pur sempre una rivincita.

Gli unici a rimanere in piedi furono Damon e Jasper, il secondo con le mani lungo i fianchi in attesa della prossima mossa.
Damon invece si avvicinò subito al tavolo degli alcolici per versarsi un bicchiere di bourbon.
Lo riempì fino all’orlo poi ne bevve un sorso, dopo di ché prese un altro bicchiere e versò dell’altro liquore.
Dopo che si voltò e si avvicinò a Jasper per porgerglielo.
I due si fissarono un attimo poi Damon allungò la mano in segno di resa.
A quel gesto Elena quasi sorrise e in lei si insinuò la certezza che in fondo tutto tra loro potesse tornare come un tempo, e il vampiro potesse ritrovare un fratello.

Tutto quella sera stava andando per il meglio, Elena ne era convinta, Alaric e Jenna si stringevano sul divano, lei era riuscita a trovare un equilibrio impensabile con Damon, ogni cosa, poteva andare per il meglio dopo tutto si trattava di trovare un modo per uccidere il loro nemico, ma per quello ci sarebbe stato tempo, anche quel brutto capitolo avrebbe trovato una conclusione, perché alla fine è l’unione che fa la forza, e quella sera, l’aver rischiato la vita per un amico era stata la palese dimostrazione, era stato il segno distintivo tra loro e Klaus.
 
Ma proprio mentre quei pensieri venivano abilmente tessuti nella mente di Elena, accadde l’inevitabile.
Damon ritrasse la mano, levando all’ibrido la possibilità di afferrare il bicchiere.
I due vampiri tornarono a fissarsi, ma questa volta l’equilibrio sembrava per rompersi.
Tutti i presenti presero a osservare la scena con un misto di preoccupazione, forse quel gesto era l’inizio dell’apocalisse? Questo era il pensiero che in quel momento viaggiava di mente in mente.
“Levami una curiosità” alla fine disse Damon.
L’altro tacque come in attesa.

“Hai detto che ci avresti aiutato, ci hai aiutato, lo devo ammettere, sei stato l’unico in grado di avvicinare l’ibrido, la creatura invincibile quella che nessuno sarebbe mai riuscito a sfiorare con un dito, ma tu questa sera, hai fatto questo e altro, e allora dimmi perché non gli hai finalmente strappato quel maledetto cuore dal petto?” Damon aveva pronunciato quelle parole, senza distogliere un attimo gli occhi da quelli dell’originale, come se ne volesse scrutare l’anima fino all’ultimo brandello e leggerne i più intimi segreti.
Aveva scandito ogni sillaba come volesse incidere ogni suono nella mente dei presenti, e quando alla fine aveva smesso di parlare il silenzio era perfetto, ogni cosa taceva e attendeva che la risposta arrivasse.

Perché nessuno si era chiesto una cosa del genere, nessuno aveva dubitato del prezioso aiuto di quella sera, ma Damon era andato oltre, forse perché era prevenuto verso l’uomo che ora era davanti a lui, ma lui non aveva battuto ciglio quando aveva apertamente dato per discutibile l’onore dell’originale, e adesso che la domanda aveva centrato il segno, la risposta era bramata come acqua nel deserto.
“Non mettere in dubbio ciò che ho fatto stasera, e ciò che farei ancora, ma non mi chiedere perché ho tentennato, non capiresti” cominciò quella frase serio, come se si fosse risentito, poi concluse sorridendo quasi in imbarazzo.
“Ho capito quando ho  scoperto che Katherine non mi amava e io aveva perso una vita dietro a lei, e parlo della vita di una vampiro, ho capito quando mi avevano detto che Elena doveva morire perché un pazzo che aveva deciso di diventare il nuovo Dio in terra, cosa c’è ancora che non potrei capire, dimmelo” disse allora Damon ripoggiando nel frattempo il bicchiere vicino le altre bottiglie del liquore.

Jasper scosse la testa sorridendo, ma senza più guardare il viso di Damon, adesso, invece, fissava assente il pavimento.
Elena non capiva, se veramente Jasper non parlava voleva dire che il peso di ciò che doveva dire era grande, immenso, ma forse non per loro, ma solo per lui, ecco perché continuava a tacere ostinatamente.
“Fidati, ancora una volta, Damon” disse Jasper cercando di piegare con quelle parola la determinazione del vampiro.
Ma fu inutile.
“Diglielo, loro devono sapere” questa voce stonava, a parlare era stata Charlotte, anche lei un po’ abbattuta, lo sguardo un po’ spento, come se dopo la battaglia di quella sera si fosse arresa, e non fosse più in grado di superarne un’altra.

Elena presa così dalla discussione non aveva neanche fatto caso a come l’espressione della doppelganger fosse cambiata quando l’argomento era stato bruscamente aperto.
Ma lei cosa c’entrava in quella situazione?
“Voi vi conoscete?!?” esclamò Elena confusa adesso più che mai.
“Meglio di quanto tu possa credere” disse Charlotte fissando i suoi occhi nocciola in quelli della sua sosia.
“Quindi tu sai, hai sempre saputo qualcosa che a quanto pare può cambiare le sorti di questa battaglia e non ci hai detto nulla?” inaspettatamente questa volta a parlare era stata Jenna, si era sciolta dall’abbraccio protettivo di Alaric e aveva preso improvvisamente la parola.
“Non biasimatela non è colpa sua, non vi ha detto niente per proteggermi” Jasper aveva subito messo le mani avanti, forse era vero che i due si conoscevano molto bene per avere l’ardire di schermirsi l’uno con l’altro come amanti.

Jasper guardò un attimo Charlotte, poi le sorrise mesto, ma nessuno riusciva a capire cosa ci fosse di sottinteso in quello scambio silenzioso.
“Allora?” insistette Damon, premendo perché questa volta la discussione terminasse con una risposta vera.
“Vuoi sapere la verità a tutti i costi vero? Allora io te la dirò, ma promettetemi di non costringermi a spiegarvi tutto, non questa notte” disse Jasper con una nuova determinazione.
“Dipende...” iniziò a dire Damon.
“Si te lo promettiamo” a interrompere bruscamente le parole del vampiro era stata Elena, che poi aveva fissato il suo sguardo di rimprovero su Damon, il quale aveva alzato gli occhi al cielo spazientito, ma alla fine promise anche lui.
“Bene allora dovete sapere che Klaus è mio padre” quelle parole caddero come macigni pesanti nella stanza.
Descrivere l’incredulità dei presenti? Impossibile.

Il grande segreto era stato svelato e adesso molti in quella stanza avrebbero voluto non conoscerlo.
Jasper il figlio di Klaus, cosa sarebbe significato, cosa significava tutto questo?
Le domande si addensarono e spingevano per trovare una risposta, ma nessuno dimenticò la promessa fatta, e il silenzio fu l’unica cosa udibile in quella stanza.
Elena per poco non aveva aperto la bocca sconvolta, aveva fissato Jasper, e in lui aveva letto tutte le fattezze simili al padre, ma la parte compassionevole in lei crebbe forte e avrebbe tanto voluto andargli incontro abbracciarlo e calmarlo, ma la situazione glielo impediva così era rimasta lì a fissare il vuoto mentre nella sua mente la consapevolezza di ciò aveva appena appreso si faceva strada e prendeva forma per sconvolgerla, ancora, ancora, ancora.
Charlotte non aveva detto nulla, come nessuno del resto, aveva solo sorriso, ma era un sorriso carico di tensione.
Jenna si era fatta piccola piccola, ed era tornata vicina le braccia protettive di Alaric.
 
Tanta tensione nell’attesa che Jasper parlasse e adesso quella rivelazione spiazzante e inaspettata.
Damon si avvicinò al tavolo degli alcolici, riafferrò il bicchiere ancora pieno e si avvicinò a Jasper, e questa volta glielo porse veramente.
“Credo che tu ne abbia bisogno” furono le uniche parole che riverberarono per quelle sembravano ore dentro l’immenso salone.
 
La promessa era una promessa.
Nessuno chiese nulla e ognuno cosse nel suo brodo.
Damon offrì a Charlotte e a Jasper due stanze per dormire quella notte, e loro accettarono per poi scomparire.
Jenna e Alaric tornarono a casa per Jeremy, che non sapeva neanche della loro fuga notturna.
Ma anche quando rimasero soli, nessuno ebbe il coraggio di aprire l’argomento tanto sofferto, e presto divenne come una sorta di tabù.
Quando la casa fu di nuovo silenziosa, Elena e Damon si salutarono e andarono a dormire anche loro.
Elena scelse una stanza che non fosse quella di Stefan, aveva smesso di piangersi addosso quindi non avrebbe scelto quel posto per dormire.

Si diresse invece in un’altra delle stanze che erano rimaste libere.
Entrò si fece una doccia fredda, cercando con ogni mezzo possibile di non pensare, per non far crescere la tensione latente in lei.
Indossò la maglietta che portava già prima, ma non indossò i jeans, quindi si stese sul letto cercando di prendere subito sonno, ma fu tutto inutile.
Come un pericoloso esplosivo che entra in contatto con il fuoco, non appena il suo corpo prese posto tra le pieghe delle lenzuola, il silenzio ovattato avvolse i suoi pensieri fragili, ogni domanda, timore o incertezza sul futuro prese il sopravvento rendendo inavvicinabile il mondo dei sogni.
Male, Elena iniziò a girarsi e rigirarsi nel letto, ma lei non voleva immaginare che quella persona che non sapeva perché le aveva infuso sempre una certa fiducia, quella persona che adesso dormiva due stanze più avanti fosse il figlio di Klaus, e poi lui lo sapeva, cosa questo avrebbe cambiato nella loro vita già incasinata, e quella notte Elena si maledisse per aver promesso di non chiedere nulla, o almeno per non aver avuto il coraggio di infrangere la promessa, perché adesso, l’inattività la rendeva esageratamente esagitata, addio speranza di riposarsi dopo l’avventura di quella notte.

Quasi inaspettatamente un desiderio si insinuò piano nella sua mente tormentata.
Elena si alzò piano dal letto, con i piedi nudi andò verso la porta della stanza.
Il pavimento era freddo, ma la ragazza non ci fece caso del resto era un vampiro adesso.
Chiuse appena la porta che aveva alle spalle e percorse piano il corridoi per non farsi sentire.
Sapeva esattamente dove doveva andare non esitò neanche un attimo quando la porta riempì il suo campo visivo.
Abbassò piano la maniglia sempre con quel fare circospetto come se temesse che qualcuno alle su spalle le impedisse di entrare.
Anche in questo caso richiuse la porta.

Sul letto il corpo di Damon era immobile, ma Elena sapeva benissimo che ancora non stava dormendo, e con una punta di desiderio sperò che anche lui aspirasse ad averla accanto.
Si avvicinò, piano, ma ancora Damon non accennava a muoversi.
Allora Elena fece il giro del letto: con addosso solo una canottiera e le mutandine il suo corpo appariva ancora più flessuoso e perfetto.
Si sedette sulla sponda del letto, poi si sdraiò, fissando il soffitto.
Che stava facendo? Fu la domanda che  subito le si insinuò in mente, andare nella notte in un’altra stanza come una bambina che si infila nel letto di mamma e papà.
Che stupida.
Stava per rialzarsi e filarsela come se nulla fosse successo, quando sentì un sussurro nella notte.

“Già ti manco?” era l’inconfondibile sarcasmo di Damon, allora non si era sbagliata lui era ancora sveglio.
Sorrise nella notte, ma non rispose, voleva gustarsi ogni momento, ogni suo respiro.
“So di essere sexy, ma se ti intrufoli nel mio letto così, penserò che mi vuoi violentare” continuò.
Elena non poté fare a meno di ridere, e lui sorrise nel buoi.
La ragazza si mise di fianco, e fisso i suoi occhi nocciola in quelli ghiaccio del vampiro.
Era bellissimo anche al buio.
“E’ vero, o è stato solo un sogno quello che è successo questa sera alla casa delle streghe?” chiese timorosa della risposta.
“Se vuoi ti riporto alla memoria alcuni momenti” rispose lui malizioso.
“Idiota” lo insultò lei, ma non poté fare a meno di sorridere.
Allora era vero, stava ancora fissando il viso perfetto del vampiro, ed era vero anche che lui era suo, e lei era sua, si appartenevano ancora, e per sempre.

“Lo sai che ti amo?” la domanda le era sorta quasi spontanea.
“Si ma non mi stancherò mai di sentirtelo dire” questa volta Damon aveva risposto serio.
Elena si era girata poggiando la sua schiena al petto di lui, Damon allora l’aveva stretta a sé.
Il calore del suo corpo fu per Elena un toccasana, una camomilla potentissima.
Lento il sonno calò, ma prima che l’ultimo barlume di coscienza si perdesse, sussurrò ancora dolci parole.
“Allora, ti amo Damon”
 
POV DAMON
Non ci poteva credere, Elena era lì tra le sue braccia nella sua stanza, e gli aveva sussurrato ti amo prima di addormentarsi.
Un sogno? Più volte gli era venuto il dubbio, ma non quella volta, quella volta era tutto vero, l’amore alla fine aveva avuto il sopravvento, dopo tanta attesa dopo tanti patimenti lei aveva ceduto, e adesso come poche ore prima alla casa delle streghe lui era felice come non ricordava mai di essere stato, e fu su quella consapevolezza che chiuse gli occhi.
 
POV KLAUS
Riaprì violentemente gli occhi sul mondo e come un uomo che sta troppo sotto l’acqua prese una boccata d’aria che gli fece bruciare i polmoni.
La prima consapevolezza di cui entrò in possesso fu il fatto che era morto, morto per davvero, lui la Creatura inavvicinabile era morto e per mano di qualcuno di cui non conosceva l’identità, non aveva avuto il tempo di guardare negli occhi il suo aggressore, ma comunque era abbastanza certo di non conoscerlo, la sua voce però era stata come una doccia fredda in inverno, ma perché?
Si sedette e scoprì di trovarsi nella sua stanza, qualcuno dei suoi sicuramente l’aveva portato dentro aspettando il suo risveglio.
Si alzò e si diresse verso la porta, qualcuno bussò attendendo poi che qualcun’latro da dentro parlasse.
Klaus rispose.

“Avanti” disse con voce quasi annoiata.
Un ragazzo sulla trentina si fece largo e aprì delicatamente la porta facendola ruotare sui cardini perfettamente oleati.
“Mio signore” disse subito poggiando il braccio destro sul cuore con il pugno chiuso e abbassando la testa in segno di rispetto.
“Dimmi” chiese impaziente la Creatura.
“Mio signore, come state?” domandò l’altro alzando timidamente lo sguardo.
“Benissimo, se hai finito con i convenevoli andiamo al punto”
“Sì, mio signore... bè i ribelli che ci hanno attaccato questa notte sono venuti qui per un motivo, volevano quell’inutile licantropo” disse quello timoroso.
“Dunque?” disse Klaus spingendolo a parlare.
“Dunque signore, bè se lo sono preso” sussurrò il sottoposto abbassando nuovamente la testa.
“Forse non ho sentito bene, voi vi siete lasciati fregare da un gruppo di stupidi? Loro si sono ripresi uno dei nostri e tu vieni qui a dirmelo con tutta tranquillità?”
Lo schiaffo partì inaspettatamente, e colpì il sottoposto in pieno viso.
Quello finì per terra, il labbro spaccato il sangue che gocciolava copioso.

Ma come se niente fosse si risollevò, poggiando nuovamente il pugno sul petto in segno di resa.
“E dimmi” continuò Klaus “ dove sono tutti quelli che dovevano fare la guardia nelle segrete?”
Il sottoposto attese qualche secondo prima di rispondere impaurito dalla reazione, ma alla fine si decise.
“Morti, signore, sono morti tutti” rispose in un sussurro.
“Però c’è una buona notizia, signore” si affrettò ad aggiungere.
“Sentiamo” disse ponendosi in ascolto.
“Il licantropo che hanno salvato non è poi tanto salvo” disse sogghignando.
“In che senso?” chiese allora la Creatura adesso veramente incuriosita.
“Il sacrificio doveva avvenire a breve, così gli avevamo iniettato il sangue, basterà ucciderlo e sarà tutto finito, Signore”

Klaus sorrise, finalmente una buona notizia.
“Allora che aspettate, andate e portatemelo”
Gli occhi di Klaus si infiammarono di un’ira senza precedenti, con malagrazia mandò via il sottoposto, e rimase a fissare come per ore la porta davanti a sé.
Qualcuno quella notte aveva tentato troppo e in più in casa sua, adesso il nemico era a conoscenza del tunnel segreto, era a conoscenza dell’unico modo per uccidere un ibrido.
Qualcuno evidentemente forte aveva avuto l’ardire di ucciderlo, ma lui si sarebbe preso la rivincita, perché Tyler alla fine sarebbe stato suo, e niente glielo avrebbe impedito.

 

salve, eccomi con un nuovo capitolo, forse quello che più aspettavate , finalmente la verità su Jasper è stata svelata e tutto cambia ma questo guardate bene è solo l'inizio, perchè il prossimo capitolo sarà ancora più sorprendete del resto qui si sa solo un piccolo particolare da non sottovalutare certo, ma ancora tutta la storia dovrà essere raccontata, ma per questa sera ai nostri personaggi è bastata l'avventura, aspetteranno il momento più prorpizio perchè tutto venga svelato nei minimi particolari.
allora non mi resta che salutarvi e arriverci al prossimo capitolo, al solito ringrazio tutti per la fatastica prtecipazione, un bacio ciao ciao
Nikita95 - A New Life
 



 
 
   
 
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