Lukas entrò in camera sua facendo il minimo rumore. Sicuramente quelli del piano di sotto avevano sentito. Li odiava perché una volta li aveva sentiti parlare di lui. “Quello del piano di sopra...strillano sempre quando siamo a tavola...è malato, poverino...è anoressico o qualcosa del genere...infatti si vede...”
Quelle parole lo avevano ferito profondamente, era stato come se qualcuno avesse preso i suoi sentimenti, ci avesse fatto una grossa palla e ci avesse giocato al tiro delle freccette. Pessimi. Li odiava anche perché loro erano felici come lui non aveva mai potuto essere: madre, padre, tre figli e un cane. Che bello che sarebbe stato. Inoltre se anche con lui la vita fosse stata così clemente a quell'ora avrebbe meno freddo e venti chili in più.
Si infilò il pigiama azzurro con scritto 'Stockholm bank internationell' che gli avevano regalato quando sua madre aveva aperto un conto in banca. In realtà non era un pigiama, ma aveva trovato un paio di pantaloni di lana dello stesso colore e abbinandoli decise che quello sarebbe stato il suo abbigliamento invernale per la notte ma avendo ancora freddo quella sera si infilò anche un maglione rosso scuro. Si lavò accuratamente i denti e, tenendosi lo stomaco per calmare i morsi della fame che non aveva saziato, alzò il piumone verde scuro e il lenzuolo bianco e ci si mise sotto.
"Per me si va nella città dolente, per me si va ne l'eterno dolore, per me si va tra la perduta gente."
(D. Alighieri.)