Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: justinismyhope    04/09/2012    1 recensioni
E' arrivata l'estate e come ogni anno a questa parte, le mie vacanze le avrei passate a casa di mio cugino Ryan. Siamo sempre stati molto legati, ero felice di rivederlo ma a mia volta spaevo che mi avrebbero aspettato tre mesi d'iferno con quell'egocentrico del suo migliore amico. Essì purtroppo mio cugino è il miglore amico di Justin Bieber. Non era male quel ragazzo, lo conosco da quando è alto un metro e uno sputo e mi è sempre andato a genio, era uno di quelli a cui fregavano poco i soldi lo ricordo ogni pomeriggio a casa di zia e zio a giocare con Ryan a basket, tutto questo ovviamente prima di diventare famoso, ma come sanno tutti il successo dà alla testa. E ora veniamo a me mi chiamo Lindsay Ray Buttler e ho 17 anni, compiuti purtroppo lo stesso giorno di quel senza cervello di Bieber, in questo momento sto frequentando l'accademia delle arti, amo il disegno, amo l'arte e tutto ciò che si può trasmettere con un semplice scarabocchio. Amo come con un pennello e un foglio bianco si possano riportare tanti sentimenti in una volta sola.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-sono pronta mamma, arrivo. gridai in preda alla rabbia,al nervoso e alla disperazione. Dove cavolo erano finiti i miei auricolari? non mi 
sarei mossa da quella camera senza di essi, avrei dovuto affrontare un viaggio di sei ore in aereo, da sola, e non sarebbe stato possibile 
farlo senza un i-pod e i miei auricolari.
-Lu andiamo, perdi il volo altrimenti. 
-mamma non trovo gli auricolari, dove cavolo sono?
-e cosa ne so io, non li ho toccati.
era sempre così le cose sparivano quando mamma riordinava ma non era mai colpa sua, amareggiata presi le valigie e abbandonai quella 
stanza che avrei rivisto solo dopo tre mesi.
-eccomi, le urlai sorpassandola per andare drittà da papà che mi aspettava in auto.
-ciao pa, sono pronta andiamo. dissi smorzando un piccolo sorriso falso, io ancora ero incazzata per i miei auricolari, ne avevo assolutamente bisogno.
Il viaggio in macchina non fu lungo come era stato previsto, passò velocemente mentre mamma e papà continuavano a sparare cazzate sulle 
raccomandazioni.
-stai attenta quando esci, ringrazia gli zii appena arrivi, fai la brava e sii gentile.
-si mamma, tranquilla. le rispodevo impassibile da più di mezzora
arrivammo finalmente all'aereoporto,li salutai in fretta e furia e il prima possibile mi diressi verso lo sportello, mi imbarcai e dopo circa 10 minuti
l'aereo decollo.
non avevo con me gli auricolari e decisi di dormire per far passare il tempo, provai e riprovai rigirandomi parecchie volte, ma non avevo sonno
avevo già dormito abbastanza, non riuscivo a guardare fuori dal finestrino, la mia paura dell'altezza me lo impediva, soffro di vertigini da quando 
sono piccola, cominciai allora apensare a quello che mi aspettava arrivata.
Sorrisi all'idea che avrei subito riabbracciato il mio amato Ryan e che sarei tornata finalmente nella camera che tanto avevo cercato di
eguagliare a casa, pensai alla casa degli zii, al giardino, alla piscina, persino al campo da basket e pensai soprattutto al boschetto che c'era 
dietro alla tenuta, ebbene si i miei zii abitano in campagna in una casa abbastanza rustica e vecchia, un casale che molte volte avevo cercato
di riprodurre ma mai con l'amore necessario. Tornando al boschetto, quel boschetto per me era un rifugio da anni, sin da piccola ci andavo
con Ryan e Justin, andavamo a raccogliere le more, le fragoline e io amavo sedermi li e disegnare, disegnare ogni particolare visibile ad occhio umano
e al cuore.
Ricordai i bei tempi così volentieri che non mi accorsi della chiamata all'interfono.
slacciai la cintura e mi diressi verso i bagagli,presi le valigie e andai dritta verso l'uscita.
Ciò che vidi non mi deluse, ad aspettarmi a braccia aperte c'era Ryan, appena lo intravidi mollai le valigie a terra e corsi dritta tra le sue braccia,
non c'era posto migliore avevo sempre amato i suoi abbracci forti, quelli che non ti aspetti, che ti scaldano il cuore.
Mi guardò per bene prima di parlare
-quanto sei diventata figa Lu
-ma stai zitto sfigato, e aiutami con le valigie
-prima tu così posso ammirare anche il di dietro
-ahahahah ma sei veramente stronzo eh
chiudemmo quella strana discussione con una risata sincera e andammo entrambi a prendere un taxi. 
arrivati a casa sistemai per bene le mie cose e mentre aspettavamo gli zii che tornavano io e Ryan ne approfittammo per parlare un po' 
seduti sulla sedia a dondolo.
-allora,come vanno le cose qua Ryan?
-tutto come sempre, scuola, e ragazze, ragazze e scuola.
-ahaha, dai stupido per il resto? gli zii stanno bene?
-sisi. tutto bene e tu?
-eh dai a parte che non trovavo i miei sacrosanti auricolari e ho dovuto subirmi un viaggio che non finiva più, tutto bene- dissi d'un fiato.
-sfigata che non sei altro, sei diventata bellissima, davvero
-anche tu sei cambiato molto, in meglio assolutamente, ma lo sai che abbiamo una promessa io e te ahahahha
-non sarà di lontano anche Justin a quest'ora
-no ti prego quell'egocentrico di uno?
-smettila Lu, sai che è il mio migliore amico
-si ma Ryan anche se non vuoi ammetterlo sappiamo benissimo entrambi la verità, quel ragazzo snobba tutti, persino te che lo 
conosci da quando si pisciava sotto
-hai ragione, ma è pur sempre il mio migliore amico e sono sicuro che tornare qua, per un po' gli farà bene magari si ricorderà dei 
vecchi tempi
-la vedo dura, è diventato un montato ormai, uno che pensa solo ai soldi e a portarsi a letto le solite quattro ragazze che gli sbavano sui 
piedi
-ricorda che un tempo anche tu eri una di quelle
-e stato tanto tempo fa Ryan e io ero innamorata del Justin che era non quella specie di mostro che è diventato ora.
ci guardammo e come sempre dopo una discussione scattò un abbraccio, uno di quelli profondi, che solo le persone che si vogliono 
davvero bene possono dare.
Rientrammo in casa e mentre Ryan guardava la tele io mi misi in camera sdraiata sul letto a pensare alle sue parole, era vero un tempo ero
innamorata di Justin ma ricordo benissimo il ragazzo che era prima in confronto a quello che è diventato ora, non c'è paragone. Sembrano 
due persone diverse. Non nego che un tempo ero veramente cotta di lui ma ora lo odio, lo odio con tutto il cuore, mi aveva promesso che sarebbe rimasto se stesso ma non lo ha fatto.
Non si era più fatto sentire e a giudicare da come trattava mio cugino, orami eravamo i due amici d'infanzia che ci sono quando le sue amiche fighe e superstar sono troppo impegnate per lui.
Il rumore di Ryan che entrava in camera di soppiatto mi fece sobbalzare dalla paura
-cretino,mi sono spaventata
-ho notato ahah
-che ci fai qui?gli zii sono tornati?
-sono venuto a vedere come stai, è più di un ora che sei chiusa qui dentro.
-stavo solo pensando
. dissi cercando di evitare il suo sguardo, lo evitavo sempre quando mentivo, a lui bastava guardarmi negli occhi per scoprire ciò che andava e ciò che non andava.
-avanti su, che succede Lu? ti conosco fin troppo bene so che qualcosa non va
-tutto a posto Ryan davvero. cercai di essere il più reale possibile e a quanto pare funzionò
-ti va di vedere i miei ultimi disegni Rayray?
-oddio da quanto non mi chiamavi così, ahahah ti ricordi?
bei tempi quelli disse guardandomi negli occhi.
gli mostrai i miei disegni e li fece rigirare tra le sue mani osservandoli per bene, uno ad uno, amavo quando lo faceva. prendeva sul serio ogni particolare, anche il più piccolo e lo contemplava in silenzio.
-hai delle mani magiche Lu
-dai smettila sono solo schizzi
-schizzi? disse alzando la voce
-te li faccio vedere io questi schizzi.
concluse buttandosi su di me e facendomi il solletico, ridemmo per più di cinque minuti mentre io mi dimenavo sotto di lui cercando di farlo smettere, dopo dieci minuti buoni finalmente tregua.
Ci guardammo fissi negli occhi e fu in quel momento che qualcosa di strano mi balenò in testa, nello stomaco e nel cuore. Che strana sensazione era mai quella? una sensazione mai provata prima, una sensazione nuova che ahimè mi piaceva.
  
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