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Autore: Niallismyhero    04/09/2012    1 recensioni
Questa storia parla di una ragazza che vive con il sogno di andare a vivere a Londra e incontrare i suoi idoli. Un giorno questo sogno si avvererà e...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: Incest
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Era un giorno come gli altri, quindi, finito di prepararmi mi incamminai per andare a scuola. Quelle cinque ore non passavano mai così decisi di mettermi le cuffiette e ascoltare gli One Direction piuttosto che quella noiosa prof. 
Loro sapevano regalarmi emozioni che nessuno mai ci era riuscito,  appena partiva una loro canzone io non esistevo più, mi isolavo dal mondo. 
Fortunatamente arrivò in fretta l'ultima campanella e dopo aver preparato la cartella uscii dalla scuola. Non so perché ma quel giorno mi sentivo felice... 
Arrivata a casa mi sedetti a tavola per mangiare e vidi i miei genitori strani, tristi, felici. Non riuscivo a capire quali fossero le loro emozioni. Allora chiesi cosa fosse successo... 
-Chi è morto? Sentiamo...-
-Nessuno piccola, non è morto nessuno.-
-E allora?-
-Dovrai dire addio ai tuoi amici... Mi hanno offerto un nuovo lavoro a Londra, partiremo fra circa un mese. -


Rimasi immobile, con la bocca aperta. Non sapevo se essere triste visto che dovevo lasciare tutti i miei amici o felice perché quella era la città dei miei sogni.
Subito scoppiai a ridere, era impossibile! Ma dopo un po' vidi che mio padre non stava affatto scherzando e tutti i miei sentimenti si unirono insieme: felicità, emozione, tristezza, malinconia... Non sapevo come reagire.
Avevo appena iniziato a mangiare e già mi era passata tutta la fame. Corsi in camera mia piangendo e mi chiusi a chiave. Mi buttai sul letto e iniziai a scrivere sul mio diario tutte le emozioni che stavo provando, cosa potevo dire ai miei amici? Dopo un po' di ore chiusa lì dentro capii che in Italia non si poteva vivere, e che il mio sogno si stava avverando.

Passavano i giorni e non sapevo ancora come dirlo ai miei amici, la data della partenza si stava avvicinando, così mi feci coraggio e andai a parlare con loro.  Non importava a nessuno, solo in pochi erano tristi... Non avevo amici ma non mi importava più di tanto perché a Londra avrei fatto nuove amicizie.

Il giorno era arrivato e dopo aver preparato le valigie ci dirigemmo in aeroporto. 
Vidi un ragazzo belissimo: occhi marroni, capelli castani... Tutto quello che desideravo in un uomo! Si avvicinò a me e mi disse:
-Ehi ciao, come ti chiami?-
Non sapevo cosa rispondere, cioè, sapevo il mio nome ma davanti a lui mi bloccai. Dopo che la mia faccia cambiò colore otto mila volte, riuscì a parlare. -Emh, piacere mi chiamo Giada e tu?-
-Piacere mio, io sono Ryan. Sei carina, posso abbracciarti? Solo so che è imbarazzante...- disse con una risata quasi da mangiarselo vivo.
-Emh... Certo, fai pure.- e sorrisi come una stupida.
Appena lo fece mi sentii in paradiso! 
Intanto i miei genitori e mio fratello mi guardavano male.

Ci scambiammo i numeri di telefono e poco dopo mi disse che anche lui doveva partire per Londra, ero felicissima. 

L'aereo arrivò e quindi era tempo di salire e sperare che andasse tutto bene. 

Arrivammo a destinazione, prendemmo le valigie e poi un taxi ci portò in quella che doveva essere la nostra nuova casa.
Appena entrai non mi sentivo a mio agio ma passati i giorni mi ci abituati. 

Era tempo di andare nella nuova scuola, il mio inglese non era proprio un granchè ma mi dissero che c'era una professoressa apposta per me. 
Ero emozionata, come potevo non esserlo? Mi svegliai presto e mi andai a preparare intanto anche i miei genitori. Appena tutti furono pronti salimmo in macchina e partimmo.
Entrai a scuola... c'era un silenzio assoluto e i corridoi erano vuoti. Andammo a parlare con le bidelle e poi anche dal predise per dirmi quale sarebbe stata la mia nuova classe. I miei genitori mi lasciarono lì, davanti la porta della mia aula insieme ad una delle tante bidelle e con la mia professoressa che mi avrebbe aiutato nell'inglese, Cathleen. 
Aprii la porta, quel cigolio fece girare tutta la classe, mi sentivo imbarazzata, più dell'abbraccio di Ryan. Cathleen mi disse che la professoressa di storia, quella che adesso era in aula, aveva già parlato di me agli alunni e che voleva assolutamente vedermi. 
I miei compagni mi guardavano male, non sapevo cosa fare... 
Dopo qualche minuto mi andai a sedere nel mio posto. Ero in banco con una ragazza di nome Janelle. Era una di quelle tipe che non escono di casa se non hanno messo lo smalto o se non hanno i capelli perfetti e io odiavo quel tipo di gente, così non ho voluto aver nulla che fare con lei. 
Suonò la campanella e uscimmo in corridoio, io ero insieme a Cathleen che mi faceva vedere le varie aule. Indovintate un po'? Ecco che dal nulla spuntò Ryan. La mia faccia diventò subito un miscuglio di colori e lui tranquillamente si avvicinò a me con il suo solito e bellissimo sorriso e mi toccò la spalla.
Adesso dovevò andare e lui mi fece l'occhiolino!

Finita scuola io stavo per uscire e lui mi abbracciò da dietro, mi stavo girando e lui fa: -Chi sono?- Con il suo italiano mezzo sbagliato... -Emh non so, Ryan? Sei l'unico che conosco fin'ora!- dissi -Okay, fino a quando non ti trovi degli amici non te lo farò mai più.- 
Per la prima volta mi sentii bene insieme ad un ragazzo.
-Allora, dove stai andando?- 
-A casa, cosa potrei mai fare qua?-
-Non so, vorresti venire a fare un giro con me?-
-Mi sono venuti a prendere i miei genitori per tornare a casa, potrei chiedere ma nulla di sicuro.-
-Gli parlo io okay?-
-Se proprio insisti!-

E lo portai alla macchina. 
I miei genitori all'inizio erano un po' titubanti ma poi lui riuscì a convincerli. 

Mi portò a vedere il Big Ben, il mio sogno era proprio questo... Riuscire a vederlo da vicino. 
Io avevo un sorriso a 360°, poi lui mi disse all'orecchio
-Allora, ti piace?- Io mi girai verso di lui e annuii. 
Pian piano le nostre facce si stavano avvicinando, io non volevo questo ma solo restargli amica. 
Dopo qualche oretta mi accompagnò a casa e mi abbracciò forte, non voleva lasciarmi andare..

Entrai in casa, appoggiai la giacca sul divano e andai nella mia camera a scrivere sul mio diario di quanto era stato bello baciarlo. Forse stava diventanto qualcosa di più di un semplice amico o forse no.

Così andai a cenare e poi a dormire, sperando di sognarlo.
  
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