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Autore: Violetta_    04/09/2012    4 recensioni
Shikatema sulle note della canzone di Max Pezzali "come mai". Un breve sunto della loro storia.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
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Sperando nel tuo si

 

 

 

Le notti non finiscono, all'alba nella via

le porto a casa insieme a me, ne faccio melodia

e poi mi trovo a scrivere chilometri di lettere

sperando di vederti ancora qui.

 

 

Sono le tre del mattino.

Le dannate tre della dannata mattina, e io invece di stare comodamente sdraiato a dormire che faccio? Mi metto a scrivere. Si io!

 

Sto cerando le parole adatte, qualsiasi cosa, anche la scusa più banale mi andrebbe bene.

 

Io sono un tipo riflessivo, e difficilmente qualcosa mi lascia sorpreso o comunque desta in me una qualsiasi forma di stupore.

Eppure tu mi hai colpito, fin da subito.

Si eri una seccatura, sei una grandissima seccatura, ma sei l’unica complicazione nella mia vita che vorrei fosse sempre costante.

 

La prima volta che ti ho vista eri una sanguinaria sadica ninja, ammetto di averti anche detestata quando, senza pensarci due volte, hai quasi spezzato la colonna vertebrale di una mia compagna, ma non mi sei mai stata indifferente. Mai.

 

La tua audacia, in tuo coraggio mi lasciano senza fiato.

 

Mi hai fatto sudare in quell’arena, pensavo di risolverla in meno tempo, senza usare trucchetti come il paracadute confezionato col giubbotto avrei potuto farti del male, volendo potevo “vendicare” Ten ten, ma qualcosa mi ha trattenuto. E non era la stanchezza.

 

 

Inutile parlarne sai, non capiresti mai

seguirti fino all'alba e poi, vedere dove vai

mi sento un po' bambino ma, lo so con te non finirà

il sogno di sentirsi dentro un film.

 

Subito dopo quell’incontro non avevamo istaurato chissà quale rapporto, anche grazie al tuo fratellino ha combinato tutto quel caos.

 

Ma poi, dopo l’attacco a Konoha, sei rispuntata nella mia vita.

Ero messo proprio male con quella ragazza e il suo flauto, stavo per lasciarci le penne, ma poi una folata di vento mi ha salvato, eri l’ultima persona che mi sarei aspettato di vedere, sbruffona ed egocentrica come al tuo solito hai steso Tayuya in una manciata di minuti.

 

Subito dopo non hai resistito dal mettermi in imbarazzo.

 

Quelle tue battutine sfacciate! Quanto odio le tue frecciatine, così simili ai rimproveri di mia madre, seguite immancabilmente da quel tuo sorrisino di scherno che mi fa venir voglia di metterti le mani addosso, se non fosse la galanteria che mi trattiene.

 

Mi rendi nervoso quando mi tratti come un bambino, ho pensato varie volte di dirti il mio stato d’animo. Ma poi penso a che pro? Tanto non capiresti.

 

Continuo a perdere tempo, a farmi queste seghe mentali e non riesco a rilassarmi in santa pace.

So solo che farei qualsiasi cosa per risentire la tua vocina petulante, per averti ancora qui.

 

 

E poi all'improvviso, sei arrivata tu

non so chi l'ha deciso, m'hai preso sempre più

la quotidiana guerra con la razionalità

vada bene pur che serva, per farmi uscire

 

Mi son reso conto tardi che i nostri modi di fare reciproci stavano cambiando, stavamo pian piano prendendo sempre più confidenza, io iniziavo a rispondere a quelle tue frecciate, tu rincaravi la dose, come una piccola guerra quotidiana. Devo ammettere che a volte è piuttosto divertente.

 

Poi ho esagerato.

Mi son lasciato trasportare da quel tuo lato dolce e comprensivo(?) da quel tuo sguardo preoccupato.

 

<< Hai molta paura di soffrire non è vero? >>

 

Già è così. Avevo una paura matta di perdere i miei amici, e tutto per la mia inettitudine …

 

Mi sono messo a piangere come un idiota davanti a te, e no, non me l’hai mai perdonato. Tutt’ora continui a rinfacciarmi quel mio momento di debolezza e mi hai appioppato quel dannatissimo nomignolo di “cry-baby”.

 

Anche se ammetto che l’idea di essere considerato il tuo bambino non mi fa poi così schifo.

 

 

Come mai, ma chi sarai, per fare questo a me

notti intere ad aspettarti, ad aspettare te.

Dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui

qui seduto in una stanza, pregando per un si.

 

Quando l’Hokage mi disse che dovevo andare ad aiutarti vidi l’occasione perfetta per pareggiare i conti, per toglierti definitivamente quell’insopportabile sorrisino dalla faccia.

Ed invece non solo mi hai tenuto testa, ma mi hai punzecchiato tutto il tempo, parlando con quel tuo sorrisino quasi infantile.

 

E fu quel giorno che mi resi conto di amare il tuo sorriso.

Che idiota mi son fatto incastrare come mio padre.

 

Gaara era in ospedale, Kankuro tentava, invano, di tranquillizzare quella dolce ragazzina le diceva che il suo sensei stava bene.

 

<< No Matsuri, non puoi entrare adesso, su fa la buona vedrai che sta bene. >>

<< Ma vorrei almeno scusarmi, vi ho messo nei guai. >>

<< Parlerai con lui a Suna, avrai tutto il tempo a casa. >>

 

Mentre tu eri in sala d’aspetto accanto alla stanza di tuo fratello la gamba aveva preso a tremolare, e le mani passavano dal tenere il ventaglio, a sistemarti una codina a poggiarle sulla panca dove di eri seduta.

Non ci sai proprio stare ferma e?

 

<< Temari. >>

 

Non mi sentivi nemmeno, troppo in ansia per quel consanguineo che avevi imparato ad amare davvero solo negli ultimi tempi.

 

<< Temari. >>

<< Oooh insomma che vuoi pesaculo? Stai sempre a poltrire, a guardare il cielo come un ebete e adesso che voglio stare in silenzio perché mi è venuto un colpo tu… >>

<< … io ti chiedo di diventare la mia ragazza >>

 

 

Gli amici se sapessero, che sono proprio io

pensare che credevano, che fossi quasi un Dio

perché non mi fermavo mai

nessuna storia inutile

uccidersi d'amore ma per chi.

 

Da teuchi.

Era passato qualche giorno dalla tua partenza, ma io continuavo a sfoggiare quel magnifico occhio nero.

 

<< Ma quindi come te lo sei fatto? >> ripeté Kiba per l’ennesima volta.

 

Choji era impegnato a mangiare, mentre Rock lee si disperava poiché non riusciva a combinare un appuntamento con Sakura.

 

<< Su Lee… ci sono cose peggiori >> tentò di incoraggiarlo Ino.

<< Per me >> disse Choji continuando a mangiucchiare << dovresti fare come Shika… guarda lui, non si lascia mica abbindolare da cose insulse come le ragazze >> dopo aver parlato si massaggiò il bernoccolo causato dal poderoso pugno di Ino.

<< Che intendi dire e? >>

<< Ahio… niente è che il suo “motto è uccidersi d’amore? Ma per chi?” >>

Kiba ridacchiò << io pensavo fosse “ma che seccatura”. >>

 

Quei ragazzi facevano un gran chiasso.

 

<< Comunque fa bene, è sereno e tranquillo. >>

<< E’ vero, sei un genio Shika! Vivrai fino a 120 anni tranquillo e sereno, senza perdite di tempo >> disse Kiba punzecchiandogli la parte lesa.

<< Ma che c’entra? Noi donne siamo creature ADORBILI. >>

<< Ino detto da te poi… >>

<< AAAH Sakura! >> sospirò Lee.

 

Troppo casino.

 

<< Eddai Shika come te lo sei procurato quell’occhio nero??? >>

 

Kiba aveva approfittato della confusione per soddisfare la sua curiosità, e Shikamaru non ce la fece più.

 

<< Temari ha detto si. >>

 

Quattro parole che fecero piombare il silenzio e fecero andare di traverso la carne a Choji.

Dopo qualche istante Kiba ruppe quel silenzio imbarazzante.

 

<< Ok c’è il rischio che crepi domani… però chissà forse te la spassi. >>

 

 

Lo sai all'improvviso, sei arrivata tu

non so chi l'ha deciso, m'hai preso sempre più

una quotidiana guerra, con la razionalità

ma va bene pur che serva, per farmi uscire

 

Qualche mese dopo ci hanno messo insieme per compilare quelle stupide scartoffie.

Perché l’hokage Tsunade sa essere molto sadica: non mi piace andare in missione? Ok allora mi fa fare da scorta a quell’insopportabile ambasciatrice di Suna.

Così tanto per farmi muovere il culo di tanto in tanto.

 

<< Shika? Potresti muovere il culone e portarmi a mangiare? >>

<< Guarda che il tuo di fondoschiena non è tanto meglio, quindi se non mangi non ti fa mal… >>

 

Preferii iniziare a correre dalla furia assassina piuttosto che finire la frase.

 

Qualche minuto dopo.

 

<< Shikamaru? Ma perché non sei più gentile con quella ragazza? È così cara e dolce >> continuava a ripetermi mia madre mentre prendeva una borsa del ghiaccio per metterla sopra la mia guancia gonfia.

 

Vogliamo parlare dei tuoi fratelli poi?

 

Gaara, strano a dirsi, ma è abbastanza sereno, apparte le occhiate omicide che mi tirava i primi tempi, per un periodo ha perfino chiesto a Tsunade di cambiare ambasciatore. Con mia grande gratitudine aggiungerei.

Si, perché francamente, essere scortato da te nel tuo villaggio non è una cosa facile.

 

Per esempio.

Finalmente, dopo un’intera giornata di pratiche e corse, sommate al caldo infernale di Suna riesco ad ottenere una cosa che un normale ragazzo ottiene in dieci secondi: un bacio.

 

E in quel preciso istante passa fratello, quello grosso.

Poi uno non deve credere nella sfiga.

 

<< Ma cosa stai facendo? >>

<< Kanku… te l’ho detto che stiamo insieme >> dici con un tono seccato. Ti starò mica contagiando Tem-chan?

 

Il ragazzo si avvicina senza ascoltare minimamente la sorella, e facendo scrocchiare le nocche.

 

<< Ripeto Nara… cazzo stai facendo a mia sorella? >>

 

Questa relazione è molto più dolorosa di quel che pensassi.

 

 

Come mai, chi sarai, per fare questo a me

notti intere ad aspettarti, ad aspettare te

dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui

qui seduto in una stanza pregando per un si.

 

Poi ci fu la Grande guerra ninja.

Io e te eravamo nella stessa divisione, e tu immancabilmente mi tirasti la tua solita frecciatina giornaliera.

 

<< Non far vergognare tuo padre. >>

 

Ammiri molto mio padre.

Da quando mi ha fatto quella ramanzina dopo la mia prima missione fallita, hai preso a guardarlo con un certo rispetto, quasi come guardavi prima Baki-sensei.

 

Sospirai, ormai avevo chiaro in testa del tipo di donna che eri, non è facile ottenere anche solo un pizzico di dolcezza da te.

 

Almeno fino a quella notte.

Strano a dirsi, eppure quella fu la prima volta per entrambi.

E anche la prima volta che vidi un accenno di paura nei tuoi occhi.

 

<< Piano. >>

 

Avrei potuto approfittarne per una piccola vendetta, avrei potuto rinfacciartelo in seguito.

 

Ma quei tuoi occhi…

 

Solo ora mi rendo conto che parte del nervosismo era dovuto all’imminente battaglia, tuttavia non posso non pensare che tu nel profondo sia una donna dolce.

 

Esattamente come quella notte.

 

 

Dimmi come mai, ma chi sarai per fare questo a me

notti intere ad aspettarti, ad aspettare te

dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui

qui seduto in una stanza pregando per un si'

 

<< Che ci fai in piedi a quest’ora? >> Mi chiedi prendendo posto davanti a me.

 

Alzo gli occhi dalla lettera.

 

Son passate parecchie notti ormai, e le tue piccole paure sono svanite lasciando posto alla tua solita iperattività, mi massaggio il piccolo segno violaceo che mi hai lasciato su collo.

La guerra è finita, Sasuke è ancora in ospedale, ma si rimetterà. Naruto ha già preso il suo posto a capo del villaggio.

 

Sono a casa tua, i tuoi fratelli non ci sono: Gaara è uscito questo pomeriggio per un allenamento con la sua allieva ma non è ancora tornato, Kankuro dorme, come di consueto, a casa della sua ragazza.

Non posso far a meno di pensare che, piano piano, stai scacciando il mio lato menefreghista: mi sento impacciato, non so nemmeno sicuro del contenuto di questi pezzo di carta, il training mentale è risultato totalmente inutile.

 

Questa stanza mi sembra più piccola del solito.

 

<< Temari io… >>

<< Cry-baby ti sei rintontito del tutto? >>

<< No è che io… >>

<< Oh ma insomma! Domani abbiamo un sacco di cose da fare, e tu stai sveglio! Guarda che non mi interessa se poi mi dici che sei stanco. Ok? Non sono mica scema io che ti credi? Quindi o dormi ora o puoi iniziare a metterti gli stecchini sugli occhi… che poi che stai facendo? Cosa c’è scritto in questa… >>

 

Mi strappi dalle mani la lettera, con la tua solita grazia, a volte penso che Gaara sia più femminile e delicato di te. Il contenuto di quel pezzo di carta pone fine a quello sproloquiare insensato, alzi gli occhi per incontrare i miei, seri.

 

Sospiro stanco, come per prendere la rincorsa in modo da poter effettuare un salto lungo, suicida.

 

<< Si. Sei una seccatura, una grandissima seccatura, ma sei l’unica complicazione nella mia vita che vorrei fosse sempre costante…

Spero in un tuo si >> ripeto il contenuto della lettera a voce alta, mostrandole un piccolo, ma dannatamente costoso, anello.

 

Tu mi guardi negli occhi, quello sguardo così simile a quello di una ragazza nervosa in sala d’aspetto.

Deglutisco.

 

<< E ti prego niente pugni in faccia questa volta. >>

 

   
 
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