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Autore: Nay Nay    04/09/2012    2 recensioni
“Come caffè” disse tempo fa. Si, i suoi occhi erano dello stesso colore del caffè, Ma non solo. Erano amari, caldi, scontrosi.. Ma se uno li conosce bene, come sapeva lui, non erano così amari come la gente credeva.
Pucktana.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Santana Lopez
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Una piccola guerra alla frutta. {Parte Prima}.


-Ricordami di non ascoltare più te e la tua logorroica ragazza!-
-E’ stato.. Umiliante!-
 
I ragazzi commentavano insieme a Finn Hudson la performance alla mensa di poco prima.
Erano ritornati a scuola da poco più di due giorni, e già avevano fatto un bel danno..
Noah sospirò, girandosi verso Finn che, con sguardo preoccupato, cercava di pulire a meglio Artie 
-Si.. Mai più Hudson!- Ridisse Noah, ancora più incavolato. Finn sbuffò e si girò verso Puck che era impegnato a pulirsi i lunghi pantaloni neri -Hei, amico! Non rompere! Ci abbiamo provato! Almeno non avremmo rimpianti!-
-Ma avremo le mamme Infuriate!- Disse Mike, poi si girò verso Kurt -O i Papà.- Kurt sorrise scocciato e toccò il Gilè con faccia schifata -No, Oddio! No.. Il sugo sulla pura seta! L’olio! Oddio.. Rimarrà l’alone per sempre non si toglierà nemmeno se il Dio mi presta la sua personale lavatrice!- Disse, poi, imprecando e ringhiando se ne andava, verso i bagni. Finn sbuffò di nuovo e guardò Artie -Mi sembrava una buona idea..- Disse colpevole.. Noah guardò l’amico chinato sulle ginocchia vicino a Artie, che lentamente, dopo, si alzò da quella posizione, girandosi -Mi dispiace..- Disse, facendo quella solita faccia da pesce lesso -.. Beh, dai. In effetti, non è colpa tua.- Disse Mike a sua difesa. Noah sorrise e posò una mano sulla spalla di Finn e subito la ritirò con faccia schifata -Oddio, odio la pasta molla e bianchiccia raffreddolita è…E' così...Blah!-
-Sembri tanto Kurt!- Disse Artie, stuzzicandolo. Finn rise e Mike lo guardò stranito -No! Mi fa solo schifo e senso!-
 
-
 
Noah, dopo quella giornata d’inferno, era ritornato a casa, casa che, come sempre era vuota.
Forse..
Si guardò attorno, andando frettoloso in bagno e chiudendosi a chiave. Velocemente e schifato, tolse la maglietta con quell’odore nauseante -Ah!- Gemette in un misto tra orrore e schifo. Prima di buttare definitivamente gli indumenti nel cestino della spazzatura poco vicino al lavello. Deglutì.
Una volta trovatosi in mutande, si rese conto che la cosa era ancora peggio di quello che credeva: Sugo e aloni di cibo e olio spiaccicati sul suo petto che, Lui, riteneva perfetto. Strinse le labbra e allargò di poco le narici, infastidito. Si tolse i boxer neri e buttò, purtroppo, anche quelli.
Si infilò in doccia, sentendo un brivido salire, colpa della ceramica fredda contro la pianta dei piedi. Sospirò, poi, avere un minimo contatto con se stesso, aprì il getto dell’acqua.
-Ma ca….. Diamine!- Disse, mordendosi le labbra per il getto di acqua fredda che lo aveva preso in pieno. Regolò l’acqua nel modo in cui lui piaceva.
Calda… No tiepida.
Ma calda..
Adorava quel leggero vapore uscire e respirare sotto quel piccolo getto che portava via tutte le sporcizie da quel corpo che, lui, riteneva perfetto. Si.. Perfetto..
Ma allora perché proprio la donna che voleva non veniva da lui?
E perché, Lauren, lo aveva lasciato?
Sospirò sentendo le gocce calde sfiorare ogni parte del suo corpo. Sentire la voce di Santana mentre cantava era divino ma.. Lui si era ostinato a non degnarla di uno sguardo. Di non calcolarla. Deglutì rumorosamente. Ricordandosi l’ultima volta che aveva parlato con l’ispanica.
Quella maledetta sera a New York.
Passò lentamente la mano sulla cresta, massaggiandosi il collo fino a far scendere le mani sul petto umido.
Prese il flacone del sapone, posandosene un po sulla mano, incominciando a strofinare sulla propria pelle.
Sentiva uno strano pensiero in testa. Non doveva farlo vincere.
“Dio no, non devo..” Pensò tra se e se, concentrandosi semplicemente. Ma Pensare a quel corpo che lento si muoveva, poi, freneticamente.
Per un istante era passato vicino a lei. Lei saliva, lui scendeva ma.. In quell’istante, aveva sentito nettamente il suo profumo.
Dopo essersi insaponato, deglutì prima di posare le spalle sulle piastrelle fredde e ansimò lentamente, in modo rauco.
Non poteva maledirsi per lei, non poteva sentirsi eccitato ogni santa volta che pensava alla sua bocca che lo mordeva, al suo corpo nudo sotto di le che si dimenava per un prepotente orgasmo, alle sue mani che tiravano, prendevano, graffiavano.
Sospirò, facendo cadere alcune gocce nella sua bocca socchiusa e ingoiò.
Chiuse gli occhi, immaginando quel corpo perfetto che lui voleva, che voleva baciare, assaporare. -Dio..- Sussurrò, pensando a quanto gli mancava il sapore di lei, quel sapore così dolce, così forte
Piano, le sue mani scivolavano sul ventre scolpito, mentre l’acqua bollente scendeva senza sosta. Si guardò, notando che, la sua, purtroppo, erezione, aveva bisogno di uno sfogo. Sollevò il capo, tendendo dolcemente il collo, finché la sua mano non tocco quell’erezione dura e pulsante.
Gemette, lasciandosi andare a quella piccola follia mentale.
 
*
 
Santana era appena uscita dall’ufficio della Coach. Sospirò, pensando a cosa diavolo stava facendo, e solo per la popolarità..
Scosse il capo, andando nei corridoi e notando Kurt e Blaine, Fermò una cheerio, prendendola per il polso e la guardò dritta negli occhi -Ascolta cosa dicono quei due!- Ordinò la latina, suscitando alla piccola cheerio un piccolo e sicuro terrore. Annuì frettolosamente, prima di lasciare la presa al braccio e sorriderle -Brava Topolino. Va va!- Disse, allontanandosi dalla ragazza.
Poco dopo, le arrivò un messaggio, e subito sorrise *I due Gay si troveranno alle ore 14 fuori all’atrio principale della mensa. Per una stupida canzone del Glee.* Santana sorrise ampliamente, prima di inviare un messaggio a tutte le cherio *Tutte fuori tra mezz‘ora.. Abbiamo un piano da far bruciare velocemente!*.
 
_
 
-Ragazzi un applauso al nuovo componente del Glee Club, Blaine Anderson!- Disse Will contento e fiero. Blaine sorrise, ritrovandosi avanti all’aula completa da tutti i componenti del Glee. -Grazie a tutti, è una grande emozione essere qui e sarà di sicuro un anno fantastico e… Arriveremo alle nazionali!- Disse, facendo scoppiare la maggior parte dei ragazzi un una ovazione acuta. Dopo poco, però Will guardò i ragazzi, con sguardo preoccupato -Qualche problema, ragazzi?- chiese il professore, notando alcune facce poco convinte.
Finn prese subito la parola, senza indugiare -Vorrei soltanto che Blaine sapesse che, non siamo gli Usignoli!- Blaine roteò di poco gli occhi e , sconcertato, confuso, andò a sedersi poco dietro Finn -Non ci piacciono i fischietti, i campanelli e .. Non ci piace chi non passa la palla!- 
-A. A.. Scusatemi ho fatto qualcosa che non andava?- Chiese il ragazzo, confuso e a dir poco.. Si. Confuso!
-Beh si! Praticamente, hai dato fuoco al cortile!- Contestò il Ragazzo, guardandolo a malapena, Prima che Blaine potesse ribattere, Santana prese la parola, con un sorriso beffardo stampato orgoglioso sulle labbra. Si chinò in avanti, guardando Finn -Forse dormivi ma è stato un atto di protesta politica!- Disse Santana, fiera dell’azione che aveva fatto ore prima. - Ecco proprio il prossimo punto all’ordine del giorno.- Disse Will, avvicinandosi alla ragazza che subito cambiò espressione, diventando seria -Santana. Te ne devi andare!- Santana a quella frase alzò lentamente le sopracciglia, sorpresa da quell’affronto -Tu e i cheerio avete dato fuoco al Piano forte. Come hai potuto?-
-Mi ha costretta Sue, Professore!- Disse a sua difesa, cercando di convincerlo. Ma mai come in quel momento, sentiva un ansia girarle nello stomaco. -Brittany non lo ha fatto..- Disse come se la cosa fosse ovvia. -Avrei dovuto aiutarli ma sono nata sotto un segno d’acqua!- Santana spostò lo sguardo da Brittany a Will. Era furiosa con se stessa ma.. “No.. Non devono accorgersene!”
-Sei bandita dal Glee Club … Non tornare finche non saprai essere leale con questo club come tutti gli altri club … - Quelle frasi sembrarono prenderla in pieno. Taglienti erano entrate lente dentro di lei.. Sentendo umiliazione e colpa.
Guardò per un istante il professore che, allargò il braccio, indicandole la porta.. Non poteva crederci. Non poteva farlo… O forse si?
Dopo un po di silenzio. Ritornò con quello sguardo da bastarda. Guardando Shuster negli occhi -In effetti..- Si alza, guardando seria il professore -Mi serviva una pausa..- Disse lentamente, poi, con altrettanta lentezza, arrivò alla porta, uscendo senza girarsi..
Noah non la rifilò di uno sguardo.. Ma i passi di Santana allontanarsi, gli facevano sempre un colpo al cuore …
 
_
 
*Oggi vengo da te..* Inviò, senza accettare nessuna scusa *Non ho voglia di vederti!* Rispose.
Deglutì e uscì dalla scuola *Cazzate Lopez! Oggi verrò da te, che tu voglia, o meno!* Scrisse Noah, prima di posarsi il telefono nei pantaloni, avvicinandosi alla sua macchina …
 
To Be Continued …
  
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