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Autore: emmesmiler    04/09/2012    0 recensioni
Occhi celesti, gli occhi di un principe azzurro.
Occhi verdi, occhi pieni di rabbia e alcool.
Occhi castani, gli occhi di una ragazza forte. Ma quanto poteva essere forte?
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non era cambiato nulla. Solito risveglio, solo in un altro letto, in un'altra stanza e in un altro paesino.
Silver si era appena seduta sulla sedia ridendo poiché avesse svegliato il cugino nei peggiori dei modi: musica a tutto volume. «ma che ridi? Vorrei vedere cosa faresti tu se qualcuno ti svegliasse così» le disse il cugino,prese un muffin al cioccolato e lo addentò. I due cugini erano seduti uno di fronte all'altro e nessuno distoglieva lo sguardo dall'altro. «ok, vado a farmi la doccia!» annunciò correndo verso il bagno prima che si infilasse lui. Entrò in bagno ridendo ma quando si accorse che non aveva preso i vestiti divenne seria. «no.. » sussurrò fra se e se. Sgattaiolò fuori dalla stanza e andò nella sua. Prese il necessario ma quando fù nel corridoio notò la porta chiusa: «Louis!» urlò sbattendo il pugno nella porta. Si sentì solo una risatina da parte sua poi di nuovo il rumore dell'acqua,mentre si dirigeva verso le scale urlò che gliel'avrebbe fatta pagare. Scese di sotto e proprio mentre stava per andare cucina,bussarono alla porta; aprì e si ritrovò alla porta un ragazzo alto,i capelli castani mossi e due occhi nocciola; si ricordò di non aver detto una parola così lo salutò e fù ricambiata. «sei nuova da queste parti,non ti ho mai vista»
«Esatto,sono nuova anzi di passaggio»
La guardò da capo a piedi e si passò la lingua fra le labbra, fece un passo verso l'entrata ma lei lo bloccò subito «sono un amico di Louis,posso entrare»
«Puoi essere anche il suo ragazzo,non puoi entrare» rispose secca.
Le si avvicinò fino a sentire il respiro sulla sua pelle,la guardò negl'occhi,dalle sue labbra uscì un soffio «andiamo... » le accarezzò il braccio.
 
                      ***
«davvero, Silver non è una scommessa. Tu mi piaci veramente» il suo sguardo fisso sui suoi occhi castani, sembravano sinceri e lo erano.
«Ma..io sono così» indicò il proprio corpo in carne «e tu così...» indicò il corpo magrolino del ragazzo e lo guardò di nuovo in quegl'occhi verdi.
«e allora? Per me, non conta l'aspetto fisico ma quello che hai dentro»
Quelle parole le facevano piacere, ma non ci credeva.
«E del giudizio della gente?» nessuna risposta da parte sua, solo un sospiro e uno sguardo alle spalle della ragazza: i ragazzi che c'erano nel cortile. «visto.. T'importa...» c'era delusione nelle sue parole, lo guardò ancora in attesa di una risposta.
«Non è vero, non mi importa. E in ogni caso sarebbero solo gelosi perchè avrei la ragazza più bella del mondo» quelle parola la fecero ridere, mostrando quelle piccole fossette. Le accarezzò il braccio dolcemente e si avvicinò «andiamo... credimi, ti prego», poi la baciò. Il suo primo bacio, il loro primo bacio. La storia andò avanti per un mese, poi le arrivò un messaggio, un messaggio che la fece piangere per mesi. “non possiamo continuare la nostra storia, mi dispiace.”
                     ***
«ma guarda un pò chi si rivede» disse il ragazzo allontanandosi da Silver ed entrando.
Liam Payne» disse Louis avvinandosi al ragazzo.
«proprio così»
«nessuno ti ha invitato ad entrare» ringhiò Louis, avvicinandosi a lui.
Silver chiuse la porta, incrociò le braccia al petto e li guardò. Entrambi i ragazzi si guardavano, Louis sembrava volesse dargli un pugno, nei suoi occhi c`era odio, c`era rabbia.
«Che sei venuto a fare, Payne?» chiese Louis stringendo i pugni.
«Una semplice visita ad un mio amico, ti dispiace? » lo provocò Liam. Louis non rispose, sbuffò e guardò alle spalle del ragazzo. «ah..» continuò il castano, girandosi verso Silver «carina tua cugina»
Silver abbassò lo sguardo e le guancie le si colorarono di rosso.
"Lasciala stare. Che vuoi Liam? » scandì per bene le parole, facendo spostare lo sguardo del ragazzo verso di lui.
«Niente, Louis, niente.» ripetè con un sorriso stampato sulle labbra.
«Va fuori da casa mia, adesso» alzò la voce il cugino. Fece sobbalzare Silver che si era spostata vicino le scale.
«Si padrone» rispose strafottente Liam, sempre con quel sorriso sul volto. Si avvicinò alla ragazza e la guardò negli occhi, poi la guardò da capo a piedi. «si, tua cugina é molto carina» ridisse sicuro di se.
Uscì sbattendo la porta e lasciando i due ragazzi in quel salone vuoto e silenzioso. Louis salì di corsa le scale, Silver lo seguì a ruota fino alla sua stanza.
«Chi era? » chiese Silver.
«Nessuno»
«Non era nessuno, Louis. Dimmi chi era»
«Ripeto: non era nessuno»
«Ok, sto cercando di rimanere calma ma se tu continui a dire cavolate, perderò la pazienza. Dimmi chi era quel ragazzo»
«Mi spieghi che ti importa? Anche se ti dico chi era che farai? » le si avvicinò, fino a quando non erano vicini. Entrambi potevano sentire il respiro dall`altro »allora, che farai? »
«Che farò? Cercherò di stare attenta. Non hai visto, non hai sentito, come mi scrutava con gli occhi, anche se non parlava, sentivo i suoi penseri schifosi»
«L`ho visto»
«L`hai detto anche tu: l`hai visto. » ripetè le parole del cugino, sull`orlo del pianto.
Lo sguardo di Liam le entrava sin dentro le vene. Si guardarono negli occhi, poi lei scese di sotto e senza neanche prendere il giubbotto o qualcosa di pesante e uscì. Il cugino la seguì fino a fuori chiamandola ripetutamente. Si girò in direzione del cugino, sfinita. 
«cosa vuoi, louis? » urlò.
«ti prenderai una polmonite, ritorna a casa»
«perché dovrei, che ti importa? »
«sai che ti dico: non mi importa. Ma quando ti prenderai una polmonite non venire a piangere da mia madre, ok? » si incamminò verso l'entrata ma la voce di lei lo fece fermare. «certo, però non ti preoccupi se invece è tua madre a piangere, a stare male!» urlò gesticolando «io so cose che nemmeno ti immagini, quindi non venire a dirmi di non andare a piangere da tua madre se mi ammalo perché non le darei un peso in più. »
Lo sguardo nervoso del ragazzo si contrasse, i pugni dalle sue mani si sciolsero «che cosa sai? »
«cose che non vorresti sapere e che nemmeno io dovrei sapere. » ammise stringendosi su se stessa e guardando a terra.
«si, certo, non esiste nulla. Avevo ragione. »
Due parole che le fecero ribollire il sangue. Incominciò ad agitarsi, le parole volevano uscire con velocità ma cercava di trattenersi. Alla fine non resistette e incominciò ad avvicinarsi al cugino, rossa in viso e urlante.  
«oh, certo perché tu sai sempre tutto. Hai sempre ragione su tutto, nessuno può dirti che hai torto,no? » il cuore le batteva all'impazzata per il nervosismo e perché parlava velocemente.
«si e quindi? Ho sempre ragione»
Fece un messo sorrisino e le uscì un: «ma vai a cagare»
 
Si incamminò senza una meta precisa, non sapeva dove andare, non conosceva quel piccolo paesino. In quel momento il cuore le batteva forte, il respiro irregolare e sentiva le vene pulsare, il sangue scorrerle dentro le vene e le lacrime che volevano uscire dai suoi occhi; odiava essere arrabbiata, soprattutto perché quando era arrabbiata le lacrime venivano a bussare e ripetevano insistentemente “se piangi ti sentirai meglio, ti sfogherai meglio” ,ovviamente vincevano sempre loro. Ma questa volta voleva vincere lei, per una volta voleva dire a se stessa che aveva vinto lei. Il battito del cuore era ritornato regolare, proprio come il respiro. Lo sguardo era ancora di fuoco. Voleva chiamare la madre per dirle che voleva ritornare a casa ma non voleva darle preoccupazioni in più, e in più non aveva il telefono con se. Era arrivata al campo da tennis, quel campo da tennis che il giorno prima l’aveva fatta ridere. O meglio, lui l’aveva fatta ridere: il ragazzo con gli occhi celesti e la risata facile. Sorrise pensando al giorno prima, purtroppo quel pensiero la distrasse e andò a sbattere contro un ragazzo. Era Liam. Le si fermò il respiro, lui alzò l’angolo destro della bocca.
«Di nuovo tu.. allora è destino» disse lui, sorridendo.
«A quanto pare» stette al gioco. Lo guardò bene e doveva ammettere che non era male.
«Bhe’, che ne dici di accelerare il passo e fidanzarci subito?»
«Io direi: io faccio quella difficile e tu mi rincorri» fece un sorrisino strafottente e si incamminò verso casa.
«Mi piacciono quelle difficili!» le urlò.
Lei, senza girarsi, alzò il pollice in segno di approvazione e rise.
Non era più così arrabbiata. Ripercorse di nuovo la stessa strada, senza però guardare bene il posto in cui doveva stare un mese. Appena girò l’angolo e capì che stava arrivando, il suo umore cambiò di nuovo. Il volto le si pietrificò, sembrava una statua. Bussò più volte al campanello, non perché nessuno le andava ad aprire ma per rabbia. Aprì suo cugino, era vestito e aveva il cappotto in mano. Dedusse che stava uscendo.
«Ah, sei tu» disse dopo aver aperto la porta.
«Così pare» fu la risposta della cugina, si fermò quando lui stava per chiudersi la porta alle spalle «stai uscendo?» urlò in modo che lui la sentisse.
«Così pare» ripeté lui, per poi chiudersi la porta alla spalle.
«Bene..» sussurrò fra sé e sé.
Si buttò sul letto e chiuse gli occhi per qualche secondo. Un vuoto le invase la mente, non pensava a niente. Non pensava a suo fratello, non pensava ai suoi genitori che erano dall’altra parte del mondo, non pensava a suo cugino. Non pensava. Quel momento durò poco, incominciò a pensare a tutto e a niente. Decise di alzarsi e dare una ripulita a quella casa. Faceva sempre così: quando non voleva, o non doveva, pensare a niente, puliva casa. Infatti casa sua splendeva praticamente ogni giorno. Perlustrò la stanza con lo sguardo, notando che quella stanza era messa male, notò anche la sua borsa sopra la sedia. La prese ed estrasse il suo I-pod. Cercò una radio, dopo averla trovata, ritornò alla sua borsa e prese il cavo per attaccare la radio all’i-pod. Lo attaccò, mise playlist casuale e alzò il volume. Per lei la voce di Miley Cyrus era peggio di una droga. Era come una lampadina quando fulminava: si spegneva e dopo essere stata cambiata, era più potente di prima. Iniziò a cantare e ballare a non finire. Sistemò il letto di entrambi, mise tutti i vestiti di Louis che erano a terra nel cesto delle cose sporche, mise anche i suoi. Era da più di mezzora che sistemava quella camera e dopo averla guardata dall’entrata e con le mani sui fianchi, sorrise soddisfatta. Guardò le camere delle cugine ed erano impeccabili, non c’era un vestito fuori posto. Decise di passare alla camera da letto. Rifece il letto, facendo più volte avanti e indietro dai rispettivi lati. Sistemò il pigiama di entrambi sotto il cuscino e mise delle pillole nel cassetto di Mark. Scoppiò a ridere quando trovò una scatola di preservativi dentro il cassetto.
Si danno da fare, pensò lei.
Finì per asciugarsi le lacrime per quanto aveva riso. Si ricompose e ricominciò a dare una sistemata. Cercò da tutte le parti delle pezze per la polvere e le trovò solo dopo dieci minuti in dei cassetti della cucina. Ritornò in camera da letto e spolverò i mobili, mise dentro l’armadio i vestiti sopra le sedie e, come aveva fatto la prima volta, sorrise soddisfatta guardando la camera pulita. Adesso toccava al bagno. Si munì di candeggina, guanti, spugna e tutto quello che serviva per pulire il bagno. Continuava a cantare a squarcia gola, l’i-pod produceva “Every rose has its thorn” di Miley Cyrus.
«Silver!» le urlò il cugino facendole uscire un piccolo urlo per lo spavento.
«Sei impazzito? Potevo morire»
«Potevano anche fare una rapina, non te ne saresti accorta» urlò dalla propria stanza.
Lei lo raggiunse e appoggiandosi allo stipite della porta, disse «me ne sarei accorta»
La tensione era più bassa, o almeno, lo sperava.
«Hai..» si guardò intorno «hai pulito la stanza?»
«Si» disse sorridendo soddisfatta.
«No, aspetta.. hai pulito la stanza?» alzò la voce.
Silver si tolse quel sorrisino soddisfatto dal volto e tornò seria, senza capire il perché di quella reazione «si, ho pulito la stanza.. ma perché fai così? Che ho fatto questa volta?»  domandò buttando le mani al cielo, rassegnata.
Non fece in tempo a capire che suo cugino la stava abbracciando. «Hai pulito la stanza!» le urlò all’orecchio.  
«Ok, basta.» lo spinse via. L’espressione di suo cugino era sempre la stessa: impassibile. «vado a continuare il bagno» annunciò per poi tornare in bagno.
Appena ebbe finito con il bagno, scese in salotto. Louis era uscito, di nuovo. Sospirò. Prese nuove pezze per pulire e pulì tutto il salotto. Le ci volle un’ora. Era tutta sudata, le scendevano le gocce di sudore dalla fronte. Salì nella sua camera, prese dei vestiti e si diresse in bagno dove ci passò una buona mezzora. Si era appena distesa sul letto quando sentì sua zia chiamarla. Scese svogliata le scale e salutò con un forte abbraccio i sei familiari appena rientrati a casa.
«Dai, andate ad apparecchiare così mangiamo» disse sua zia.
Le figlie della donna andarono nelle proprie stanze a cambiarsi, poco dopo scesero e si diressero in cucina. Silver stava andando in cucina, ma qualcuno la fermò per il braccio: sua zia.
«Louis?» chiese.
«Ehm, è uscito» sorrise e si diresse in cucina.
Ridevano e parlavano mentre preparavano i panini e parlavano di come trascorrere il resto della giornata. Mentre Mark accendeva la televisione, chiese a Silver se lei lo seguiva.
«Certo che lo seguo.» disse addentando il suo panino.
«E adesso una notizia dell’ultima ora. I militari...» la voce della donna del telegiornale chiamò la sua attenzione.
Le si bloccò il respiro e il cuore. Posò il panino e zittì tutti.
«Sono stati colpiti da una mina non si sa ancora se ci sono feriti.»
«Silver» una voce, quella di sua zia.
Una suoneria, quella del suo cellulare. Guance bagnate, le sue lacrime.
 
 
ok gente, sono tornata! dopo taanto tempo.. avevo scritto una cosa abbastanza figa ma si è cancellataaa noooooooo *si butta dalla finestra* ok,no, eccomi.. ve le dico velocemente così poi vado a mangiare.. prima cosa: ditemi se volete sapere il myy twittah o se volete semplicemente che legga o recensisca qualche storia, che sia dei oned o normale(?) seconda cosa: vi piace? non vi piace? è troppo noioso, non è descrittivo, non trasmette nulla? il mio coniglio sarebbe più brava di meee?? diitemeloo! ho bisogno di saperlo.. potrò sembrare una dismerata, ma non..... SI E' COSI, SONO DISPERATA.... adesso vado a mangiare :)) passo e chiudo peipiinii! al prossimo capitolo :)
  
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