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Autore: Balestra    04/09/2012    0 recensioni
[Elsword]
Per Solace, sembra la fine: un processo di desertificazione si sta spandendo, a partire da Besma, a tutto il continente, distruggendo ogni forma di vita e trasformando la ricca regione in un luogo inospitale ed inadatto alla vita. L'unico modo per ridare linfa vitale ai territori è creare un grosso Cristallo di Eldrit: chiunque lo farà, avrà una ricompensa. Cacciatori di Eldrit da ogni angolo di Solace si mettono alla caccia dei frammenti del prezioso cristallo. E uno di questi, Kuron, un cacciatore parecchio pieno di sé, è il protagonista di questa storia.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frammento 04: Battaglia Aerea

 

Lo colpisco tra le scapole con il manico della lancia, freddo metallo che impatta contro la sua schiena, provocando un orrido rumore di ossa schiantate; gemendo, cade a terra, senza più muoversi. Bene, uno è andato... ne rimangono troppi. Mi piego sul Corvo che ho messo al tappeto, slacciandogli l'armatura; non credo che ora come ora gli serva. Fortunatamente il magazzino non è molto sorvegliato e, altrettanto fortunatamente, l'Eldrit è stato portato proprio qua dentro, quando lo hanno tirato su con le carrucole. Probabilmente è verso il centro della stanza, almeno da quanto ho potuto vedere durante il mio ingresso clandestino sull'aeronave. Termino di indossare l'armatura, una cotta di maglia ad anelli color rosso scuro con un grosso corvo nero al centro, ali spiegate e occhi giallastri e minacciosi; fisso nuovamente il corpo a terra: se lo vedono qui, capiranno che qualcosa non va. Dovrei disfarmene, insieme alla mia armatura semidistrutta... mi guardo intorno. La stiva dell'aeronave è una grossa stanza colma di container di ogni colore e dimensione, ammassati alla buona contro le pareti in lamiera nerastra, stipando così tanto il luogo da trasformarlo in una specie di semi-labirinto. Un classico, nulla da dire. Appoggio la lancia ad un container e afferro il tipo svenuto, guardandomi intorno: dove posso metterlo? Un luogo non sospetto e... -COSA FAI QUI?!- una voce. Mi volto di scatto; un altro Corvo mi punta un fucile contro, il dito sul grilletto, pronto a sparare. Merda, mi hanno beccato... -CHI SEI? COME SEI ARRIVATO QUI?- mi chiede. Anzi, grida. Se continua così attirerà tutte le altre guardie del magazzino, il che non è per nulla buono: devo ucciderlo, ed in fretta. -ALLOR...- la frase rimane troncata a metà: il corpo del suo commilitone svenuto copre l'esiguo spazio tra di noi, investendolo e sbattendolo a terra. Scatto verso il container, afferro la lancia e mi metto con le spalle contro di esso; altri passi. Due... tre... quattro. Cazzo. Sono in trappola. -Che succede qui?- grida qualcuno. Una risposta soffocata e poi silenzio; non li sento più parlare. Sporgo la testa, lentamente; -AH, ECCOLO!- grida uno dei quattro; le canne dei fucili rimbombano e uno scoppio mi avverte che hanno appena deciso di impallinarmi; mi riparo nuovamente, sentendo i proiettili fischiare a poca distanza dalla mia spalla. Merda, sono in trappola... non ho nemmeno mana per usare qualche skill. -FORZA, VIENI FUORI!- ordina il tipo che continua a strillare, imperterrito. Urgh... i miei timpani... altri proiettili, sparati a scopo intimidatorio. E ora come cazz... hey, hey. Cos'è questa? Ficco una mano nella tasca dell'armatura appena presa; i polpastrelli sfiorano una piccola bottiglietta di vetro. La tiro fuori, esaminandola... non ci credo... è colma di liquido blu scintillante, chiaro. Una pozione di mana! Ehehehehe, ora ci divertiamo. La stappo e me al porto alla bocca, trangugiandone il contenuto, che scivola gelato lungo la gola, invadendomi il corpo, come se mi fossi immerso nell'acqua gelata. Bene e ora... stringo con decisione la lancia e, rapidamente, salto fuori dal mio riparo. -ECCOLO, SPARATE, SPARAT....- si blocca. Gli occhi, anche sotto la maschera, si riempono di terrore: una enorme spirale di fuoco divora al distanza che ci separa, guizzando di fiamme pulsanti, rosse, gialle e arancioni, emanando un calore insopportabile, scaturendo dalla mia lancia. Urlano, cercando di scappare... idioti. Potevano pensarci prima di spararmi. -Oggi abbiamo Corvi arrosto, nel menù.- dico, quando l'attacco si è esaurito. La via ora è completamente annerita dal fuoco, così come i container e, sopratutto, i corpi di quegli idioti, ridotti a nere forme contorte. Scuotendo la testa, attraverso quel corridoio e mi chino sui cadaveri, frugando con le mani nelle tasche; le pozioni di mana sono intatte, ottimo. Le prendo tutte e quattro, ficcandomele nella cintura. Ora la stiva dovrebbe essere sgombra... riprendo a camminare, stavolta non curandomi del rumore, tra quel labirinto di scatole, scatoloni e altra roba, tutti oggetti razziati chissà dove. Su qualche cassa vedo il marchio della dogana di Altera... quello non è il sigillo di Lord Robo? I miei passi risuonano per tutta la stanza, regolari, eppure nessun altro si fa vedere... strano che nessuno abbia sentito il casino di prima. Altrettanto strano che vi siano solo quattro Corvi a proteggere il bottino della giornata... l'Eldrit, il MIO Eldrit. Ed eccolo là. In uno spiazzo stranamente libero da ogni altro oggetto, adagiato su un fianco, rilucente di energia verdastra, il prezioso cristallo se ne sta incustodito, aspettando che io me lo prenda e... e... e... CAZZO! Cosa ci faccio con l'Eldrit, qua sopra?! Sono a chissà quanti chilometri di quota, magari lontano da ogni centro abitato.... mi avvicino al prezioso monolite, sfiorandolo con le dita, ricevendone in cambio una sensazione di pace e tranquillità, una placida calma. Respiro a fondo. Calmiamoci, calmiamoci... mi basterà aspettare che atterrino e poi svignarmela di nascost... Ma che cazzo sto dicendo?! A quel punto sarei fottuto, mi ritroverei circondato nel loro stesso covo. No, no, no. Devo usare la testa. Mi passo una mano tra i capelli, appoggiandomi alla lancia e, nello stesso tempo, continuando a fissare i guizzi di energia nel grande cristallo, animato da quegli sprazzi di luce continua, cangiante, blu e verde. Rimango così per qualche minuto, senza che mi venga in mente una soluzione decent... -A TUTTO L'EQUIPAGGIO, ATTENZIONE. UN INTRUSO SI È INTRODOTTO NELL'AERONAVE. SCOVATELO ED ELIMINATELO.- balzo in piedi, stringendo con forza l'arma e guardandomi freneticamente intorno: la voce è uscita da qualche altoparlante nascosto e parlava di un certo intruso... chi sarà mai? C'è qualcun altro oltre a me, qui dentro? Strano, eppure... -Eccolo lì! Prendetelo!- ah, ma quindi l'intruso sono io. OH, CAZZO! Due spadaccini dei Corvi mi si affiancano, le sciabole scintillanti e terribilmente affilate che sibilano nell'aria, avvicinandosi al mio petto; d'istinto, afferro la lancia con entrambe le mani, piazzandola in orizzontale. Con un forte stridio metallico le lame impattano contro il manico della mia arma,, producendo una marea di scintille; i due barcollano all'indietro, sorpresi, agitando inutilmente le braccia per non perdere l'equilibrio. In un attimo gli sono addosso, la lancia in resta che trapassa le loro corazze leggere senza sforzo, conficcandosi nel petto di uno che, con uno spasmo, crolla all'indietro in una serie di zampilli di sangue. Un movimento alle spalle... l'altro! Qualcosa di freddo, metallico mi colpisce tra le scapole, facendomi cadere in avanti. -Fottiti...- sussurro, girando su me stesso rapidamente e afferrando il mio avversario per la mascherina, strattonandolo a terra. Anche lui crolla a terra, la lama che scivola via. -...fa freddo, qui. Scaldiamo l'ambiente?- con un sorrisino, incanalo il mana nella mano. Si agita, sentendo il palmo diventare rovente; infine, il pugno lo colpisce in pieno viso, accompagnato da una scia di bruciante fuoco, che lo manda a sbattere violentemente contro un container, un suono di ferro stridente. Mi rimetto in piedi, afferrando la lancia e massaggiandomi la parte colpita. Questi dannati bastardi non sono alla mia altezza, ma se sono tanti e, sopratutto, se li sottovaluto potrebbero farmi molto male ed io vorrei avere tutti gli arti a posto, quando sarò fuori di qui con l'Eldrit. L'unico modo è prendere i comandi di questa trappola di metallo volante e portarla a Ruben, dove potrò vendere questo pietrone. Quindi, per prima cosa, usciamo di qui, poi cercherò questa sala comandi... mi guardo intorno. I container e le casse formano una serie di corridoi che si diramano a casaccio. Bel problema, e ora come faccio? Ho pure ucciso tutte le guardie. Questo è DAVVERO un bel problema, l'ennesimo. Sospirando, punto il dito su uno dei cinque corridoi... non vorrei farlo, ma... -Amba... amba... ambarabà... ci...cì... NO, NON CE LA FACCIO!- cado in ginocchio, disperato. Rimarrò qui per sempre, finché non verrà un esercito di quei fottuti mercenari a prendermi! No, non devo abbattermi. Sceglierò il mio numero fortunato il... sei. Vaffanculo. Scatto in avanti, prendendo la strada davanti a me; il rumore degli stivali sulla lamiera rimbalza per tutta la stiva, metallico e continuo, raschiante, che mi trapana le orecchie. Un Corvo gira l'angolo; i nostri sguardi si incrociano e tenta di estrarre il fucile dalla fondina: senza fermare la mia corsa, lo colpisco col manico della lancia sul viso, rompendogli la maschera e facendolo crollare sul freddo pavimento di ferro, mentre giro bruscamente a destra. Altri due Corvi, stavolta sparano una selva di proiettili; sento i colpi rimbalzarmi sull'armatura, intaccandola. Uno perfora la corazza sul petto, con uno stridore metallico, minacciando di trapassarmi lo sterno; arrivo infine davanti ai due che tentanto inutilmente di bloccarmi con le loro armi. La forza della corsa impressa nella lancia mi permette di sfondare completamente la gabbia toracica ad uno di loro; l'altro si accontenta di un sinistro inguantato nella maglia di ferro sullo stomaco, stramazzando esausto contro un container. Mi libero del cadavere rimasto infilzato, mentre dietro sento il clamore di altri soldati, spade estratte e fucili caricati. Mi inseguono. Fa che sia la strada giusta, fa che sia la strada giusta, fa che sia la strad... spunto davanti alla porta. Mi volto di scatto... cinque strade sboccano contemporaneamente nello stesso punto, convergendo sull'uscita della stiva. Mi blocco. Tutto questo casino... per nulla?! Ah, non ho tempo per incazzarmi! Apro la porta e, proprio quando i miei inseguitori spuntano dal fondo di un corridoio, me la chiudo alle spalle, premendo un pulsante rosso. Si sa che i pulsanti rossi fanno sempre qualcosa di utile; una saracinesca piomba davanti al portone, serrandolo e impedendo ai Corvi di raggiungermi... almeno in tempi brevi. Mi appoggio alla parete, ansante. Devo muovermi, ho poco tempo. Sposto lo sguardo lungo le pareti, finché non vedo un cartello bianco con lo stemma dei Corvi, al cui centro campeggia una freccia bianca, con scritto sopra “Sala Comandi”. Beh, credo che questo risolva uno dei miei problemi più impellenti. Prendo a camminare lungo il corridoio, lasciandomi alle spalle la porta sbarrata, nel silenzio più totale; ad intervalli regolari sono poste grosse vetrate che mi permettono di guardare all'esterno: nuvoloni bianchi che si addensano sul cielo ormai tinto di un rosso brillante dal sole che tramonta; sporgendomi riesco anche a distinguere una grossa foresta bluastra che si estende fin dove l'occhio arriva, dominando incontrastata il territorio. Continuo ad avanzare, la lancia ben stretta in mano, pronto a combattere; ora che ci penso, sono anche senza mana... forse dovrei bere una pozione. Ne stappo una, ingerendo il liquido bluastro, per poi gettarla in un angolo. Il rumore di vetro infranto squarcia il silenzio; mi irrigidisco. Delle voci. Mi hanno trovato? Ma dove sono? Io non ved... oh, cazzo! Quindi quella non era una parete, ma una porta? E io che ne sapevo?! -ECCOLO! PRENDETELO!- neanche il tempo di alzare il fucile che ne afferro uno per il volto e, con tutta la mia forza, lo scaglio contro il vetro; il suo urlo si spegne lentamente, mentre precipita nel vuoto assoluto. -Sparat...- senza che riesca a terminare la frase, lo trapasso con la lancia, spingendolo contro la porta, sbattendolo addosso alla torma di altri Corvi che si stanno ammassando dietro di lui. -STATE DIVENTANDO PALLOSI, CON QUESTE FRASI! TUTTE UGUALI! SAPETE DIRE ALTRO?!- mentre lo grido, punto l'arma contro il folto gruppo di nemici. Senza aspettare un secondo, questa viene avvolta dalle solite fiamme che si tendono in avanti, avvolgendo tutti i miei avversari rinchiusi in quello spazio angusto, bruciandoli senza pietà. Mentre prendono allegramente fuoco, salto contro quella porta, cercando a tentoni il pannello per chiuderla, anch'esso mimetizzato. Tasto tutta la parete con foga, senza trovare nulla; infine, scattando all'indietro, tendo la lancia -AL DIAVOLO!- e, quando questa viene avvolta da spirali di energia, la conficco nel punto dove dovrebbe la porta dovrebbe essersi ritirata, squarciando la lamiera e, una volta fatta presa, riportandola al suo posto con la forza, tagliando il muro. Si chiude con un tonfo. Merda, ho sprecato fin troppo tempo qui... senza attendere oltre, parto di nuovo in corsa, senza fermarmi davanti a nulla. Non incontro nessun altro nemico, nemmeno una sentinella. Sono sempre più vicino alla sala comandi. Finalmente, mi blocco davanti ad una grossa porta serrata. La scritta che scintilla in alto, illuminata dal neon, non lascia dubbi: “Cabina di pilotaggio”. Ci sono, finalmente. Non ho tempo di bussare, perciò... uh, farà male... prendo la rincorsa, preparandomi all'impatto. La spalla, anche se ricoperta dalle spalline, fa un male cane; impreco tra i denti, finendo a faccia in avanti, la porta sfondata dietro di me. -Vaff... porta del ca...- la frase rimane troncata a metà. C'è qualcun altro, qui dentro. Alzo lo sguardo, mettendomi in ginocchio. Si è appena voltato, guardandomi con due occhi color oro, brillanti di collera. Ha delle vistose cicatrici lungo il corpo, due che gli attraversano il petto, una che lo sfregia brutalmente in viso; i capelli sono di un color nero notte, ribelli. Ma quello che salta all'occhio è, senza dubbio, il suo braccio destro. Che razza di abominio è quell'affare? Cosa diavolo può essere quell'arto in metallo, chiaramente innaturale. Non umano. Non ho mai visto nulla del genere.-Chi sei? Cosa ci fa qui?- ringhia, portando la mano sana all'impugnatura della spada che gli pende da un fianco. Mi rimetto in piedi, passandomi una mano sulla spalla intorpidita dall'impatto, ricambiando lo sguardo sprezzante -Sono Babbo Natale e sono venuto a prendere questa nave per consegnare tanti bei regali ai bambini di tutta Elios.- gli rispondo, tagliente, mentre gli punto la lancia contro -Se farai il bravo e mi aiuterai ti farò fare una foto con i mie Poru-Renna, eh?-. Un sibilo, vento che si sposta. Alzo l'arma d'istinto, appena in tempo per udire un clangore d'acciaio su acciaio e una pressione insopportabile sulla lancia; il suo viso è poco distante dal mio, rabbioso. -Chiunque tu sia, hai fatto un grave errore a metterti contro di me.-

-Ma non mi dire..- sibilo, allontanandolo con uno spintone e mettendomi a distanza di sicurezza. Quanto cazzo è veloce? Non lo ho nemmeno visto arrivare! C'è qualcosa in lui... nella sua voce che sembra quasi metallica... di nuovo quella corrente d'aria. Mi appare di lato, la spada pronta per un affondo. Scatto lateralmente, evitando per un soffio di ritrovarmi con un fianco squarciato; la spada striscia appena sull'armatura, incidendola. -Dannato bast...- qualcosa di duro mi afferra per lo stomaco. Qualcosa di affilato. Sfonda l'armatura, al centro, senza la minima difficoltà, arrivando fino al petto, graffiandomelo appena. Dolore... merda... merda... abbasso lo sguardo. La sua mano... la sua fottuta mano robotica... gemo, mentre sento il suo palmo scaldarsi. Non dirmi che può anche sparare? No, cazzo... NO! Tendo la lancia verso di lui, ruotandola selvaggiamente; il manico impatta brutalmente contro la sua guancia, facendolo piegare lateralmente; un nuovo colpo di manico, stavolta sul lato opposto. Infine, un ultimo colpo alla spalla, che lo fa barcollare all'indietro. Mi getto a terra, appena in tempo: sopra di me, dalla sua mano, si genera una grossa sfera di fuoco che schizza in avanti, andando a colpire una parete, bruciacchiandola. Mi tiro in piedi, ansando. -All... allora, stronzo? Che... che mi dici?- ansimo, stringendomi il punto dove mi ha ferito. Fortunatamente gli artigli mi hanno colpito solo superficialmente. -MUORI!- la corrente d'aria, stavolta, non mi basta per reagire. Mi è addosso. Due fendenti in rapida sequenza, che mi lacerano l'armatura, senza però raggiungere la pelle; un pugno metallico sullo stomaco ed, infine, un secondo colpo sotto il mento. Mi sento sollevato. Volo verso l'alto, sbattendo contro il tetto di lamiera con inaudita violenza. Poi, cado di nuovo. Oh, cazzo... mi fa... male tutto... un nuovo pugno. Stavolta in piena schiena. Una vetrata sopra di me. Mi sta... mi sta portando fuori? Neanche il tempo di pensarlo che il vetro mi si infrange attorno; aria fresca. Correnti ventose che mi colpiscono la pelle. Cado sull'acciaio. Siamo sul tetto dell'aeronave. Alzo gli occhi verso il mio rivale che mi sovrasta, la mano brillante. -Chi... chi sei, dannato bastardo?- sussurro -Che roba è... quella?-

-Mi sembra giusto che tu voglia conoscere il nome di colui che ti spedirà all'inferno. E sia: il mio nome è Raven e sono un servo del sommo Re Nasod, che mi ha salvato la vita donandomi questo arto. Imprimiti questo nome nella mente: sarà l'ultimo che ricorderai.-

-Ehehehe...-

-Perché ridi?! Stai per morire!-

-Rido...- ansimo -...perché voi stronzi, quando vi credete in vantaggio, partite con queste dannate litanie. E mi date il tempo...- la lancia emette il raggio di fuoco, investendolo in pieno e scagliandolo all'indietro -...di contrattaccare.- gli arrivo addosso. Pugno sullo stomaco, manico in viso, calcio sulle ginocchia, affondo di lancia che gli strappa l'armatura e gli graffia il petto. Ci separiamo.

-Sei pronto per il secondo round... Raven?-

  
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