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Autore: hikaru90    04/09/2012    1 recensioni
dall'odio...all'amicizia...all'amore! L'evoluzione del rapporto tra Dan e Blair a suon di fanfiction! "Ricordava benissimo la prima volta che l’aveva incontrata. L’aveva guardato con sguardo sprezzante, come se fosse il peggiore dei criminali, e l’aveva liquidato con poche semplici parole, prima di trascinare una Serena non del tutto lucida dentro un taxi."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Dan Humphrey | Coppie: Blair Waldorf/Dan Humphrey
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
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Dan:Stai bene?
Blair:Penso di aver iniziato con il piede sbagliato e voglio ricominciare, quindi…grazie per avermi portata, Humphrey.
Dan:Oh…bè si si…ho pensato che se mi fosse servito, qualcuno avrebbe fatto lo stesso per me, anche se so che non saresti stata tu…oh, niente cerchietti al college, ok?




Di Blair Waldorf si potevano dire molte cose. Soprattutto negative.

Dan Humphrey lo sapeva bene. Fin troppo forse, dato che aveva testato personalmente più di una volta il potere distruttivo e implacabile di quel mostro da passerella.

Ora, non che provasse un minimo di interesse per lei, ma dopo averla vista in facoltà per tre settimane di fila senza uno straccio di amico e con la sola compagnia del suo BlackBerry, suo malgrado dovette ammettere di essere un po’ dispiaciuto per lei.

Non che lo sorprendesse sul serio il fatto che non si fosse fatta degli amici. Tutt’altro.
Col carattere superiore e altezzoso che si ritrovava, era in grado di allontanare le persone a priori, indipendentemente dalla loro volontà.
E poi, per quel che ne sapeva, Blair non voleva farsi degli amici, se questo significava stare in stretta compagnia di gente comune. E di questa gente, l’NYU era piena.

Però la vedeva, seduta tra i primi banchi, durante la lezione di Filologia Romanza, mentre prendeva appunti nel suo taccuino; e sebbene la cosa non dovesse importargliene minimamente, pensò che deve essere molto triste per una persona passare un intera giornata al campus senza scambiare battute con qualcuno che non sia un professore.


Inoltre –doveva ammetterlo - se nessuno all’università la avvicinava, in parte era colpa sua.
L’aveva messa in ridicolo alla festa per le matricole per prendere ingenuamente le difese di Georgina Sparks, convinto sul serio che lei fosse cambiata e che stesse soltanto cercando di rimediare ai danni passati, e che Blair stesse in tutti i modi tentando di sabotarla. E sebbene fu abbastanza previdente da capire che le intenzioni della Sparks erano tutt’altro che innocue, non lo fu abbastanza da impedirgli di fargli fare la figura dell’idiota. Non solo perché le aveva creduto, ma anche perché aveva punito ingiustamente Blair che, per una volta, non aveva colpe così gravi da meritare una pubblica umiliazione.

Quindi, anche se era seccante ammetterlo, gli toccava chiederle scusa.

Il problema era come.



L’opportunità per farlo gli si presentò – più presto di quanto si aspettasse, in realtà – proprio dopo la lezione di Filologia Romanza, dato che il logorroico professor Scott quella mattina aveva deciso di dimezzare la lezione poiché “impegnato in faccende delicate e personalissime”.

Notando con la coda dell’occhio che, mentre il professore lasciava l’aula, Blair era ancora seduta ai primi banchi ad ordinare fogli spaiati, Dan prese una bella boccata d’aria e, zaino in spalla, le si avvicinò lentamente.

“Waldorf”
Riconoscendo la sua voce, ma senza staccare gli occhi dai fogli che stava raggruppando in un plico, Blair gli rivolse un brusco cenno, per poi replicare freddamente: “Humphrey. A cosa devo l’onore della tua presenza?”

Dan partì a raffica.
“Bè ecco…ricordi due settimane fa’? Quando ti ho umiliato pubblicamente in terrazza davanti a praticamente mezza facoltà? Non è stato un bel momento, eh? Bè…per quanto sia assurdo, volevo scusarmi per come mi sono comportato. Sono stato ingiusto, oltre che ingenuo, e ti ho dato colpe che non avevi. Non meritavi il trattamento che ti ho riservato. Lo so che, non essendo tuo amico, tecnicamente non ho l’obbligo di scusarmi; ma sento che, se non lo faccio adesso, i sensi di colpa ben presto mi divoreranno. Che posso farci? Sono sempre il solito moralista.”

Blair si immobilizzò per qualche istante, soppesando le parole dell’ Humphrey. Certo, ne aveva sentite di scuse migliori. Più brevi innanzitutto, e forse più formali. Ma per lo meno era stato sincero, e aveva un senso morale a dir poco disarmante. Perciò non si sorprese quando, poco dopo, gli rispose: “Se serve a farti sentire meglio, ti perdono, Humphrey. Ma ora sparisci! Ho cose ben più importanti da fare, che parlare con te. L’hai detto tu, non siamo amici, quindi ora che ho formalmente accettato la tua richiesta di scuse e ho appagato il tuo ego, puoi pure tornartene da dove sei venuto…”

Ma Dan non se ne andò.
Era andata meglio di quanto si aspettasse, sì, ma mentre la osservava, Dan si ritrovò a pensare che, con qualche piccolo sforzo, non sarebbe stato poi tanto difficile per Blair piacere alla gente.

Era vero che rimaneva un tipo poco avvicinabile, ma se qualche volta avesse rinunciato ad abiti, tailleur e scarpe col tacco per indossare abiti forse non meno costosi, ma almeno più comuni, avrebbe suscitato almeno qualche simpatia.
Ma probabilmente ostentare la propria diversità ai quattro venti rientrava tra gli obblighi di una Waldorf, e rinunciare agli amati Givenchy, Valentino e Mark Jacobs solo per piacere al popolino dell’NYU, costituiva un sacrificio troppo grande.

Ora che la osservava meglio però, notò che una rinuncia, seppur minuscola e relativamente insignificante, l’aveva fatta, e senza neanche accorgersene, Dan finì per sorridere.

“Bè? Che ci fai ancora qui? Forse non sono stata chiara quando ti ho detto di sparire dalla mia vista?” proruppe Blair, guardandolo storto.
“No, no, sei stata chiarissima. Solo che ti stavo osservando e…bè, mi sono accorto che anche se abito a Brooklyn e, come dici tu, ho un senso estetico equivalente a quello di un bradipo, i pochi consigli che ti do li stai a sentire.”
“Perdonami Humphrey, ma credo di aver sentito male. Quando sarebbe successo che TU mi avresti dato un consiglio e che IO ti avrei non solo ascoltato, ma addirittura messo in pratica le tue parole? Se è uno stupido tentativo di fare una battuta, spiacente, ma non è divertente. Ora sparisci, e sul serio stavolta!”
“Come vuoi” sospirò Dan, voltandole le spalle e dirigendosi verso l’uscita, dove l’aspettava una Vanessa un po’ sorpresa. “Ci si vede in giro, allora.”
“Non contarci troppo” rispose Blair con una voce talmente bassa da essere appena udibile.

E mentre insieme all’amica raggiungeva la mensa, Dan si sconvolse nel pensare, irrazionalmente e contro ogni logica, che stava proprio bene senza cerchietto.




Avanti! Chi non ha notato che, dopo l’affermazione di Dan della 3x02,diventano sempre più rare le volte in cui vediamo Blair col cerchietto! Semplice casualità?
in realtà questa ff avevo intenzione di pubblicarla più avanti, ma dato che, per un crudele scherzo del mio computer (o mio?) ho perso il file che conteneva la ff che volevo pubblicare, eccoci qua!
un saluto!
  
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