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Autore: Jillian Greenleaf    20/03/2007    2 recensioni
Un giorno come tanti altri, con le solite litigate e i soliti segreti pericolosi... un giorno dove qualcosa potrebbe cambiare la vita dei nostri amici. FF scritta a 4 mani, siate clementi!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Takao Kinomiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao e grazie a tutti per i commenti

Ciao e grazie a tutti per i commenti! Mi ha fatto molto piacere e vorrei rispondere a coloro che chiedevano se la storia è stata tratta dal film di Freaky Friday: si! Ci saranno vicissitudini particolari e spiazzanti che metteranno a dura prova il carattere (e i nervi) dei nostri amici! Quindi non resta che augurarvi un buon proseguimento di lettura!

 

 

2. Scambio di corpi

 

Dopo aver attraversato correndo l’intero quartiere si ritrovò ad avere qualche muscolo indolenzito. Effettivamente non era una cosa tanto strana, per lo meno non più strana di quella situazione poiché quello non era il suo corpo!

Kei Hiwatari, il grande campione russo, si era risvegliato alle 5.15 di quella mattina nel corpo di un altro.

E quel corpo, non essendo abituato alla sua solita velocità e a tutti quei movimenti che dopo gli anni trascorsi ad allenarsi nel monastero in Russia gli venivano oramai spontanei, era parecchio indolenzito.

Ci mise parecchio più tempo del previsto a raggiungere la sua villa e vi entrò senza troppi problemi, scavalcando il cancello ed evitando tutti i sistemi di sicurezza che ormai era abituato ad eludere.

Per entrare in casa dovette faticare un po’ di più: sapeva bene che la finestra al terzo piano veniva lasciata aperta la notte, ma arrampicarsi senza far scattare i sistemi di sicurezza con quel corpo era parecchio difficile.

Entrato in casa, attento a non far rumore, raggiunse ben presto la sua stanza. Aveva lasciato lì il suo corpo ma non gli interessava minimamente come questo fosse stato possibile: doveva riprendere le sue sembianze e questo era tutto.

-hei, sveglia, sveglia!- borbottò tentando di non svegliare nessun’altro a parte colui che dormiva beato nel suo corpo.

Ma tutto fu vano: quell’essere continuava a dormire, russando e talvolta borbottando nel sonno. Fu allora che il russo lo scaraventò giù dal letto e solo allora l’altro si svegliò.

Strofinandosi gli occhi ancora assonnati guardò per qualche istante la stanza in cui si trovava per poi guardare la radio-sveglia: non erano nemmeno le 6 del mattino.

-insomma nonno, si può sapere perché mi hai svegliato così presto?- borbotto scocciato

-non so se te ne sei accorto, ma c’è qualcosa che non va!- disse il russo al che l’altro alzò lo sguardo: davanti a se, con le braccia incrociate e un’espressione a dir poco glaciale, vide se stesso.

-ha ha, bello scherzo nonno, complimenti!-

-sei incorreggibile! Non ti sei accorto di qualcosa che non va nella tua voce?- chiese il russo

-no, perch…che cavolo? Questa non è la mia voce!-

-meglio tardi che mai, Takao!-

-hei, aspetta un attimo, fammi capire…si, cioè, sono morto e tu sei il mio spettro, giusto?-

-no, io sono Kei! E tu sei nel mio corpo!-

-…COSAAA?- allora Kei si fiondò su di lui tappandogli la bocca:

-in questa casa non si urla, chiaro?!- bisbiglio, tant’è che nell’oscurità della sua stanza, con la voce così bassa e quegli occhi assassini sembrava veramente un fantasma.

-scusa, ma che diamine sta succedendo?- chiese allora Takao osservando i vestiti che indossava, notando che, effettivamente, erano quelli dell’amico.

-non ne ho idea, l’importante è tornare ciascuno nel proprio corpo!-

-questa volta non posso darti torto però…aspetta un attimo!- disse alzandosi in piedi e mettendosi di fronte a Kei nel suo corpo:

-che c’è?- chiese il russo al che Takao sorrise:

-sono più alto di me!!!-

-non ho parole…siamo seri, come facciamo a tornare normali?-

-ha, non lo so!- rispose Takao nel corpo di Kei mentre l’altro si sedeva sul letto: quel corpo da strapazzo non era abituato al minimo sforzo.

-esaminiamo la cosa: cos’è successo ieri?- chiese il bel russo in un corpo che poco gli si addice

-vediamo…ho mangiato tre fiorentine, due porzioni di ramen, Max mi ha spruzzato di maionese…-

-non intendevo questo, idiota!- alla fine, dopo aver analizzato la loro precedente giornata, arrivarono alla conclusione che doveva esserci lo zampino di coloro che avevano organizzato il pranzo al ristorante cinese.

-e ora che facciamo, Kei?-

-non ne ho idea, non possiamo mica andare avanti così!-

-già che ci siamo direi di far finta di niente!-

-ottima idea Takao, così tu sarai il bersaglio mobile e io il pagliaccio del quartiere, non ci penso nemmeno!-

-scusa amico, ma che vuol dire bersaglio mobile?- il russo stralunò gli occhi

-niente, mi è uscito così!- si limitò a dire così da obbligare Takao a proseguire:

-ascoltami bene, russo da strapazzo, mi vuoi dire che sta succedendo?-

-come sarebbe a dire?-

-non parli mai così per dire, ti conosco!- da quando Takao era così perspicace?

-su questo avrei dei dubbi!- rispose freddo il bel russo dubitando che l’amico lo conoscesse bene come sosteneva

-sul fatto che non parli mai così per dire?- sì. Era proprio il solito stupido Takao

-senti, lasciami in pace e tentiamo di trovare una soluzione al problema, ora dobbiamo concentrarci solo su questo!- lo zittì Kei

-beh, non ci resta altro che fare a cambio!- aggiunse Takao, proprio non sopportava che l’amico lo trattasse così! Ma chi si credeva di essere?

-sarebbe a dire?- intervenne Kei

-io fingerò di essere te, tu fingerai di essere me, poi andremo dal presidente Dai-tenji a chiedere spiegazioni, la BBA non apre prima delle 11!-

-detesto quest’idea, ma non c’è altro da fare…allora è il caso che t’informi di alcune cose!-

-sta tranquillo, andrà tutto alla grande! Ora però…dato che siamo a casa tua…posso sapere dov’è il bagno?-

-non ci posso credere…-

-ooohhh…senti, a tutti capita di dover andare al bagno!-

-hem…sali le scale in fondo al corridoio e raggiungi il terzo piano, fa’ attenzione a non farti vedere ne sentire, la seconda porta a sinistra è il bagno…cerca di muoverti e sta attento!-

-ok, grazie!- disse Takao correndo in direzione del bagno, cercando di fare meno rumore possibile.

Kei, in camera sua, nel corpo di Takao, continuava a ripetersi che non era possibile, non ora che aveva ritrovato quello a cui più teneva, non ora che si trovava in pericolo…

D’altro canto nemmeno a Takao piaceva molto la situazione, ma se le cose stavano così allora bisognava darsi da fare e risolvere la questione il più in fretta possibile. Infondo che ci voleva a fingersi Kei? Bastava ripetere sempre “non sono affari tuoi” ed evitare gli altri. Sotto quest’aspetto sarebbe stato facile, ma non immaginava nemmeno lentamente quali segreti nascondeva il russo!

Tornato dal bagno, più allegro di prima dopo essersi scaricato di un impellente bisogno, dovette però nascondersi: qualcuno stava uscendo da una delle stanze di quell’immensa villa. Se ne accorse notando la maniglia che si stava lentamente abbassando e subito si fiondò dietro una sporgenza nel muro.

Era stato così rapido che quasi non riusciva a crederci…quel corpo era fantastico!

Quando poi il pericolo sembrò passato corse verso la stanza dove aveva lasciato l’amico e per poco non si perse nei corridoi.

-si può sapere quanto ci hai messo?- bisbigliò l’amico seduto comodamente sul letto

-ma tu guarda, non posso nemmeno andare al bagno ora?-

-sfotti poco Takao, abbiamo un grosso problema!-

-beh, almeno…hei, non ti ho mai sentito parlare così tanto!-

-…possiamo fare i seri?-

-he?- in quello Kei iniziò a preoccuparsi veramente: non ci sarebbero mai riusciti!

-allora, devi sapere che…-

-aspetta un attimo!-

-ma insomma Takao, si può sapere che c’è ora?-si trattenne dall’urlare.

Lo sguardo di Takao era caduto sulla foto che il russo teneva sempre sul comodino. La cornice era piuttosto arrugginita e la foto pareva bagnata. Vi era immortalata una donna bellissima, sorrideva in mezzo alla neve, pareva aspettare qualcuno. I capelli argentei le scendano sulle spalle e gli occhi dello stesso colore erano spalancati, le perfette labbra aperte in un sorriso sincero. Sullo sfondo s’intravedeva chiaramente la piazza centrale di Mosca e gli alberi erano ancora ricoperti di neve. Tuttavia la donna indossava abiti all’apparenza piuttosto leggeri: una giacca  nera decorata don filamenti di lana e una sciarpa bianca, molto simile a quella indossata quotidianamente da Kei. Teneva le mani dietro la schiena ma essendo di profilo risaltavano alla vista i suoi guanti, anche quelli indossati poi dal russo…

Takao s’era letteralmente incantato a guardarla.

-quella…ah, che vuoi saperne tu!- ma le parole del russo non avevano raggiunto il giapponese.

-Takao?- lo chiamò allora Kei, notando che non rispondeva alla provocazione. Doveva aver trovato qualcosa di veramente interessante oppure…

Quando il giapponese si voltò verso l’amico lo fissò con un gran sorriso:

-sento…sento odore di cibo!!!!!!- disse allora. Era proprio uno stupido secondo Kei, ma nemmeno lui sapeva la verità.

Kei annusò l’aria ed effettivamente lo raggiungeva un buon profumo: Raily doveva essersi già messo all’opera!

S’alzò, afferrò Takao per il colletto e lo attirò a se:

-ora ascoltami bene, per nessun motivo dovrai uscire da questa stanza, chiaro?-

-cosa? Ma io ho fame!-

-ma lo capisci che se ti devono capiranno subito che c’è qualcosa che non va? Che non sono io?-

-scusa, ma che intendi?-

-Raily è il mio maggiordomo da quando ero piccolo, mi conosce meglio di chiunque altro. Se ti vede stai pur certo che succederà un caos!-

-tu hai un maggiordomo? È lui che sta cucinando?-

-esatto, ma ricorda che nessuno deve vederti!-

-ok ok, ho capito, vediamo il resto dato che ci tieni tanto!-

-è meglio che tu sappia che in questa casa ci sono regole che non devono essere violate. Non parlare mai con nessuno, sii freddo e distaccato anche con Raily, se qualcuno ti chiede qualcosa, tu vattene come se nulla fosse. Non dimostrare mai affetto nei confronti di qualcuno e se vuoi dire qualcosa, qualsiasi cosa, non farlo!-

-ok, ho capito!-

-sicuro?-

-si, ora tocca a me! Devi sempre vincere tutte le sfide, imitarmi alla perfezione, litigare con mio nonno e…-

-scusa amico, ma tu sei quello più prevedibile della squadra!-

-detto da te è un complimento e…accidenti!-

-che succede ora?-

-no, non funzionerà mai Kei!-

-che intendi dire?-

-oggi devo partecipare alle premiazioni di un torneo e forse dovrò anche usare il bey! Io..cioè, tu…insomma, non posso presentarmi così!-

-è un problema! Io non sono in grado di usare Dragoon…non puoi disdire?-

-anche se lo facessi ci sarebbero gli allenamenti con il prof kappa! E ora che si fa?- Kei era ancora sovra pensiero quando qualcuno bussò alla porta della sua stanza. Istintivamente il russo si nascose dietro le tende.

-…perdona l’intrusione Kei, volevo avvisarti che la colazione e pronta…sempre se oggi vuoi unirti a noi…-

-arrivo!- disse Takao nel corpo di Kei mentre quest’ultimo lo fulminava con lo sguardo da dietro le tende.

La voce che aveva precedentemente parlato si ritirò così, con solo il rumore dei passi nel corridoio. Non aveva aperto la porta e quindi, fortunatamente, non aveva notato la differenza con il vero Kei. Costui uscì così dal suo nascondiglio, trattandosi dal picchiare Takao.

-quello era Raily?- chiese Takao

-si…ed ora ti aspetta di sotto!-

-finalmente si mangia!-

-possibile che tu non sappia pensare ad altro? Hai combinato un bel casino!-

-eh?- perché era così difficile farlo ragionare?

-ascoltami bene, ora dobbiamo cambiare i piani e non ho tempo per inventarmi dell’altro. Presta attenzione alle mie parole…-

 

(da adesso in poi, salvo qualche piccolo accenno per ricordare la situazione, scriveremo solo Takao o Kei, senza precisare che l’uno si trova nel corpo dell’altro e viceversa, altrimenti salta fuori un caos! Ora possiamo proseguire con la storia, grazie dell’attenzione! Nd Autrici)

 

Il piano di Kei poteva funzionare anche se a Takao non piaceva affatto!

Affacciatosi alla finestra vide l’amico scavalcare abilmente il cancello, senza essere visto. Allora si legò la sciarpa del russo attorno al collo e scese le scale verso la cucina. Kei gli aveva lasciato la piantina della villa così avrebbe potuto orientarsi meglio, ma in fatto di cucine Takao non aveva rivali!

Entratovi incontrò il famigerato Raily: un uomo ormai avanti con gli anni, in smoking, con due grossi baffi bianchi e un portamento nobile che lo fissava quasi sorridendo.

Sistemò una tazza di te’ fumante sul tavolo davanti a Takao, ancora nel corpo di Kei, e servì una fetta di dolce ad una figura all’altro capo del tavolo.

-ci grazi oggi?- chiese la figura, una ragazza, sorseggiando il suo te’.

Per un attimo il cuore di Takao smise di battere: quant’era bella quella ragazza?

  
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