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Autore: nande no ai    04/09/2012    2 recensioni
una storia romantica e drammatica.shoichiro odagiri. 17 anni, studente. il giorno in cui incontra shin, nuovo studente della scuola, percepisce subito il legame possessivo, quasi morboso, che li lega; shin è schivo, non si fa toccare da nessuno è non parla con nessuno. cosa succedera però quando i due comiciano ad avere dei flash che gli ricordano traumi passati che sono inspiegabilmente connessi? è la mia prima storia, nata come passatempo, e adesso vorrei dei commenti, visto che non sono molto esperta... grazie
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Il mattino dopo i due si svegliarono, si vestirono, mangiarono poco o niente per colazione e poi andarono a scuola chi a piedi e chi in macchina. Soichiro varcò il cancello della scuola, vide i suoi amici ma subito la voglia di andare da loro gli passò e decise invece di andare direttamente in classe. Da lontano loro lo guardarono rattristati.
- è veramente a pezzi - disse Mitsuhito.
- Dovremmo fare qualcosa- prosegì Hirofumi, quasi in procinto di piangere, stringendosi al fratello.
- No....ha solo bisogno di stare un po da solo- (Chiaki)
- Ma Chia...-
- LASCIATELO STARE! - urlò infine la ragazza zittendo tutti e andandosene.
Chiaki camminò con passo svelto verso l'edificio. Salì le scale per raggiungere la sua classe, ma prima di entrare sporse la testa in quella di fianco, dentro la quale uno spettacolo pietoso gli fece riempire gli occhi di lacrime. Dentro la classe se ne stava, con la testa sul banco, e un espressione dolorante guardando nel vuoto, Soichiro, o per lo meno quello che restava di lui. Si vedeva lontano un miglio che sarebbe scoppiato da un momento all'altro, che la lontananza di quel ragazzo per cui aveva provato tutto quell’ affetto, quasi morboso, lo distruggeva da dentro.
Chiaki avrebbe tanto voluto entrare e stringere forte l'amico, ma sapeva che non avrebbe risolto niente, anzi, forse avrebbe solo peggiorato la situazione. Cosi se ne andò, lasciando, anche se a malincuore, Soichiro da solo.
Quest ultimo passò tutte le ore di lezione guardando nel vuoto, nessuno osò avvicinarsi ho chiedergli quale fosse il problema. Perché, per quanto lo negasse anche a se stesso, il problema c'era ed era fin troppo palese. Nemmeno il professore ebbe la forza di rimproverare il ragazzo, che in quel momento pareva talmente fragile che qualsiasi cosa avrebbe potuto romperlo.
La campanella suonò, per l'ennesima volta, e tutti si alzarono per andare a pranzare. Tutti tranne Soichiro. Lui rimase lì. Immobile. Continuando a guardare nel vuoto, non avendo nemmeno la forza di reagire.
Sapeva che era stupido farlo così, quel ragazzo lo conosceva da poco più di un mese, ma non poteva farne a meno. Le immagini del giorno prima erano ancora vivide e dolorose nella sua testa.
Shin che ignorandolo, gli faceva chiaramente capire che per lui non rappresentava assolutamente niente, per poi vederlo andarsene in macchina con un tizio che non conosceva. Il sangue cominciò a ribollirgli nelle vene. Si alzò dal banco e si diresse verso la classe di Shin. Non sapeva ancora cosa gli avrebbe detto, ma il momento di piangersi addosso era finito.
Con passi veloci varcò la soglia della classe di fianco, ma niente.
Il banco di Shin era vuoto.
Era deluso, davvero. Si avvicinò al posto dell’albino e si sedette sulla sedia. Non sapeva perchè lo stesse facendo, ne sentiva semplicemente il bisogno. Passò piano la mano sul banco e subito il suo viso angelico gli apparve sulla superficie liscia. Accarezzò la figura con le dita. Non era da lui deprimersi a tal punto. L’ultima volta che si era sentito cosi male, fù alla morte del padre, allora aveva solo dieci anni... 
Doveva reagire.
- Soi-chan ? –
Un voce femminile attirò la sua attenzione. Chiaki era sulla soglia della porta e lo guardava un po’ timorosa.
- Chiaki-chan ! - sussurrò Soichiro mentre si alzava lentamente dal banco per avvicinarsi alla ragazza. "Se non per me, lo devo fare almeno per lei." Pensò.
Arrivatogli di fronte - Scusa - gli disse solo, sorridendogli dolcemente.
Gli occhi di lei divennero lucidi e due lacrime traboccarono dai limpidi occhi verdi, avvicinandosi si strinse nel petto del biondo che ricambiò l'abbraccio.
- Ero cosi preoccupata ... sei uno stupido, stupido - disse fra i singhiozzi .
- Non volevo farti preoccupare, ora va tutto bene -.
Rimasero cosi per qualche minuto, poi lui si allontanò leggermente.
- Ecco adesso mi sono anche rovinata il trucco, e colpa tua! - disse un po’ scocciata la ragazza dai capelli rosa e viola.
- heheh scusa Chiacchan - disse invece Soichiro grattandosi la testa. Vizio preso da piccolo e mai abbandonato. La campanella suonò.
- Oh no e già suonata, devo sbrigarmi - squittì disperata Chiaki, comincinado a correre.
- Ma che devi fare? - 
- DEVO RIFARMI IL TRUCCO !!! - Soichiro fece una faccia divertita, mentre la ragazza sfrecciava in bagno. Cosa avrebbe fatto senza di lei.
Fece per ritornare nella sua classe ma prima si voltò un ultima volta per guardare il posto del ragazzo, un sorriso triste gli si dipinse sulle labbra prima che se ne andasse.



Era il tramonto ormai, e Shin era ancora sdraiato sotto le coperte, stringendo la piccola ranocchia verde. Bussarono alla porta e Kanata entrò.
– Shin, non credi sia ora di uscire da quel letto e mangiare qualcosa? - gli disse preoccupato, non ricevendo però risposta dal più piccolo.
- E’ tutto il giorno che stai a letto è no mangi niente ... shin ? – insistette.
Alla fine sbuffò, arrendendosi, e usci dalla camera lasciando il ragazzo da solo.


Quella mattina Kanata lo aveva accompagnato a scuola presto, per evitare di incontrare Soichiro. Entrò dall'ingresso secondario e salì le scale guardandosi attorno ripetutamente. Era un comportamento stupido lo sapeva anche lui, ma solo l'dea di rivedere Soichiro e che questo lo guardasse con odio, come aveva fatto il girono prima lo terrorizzava. Fece un sospiro di sollievo quando vide che nel corridoio non c'era nessuno, così, tranquillo avanzò verso la sua classe. Ma per andare nell' aula doveva inevitabilmente passare di fronte a quella del biondo. Mentre ci passava davanti intravide una figura, tornò indietro, curioso, per verificare chi fosse e sporgendosi, cercando di non farsi notare, lo vide. Con la testa sul banco e gli occhi vuoti. Gli venne una stretta al cuore talmente forte da farlo inginocchiare per terra con le mani a stringere il petto.
- Che ho fatto - pensò, prima di correre via e chiamare il moro per farsi venire a prendere. Arrivati a casa, se ne andò in camera sua e non ne usci più.


Le lacrime gli ricominciarono a scendere dagli occhi, ripensando alla scena di quella mattina. Si raggomitolò su se stesso ulteriormente, e stringendo più forte la ranocchia verde, sussurrò tra i singhiozzi...
- Mi dispiace -
Sussurrò che Kanata riuscì a sentire dallo spiraglio della porta aperta.





ecco un altro capitolo. d'ora in poi i miei numerosi errori saranno corretti dalla mia fantastica beta _Milly_ ( ottima beta, non che eccezzionale scrittrice). quindi ringraziamo tutti _Milly_ per  l'ottimo lavoro che ha fatto e continuerà a fare, sperando che un giorno ci delizi con una delle sue storie.
  
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