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Autore: meiousetsuna    05/09/2012    6 recensioni
Partecipa alla challange: D'infiniti mondi e AU di AleDic
"Versione Vampire Diaries" del divertentissimo film: "Il diario di Bridget Jones". Tutti i personaggi saranno umani, per mantenere il tipo di comicità originale. Dal testo: Mi sembra ieri che alla festa prenatalizia dell’ufficio mi stavo esibendo nella più penosa esecuzione di karaoke mai ascoltata da anima viva, attirando solo l’attenzione di quel maniaco di Niklaus, il vice direttore, che assumeva sempre un’aria di superiorità, come se i dipendenti fossero il suo esercito personale, da comandare come schiavetti! Inoltre, lo chiamiamo tutte “micro-coso” per via del cavallo dei pantaloni incredibilmente liscio… lui sbaglia il mio, di nome, e mi chiama ‘Delena’ un nome che nemmeno esiste! C’è una sola persona che gli incute rispetto, la coordinatrice più anziana, Esther. Quando entra nella sua stanza, corre a sistemare il lavoro arretrato, sembra un bambino sorpreso a rubare le caramelle… la mia collega Anna, un tipo dalla lacrima facile, mi aspettava nel corridoio, spuntando all’improvviso, quasi evocata con la forza del pensiero! “Elena… è tuo fratello… non mi chiama, non mi risponde… sono trasparente per lui, come se fossi un fantasma! Non potresti metterci una buona parola?"
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Rivisitazione, il più possibile esatta, del delizioso "Il diario di Bridget Jones"! Partecipa alla challange: D'infiniti mondi e AU di AleDic

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Personaggi principali: Alcoholic!Oversize!Smoker!Elena/Human!(But always bipolar!)Stefan/Human!Damon!

Capitolo 1 : A Nightmare Before Christmas!

 

Dal diario di Elena Gilbert.

Tutto cominciò poco dopo il mio ventesimo compleanno da single depressa, convinta che in questa piccola cittadina che risponde al nome di Mystic Falls, non avrei mai incontrato un ragazzo intelligente, affascinante e che passasse sopra il piccolo dettaglio che fumo tanto, bevo senza troppa moderazione e non sono proprio attenta a quei dieci... quindici? Chiletti di troppo! Sarà che trascorro le serate davanti alla tv, un plaid sulle gambe, guardando gli episodi di True Blood e Buffy l’Ammazzavampiri, sgranocchiando  patatine e sandwich al burro di arachidi e anche un po’ rodendomi dall’invidia.

Perché queste Sookie e Buffy devono avere dei misteriosi diabolici sconosciuti che irrompono nelle loro vite? Perché sono bionde, magre, belle e abbronzate? In ogni caso di dieta non se ne parlava in quel momento; dopo due giorni sarebbe stato Natale e nulla avrebbe potuto salvarmi dal partecipare all’annuale party di mia madre, salvo essere oggetto di rimbrotti che arrivavano perfino a ‘Facevo meglio a darti in adozione da piccola, figlia degenere!’ A volte Isobel Gilbert era poco umana, anzi non lo sembrava per niente!

Pensai come fare almeno bella figura col mio contributo per la cena ed ebbi un’idea a dir poco geniale… chili con carne! Nessuno ci avrebbe pensato! Peccato che in cucina fossi una frana totale, per cui risolsi il problema telefonando a Matt, uno di miei migliori amici, che lavorava al Mystic Grill, facendo preparare tutto salvo trasferirlo in una teglia di casa. Armata delle migliori intenzioni, indossai i miei jeans salva-forme ed un comodo maglioncino rosso, parcheggiando dopo una notevole fila di macchine, segno che gli invitati erano ancora più numerosi del solito; sbuffando, sperai almeno che a differenza dell’anno passato non cercassero di appiopparmi qualche tronfio sbruffone, tutto griffato dalla testa ai piedi, che mi guardava schifato, o con appetito, a seconda che amasse di più i piatti vegetariani, o un buon roast-beef, ci siamo capiti!

 Mamma mi venne incontro con un sorriso inquietante sulle labbra e ovviamente un bicchiere di champagne nella mano, sapevo da chi avevo preso il mio lato da bevitrice.
“Elenuccia! Sei arrivata, tesoro! – squittì con voce impastata – Pensa ci sono anche i Whitemore*, con il figlio, Damon, poverino, a soli ventisette anni è già divorziato, la moglie era bulgara**, una razza cattiva!”  
Jenna, la sorellastra di mamma al solito era la sua ombra, ripetendo la fine delle sue frasi, come il Gatto e la Volpe. “Cattiva! – annuì con convinzione – e lui è pure un avvocato di successo e tu ti presenti così?” 

Isobel mi guardò davvero solo in quel momento.
“Di corsa a cambiarsi, per fortuna ti ho preparato qualcosa di carino!”
Avrei preferito nascondermi, ma non avevo speranze: sospirando pesantemente tolsi i miei vestiti per mettermi un discutibile abitino a tema, verde abete, con sopra il panciuto protagonista della festa che guidava allegro la slitta.
“Mamma lo sai che fin da piccola odio Santa Klaus, è più forte di me…”
“Poche storie, signorina, andiamo a offrire qualcosa a Damon, non vorrai che qualcun’altra se lo prenda per prima! Quasi quasi ci farei un pensiero anch’io!”
“Mamma!”

In quel momento sopraggiunse ‘zio Logan’, che poi tale non era, trattandosi di uno spasimante alquanto bavoso della zia Jenna, ma insisteva che lo chiamassi così, anche mentre mi palpava quando gli passavo vicino!
“Auguri, zio Logan”.
“Auguri a te! Da sola, anche quest’anno? Se continui a ingrassare così, ti soffieranno tutti i ragazzi!” Una mano portata con decisione sul mio posteriore, mi confermò ancora una volta il baratro che c’era tra le parole e i pensieri di quell’uomo. Mi allontanai stizzita, fermandomi a parlare coi primi che mi capitarono, per distrarmi.
“La cosa più ridicola che si possa fare ad una festa natalizia è cercare di essere trandy vestendosi che ne so… tutti di nero, per cercare di fare l’effetto "Hey, sono cool, non vedete come risalto tra  questi buffoni con la felpa con le renne, io si che ho stile!”

Mi girai, e desiderai che una botola si aprisse sotto i miei piedi; Damon Whitemore era di fronte a me, indossando un maglioncino attillato con i polsini volutamente slabbrati, jeans che sagomavano il suo corpo tentatore e stivaletti, il tutto nero come la pece, come pure i suoi capelli, leggermente spettinati. Solo gli occhi cerulei, con un’espressione affranta, davano una parvenza di umanità in quell’insieme quasi cimiteriale. Disperata, tentai la carta della simpatia.
“Hem… il Diavolo veste John Varvatos?”
“Divertente. Il punto è che resto sempre me stesso anche in una giornata come questa – gli tolsi con decisione il bicchiere dalle mani, annusando con aria da esperta – che fai?”

“Tra i buoni propositi per il prossimo anno, c’è quello di smettere di bere bourbon, quindi approfitto adesso, aiuta sempre!”
“Capisco…” Il bruno si allontanò, incrociando sua madre che lo osservava perplessa.
“Non finirò mai con una così! E con questa, metto fine alle tue feste paesane, hai visto? Hanno fatto tutti il chili, ‘la ricetta di famiglia’, che imbecilli!”
Ora fu il suo turno di sentirsi tale. Mi ero avvicinata per tentare una riconciliazione e mi ero appena sentita dare di stupida provinciale… andai via con indifferenza, gli occhi pieni di lacrime di dispetto. È stato quello il momento in cui ho capito che doveva cambiare tutto…


Prima pagina del nuovo Diario di Elena Gilbert, single incallita, ancora bevitrice, ancora fumatrice…


Programma per l’anno nuovo: perdere dieci chili e dare un taglio a tutti gli stravizi! Altrimenti morirò grassa, soffocata da un quadruplo hamburger del Grill e mi divoreranno dei licantropi, giunti appositamente dal regno delle favole! Oppure impazzirò, come Glenn Close in “Attrazione fatale” ed ucciderò un coniglio… l’idea di questo animaletto mi suggerisce qualcosa, ma non saprei cosa potrebbe entrarci nella mia inesistente vita sentimentale. Mentre sono qui, nel mio pigiama coi pipistrelli, ad ascoltare le romantiche note di “Show me your Teeth” di Lady Gaga, decido che da oggi, su queste pagine, terrò un resoconto dei miei miglioramenti; dirò la verità sul mio peso, laverò le mutande belle e cercherò un ragazzo non alcolista, con oscuri segreti di famiglia, sessuofobico, con strane allergie, o amante delle sedie delle torture e soprattutto smetterò di fantasticare su Stefan Salvatore, il mio capo!

Per pagarmi parte degli studi, ho trovato un lavoretto part-time in una casa editrice. Mi sembra ieri che alla festa prenatalizia dell’ufficio mi stavo esibendo nella più penosa esecuzione di karaoke mai ascoltata da anima viva, il microfono in una mano e l’immancabile Black Devil Special*** nell’altra, mentre cercavo di star dietro ai Nirvana, attirando solo l’attenzione di quel maniaco di Niklaus, il vice direttore, che assumeva sempre un’aria di superiorità, come se i dipendenti fossero il suo esercito personale, da comandare come schiavetti! Inoltre, lo chiamiamo tutte “micro-coso” per via del cavallo dei pantaloni incredibilmente liscio… lui sbaglia il mio, di nome e mi chiama ‘Delena’ un nome che nemmeno esiste!

C’è una sola persona che gli incute rispetto, la coordinatrice più anziana, Esther. Quando entra nella sua stanza, corre a sistemare il lavoro arretrato, sembra un bambino sorpreso a rubare le caramelle. A completare il quadro, la mia collega Anna, un tipo dalla lacrima facile, mi aspettava nel corridoio, spuntando all’improvviso come sua abitudine, quasi evocata con la forza del pensiero!
“Elena è tuo fratello… non mi chiama, non mi risponde… sono trasparente per lui, come se fossi un fantasma! Non potresti metterci una buona parola?” Avrei voluto dirle che avevo ben poca autorità con lui, da quando lo avevo coperto coi nostri genitori per quella questione delle strane piantine che coltivava sul terrazzo, ma non ne ebbi tempo.

Alle spalle di Anna, si stagliava la siluette di Stefan. È un bel ragazzo, alto, palestrato, anche se ha un che di ambiguo. Ci squadrò come due perfette oche, consegnandomi un promemoria.
“Gilbert, non hai ancora mandato nessun invito per la presentazione”. CavoloCavoloCavoloCavolo…
Poche ore più tardi, ero ad un tavolo del Grill, con i miei più cari amici che a volte mi sembrano ancora più svitati di me; Caroline, una maniaca del controllo, Matt, che non era di turno e Bonnie; quest’ultima è leggermente intrattabile a volte, ma mi vuole bene, è proprio il suo carattere…
”Io ti licenzierei su due piedi!”
Appunto…

In quel momento un bel tipo dall’aria latina si avvicinò al nostro tavolo, puntando dritto verso Matt.
“Scusa il disturbo… sei tu che hai scritto ‘Sopravvivenza umana’, quella guida per vacanze avventurose? Mi faresti un autografo? A Tyler, con affetto...”
Matt continuava a rimorchiare con quella assurda guida, con consigli tipo ‘Non campeggiate nelle notti di luna piena’ e ne era particolarmente fiero. Naturalmente, sono tornata a casa ubriaca…


Diario di Elena Gilbert, donna perduta


Ieri mattina mi sono vestita ancora con gli occhi chiusi, ho fatto colazione col bourbon e sono arrivata alla mia scrivania quasi in orario. Pochi minuti dopo, ho aperto una mail ‘Urgente’, che recitava così: “Hai scordato la gonna? Non siamo ad una festa  a tema sulla liberazione degli anni sessanta! Firmato: Stefan Salvatore”. La mia risposta è stata: “Verrò in sede con corsetto e crinolina epoca Jack The Ripper!” Che inizio anno… peso, 70; sigarette, 40; drink, 10… Devo essere più perseverante nella ricerca di un uomo giusto, e smettere di concentrarmi su quell’ottocentesco del capo!

Neanche a dirlo, oggi indossavo una camicetta completamente trasparente, che lasciava vedere il mio stupendo reggiseno di nylon rosso, il mio preferito. Anche Stefan l’ha gradito, scrivendomi in un messaggio “Oggi ti mangerei viva!” Da una parte mi ha un po’ inquietata, dall’altra mi sono vista sull’altare, abito bianco e quell’orrendo anellone col suo stemma di famiglia al dito! Più tardi ci siamo trovati in ascensore, in tre.
“Buonasera Stefan, Delena…”
“Salve, Niklaus” Mentre gli rispondeva, sentii la mano morta di Stefan, non ci avrei mai pensato! Quel ragazzo aveva davvero due personalità!
“Delena, che bel nome! – Stefan mi fece l’occhiolino – che fai  domani sera?”
“C’è la presentazione del libro, non ti ricordi?”
Già, quell’orrendo tomo, “Le Maledizioni Vikinghe” del prof. Saltzman! Riunione d’emergenza!!!


Bonnie mi squadrò dalla testa ai piedi.
“Intanto devi essere strafiga e poi cerca di ignorare il tuo capo!” Me lo ripetevo come un mantra, strappando la striscia della ceretta alla verbena per pelli delicate e facendomi i boccoli col ferro.
“Sembra colta”. Facile, il consiglio di Matt! “Che ne pensate delle scuole che invece del programma di studi organizzano soltanto feste?”
Caroline mi disse la sua: “Presenta tutti in modo interessante, tipo ‘questa è X, balla nei cimiteri e questo è Y, un grande intenditore di tè inglesi!” Già…

Più tardi, ero preda di un vero dilemma, la scelta della biancheria intima! Se avessi avuto fortuna, il perizoma di pizzo nero avrebbe fatto il suo effetto, ma ne facevo di più prima, con la guaina stringipancia… Ero piuttosto soddisfatta, quando entrai nella sala del rinfresco, per annunciare il vicedirettore, che avrebbe fatto da apripista al noto professore. Quand’ecco che dal nulla, apparve l’ultima persona che avrei voluto incontrare. Damon, in un impeccabile completo scuro, sicuramente di alta sartoria, mi osservava con distacco.
“Non credevo di trovarti, qui, Elena”. Chi giunse a salvarmi? Esther!

“Mi introdurresti al tuo amico?”
“Damon, questa è Esther, una pazza sospettata di aver eliminato la sua precedente famiglia, Esther, questo è Damon, un borioso esibizionista, si dice che apra la porta nudo”. No… repressi subito quella fantasia!
“Damon, questa è Esther, una maga nel suo lavoro; Esther, lui è Damon, ed è un donatore di sangue!” In quel mentre, l’incubo di ogni ragazza normale si materializzò davanti a me.
“Lei è Rebekah, avvocato specializzato in diritto di famiglia”. Una specie di Barbie, di versione allo stadio ultimo delle protagoniste dei telefilm di vampiri che mi piacevano tanto, era di fronte a me e mi squadrava impietosita, stringendo il braccio di Damon. Per fortuna, era l’ora che tutti aspettavano…

Certo che il microfono avrebbe potuto collaborare, ma nulla!
“SCUSATE!” Damon scosse la testa con l’aria di essere imbarazzato per me, ma che potevo fare, se non gridare?
“Non funziona! Benvenuti alla presentazione di ‘Le Maledizioni Vikinghe', una meravigliosa raccolta di vecchie, noiose leggende – ma cosa stavo dicendo? Troppi cocktail – ma farà gli onori di casa l’uomo che noi tutti chiamiamo (micro-cosomicro-cosomicro-cosomicro-cosomicro-coso)Mi… Mi… (OMG! Non posso andare nel panico!) Mi… kaelson Niklaus, perché è il suo nome!”

“Grazie, Delena, ma era meglio accendere il microfono”.
Una risata mi seppellì… Fumavo la mia quindicesima sigaretta, quando Stefan mi raggiunse, anticipando Damon che mi si stava avvicinando, di sicuro per prendermi in giro.
“Mandali all’inferno, Gilbert! Andiamo a mettere un boccone sotto i denti, non puoi dirmi no!” Incredibile, ero con Stefan in un lussuoso ristorante!
“Che ne pensi del degrado del programma scolastico nel nostro Stato?”
“Francamente, sono per ripetere gli anni scolastici! Piuttosto com’è che conosci Damon Whitemore?”
“Da piccoli facevamo il bagno nel fiume, senza costume… e tu?”
“Lo stesso!” Che umorismo…
”E poi?” Stefan ruotò gli occhi al cielo con sofferenza.
“Sono stato il suo testimone di nozze… poi…”
“Dimmi pure!”
“Purtroppo, gli ho presentato la mia fidanzata… lui piace molto alle donne”.


*Whitemore era il cognome scelto in origine, prima di Salvatore. Non essendo Stefan e Damon fratelli, in questa storia, ho usato il cognome ‘di riserva’.
**Non penso che i bulgari siano cattivi! Nel film viene detto: “la moglie era Giapponese, una razza crudele”,(mi dissocio anche da questo!)e volevo solo far capire che si trattava di Katherine!
***Vere sigarette!

  
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