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Autore: Emily Kingston    05/09/2012    2 recensioni
“Ritroveremo i tuoi genitori, Hermione,” disse, guardandola dritto negli occhi. “Ti prometto che li ritroveremo.”
“Mi accompagnerai?”
Ron le strinse la mano con un sorriso.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Of Rainy Days
(Di giorni di pioggia)

 

 La pioggia picchettava sulle assi di legno del pavimento del portico.
La campagna era silenziosa ed il ticchettio delle gocce era interrotto solo dal cigolare della sedia a dondolo.
L’autunno era arrivato prima di quanto Hermione pensasse. Aveva buttato giù le foglie dagli alberi con insistenza ed ingiallito l’erba, lasciando dietro di sé il vento e le piogge.
Un tempo, quando era ancora una bambina, aveva amato l’autunno. Le piaceva collezionare foglie secche per poi catalogarle per genere,forma e colore. Era una piccolo passatempo che condivideva con suo padre.
Nei pomeriggi d’autunno uscivano con le sciarpe ben strette attorno al collo ed andavano in cerca di foglie secche. E poi, quando tornavano a casa, c’era sempre il profumo dei biscotti fatti in casa di sua madre ad accoglierli. Un buon odore di pan di zenzero e cioccolato.
Sentì una lacrima rotolarle sulla guancia, ma la scacciò via.
Non era il momento di piangere ed essere debole. C’erano persone più infelici di lei al mondo, in quell’esatto momento, e lei non poteva permettersi di cedere.
Il ricordo dell’espressione stupita di sua madre di fronte all’ennesima foglia secca le strinse il cuore in una morsa.
In quel momento, l’unica cosa che le impediva di piangere era la pioggia.
Tecnicamente, la pioggia porta malinconia, ma Hermione si sentiva confortata, in quel momento. Come se la malinconia della pioggia le facesse pensare a quanto poco sfortunata lei fosse in realtà.
I suoi genitori non si ricordavano di lei ed erano dispersi chissà dove in Australia, ma almeno erano vivi. Lei non aveva dei cadaveri su cui piangere e avrebbe dovuto esserne grata.
Sentì dei passi alle sue spalle e si voltò, sorprendendo Ron che la guardava dalla porta. Teneva in mano un paio di tazze fumanti e Hermione non riuscì a fare altro che sorridere.
“Ehi,” sussurrò il ragazzo, avvicinandosi. “Ti ho portato della cioccolata,” le porse la tazza ed il calore della bevanda penetrò sotto la sua pelle facendola rabbrividire.
Ron afferrò una vecchia sedia di legno e si sistemò accanto a lei.
Rimasero in silenzio ed Hermione riprese a dondolare, sorseggiando ogni tanto la sua cioccolata mentre si godeva il picchettare della pioggia.
“Secondo me non è vero che si sono dimenticati di te,” disse il ragazzo dopo un po’. Hemione si voltò verso di lui. “Voglio dire, tu gli hai cancellato la memoria, ma secondo me loro sanno che tu esisti. Non sanno come ti chiami o che aspetto hai, ma sono sicuro che sanno che esisti. Loro sentono la tua mancanza; sentono di aver dimenticato qualcuno d’importante.”
Hermione tirò su con il naso, passandosi una mano sugli occhi.
“Gli ho cancellato la memoria, Ron,” sottolineò. “È statisticamente impossibile che loro si ricordino qualsiasi cosa su di me. L’incantesimo di cancellazione della memoria è infallibile, non è registrato alcun caso in cui-”
“Lascia perdere le statistiche,” la interruppe. “Per un secondo, metti da parte i libri.” Hermione lo guardò, colpita dalle sue parole. Il ragazzo le rivolse un sorriso, sfiorandole la mano con le dita.
“Un genitore non si dimentica mai dei propri figli,” disse. “Mamma lo dice sempre.”
Hermione abbozzò un sorriso, stringendo la mano di Ron nella sua.
“Da quando dici cose così intelligenti?”
Ron scrollò le spalle, spostando lo sguardo verso la campagna.
“È sempre un piacere sapere che mi ritieni un idiota,” borbottò.
Hermione gli afferrò il mento con uno sbuffo, obbligandolo a guardarla.
“Non ho detto che sei un idiota,” ribatté. “Non lo sei mai stato. Ti comporti da idiota, ma non vuol dire che lo sei.”
“Mi dispiace,” sussurrò il ragazzo. “Sono un idiota.”
Hermione rise, dandogli un veloce bacio sulle labbra che gli mandò a fuoco le orecchie.
“Ritroveremo i tuoi genitori, Hermione,” disse, guardandola dritto negli occhi. “Ti prometto che li ritroveremo.”
“Mi accompagnerai?”
Ron le strinse la mano con un sorriso.
Forse non era la pioggia a confortarla. Forse il ticchettio delle gocce e le folate di vento non c’entravano niente con quel calore che sentiva all’altezza del cuore.
Forse, anzi, sicuramente, era Ron a farla sentire così.
E Ron avrebbe potuto confortarla, in qualsiasi situazione. Anche senza fare nulla e senza dire una parola.
Ron sarebbe sempre stato in grado di essere tutto quello di cui Hermione aveva bisogno.

 
 
 

-
Niente, ieri pioveva ed ecco qua. 
Una piccola storia senza pretese, spero che vi piaccia. 
Emily :)
   
 
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