Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Raggedy Moon    05/09/2012    2 recensioni
Dalla storia:
Fuori, nel boschetto attiguo alla casa, Fenrir Greyback attendeva la sua vendetta. [...] Silenzioso, si arrampicò fino alla finestra aperta della camera del piccolo Lupin, entrando senza fare il minimo rumore: pensava alla morte, al sapore del sangue del bambino sulla lingua e della sua carne tra i denti.
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Fenrir Greyback, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Figli cresciuti in una notte
come le fragole in un bosco


Remus Lupin dormiva sereno nel sue letto, mentre sua madre e suo padre, in salotto, discutevano con un amico di famiglia venuto in visita. John Lupin si stava particolarmente accalorando parlando della nuova legge magica che rendeva legale la caccia agli unicorni in una determinata stagione.
“Non deve passare, ti dico!”
L’amico, un uomo sulla cinquantina di nome Marcus, che lavorava nel reparto di Regolazione e Controllo delle Creature Magiche al Ministero, lo osservò pensieroso prima di ribattere: “Hai perfettamente ragione, ma lo sai come sono quelli del mio reparto: se si mettono in testa una cosa, la fanno. E io questa volta non posso fare nulla: se è il grande capo a decidere, noi dipendenti contiamo come i peli del fondoschiena di un troll!”
John lo guardò, scettico, prima di sbuffare: sapeva benissimo che, se solo i dipendenti non avessero avuto un tornaconto economico da quello scempio si sarebbero mobilitati immediatamente. Stanca della discussione tra i due uomini, andò in cucina a preparare un the e, mentre l’acqua si scaldava nel bollitore, si recò nella stanza del piccolo Remus per controllare che il figlio già dormisse: gettò un’occhiata al letto, accertandosene, poi aprì la finestra per rinfrescare un po’ la camera. Uscendo, si chiuse la porta alle spalle.
 
Fuori, nel boschetto attiguo alla casa, Fenrir Greyback attendeva la sua vendetta.
Il lupo aveva sentito più di una volta John pronunciarsi contro i lupi mannari, in favore di severe leggi che ne avrebbero complicato l’esistenza e permesso la carcerazione, e ora voleva dare all’uomo ciò che meritava. Silenzioso, si arrampicò fino alla finestra aperta della camera del piccolo Lupin, entrando senza fare il minimo rumore: pensava alla morte, al sapore del sangue del bambino sulla lingua e della sua carne tra i denti. Appollaiato sul davanzale, osservò il piccolo dormire, il petto che si alzava e si abbassava: si gettò su di lui, azzannandogli il collo.
Aveva un solo obbiettivo: uccidere.
Remus, con il poco fiato che gli era rimasto in gola, urlò, richiamando l’attenzione dei genitori e di Marcus, che accorsero spaventati. Una volta sulla soglia, John tentò di scagliare un incantesimo contro il mannaro, mancandolo e mandando in frantumi la lampada sul comodino. Marcus fece lo stesso, procurando un taglio sulla guancia di Greyback, ma nulla di più. Nello stesso momento, il fischio del bollitore risuonò nell’aria, insistente. Margaret, intanto, si era accasciata a terra piangendo e urlando.
“Il mio bambino! Il mio bambino!”
Greyback, fiutando il pericolo, diede un ultimo morso al bambino, come a dimostrazione per i presenti di quello che era in grado di fare, poi saltò fuori dalla finestra, atterrando rumorosamente sul prato e correndo fino al bosco, nascondendosi alla vista dei maghi. Marcus si lanciò al suo inseguimento, mentre nella piccola stanza si stava consumando il dramma della famiglia.
Dopo aver controllato polso e respirazione del figlio, John aveva chiamato i medi maghi: il bambino, per quanto ferito, sanguinante e spaventato fosse, era ancora vivo. E i due coniugi sapevano bene cosa questo significasse: il loro bambino era, a tutti gli effetti, un lupo mannaro.
Mentre i Guaritori preparavano Remus al trasferimento al San Mungo, John si chiese cosa fosse meglio per suo figlio: egoisticamente, pensò che sarebbe stato preferibile morire piuttosto che tramutarsi in una creatura aberrante come quella. Pensò che per l’incolumità della famiglia, quel bambino andasse nascosto, addirittura abbandonato, allontanato.
Leggendogli negli occhi, Margaret gli strinse la mano, tentando di dare coraggio a quel marito che, lo sapeva, non sarebbe stato più un padre per Remus, ma un uomo da rispettare e temere.
 
Fuori, Greyback rideva: nonostante la sua rivalsa non fosse stata portata a compimento, era forse meglio così.
 
Dopotutto, quale vendetta migliore di un figlio impossibile da amare?




Ritorno al fandom di Harry Potter dopo secoli con questa roba deprimente. *coccola il piccolo Remus*
Avevo immaginato una cosa piena di sangue, di lacrime e budella ma no, niente. d'altronde, non potevo mica fare del male a quel povero piccolo lupacchiotto, no?
Comunque, buona lettura, sono ben accetti i lanci di ortaggi ma anche le critiche costruttive.
(E con critica costruttiva intendo anche un sonoro : "Ritirati e datti al bricolage!")

Ah, il titolo me l'hanno prestato Cremonini e Jovanotti (tanti cuori 
)

Miao!
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Raggedy Moon