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Autore: Fabi_    05/09/2012    3 recensioni
«Seguitemi» continuò Narcissa, facendo loro strada. «Mio figlio Draco è a casa per le vacanze di Pasqua. Se quello è Harry Potter, lo riconoscerà».
(Harry Potter e i Doni della Morte)
L’avevano fatto chiamare con urgenza, era sceso sbuffando, non sopportava più quella casa e i Mangiamorte che la frequentavano.
Scese i gradini in marmo con lentezza, dai rumori che sentiva aveva capito che c’era più di qualche ospite. Aveva riconosciuto la voce di Greyback e si aspettava avesse portato lì i Ghermidori pensando di trovare un pasto gratuito, invece, una volta entrato nel salone, di fronte a lui trovò Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Lucius Malfoy, Mangiamorte, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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 Buona lettura. Ringrazio chi deciderà di commentare e anche chi ha semplicemente letto.
A prestissimo!
Fabi.


necessità e virtù

 

«Seguitemi» continuò Narcissa, facendo loro strada. «Mio figlio Draco è a casa per le vacanze di Pasqua. Se quello è Harry Potter, lo riconoscerà».
(Harry Potter e i Doni della Morte)

 
L’avevano fatto chiamare con urgenza, era sceso sbuffando, non sopportava più quella casa e i Mangiamorte che la frequentavano.
Scendeva i gradini in marmo con lentezza, dai rumori che sentiva aveva capito che c’era più di qualche ospite. Aveva riconosciuto la voce di Greyback e si aspettava avesse portato lì i Ghermidori pensando di trovare un pasto gratuito, invece, una volta entrato nel salone, di fronte a lui trovò Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger.

«Draco, vieni qui».

Il viso di Potter era gonfio, era deformato, Draco pensò che quello fosse senza dubbio un trucchetto  ideato dalla Mezzosangue.

«Allora, ragazzo?» si aspettavano una risposta da lui, volevano la certezza che fosse Potter, che fosse il prescelto.

«Allora, Draco» suo padre: un uomo che non riconosceva più, ormai. Un uomo debole e servile. Non era stato lui a dirgli che non avrebbe mai dovuto abbassare la testa di fronte a nessuno? Sei un Malfoy, diceva, puoi avere tutto quello che desideri. Chi era l’uomo che ora lo guardava supplichevole? Non certo la persona fiera e sicura di sé in cui Draco aveva sempre creduto. «È lui? È Harry Potter?»

Lucius era nervoso, nella sua espressione Draco riconobbe la speranza: voleva ottenere la fiducia del Signore Oscuro e aveva intravisto un mezzo semplice per riuscirci.

Draco si era chiesto più volte cosa avesse di tanto speciale quel ragazzo. Perché si era messo in testa di combattere contro voi-sapete-chi? perché non era semplicemente fuggito lontano in un posto nel quale nessuno avrebbe potuto trovarlo? 

Fino a quel momento aveva creduto che Potter e i suoi amichetti fossero lontani, magari in un’Isola sperduta a vivere la loro adolescenza in pace, probabilmente protetti dall’incanto Fidelius; invece stavano combattendo in silenzio. Perché? Cosa li spingeva a farlo?

«Io non... io non sono sicuro» Potter stava cercando qualcosa, Draco voleva sapere cosa, voleva capire perché.

«Ma osservalo bene, dai! Avvicinati!»

Era faccia a faccia con Potter. Sarebbe stato semplice per lui dire semplicemente il suo nome, consegnarlo al Signore Oscuro e avere in cambio gloria, forse persino rispetto. Quel rispetto che suo padre ormai aveva perso. «Draco, se saremo noi a consegnare Potter al Signore Oscuro, tutto sarà per...»

Sentiva le chiacchiere di suo padre con Greyback e continuava a scrutare negli occhi di Potter, stava cercando il motivo che aveva spinto quei tre ragazzini a nascondersi, a fare non si sa cosa, non si sa dove.

«C'è qualcosa lì» sussurrò Lucius, «potrebbe essere la cicatrice, molto tirata... Draco, vieni qui, guarda bene! Che cosa ne dici?»

Lo osservava con attenzione. Nello sguardo di Potter vide una richiesta di aiuto. Draco non era coraggioso, non avrebbe messo la sua vita al servizio di nessuno. Non riusciva a capire cosa potesse spingere qualcuno a mettersi in pericolo per aiutare qualcun altro.

Lui non l’avrebbe fatto.

All’improvviso fu costretto ad abbassare lo sguardo. Come doveva sembrare lui agli occhi di Potter? Un potente Mangiamorte? Forse, più probabilmente, un ragazzino spaventato?

Che cosa potrebbe succedermi se questo qui non fosse Potter? Si domandò, cercava una scusa per non agire. Una volta di più voleva restare protetto. Avrebbe voluto sentire la risposta da parte di qualcun altro. Non poteva sopportare una responsabilità così grande sulle sue spalle.

«Non so».

Era forse il senso della giustizia ad avergli dato il coraggio per mentire? O era stata la paura delle conseguenze per la sua anima?

Draco aveva un’anima?

Aveva dato prova di codardia anche quando non aveva ucciso Silente. Erano mesi che giustificava se stesso, dicendosi che non voleva uccidere un uomo così giusto perché non ne aveva il diritto, perché per una volta il suo senso della giustizia aveva avuto la meglio su tutto. In realtà non aveva preso una scelta: si era semplicemente tirato indietro.

Probabilmente nella sua vita non avrebbe mai ucciso nessuno, ma quanta gente sarebbe morta a causa sua? Non macchiarsi personalmente dei crimini non lo rendeva meno colpevole, né più giusto.

«Un momento» Draco alzò lo sguardo e si ritrovò di fronte la Granger, evidentemente sua madre l’aveva riconosciuta. «Sì... sì, era da Madama McClan con Potter! Ho visto la sua foto sul Profeta! Guarda, Draco, non è quella Granger?» Persino sua madre gli stava scaricando addosso la responsabilità di macchiarsi della morte del trio. Perché erano loro.

«Io... forse... sì».

«Ma allora quello è il ragazzo Weasley! Sono loro, gli amici di Potter... Draco, guardalo, non è il figlio di Arthur Weasley, com'è che si chiama...?»

«Sì» Trascinato, Draco stava cedendo alla paura di deludere i suoi genitori. «Può darsi». Fallito. Il suo tentativo di essere coraggioso era fallito. Non aveva avuto abbastanza coraggio da dire subito “Sì, sono loro”, né era riuscito ad affermare il contrario, facendo per una volta la cosa giusta. Perché Draco in effetti non aveva mai ragionato attentamente sulla situazione, per lui non c’era altro che egoismo: se Potter avesse ucciso Voldemort, questa sua titubanza l’avrebbe forse reso coraggioso agli occhi dei giusti.

Arretrò di qualche passo, non era riuscito a essere giusto neanche questa volta.

La Mezzosangue lo guardava con odio, con una fierezza che anche lui sperava di mostrare, ma che si era reso conto di non avere. Arretrò di qualche passo, sempre mantenendo il contatto coi suoi occhi. Cercava ancora risposte, ma forse non ce n’erano, forse erano le sue domande a essere sbagliate. Continuò a indietreggiare fino a quando gli occhi giusti della Granger furono abbastanza lontani e non lo poterono più vedere.

Si celò nell’ombra, dove nessuno avrebbe notato che lui agiva per necessità, non aveva bisogno di dimostrare a nessuno le sue virtù. Scosse la testa. La realtà era che non importava cosa facesse: Draco temeva di diventare un fantoccio come suo padre, forse già lo era.

Di fronte alla giustizia, non poteva far altro che avere paura.
 

FINE


 
NdA: tutti i dialoghi sono presi da Harry Potter e i doni della morte.
   
 
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