L'Illusore
All'incirca
un'ora dopo uscii
dalla stanza, con due piatti, un bicchiere e una bottiglia di vino,
perché l'acqua – per il comandante di un esercito
alieno – mi
sembrava una bevanda un po' troppo ordinaria.
L'alieno era lì che mi
aspettava, naturalmente.
Osservò con la loro tipica
freddezza la roba che tenevo in equilibrio precario sulle braccia, ma
non accennò a darmi una mano.
Ovvio. Io ero la schiava, lui il
padrone.
Iniziò a farmi strada, e io lo
seguii, riluttante.
Dovetti concentrarmi al massimo
sui miei passi per non rovesciare tutto. Mi chiesi quali sarebbero
state le conseguenze, se lo avessi fatto.
Frustate dalla megera, forse.
Succedeva raramente, ma ogni tanto avevo visto qualcuno punito
così.
O forse.. peggio.
Sbirciai i passi meccanici
dell'alieno, i suoi occhi senza luce, e per un istante fui invasa
dalla paura.
Tuttavia la repressi subito,
come un singhiozzo. Non potevo permettere che il tremore delle mie
braccia fosse la causa della mia morte.
Il corridoio di pietra terminò
in un'ampia sala circolare.
La prima cosa che mi stupì fu
la luce. Convogliava in quell'ambiente come un fiume in un lago.
Era tanto che non vedevo una
luce così.. viva. Somigliava a quella della prima parte
della sera,
quando il sole era appena sparito oltre l'orizzonte, e la fascia
rosso ardente nel cielo si era dissolta da pochi istanti. Quando le
ombre non avevano ancora preso il controllo del mondo, e se lo
disputavano con la luce.
Solo dopo, dopo questa luce,
notai l'arredo umano.
Il lungo tavolo di legno,
dall'aspetto solido, le sedie placcate d'oro..
Dopo ancora, alla fine, vidi la
persona presente in quella sala.
La osservai con curiosità.
Era un ragazzo, di quella che
sembrava una decina d'anni più grande di me. Magro, avvolto
da un
mantello verde, e dai capelli dritti, lunghi e neri.
Ma erano gli occhi l'elemento
che dominava sul suo volto. Grandi, chiari, del colore dell'acqua dei
laghi di montagna, e assolutamente espressivi.
In quel momento erano assorti.
Non ci stava guardando,
probabilmente non si era accorto del nostro ingresso..
In quel momento, nel mio
cervello scattò qualcosa.
La
mia mente fece un rapido ragionamento che, onestamente, avrebbe
dovuto produrre subito. Avrebbe dovuto essere immediato, lo so.
Avrebbe dovuto essere ovvio,
ma per me non lo fu.
Quando mi accorsi che l'Illusore
doveva essere quel ragazzo, provai un tuffo al cuore.
L'alieno fece un cenno
rispettoso con la testa, e raschiò lievemente i suoi piedi
corazzati
contro il pavimento di pietra. In quel modo l'Illusore lo
sentì, e
si voltò verso di noi.
I suoi occhi erano strani,
confusi. Come una pianta che viene strappata dal più
profondo della
terra, così l'alieno lo aveva estirpato da chissà
quali pensieri.
Ma l'Illusore non aveva
intenzione di abbandonarli.
Appurato che non era nessuno di
importante, si portò una mano sotto le labbra, come per
grattarsi il
mento, e ritornò ai suoi pensieri. Fece appena un gesto di
congedo
all'alieno, che annuì, si voltò e
abbandonò la sala.
Dopodiché l'Illusore disse a
me, di nuovo assorto: -Posali sul tavolo.-
Io rimasi immobile per qualche
secondo, prima di realizzare che dovevo obbedire. Così mi
avvicinai
al tavolo.
Poggiai i due piatti l'uno
vicino all'altro, sul posto davanti a una sedia. Piegai il tovagliolo
accanto ai piatti e vi poggiai sopra forchetta e coltello. Stappai il
vino, lo versai nella coppa e la misi davanti ai piatti.
Poi mi scostai, e osservai
l'Illusore.
Era ancora assorto, e adesso i
suoi pensieri gli avevano oscurato gli occhi. Muoveva
impercettibilmente la testa contro la mano sul mento, e i suoi occhi
diventavano sempre più scuri..
-Qui è pronto.- Dissi, di
getto.
Il movimento impercettibile
della testa cessò. Alzò gli occhi su di me.
-..Cosa?-
Mi agitai. -È.. è pronto da
mangiare. Cioè.. se aspetti viene freddo. Qui non avete il
microonde, non si può scaldare.-
Mi guardò, ancora confuso. Poi
mi indicò con la mano -Tu.. saresti una degli schiavi?-
Le mie sopracciglia si
contrassero. Sentii le parole fluire prima di riuscire a fermarle.
-No. Sono Leah.-
..Avete presente quando vorreste
spiccare un salto, e riacciuffare la frase detta prima che raggiunga
l'orecchio dell'interlocutore? Ecco, quella è stata la volta
dove
più mi sembrò possibile farlo, tanto quell'attimo
mi parve
interminabile.
Vidi il sopracciglio
dell'Illusore alzarsi lentamente. Poi gli scappò una risata.
-Leah?-
Ripeté.
Non era tanto diverso da un
bambino, quando rideva. Non per l'immaturità o
l'ingenuità, o
qualcos'altro di negativo, ma per qualcosa di indefinibile.. L'unica
differenza era la piega del sorriso, nei bambini dolce, nell'Illusore
amara.
Già.. eppure, chissà perché,
l'amarezza non si estese fino agli occhi. Quelli rimasero grandi,
espressivi, e un po' confusi.
Mentre pensavo questo, tentai
contemporaneamente di salvare la situazione. -Sì, Leah. Sai,
noi
umani abbiamo la caratteristica di essere diversi l'uno dall'altro,
per questo ci diamo dei nomi.- Dissi, e non potei evitare una punta
di sarcasmo. -Ci piacciono cose meno complesse che Illusore.-
Lui si avvicinò al tavolo dove
avevo posato la roba – quindi a me – ma non parve
irritato. Una
traccia del riso di prima rimase ancora sul suo volto. -Ma il mio
nome non è Illusore.-
Io non arretrai, benché ne
fossi tentata. -E allora qual è?-
Lui si fermò a qualche passo da
me, e mi guardò. -Loki.- Rispose.
Strinsi gli occhi. Lo osservai.
Loki.
Dunque era lui?
Mi spiego meglio..
Era quello il nome che stavo
cercando? Quello il volto che volevo odiare?
Avrei potuto riuscirci
benissimo. Sentivo l'odio premere contro le dighe della mia
umanità,
sarebbe bastato un non nulla per permettergli di entrare, inondarmi
l'animo e trasportarmi dovunque egli volesse.
Sarebbe stato semplice, sarebbe
stato piacevole.
Però.. però quegli occhi non
mi convincevano. Perché l'amarezza non era giunta
automaticamente
fino a loro? Perché era rimasta solo nelle pieghe delle
labbra?
Avrei potuto odiarlo sin dal
primo istante, ne avrei avuto il diritto, ma non lo feci.
Loki smise di guardarmi,
indifferente. Si sedette al tavolo, e mi rivolse appena un cenno.
-Puoi andare se vuoi.- Disse.
Rimasi
lì, un po' titubante. Poi dissi -Pensavo di dover cucinare
il loro
cibo.-
Voltò la testa verso di me,
interrogativo.
Mi spiegai meglio. -Quello che
ti ho preparato..- Accennai al piatto -.. fa schifo. Non sono capace
a cucinare.-
Mi osservò. Poi, come prima,
gli scappò un sorriso divertito, anche se amaro, e poi una
risata.
La sentii saltellare nell'aria per qualche istante, prima che si
spegnesse. -Tu..- Loki prese il calice di vino -.. tu non sei una
schiava molto furba, vero?-
Mi irrigidii. -Sono furba
abbastanza da essere sopravvissuta fino ad adesso.-
Sorridendo ancora, finse di
ritrarsi impercettibilmente. -Hai ragione, perdona il mio poco
tatto.-
In quel momento, sentii una
breccia nella mia umanità.
-Posso chiederti una cosa?-
Sputai. -Perché lo hai fatto? Perché hai dovuto
venire qui e
distruggere tutto ciò che avevamo costruito? Cosa ne hai
ricavato?-
Mi guardò con un misto di
superiorità e divertimento. Il suo tono divenne tagliente.
-L'ho
fatto perché voi esseri umani, voi che vi proclamate tanto
liberi e
indipendenti, avete solo bisogno di un padrone che vi dica cosa fare.
È vostra natura essere sot..-
-Sì,
questa l'ho già sentita.- Lo interruppi. -Intendevo il
motivo vero.-
I grandi occhi di Loki per un
attimo si fecero confusi e spiazzati. Nuovamente estirpati, non da un
pensiero, ma da un'illusione. L'illusione con cui stava cercando di
convincermi.
-Cosa ti abbiamo fatto noi
terrestri?- Sussurrai, sarcastica. -A me puoi dirlo, intanto sono una
schiava, di qua non me ne posso andare.-
Loki si alzò in piedi. -Sì,
sei una schiava, e di solito gli schiavi hanno il buon senso di
tacere.-
Arretrai un poco.
-Sai una cosa, Leah?-
Proseguì. -Dovreste imparare a obbedire al vostro padrone.-
-Che saresti tu?-
Loki finse di guardarsi attorno,
ma non c'era divertimento nei suoi occhi. -Vedi forse qualcun altro
che vi ha finalmente ridotti in catene, in ginocchio e a testa china?
Dove avreste sempre dovuto stare?-
Lo guardai, fredda. -Mi chiedo
quale sia il tuo piano.- Dissi. -Ammesso e non concesso che tu riesca
a impossessarti di tutta la Terra, cosa farai dopo?- Fece per aprire
la bocca e parlare ma lo precedetti. -Te lo dico io, Loki. Soffrirai.
Soffrirai come un cane, come hanno fatto tutti quelli come te, e
inizierai a desiderare la morte. Perché se pensi che l'odio
sia
eterno, ti sbagli di grosso. L'odio è come la passione
nell'amore:
svanisce. E se non c'è dietro nient'altro, non ne
rimarrà neanche
la cenere. Per cui, Loki, pensa bene a quello che stai facendo,
perché gli anni da vivere sono lunghi, e dovrai conviverli
con te
stesso.-
Loki rimase immobile, a
osservarmi. I suoi occhi erano di nuovo grandi e confusi.
La risposta che prima aveva
voluto darmi era sfiorita fra le sue labbra ancora semi aperte.
Io abbassai lo sguardo,
mordicchiandomi le labbra.
Passò qualche istante
silenzioso, poi lo alzai.
-Con permesso.- Dissi.
Mi voltai e me ne andai.
In
realtà, non so perché lo
feci. Non so perché gli dissi quelle cose.
Mi erano uscite così, dalle
labbra.
Fin da bambina mi avevano sempre
detto che avevo una grande empatia nei riguardi delle altre persone.
Sapevo cogliere i gesti, le esitazioni, i lievi mutamenti dei toni di
voce..
Io non me n'ero mai accorta,
erano tutte cose che facevo automaticamente.
Ma, ancora oggi, ritengo che la
prima cosa da osservare in una persona siano gli occhi. Gli occhi non
mentono, non possono mentire se si allacciano direttamente all'animo.
Magari la verità può essere
nascosta, sepolta, ma da qualche parte, nel fondo di quelle pozze,
c'é. E si può scorgere.
Forse è per questo che dissi
quelle cose a Loki. Perché scorsi qualcosa nei suoi occhi.
Non era granché come Illusore,
i suoi occhi parlavano come non avevo mai visto fare.
E – benché avessi dovuto
odiarlo, disprezzarlo – non potei fare a meno di rivederli
nella
mia mente per tutto il giorno.
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Bonjour, ed ecco qui il secondo cap (cioè.. terzo, se contiamo anche il prologo :P) Spero che vi sia piaciuto! Se avete letto, commentate per favore! Voglio i vostri pareri e sapere cosa ne pensate. Intanto ringrazio le due lettrici che hanno commentato fino ad adesso :)Un bacione a tutti quanti
Silvia