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Autore: sayyeszayn    05/09/2012    4 recensioni
Janet urlò il suo nome e prese a correre verso di lui
«Aspettami» disse con l’affanno fermandosi davanti a lui
«Cosa? Che ci fai tu qui? »
«Devo avere cura di me…bè allora eccomi, ho detto stop; stop alla mia vecchia vita, stop a mio padre, stop al dolore» lui sorrise e l’abbracciò.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.

 
Per la gente la sua era una vita normale, normalissima.
Andava a scuola, socializzava con i suoi compagni di classe e parecchi ragazzi le andavano dietro, usciva per fare i servizi di casa, una vita quasi normale.
Quasi, perchè per lei non era per niente normale era del tutto straziante.
L’inverno portava maglioni larghi, lunghi, d’estate non andava mai al mare e quelle poche volte che ci andava o che usciva, non potendosi coprire mentiva.
Voleva coprirsi da ciò che il padre la rendeva, una ragazza ferita fuori e dentro.
Già… il padre la picchiava, ogni volta che ne aveva l’occasione: la notte, la mattina appena alzata, quando tornava dal lavoro, quando non andava a lavoro.
Sempre, si potrebbe dire così, sempre.
Ma lei non dava a vederlo, si chiudeva in camera e piangeva, piangeva sempre.
Poi sentiva sbattere la porta e urlare
«Sono a casa! » cominciava a tremare.
Voleva essere sempre pronta, ma ogni volta aveva più paura che mai.
I pugni sulla porta, le urla i calci
«Janet apri la porta, immediatamente! » le urlava il padre.
Si alzava dal letto e a testa bassa apriva la porta e si concedeva al padre.
Lui la sbatteva da un lato all’altro della stanza, senza mai lasciarla respirare.
E lei non poteva fare altro che piangere e gemere in silenzio dal dolore.
Poi tutto tranquillo come non fosse successo niente, usciva dalla stanza.
E così fu quel brutto pomeriggio di ottobre, ogni pomeriggio era brutto lì in America per lei.
Sentì sbattere la porta e poi i passi pesanti del padre andare verso la sua camera.
Poi lo vide entrare furioso nella sua camera, la prese e la sbattè per terra, poi cominciò a picchiarla e questo fu uno dei tanti giorni in cui lui aveva voglia di tagliarla.
Che uomo malvagio….già ma era pur sempre suo padre.
Eppure c’era quella parte di lei che in tutti i suoi 17 anni iniziava ad odiarlo.
Era notte eppure lei era ancora sveglia e si curava in silenzio i tagli.
Li disinfettava, poi si bendava per bene.
Ma la cosa che faceva più spesso era fissarli; prima e dopo.
Sempre.
Il suo corpo ormai non era sempre quello, stava cambiando, stava diventando il corpo di una ragazza grande, eppure i tagli ,le ferite erano sempre li stessi.
Lei ci soffriva, ci soffriva molto.
Si domandava spesso perché lei cambia e loro non cambiano mai.
Sono sempre lì sulla sua pelle.
Che le procurano dolore e un’immensa rabbia.
Eppure questa era lei, una ragazza di 17 anni impotente.
Janet.

 

 

 

 Holaaaa! Ragazze sono ritornata!
Questa storia non so da dove mi è uscita, però lo ha fatto.
Non pensate dal culo, perchè è caruccia LOL.
I primi capitolo, come il prologo
sono tristi e più corti rispetto agli altri.
Ho cambiato il modo di strutturare la storia:
1. si parla in maniera impersonale;
2.i dialoghi diretti sono in grassetto 
e sono introdotti da altri segni.
Spero recensiate\leggiate.
Ps. nel banner è rappresentata la protagonista,
nel primo capitolo vi posto la sua foto.

A presto!
G. xx

  
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