1. prologue

Avevo la testa che girava vorticosamente. Ma dov’ero? Non ricordavo come ero arrivata a quella festa.
Per colpa della musica che mi stordiva, per le luci da discoteca e per il fumo, non ci vedevo bene e andavo a sbattere continuamente contro i mobili. Qualcuno mi spinse, e io, che avevo dei trampoli da dodici centimetri ai piedi, barcollai e caddi, finendo su di un vaso di vetro. Mi ferii con i cocci.
Avevo una piccola ferita sull’avambraccio ma non me ne preoccupai più di tanto.
Volevo uscire da quel posto, che aveva l’aria viziata di fumo e di vomito. Vomitai pure io, avevo bevuto troppo, una cosa che non facevo mai alle feste.
All’improvviso risuonò una specie di allarme e le porte dell’enorme salone dove c’era la festa si chiusero di botto.
La gente cominciò ad urlare, mentre dei ruggiti e dei gorgoglii si innalzavano nell’aria.
Cercai di arrivare ad una porta, ma qualcuno mi bloccò.
Cercai di divincolarmi ma la presa era di ferro. Mi voltai verso il salone e a stento trattenei un urlo: era tutto macchiato di sangue, corpi a terra agonizzanti, con vicino gente che mordeva, recideva, il collo degli sventurati. Le urla dei malcapitati si facevano sempre più fioche, man mano che tutti venivano dissanguati.
Guardai verso la persona che mi bloccava e a quel punto l’aria trovò il via libera. Era raccapricciante. Aveva i capelli, la bocca e i vestiti grondanti di sangue, come se si fosse buttato dentro una piscina colma di quel liquido scarlatto. Sotto lo strato di sangue c’era una barba incolta, era un maschio. Mi sorrise e un rivolo di sangue scese lungo il mento. Aveva dei canini lunghissimi e affilatissimi, anche quelli macchiati di sangue.
Un terrore atavico s’impossessò di me e cercai di scappare, ma senza successo.
Mi avvicinò a sé con uno strattone e mi fissò.
Poi, quasi a rallentatore, posò le sue labbra sulla mia giugulare, lì, dove il sangue era più caldo e pompava frenetico nelle mie vene.
Stavo sudando freddo, avevo troppa paura di fare qualsiasi movimento, ero sotto shock.
Il tizio, non avevo il coraggio di chiamarlo per quello che veramente era, anche se in realtà tutto quello non poteva esistere veramente, mi baciò il collo e poi ci sospirò sopra.
Un dolore lancinante. Urlai fortissimo, cercando disperatamente di rimanere presente a me stessa, ma non ci riuscivo. Avevo gli occhi che si facevano ogni secondo sempre più pesanti e le membra che si addormentavano. Non riuscivo a muovere la testa, ma sapevo che il tizio mi stava uccidendo. Si fermò di colpo e mi gettò a terra. Prima di chiudere gli occhi, vidi il terrore nei suoi occhi, mi si avvicinò e mi prese in braccio.
Chiusi gli occhi, capendo che per me ormai era la fine. 17 anni spesi a studiare per diventare qualcuno e adesso morivo durante un festino per vampiri, come la peggiore dei criminali.
Complimenti Kate.

Lavi's corner.

ed eccomi qui. a scrivere una storia fantasy. non so che altro dirvi questo è il prologo,vediamo come vanno le recensioni, quanti mi seguono e se sono tanti, la continuo.
un bacio
topilu98