Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Nay Nay    06/09/2012    2 recensioni
“Come caffè” disse tempo fa. Si, i suoi occhi erano dello stesso colore del caffè, Ma non solo. Erano amari, caldi, scontrosi.. Ma se uno li conosce bene, come sapeva lui, non erano così amari come la gente credeva.
Pucktana.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Santana Lopez
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Meglio soli, che mal'accopagnati.."

Noah arrivò sotto casa Lopez. La grande casa era piena di fiori e alberi di ciliegio che la circondavano e lenti cadevano sul suolo. Le mura bianche e il cancello di ferro battuto molto appuntito, notò. Bussò al citofono ma, ovviamente, Santana non rispose.
La seconda volta, Noah fu più insistente. Guardò le finestre del piano superiore: Una lunga rosa rampicante era attaccata ad un intreccio di rovi, che andava ad abbracciare il balconcino che univa la camera di Santana e il bagno personale. Sbuffò, e si passò una mano fra i capelli -Andiamo! Santana! Apri questo cancello!!- Urlò.
Noah stava nuovamente perdendo la pazienza. Santana quando voleva era cocciuta e non dava ragione a nessuno di capirla. Sospirò, pensando a quando quella figura stupenda e sensuale, sicura. Fosse così debole. Deglutì e decise di far comandare la sua testa, il suo istinto. -Ok, Lopez!- Disse a fatica, sollevandosi sopra di grande cancello grigio -Tu non apri..- Continuò, con voce bassa e affaticata. Si trovò dopo pochi istanti sopra le grandi punte affilate del cancello. Quest’ultimo era di quasi due metri di altezza ma, non era un problema per Puckerman -E, io entrerò lo stesso!- Disse. Prima di superare le piccole lance però -Noah Puckerman! Scendi immediatamente dal Mio cancello!!- Urlò, aprendo di scatto la porta e osservandolo. Noah, preso alla sprovvista, sussultò facendo si che una gamba si tagliò al contatto della grande lancia appuntita. Cadde a terra in un rumoroso tonfo, con il lato destro del corpo.
Santana sgranò gli occhi, paralizzata dal pericoloso colpo che Noah aveva appena preso. -N..Noah..- Disse tremante, avvicinandosi poi a gran fretta, chinandosi sulla figura del ragazzo che aveva labbra e occhi serrati in una espressione dolorosa. Si lamentava, portando la gamba chiusa verso il petto e una mano tenere il braccio che aveva urtato -Ma che cazzo!!- Imprecò il ragazzo, stendendosi sulla schiena -Che diavolo volevi fare? Tarzan con la cresta?- Disse La ragazza, inginocchiata vicino ad un Puck al quanto sofferente. -Fanculo Santana! T.. Tu e sto cazzo di isolamento! Potevi anche aprire il cancello!- Disse Prima di tentare di alzarsi -Aspetta..- Disse lei, aiutandolo ad alzarsi -Sei un caprone!- Commentò, con un lieve sorriso. Noah si girò con il capo, guardandola -Molto gentile..- Rispose. Sorridendole.
Quel sorriso. Noah sapeva che si sentiva in colpa ma, Stava bene, Stava sul serio bene. Lei era li, la sua mano poggiata sulla sua Schiena e il suo sorriso la diceva lunga. Cercò di muovere il braccio e, fortunatamente, riusciva a muoverla. Santana guardò il braccio con attenzione, sangue scendeva dalle ferite, anche la gamba non era da meno -Vieni Cretino! Ti medico..- Disse, prima di aiutarlo per sollevarlo -Ce la faccio.-
-Non fare il deficiente! Sei caduto da due metri e mezzo di altezza! Solo un cretino targato Puckerman poteva fare una caduta del genere!-
-Ma sentila! - Commentò il ragazzo, portando una mano sulle spalle di lei ed entrando in casa. -Ce la fai a fare le scale, caprone?-
-Smettila di chiamarmi caprone, Lopez..-
-Ma sentici! Sembriamo due bambini!- Noah scoppiò a ridere, insieme a Santana che, piano, chiuse la porta alle sue spalle. -Forza Puck Cong. Va a sederti sul divano!- disse la ragazza, con tono menefreghista e pungente -No, aspetta, Puck Cong? Per chi mi hai pesto? Per quell’orribile orango pieni di peli?-
-Vuoi dirmi che tu sei privo di peli? Puckerman?- Disse Santana, sbeffeggiandolo. Lo accompagnò al divano e lo fece sedere. -Beh.. Al petto no.- Commentò, quasi imbarazzato. Santana si chinò su di lui, guardando i tagli sul braccio -Guardati caprone! Sei caduto come un deficiente e adesso mi tocca sprecare delle medicazioni per te!.- Disse l’ispanica. Noah sorrise, l’espressione di lei era preoccupata, si vedeva che faceva così solo per distrarlo. Sorrise a sua volta, posando una mano sul polso di lei che, lentamente, girò il viso verso quello di Noah. -Cosa c’è?- chiese la latina, guardandolo negli occhi.
Sentiva il fuoco ardere dentro, il respiro calmo e lento di Noah era troppo vicino per lei …
“Dio, che labbra..” Pensò la latina, che, dopo quel pensiero, si ritirò, guardandolo -Vado a prendere le medicazioni!.. Non sporcarmi il divano di sangue Mr.SonoTarzanPuckerman!-
-Non sporcherò il tuo bel divano da quattro soldi ispanica!- Ribatté Noah, ma con un sorriso, sentendo la dolce risata di lei aleggiare nell’aria come piccole particelle di felicità. Si guardò a torno, doveva ammettere che non si era mai soffermato così tanto sul buon gusto dei suoi sull’arredamento: Le pareti erano di un dolce ocra pallido, intonati perfettamente con il parquet di legno scuro che percorreva tutto il salotto. Alzò lo sguardo, notando mensole bianche laccate con vari dischi e premi in bella vista. Storse il naso, vedendo quanto i Lopez venerassero la propria figlia. Ovunque si girava, foto di lei erano appese, e ogni fono, Noah sembrasse non riconoscerla. Guardò di fronte a sé, notando quel gran camino di marmo bianco con dolci venature azzurre dominare l’arredamento. Un grande tappeto morbido ai piedi dei due divani al centro della sala e una poltroncina, tutti in pelle bianca, molto trattata -Caspita..- Sussurrò, notando che in tutti questi anni, non si era mai reso conto di tanto gusto -Puckerman, cos’hai da farfugliare?- Noah si girò lento, guardando la latina con la cassetta del pronto soccorso -Beh, Avete una bella casa..- Disse il ragazzo, Santana alzò un sopracciglio e curvò un angolo della bocca in un “Sorriso alla Lopez” -In tutti questi anni che vieni a casa mia, Ti rendi conto solo adesso dell’arredamento che ho?- Disse, quasi sconcertata ma, Sorrise beffarda, sedendosi affianco a lui. Noah stranamente arrossì ma si girò, guardando avanti a lui -Tutta via, si può dire che forse eri troppo preso dal prendermi e portarmi in camera..- Continuò, mentre apriva la scatola della garza. Noah si girò, aprendo gli occhi -Beh, era tutto sesso, divertimento. Ovvio che non ti interessava della vita che facevo o di cosa pensavo..- Continuò a dire, Noah rimase li a guardarla, il capo chinato sul pacco che aveva ormai aperto e srotolava la garza di poco, prima di prendere dell’ovatta e dell’acqua ossigenata. -Insomma, Io sono una figa, tu.. Insomma, si. Avevi la tua popolarità!.. La nostra era una coppia di copertura al quanto infallibile.- Disse in fine. Noah deglutì, sentendo dentro di se i pezzi cadere lentamente verso il fondo, rompendosi come un vetro infranto -Oh..- Commentò soltanto.
Santana alzò lo sguardo, inarcando il sopracciglio -“Oh” cosa?- Chiese, in quel momento, Noah non sapeva cosa dire, se aveva ragione, o se semplicemente.. Si. Si sentiva preso in giro. -“Oh” per dire, certo. Ora capisco cos’eravamo.- Disse subito Puck, per riparare il danno.
Santana abbassò lo sguardo sulla ferita, cominciandola a pulire -Perché? Eravamo altro?- Noah non rispose, lasciando si che quel silenzio prese il sopravvento, lentamente nella sala; dopo aver pulito la ferita, Santana cominciò a medicarlo -Comunque, Caperman. Come mai così ostinato a venire qui?- Chiese la latina, una volta chiusa la garza e posando una mano sulla spalla, osservando se ci fossero altri tagli. Noah abbassò lo sguardo ai piedi -Volevo capire, perché oggi ti sei messa a dar fuoco al piano.- Santana lo guardò, poi, scoppiò in una risata alzandosi -Oddio Puckerman! Credevo le sapessi le regole.-
-No, non le so..- Disse, guardandola mentre lei ormai dava le spalle -Spiegamele Santana, perché, io non capisco..- Disse Puckerman, cercando di essere tranquillo, serio. Santana si girò, seria -Ho solo deciso di prendere la mia strada.- . 
-La tua strada e voltare le spalle a tutti noi?-
-No! Per l’amore de Dios Mi fai salire la nausea!- Disse disgustata, guardandolo. Noah si alzò, prendendo il polso di Santana, fermandola -Non farlo..- Sussurrò, Santana sentì il cuore in gola.
Cosa diavolo stava succedendo?
Perché lo stava facendo?..
D’improvviso, sentì gli occhi bruciare, notando la figura del ragazzo poco nitida d’avanti a lei.
“No, no no! NO!” Si impose, girandosi di scatto distogliendo lo sguardo, già erano state versate abbastanza lacrime, si stava pentendo di ciò che aveva fatto ma, hei.. lei era Santana Lopez.. -Si  dice "Meglio soli che mal'accompagnati. Puckerman..- Disse Santana, fredda e distaccata.
-Non lo sei.. Non sei, Sola.- Continuò il ragazzo, portando la mano sotto al mento di lei e, senza aggiungere altro, posò dolcemente le labbra su quelle carnose di lei, facendola stupire. Quella sensazione, le era mancato, tanto.
Ma.. Non poteva, lei ormai aveva Brittany, non poteva..
“Oddio, no. La sto tradendo!”
A quel pensiero, la mano volò forte contro il viso di Noah, facendogli bruscamente voltare il viso. -Non, provarci, più, Puckerman..- Sibilò, lentamente, quasi come stampargli quelle parole dritte in testa.
Noah rimase li, silenzioso, con il viso rivolto verso il divano e le labbra serrate. Annuì, prima di girarsi e, zoppicante, uscire fuori dalla casa.
Santana lo guardò andare via, e lenta, si portò due dita alle labbra, labbra che, poco dopo, si aprirono in un dolce e debole sorriso.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Nay Nay