Serie TV > Pretty Little Liars
Segui la storia  |       
Autore: moonbeam    06/09/2012    0 recensioni
MI SCUSO, MA NON RIUSCIRO' AD AGGIORNARE ALMENO FINO A FINE OTTOBRE, ABBIATE PAZIENZA!
Dal cap 3: " Nessuno fece caso alla figura che camminava tra le macchine posteggiate. Silenziosamente, e con estrema precisione, tagliò la guarnizione che proteggeva il finestrino dell’utilitaria scura lasciata al riparo di un albero. Appoggiò il vetro sul sedile posteriore, poi lasciò cadere sul posto del conducente una pagina strappata ad un libro, dove, evidenziata, saltava subito agli occhi una frase: “Chi accresce il sapere, aumenta il dolore”. Nel margine, in inchiostro rosso brillava, con una calligrafia indistinguibile dai caratteri stampati, chiara, la lettera A."
Da fan delusa dal finale della seconda serie, ritengo che gli sceneggiatori abbiano sprecato un milione di occasioni scegliendo chi hanno scelto per fare A.
Quindi ho deciso di debuttare come "fanfictioner" e scrivere come sarebbero potute andare le cose in una delle tante strade che gli sceneggiatori avrebbero potuto prendere, in questo caso, la mia :)
Preparatevi a scoprire tutti i misteri che Rosewood nasconde...spero vi piaccia!
NB: la vicenda parte da circa le puntate 2x23-24, naturalmente
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
FanFiction

Lo so. Lo so, sono al limite dell'imperdonabile per la pausa tra la prima parte del capitolo e la seconda.
Ammetto di aver anche avuto bisogno di qualche giorno per riprendermi dal Big Betrayal del summer finale, ma alla fine eccomi qui!
La bella notizia è che in questo capitolo mi sono impegnata veramente tanto e spero che la fatica traspaia, la brutta notizia è che c'è una terza parte da creare e io sono in pieno periodo esami! :( :(
Con la ripresa delle lezioni ho la speranza di prendere un ritmo più accettabile e nel frattempo spero che mi perdoniate..
Intanto grazie grazie grazie per non avermi abbandonata e per le recensioni che mi fanno sempre tanto tanto piacere! :)

Vi auguro come sempre buona lettura e come al solito, vi lascio con l'invito a recensire, commentare e fare ipotesi, se vi va :)
al prossimo cap!
Moonbeam

6. Ipotesi e Domande

Aria suonò al campanello dell’appartamento di Ezra Fitz. Attese un poco, poi le aprì un ragazzo alto, magro, con i capelli neri un po’ scompigliati, vestito con un paio di bermuda e una maglietta blu di un gruppo musicale che probabilmente conosceva solo lui. La ragazza lo osservò brevemente, a vederlo così, come si faceva a immaginarlo in versione sono-un-serio-professore-di-una-importante-università? Sorrise, e lui ricambiò, facendola avvicinare per salutarla con un lieve bacio. Non richiuse la porta, e allo sguardo interrogativo di lei, rispose, con un tono tra il misterioso e il divertito: “Oggi andiamo in gita!”.

La ragazza provò a obiettare: “In gita? Ma io credevo… non so nemmeno se sono vestita in modo adatto…”
Ezra lanciò un’occhiata al suo look estroso, e poi la tranquillizzò, sussurrandole: “Vai benissimo”. Si allontanò da lei per andare verso le scale e, voltandosi per darle un altro sguardo, disse, con una nota di disappunto, o forse di gelosia: “A proposito, bel ciondolo” poi le prese la mano e insieme uscirono dal palazzo.

***

Emily Fields appoggiò il cellulare sui cuscini davanti a sé, seduta sul divano che aveva ricavato nello spesso davanzale della finestra della sua camera. Si appoggiò ad una parete e guardò fuori, un po’ sconsolata. Maya aveva ancora rifiutato la sua chiamata, si era promessa che quella sarebbe stata l’ultima volta che tentava di contattarla, ma il problema era che aveva appena concluso l’ennesima ultima telefonata.

Osservava assente il lungo viale alberato, i profili delle case e i lampioni che si perdevano e confondevano nell’intreccio cittadino del centro.
All’improvviso il telefono squillò. Era un suono breve, un avviso rapido che annunciava un messaggio.

Emily ebbe un tonfo al cuore. Forse Maya le aveva scritto qualcosa, forse non aveva preso il cellulare in tempo per rispondere alla chiamata.. si avventò verso l’apparecchio con lo stomaco stretto in una morsa e quando lesse il mittente, l’intensità della contrazione aumentò.

Era un messaggio anonimo. A era tornata.

Con apprensione attese il tempo di caricamento dell’sms, poi, con grande sorpresa ne lesse il contenuto: “Voglia di cambiare aria? Prendi fiato e nuota, direzione Yale. C’è posta per te. –A”

La ragazza non comprese subito il significato delle parole, con lo smartphone controllò la sua casella di posta elettronica e incredula vi trovò una lettera di interessamento e la documentazione preliminare per accedere a una borsa di studio per nientemeno che l’università di Yale.

Emily gettò via il telefono quasi come se improvvisamente avesse preso a scottare, spaventata.

A aveva fatto qualcosa per loro rarissime volte, ma la maggior parte delle sue azioni aveva un secondo fine. Perché ora tutto questo per lei? Perché, dopo aver fatto sfumare le sue possibilità con la ben meno prestigiosa Danby?

Preoccupata, si voltò di nuovo a guardare fuori, per riflettere.

Non si era accorta che per tutto il tempo sua madre, Pamela Fields, aveva osservato i suoi gesti con apprensione. Si era fermata, notando i repentini cambi di umore: tristezza, speranza, stupore, poi ansia, infine paura. Tutto quello che voleva era proteggere la sua bambina, ma era da molto tempo che ormai non sapeva più come fare. Con un senso di ansia riprese a camminare, lanciando un’ultima occhiata in direzione di Emily.

***

Quando squillò il cellulare, Hannah nemmeno vi fece caso.

Anche se non poteva ammetterlo con le altre, che sembravano allarmate dal silenzio di A, lei trovava questa latitanza rilassante.

Cominciava ad abituarsi a quella situazione di tranquillità, le sembrava quasi di essere tornata una normale ragazza della sua età, che guarda il telefonino per vedere se il fidanzato ha mandato un messaggio, o se un’amica l’ha cercata. Non osava chiedersi quanto sarebbe durato, del resto A aveva promesso di ritornare, ma intendeva godersi tutto il tempo che le veniva concesso.

Quando vide sullo schermo del display le parole “Mittente: Sconosciuto”, capì che era il momento del brusco risveglio. Con apprensione aprì l’allegato e con sorpresa riconobbe nella fotografia il verbale per taccheggiamento che A stessa aveva usato alcune volte per ricattarla. Il punto era che la fotografia lo ritraeva nel momento in cui veniva distrutto. La breve didascalia che accompagnava l’immagine diceva solo: “LiberA”.

Hannah non sapeva cosa pensare. Si dovette sedere sul letto per cercare di trovare il modo di razionalizzare la situazione, cercando di non cedere alle sue emozioni contrastanti: A aveva distrutto un documento ufficiale della polizia. Dopo averlo rubato tempo prima. E averlo usato per ricattarla.

Non poteva fare a meno di chiedersi quale fosse lo scopo di tutte queste azioni, avevano già imparato che tutto quello che -A faceva aveva un fine ben preciso, come Alison, del resto.

E -A ora aveva distrutto il verbale, la sua stessa arma. -A aveva voluto liberarla, faticava a crederci, ma più ci pensava più le sembrava un’offerta di pace, collaborazione, forse. Che lo scopo fosse fin dall’inizio trovare i colpevoli dell’omicidio di Alison e questo fosse una sorta di premio per quello che avevano scoperto?

Si lasciò andare all’euforia, che le fece dimenticare di voler scavare più a fondo nell’accaduto. Era libera. Si sentiva bene, si sentiva leggera come non succedeva da quasi due anni. Era felice e scoppiava dalla voglia di dirlo a qualcuno, a tutto il mondo se solo avesse potuto. Riprese in mano il cellulare, guardò un’ultima volta la fotografia per accertarsi che non fosse stato tutto uno scherzo della sua immaginazione e poi compose il numero. Doveva chiamare un’amica.

***

Spencer e Toby stavano cercando di recuperare il tempo perduto separati.

Erano saliti in camera di Spencer, sistemandosi sul letto di lei.

Quando per l’ennesima volta il cellulare della ragazza segnalò la presenza di un messaggio non letto con un suono molto fastidioso, Toby si divincolò dalla presa di lei per imporle di zittire l’apparecchio e con il suo permesso allungò un braccio per afferrarlo. Quando aprì il display a conchiglia, puntò gli occhi sulla sua ragazza e con tono grave le comunicò che il mittente era -A.

Spencer, allarmata, si mise immediatamente a sedere e lesse il contenuto del messaggio: “Non c’è di che. -A” guardò sbalordita il ragazzo di fronte a lei e dovette ammettere a se stessa che era qualcosa di piacevole poter finalmente condividere con lui tutto, anche le preoccupazioni dovute ad -A.

Le sue riflessioni vennero bruscamente interrotte dal suono del campanello di casa sua.

Sorpresa, andò alla finestra e da lì vide che in fondo al vialetto di casa era parcheggiata l’auto della signora Montgomery. L’adrenalina svegliò improvvisamente la sua mente dal torpore in cui si era accoccolata, la sua testa lavorava veloce cercando di elaborare una scusa plausibile per cui Aria, sorvegliata speciale dei genitori, non si trovasse con lei, dove aveva raccontato di voler passare il pomeriggio.

Si fermò brevemente davanti a uno specchio per rendersi presentabile, poi si diresse a passo svelto verso la porta, incalzata dal ripetuto suonare del campanello.

Non riuscendo a trovare qualcosa di credibile, Spencer optò per l'improvvisazione. Aprì la porta con un gran sorriso e salutò la donna cercando di prendere tempo: "Signora Montgomery!" esclamò con enfasi.

Stava per snocciolare qualche accenno confuso a qualcosa riguardante Aria e la scuola, ma Ella la interruppe prima che potesse iniziare a parlare.

Immaginava che la figlia non fosse a casa dell'amica ed era certa che la ragazza avrebbe cercato di coprirla, come lei stessa aveva fatto da ragazzina per evitare punizioni. Ma questa volta non si trattava di una ramanzina e un castigo da evitare, era in gioco qualcosa di molto più importante, quindi parlò a Spencer cercando di trasmetterle l'urgenza che provava, sperando così di evitare una serie di giri di parole che avrebbero significato solo una perdita di tempo: "So che Aria non é qui con te... e con Toby, vedo" aggiunse, vedendo sbucare il ragazzo dalla porta del corridoio, che la salutò educatamente con un cenno del capo. "Ho bisogno di vedere Aria. Dimmi dov'è, per favore" riprese.

Spencer tacque per un momento e capì che in quella necessità era racchiuso tutto, l'apprensione di una madre, l'intuito naturale, la fretta di mettere in salvo ciò che si ha di più prezioso. Ne era certa, Ella Montgomery sapeva. Sapeva di –A, della sua esistenza, dei suoi ricatti, forse sapeva addirittura più di loro.

Esitò un momento, poi diede alla donna la risposta che cercava. La vide annuire, come se avesse avuto bisogno solo di una conferma, e andare via ringraziandola e salutandola sbrigativa.

 

Qualche minuto dopo, Spencer misurava nervosamente a grandi passi il corridoio, facendo la spola tra l’ingresso e la sala da pranzo.

Mordicchiandosi nervosamente le unghie, fremeva perché Aria rispondesse al telefono, che continuava inesorabilmente a risultare staccato. Aveva detto a sua madre dove fosse, almeno poteva avvisarla.

Toby la osservava andare e venire, camminare assorta a piedi nudi, con indosso solo la sua maglietta a mo’ di vestito. Notò quanto fosse bella, e quanto gli fosse mancata. Sorrise, inebriato dall’aver riconquistato l’amore, e preso dai suoi pensieri salì in un movimento repentino le scale, proprio mentre l’espressione di Spencer cambiava sentendo la voce dell’amica all’altro lato dell’apparecchio.

***

Ella si trovava davanti all’appartamento 3B della Northtown Hall of Residence.

Nervosa, si guardò intorno, nell’attesa che qualcuno aprisse la porta a cui aveva appena bussato.

Tutto era silenzioso, quasi come non ci fosse nessuno. Riflettendo se fosse il caso di aspettare il ritorno dei due amanti e cosa fare nel frattempo, inciampò in un angolo dello zerbino incurvato verso l’alto. Chinandosi per rimettere a posto il tappetino, vi scoprì sotto una chiave, presumibilmente dell’appartamento. La donna la prese in mano, valutando il da farsi. Poi, con un gesto impulsivo, la infilò nella toppa e girò fino a che la porta non si aprì con uno scatto. Per prima cosa infilò la testa nell’apertura, studiando la stanza deserta. Si infilò silenziosamente nel locale principale e chiuse accuratamente la porta alle sue spalle. Diede un rapido sguardo in giro, per quanto le consentiva il buio, e intuì di essere nello spazio riservato alla cucina, che poi si apriva nel salotto che in un angolo aveva anche il letto. Si aggirò nel locale, silenziosa, cercando di scacciare l’immagine dalla sua mente di lei che apriva la porta del bagno e trovava Aria ed Ezra in atteggiamenti inequivocabili. Per sua fortuna ciò non accadde: trovati il bagno e una sorta di dispensa, l’appartamento era stato visitato per intero. Un rumore di passi accompagnato da un allegro vociare sul pianerottolo la fece irrigidire: il tempo di valutare dove nascondersi e già le persone fuori erano passate, ma cosa avrebbe fatto se qualcuno fosse entrato? Avrebbe salutato educatamente e levato il disturbo? Non era un’esperta di legalità, ma era quasi certa di stare commettendo una violazione di domicilio bella e buona. Attese con pazienza qualche minuto per accertarsi di avere via libera, poi lasciò la casa e si avviò velocemente alla macchina.

Provo a telefonare al cellulare della figlia, che risultò staccato, quindi in apprensione e senza esitazione, contattò colei che già una volta le aveva dato la risposta che voleva.

***

Spencer aveva appena chiuso la conversazione con Aria quando il cellulare squillò di nuovo.

La conversazione con l’amica era stata piuttosto difficile, Ezra l’aveva portata al belvedere di Rosewood e lì i cellulari avevano poco campo. Era riuscita ad avvisarla che sua mamma era andata all’appartamento a cercarla e ad informarla dello strano comportamento di -A, che era ricomparsa all’improvviso per far tornare insieme lei e Toby. Subito dopo era caduta la linea. Spencer guardò il cellulare e vide il numero di Ella Montgomery. Esitò prima di rispondere: sapeva cosa le avrebbe detto la donna. Aria non era all’appartamento di Mr.Fitz. Cosa doveva fare? Odiava questa situazione, lei non voleva mai coprire le amiche proprio per paura di trovarsi tra due fuochi come in quel momento. Aveva imparato a mentire ai suoi coetanei, ai suoi genitori, era successo qualche volta con qualche investigatore per necessità, ma in generale non riusciva a farlo con gli adulti che avessero una qualche autorità, specie con i professori.

Il fatto era che Mrs. Montgomery era anche una professoressa. Deglutì a fatica, poi prese la chiamata. Mentre cercava di guadagnare tempo, la sua testa si torturava sulla strada da imboccare: tradire l’amica o tenersi sul vago, sperando che una mezza verità bastasse? Al momento cruciale, chiuse gli occhi e scelse la prima: i due erano al belvedere di Rosewood.

Basta con le bugie, era quello che Aria stessa aveva detto nel pomeriggio.

 

Non si era ancora ripresa dalla telefonata, che il suo cellulare squillò ancora: questa volta era Emily.

Rispose, e con stupore sentì l’amica raccontarle di aver ricevuto un regalo da A, e così pure Hannah. Le due concordarono di vedersi a casa degli Hastings, dove avrebbero potuto parlare liberamente per fare il punto della situazione.

“Provo a contattare Aria per sentire se ha avuto notizie da A e se ce la fa a raggiungerci, ma prima era staccata…”

“Era con Ezra?”

“Belvedere” rispose la prima con fare ammiccante.

“Wow, serata romantica! Mi sa che ci darà buca, io al suo posto lo farei” rispose allegra Emily, poi continuò: “Hannah sta venendo da me, le telefono di venire dritta a casa tua, poi prendo la macchina e ci vediamo tutte da te, d’accordo?”

“ Sì, a dopo”.

Terminata la chiamata, dal corridoio Spencer lanciò un’occhiata verso il piano di sopra. Toby avrebbe avuto l’occasione di sentire i resoconti su -A in prima persona e forse così avrebbe compreso meglio la situazione.

Loro stesse, con un punto di vista esterno avrebbero avuto la possibilità di riuscire a carpire il disegno più grande a cui A stava lavorando. Questa volta non le avrebbe colte di sorpresa.

***

Aria si allontanò dallo spiazzo da cui si vedeva l’intera città di Rosewood con il cellulare in mano, lasciando Ezra a godere della vista.

La ricezione era pessima. Camminò fino a vedere solo da lontano l’auto, semi-nascosta nel buio che iniziava a scendere molto presto per via delle colline che si alzavano a Ovest, quando il vento all’improvvisò cambiò, portando repentinamente il cellulare a segnare due tacche di campo. Iniziò a vibrare intensamente, segnalando chiamate perse di Spencer e di sua madre e qualche messaggio in segreteria. Si arrestò per un attimo, poi vibrò un’ultima volta, ad indicare un messaggio ricevuto, con il mittente sconosciuto.

Aria sentì gelare il sangue nelle vene, poi lesse: “Gran bel ciondolo,Aria… facciamo un patto: il pendente a me, Ezra tutto per te. La benedizione dei genitori o la collana di Ali, cosa scegli? Tic tac..”

La ragazza cancellò il messaggio e si portò istintivamente la mano al collo. Chiuse gli occhi, assorta. In cuor suo non aveva alcun dubbio.

***

Nella penombra della sera, due fanali immobili illuminavano gli alberi che avevano di fronte creando bizzarre ombre attraverso il fumo che si alzava dal vano motore.

Il cofano accartocciato formava con il guardrail, a ridosso della corteccia di una quercia, un contorto intrico che a prima vista poteva sembrare una dinamica scultura post-moderna. All’interno dell’abitacolo, una figura giaceva immobile, come immersa in un sonno profondo, adagiata sull’airbag esploso come fosse stato un cuscino.

Attraverso i vetri infranti, una leggera brezza faceva oscillare il lembo di un foglio che nell’impatto era volato sul cruscotto; i riflessi danzanti che trapelavano attraverso il parabrezza venato ne illuminavano l’inchiostro, conferendo un che di mostruoso a quella che, di fatto, era una semplice lettera dell’alfabeto: A.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Pretty Little Liars / Vai alla pagina dell'autore: moonbeam