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Autore: Sunburn_    06/09/2012    8 recensioni
«Gin?!» Urlò Edward.
Non mi fermai, anzi, accellerai il passo.
«Ginger, sei tu?!»
Il cuore mi voleva sfondare il petto.
Quando riuscì a raggiungermi, mi prese il polso e mi fece voltare verso di lui.
«Scusa, ci conosciamo?»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E poi bhò, mi sono ricordata che dovevo scrivere la Fan Fiction.Scusate.
Prossimo capitolo? 
Al massimo domani sera tardi.

Capitolo 12

Quella sera raccontai tutto a Sally, ogni minimo particolare, ogni sentimento, come se fosse la mia piu' vecchia amica.
«Comunque, tu eri la fidanzata di mio cugino» biascico'  mandando giu' un bicchere di cioccolata bollente, che aveva correto con un po' di vodka.
Come faceva a bere quella roba, solo lei lo sapeva.
Quando pronuccio' quella frase, mi bruciai la lingua con la mia, di cioccolata, e per poco non mi ammazzavo, strozzandomi.
«Ma che dici?! Eravamo solo migliori amici!»
Lei scoppio' a ridere e mi diede una leggera spinta «Si, certo. Infatti sei tutta rossa!»
«Forse sono rossa, perchè mi hai fatto scottare?!»
«Tutte scuse le tue! La verità è che eri cotta di mio cugino! Che poi siete una bella coppia tu e Ed!»
Strabuzzai gli occhi «Tu sei pazza! Io e Ed? Insieme? Mai! »
Sally raccolse i suoi capelli rossi in una coda alta, e mi guardo dritta negli occhi. «Ci metto la mano sul fuoco»
«Ti brucierai, allora. Attenta» risi, scuotendo la testa.
«Sei in gamba Gin, sei brava a sparare cazzate, lo devo ammettere. Ma vedrai, quello che dico io, è legge!»
Vodka si avvicino' lentamente, con passo incerto e poggio' il muso sul materasso
«Vodka, che c'è?» gli chiesi, come se mi potesse rispondere.
Aveva gli occhi tristi, come quelli di un bambino.
La mia bestiona si accovaccio' ai piedi del letto, e rimase tutto zitto, e fermo.
«Batte la fiacca, sto cagnolone?»
Annuii. «Eh si, sta diventando vecchio pure lui, quasi sette anni che il simpaticone mi trascina in ogni guaio possibile»
...come aver riincontrato Ed.
Ma sono solo dettagli.
«Riprendiamo il nostro discorso!» la rossa scoppio a ridere di nuovo, senza motivo «Poi al vostro matrimonio voglio fare la damigella d'onore, oh no! Io voglio tenerti il velo! Anzi, no! La testimone! Posso, e dai, posso?»
«Tu hai qualcosa che non va nel cervello, lo sai?»
«Io sono quella che sta male, eh? ...bè, dopotutto giusto un pochino. Ma sono solo piccoli dettagli!»

Quella mattina mi svegliai dal cellulare che trillava senza sosta.
Chris.
Oh no.
Trovai un briciolo di  coraggio, e premetti sul pulsante verde.
«P-pronto,  Chris?»
«Gin! Dove sei?» la sua voce non pareva preoccupata, sembrava...curiosa.
«Ehm, a casa di un amica» titubante dissi la prima cosa che mi era saltata in mente.
«Come da bravi amici, stasera andiamo alla Red House vero?» enfatizzo' molto la parola "amici"
«Vedremo! Comunque ora ti attacco,vado a prepararmi la colazione»
«Colazione? Ma se sono le cinque del pomeriggio!»
Controllai il Display, e per poco non mi venne un colpo.
Agganciai subito la chiamata, e rapidamente mi misi addosso le prime cose che trovai.
Sally non c'era, aveva lasciato una specie di postit umidiccio sul tavolo.
"Alle cinque e mezza vengo con dei miei amici e mio cugino, ovviamente con quella scorbutica di Regina, fai sparire il postit, e vestiti da figa, baci. Sally"
Accartoccai il biglietitno e lo gttai nella spazzatura.
Non so come, ma in pochi secondi ero nel bagno che mi stavo facendo la doccia.
Tre minuti e diciannove secondi, avevo contato perfino il tempo che ci avevo impiegato.
Mi arrotolai un asciugamano addosso, e uscii , asiugando tutta l'acqua che c'era per terra.
Ecco.
Sapete quelle scene che capitano solo nei film, in cui la protagonista è in un momento imbarazzante, e la porta si apre, ed entra qualcuno.
Bene.
Ora anche io.
.Senza che me ne rendessi conto,  mi ritrovai Ed sulla soglia di casa. «Sono venuto un po' in anticip-»
Arrossii. «Ehm, torno subito eh!»
Grazie a dio avevo l'asciugamano, grazie a dio!
Il cuore inizio' a sfondarmi il petto.
Merda, ma solo a me possono capitare situazioni così?
Nemmeno fosse la piu' scadente delle storielle che  scrivono di storie d'amore tra gli idoli delle dodicenni arrapate.
Mi vestii il piu' veloce possibile, intanto immaginavo quello che poteva passare nella mente di Ed in quel momento.
Ero talmente nel panico, che non sapevo nemmeno dove cercare le magliette.
Talmente confusa, che mentre acevo avanti e indetro nella stanza inciampai sulla mia valigia, cadendo a terra come un sacco di patate.
«Tutto a posto, Gin?» la voce del rosso pareva abbastanza incerta.
«Ehm, si! Aspetta lì eh!»
«No no, e chi si muove?»
«Bravo bambino!»
Quando finalmente il mio aspetto era decende, deglutii per l'ultima volta, e gli andai in contro.
«Eccomi, scusa, Sally non mi aveva detto che avevamo ...ehm, visite»
Lui rise «Tranquilla Gin, forse era meglio se venivo un po' piu' tardi, se vuoi torno dopo, visto che sei sola»
«No!» subito  dopo che dalla mia bocca uscirono quelle parole, arrossi, pentendomente. «Cioè...ehm...se vuoi resta, mi fai compagnia. Cioè...io non ho niente da fare, la compagnia di un buon amico non si rifiuta mai, giusto?»
Lui sorrise, scompigliandosi i capelli. «Mi sento onorato,  desideri la mia presenza!»
Sorrisi, involontariamente. «Che ci si puo' fare? Se uno nasce simpatico, nasce simpatico»  scrollai le spalle.

Ma mi rendevo conto di tutte le cazzate che stavano uscendo dalla mia bocca?
Che cosa diavolo stavo facendo?!
«Come sta Violet?» domandai, cercando di cambiare discorso. 
«Ah, lei sta benissimo. Dopo la vedi, che viene pure lei, con Regina.»

Annuii. «Che bello,  ma perchè venite tutti qua, oggi? Mi sono persa qualcosa?»
«No, è che mia cugina Sally è un po' strana...ma Vodka?»
Alzai un sopracciglio 
«Vodka, già.»
Lo chiamai, piu' di una volta, solo dopo la quarta volta che feci il suo nome, il suo musone sbuco' dalla porta.
«E' da ieri sera che è cos', mi sto iniziando a preoccupare, Ed»
Sospiro' accarezzandolo. «Vedrai che va tutto bene, succede. Scommetto che passerà tutto»
Il cagnolone si accovaccio' per terra, sui piedi di Ed, e ci guardava,  prima me , poi lui.

Aveva un aria così afflitta, che mi metteva angoscia.
«Sarà solo stanco, dai» scrollai le spalle, di nuovo, e guardai il rosso, sovrappensiero.
«Ed? »
«Mi sei mancato, cazzo»

Lui sorrise, teneramente, come al solito. «E tutta questa dolcezza?»
«Sono lunatica, che ci vuoi fare»

 













 

   
 
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