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Autore: Ragazza da Parete_    06/09/2012    4 recensioni
Mi guardò in preda al nervosismo. " È l’orgoglio che ti fotte, Meyer! ", urlò " Se non fossi così terribilmente orgogliosa adesso saresti tra me mie braccia, se non fossi così tremendamente forte, bella io non mi sarei invaghito di te! " ,urlò ancora. E mi spezzò in due con le sue parole. Aveva parlato di orgoglio, e quello è sempre stato il mio tasto debole. Sapevo di essere troppo orgogliosa, ma nessuno mi aveva mai sbattuto in faccia la realtà in quel modo.
" Cosa ti costa? Cosa ti costa baciarmi, ora?! " continuò lui." Ah giusto! Tradiresti te stessa, il tuo modo di pensare che se ci pensi poi, infondo è solo non star male! " ,disse avvicinandosi.
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Stenditi insieme a me
Stringimi tra le tue braccia
Il tuo cuore è contro il mio petto
Le labbra premute sul mio collo
Mi sono innamorato dei tuoi occhi
Ma loro ancora non mi conoscono
E il sentimento che mi ero dimenticato
Adesso sono innamorato
Baciami come se volessi essere amata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Primo giorno di scuola. Liceo. Avevo aspettato quel momento da moltissimo tempo, non perché fossi felice o emozionata.  No, anzi Ero spaventata, ero nuova in una città che non conoscevo e come se non bastasse, non era una città qualsiasi: ero nuova a Londra e sarei stata considerata quella strana, quella che non viene da un posto fisso perché nella sua vita l’unica cosa ‘ fissa’ è stato il suo nome. Almeno nei film succedeva questo.

Avevo solo quattordici anni, ero una ragazzina che veniva portata da un posto all’altro, ogni anno a causa del lavoro di mia madre. Quando ero più piccola, la cosa mi piaceva: girare il mondo, vedere ogni giorno cose nuove mi sembrava una di quelle cose che fanno poche persone, ed io ero tra quelle. Crescendo però, partire ogni anno, iniziava a pesarmi, non volevo lasciare i miei amici, ma ero obbligata a farlo.

Stavolta però, mia madre aveva detto che ci saremmo trasferiti definitivamente a Londra, io, lei e mio fratello Josh, di diciassette anni. Lui era abituato a quella vita più di me, viaggiava da prima che nascessi io, da prima che i nostri genitori divorziassero…
Io e lui, non avevamo mai parlato dell’argomento, ma sapevo che lui non l’aveva presa bene, ovviamente.  Josh e la mamma litigavano spesso e ormai lui non aspettava altro che di compiere 18 anni per scappare da quella “prigione”. 

<<  Julie, sei pronta?  >>, chiese mia madre dal piano di sotto.  In verità non del tutto, mi ero persa a pensare e a prepararmi psicologicamente su cosa dire e fare.

<<  Sì, mamma. Arrivo…  >>, dissi mentre sistemavo le ultime cose nella borsa a tracolla per la scuola. Sospirai per darmi forza e scesi al piano di sotto, dove mi aspettava mia madre impaziente davanti alla porta.

<<  Dai!  >>, disse guardando nervosamente l’orologio << Vuoi arrivare tardi il primo giorno?  >>, disse aprendo la porta. Sinceramente non volevo nemmeno arrivarci il primo giorno…

<< Josh dov’è? >>, chiesi ignorando la sua domanda retorica. Serrò la mascella, come se non ne volesse parlare.

<< Non è tornato ieri sera, sarà sicuramente da Luke >>, disse uscendo di casa.

Uscii di casa con la testa bassa seguendo mia madre che camminava a passo svelto verso la macchina. Entrai dentro l’auto e accesi la radio, per calmarmi non avevo bisogno di altro.

Quando arrivammo, mi ritrovai davanti un edificio enorme, e la mia paura salì. Rimasi immobile in macchina, senza alcuna voglia di scendere.  Mia madre mi diede una piccola pacca sulla spalla per incoraggiarmi, ci scambiammo uno sguardo e uscii dall’auto.

<< A dopo >>, dissi semplicemente prima di dirigermi lentamente – forse troppo lentamente – verso l’entrata della scuola. Quando entrai mi sentii peggio di prima: ero totalmente confusa, mi sentivo fuori posto.
Ci misi un po’ prima di trovare la segreteria, quando entrai trovai una signora robusta dietro una scrivania, intenta a leggere chissà cosa. Mi avvicinai e, visto che non si accorse di me, cercai di richiamare la sua attenzione. << Ehm… scusi? >>, dissi.

Alzò la testa verso di me e sfoderò un sorriso. << Buongiorno, cosa posso fare per te? >>, mi chiese chiudendo il fascicolo di uno studente.

<< Io sono Julie Meyer, sono nuova e… >>, dissi ma mi interruppe.

<< Oh! Certo, ecco a te >>, mi porse due fogli << questa è la mappa della scuola e questo è l’orario delle lezioni. Fossi in te mi sbrigherei, rischi di arrivare in ritardo >>.

Annuii e mi diressi verso l’uscita dopo averle regalato un sorriso per ringraziarla. La mia prima lezione era di geometria, fantastico. La materia che più odiavo, il primo giorno di scuola.
Quando trovai l’aula entrai e fortunatamente la lezione non era ancora iniziata e il professore. Tutti i posti erano occupati, tranne uno accanto ad una ragazza con dei lunghi capelli biondi e due occhi azzurri stupendi. Andai timidamente verso di lei. << Ciao, posso sedermi qui? >>, chiesi sorridendo.

<<  Certo  >>, sorrise anche lei. Quando mi sistemai mi disse: <<  Piacere di conoscerti, io sono Lottie Tomlinson  >>.

<< Piacere mio, io sono Julie Meyer >>. Ci scambiammo un ultimo sorriso e esattamente in quel momento entrò il professore e la lezione iniziò dopo che – ovviamente – mi presentò alla classe mettendomi visibilmente in imbarazzo.

Quando la lezione finì, andai verso la palestra e Lottie venne con me. In questo modo, parlammo molto e diventammo amiche. Era una ragazza simpatica e schietta, sentivo di potermi fidare di lei.
Quando anche la lezione di educazione fisica finì, Lottie corse verso di me.

<< Julie! >>, disse lei.

<< Ehi Lottie, che succede? >>.

Quando mi raggiunse si fermò e cercò di parlarmi nonostante avesse il fiatone. << Ti va di sederti a pranzo con noi? >>, chiese prima di mettersi le mani sui fianchi.
<< Noi? >>, chiesi.

Lei quasi rise. << Insieme a me, mio fratello e i suoi amici, sono più grandi ma sono simpatici, te li presento >>.

Dopotutto non era una cattiva idea, avrei conosciuto gente nuova. << Okay >>, dissi infine e ci dirigemmo verso la mensa. Lottie la ispezionò finche non trovò il tavolo al quale sedevano suo fratello e i suoi amici, mi prese per il polso e mi portò a passo svelto verso di loro. Io non li avevo nemmeno visti, ne tantomeno avevo capito di chi stesse parlando: intorno a noi c’erano così tanti ragazzi…

<< Ciao Lou >>, disse Lottie dando una pacca sulla spalla al ragazzo.

<< Ehi Lottie, lei chi è? >>, chiese sporgendo la testa verso di me.

<< Lei è Julie, è nuova ed è una mia amica >>, sorrise. << Julie loro sono Louis, mio fratello, Zayn e Niall >>.

<<  Piacere di conoscervi  >>, sorrisi e tutti e tre ricambiarono.  Lottie si accomodò accanto al fratello e io mi sistemai accanto a lei.

<< Ragazzi, scusate ma Harry e Liam dove sono? >>, chiese Lottie addentando un hamburger.

<< Stanno arrivando, la prof. Di inglese li ha trattenuti in classe >>, rispose Zayn. Poco dopo si avvicinarono al nostro tavolo due ragazzi uno con due occhi marroni capaci di mozzare il fiato e l’altro con dei ricciolini che non faceva altro che scuotere.

<< Eccoci, scusate il ritardo >> disse il ragazzo con gli occhi marroni e i capelli simili a quelli di Justin Bieber.

<< La Walters non la smetteva più di parlare >>, si giustificò il ricciolino. Per un attimo mi soffermai su di lui. Occhi color smeraldo, labbra che sembravano disegnate e uno sguardo difficile da decifrare.

<< Non c’è problema >>, disse Niall << Lei è Julie, un’ amica di Lottie >>, continuò il biondino.

Sorrisi ad entrambi.  << Ciao Julie! Io sono Liam >>, disse il ragazzo moro sorridendo. Persi un battito davanti a una simile visione.

<< Harry, piacere di conoscerti >>, disse il ricciolino facendomi una sorta di bacia mano. Arrossii, inevitabilmente. Ma quel ragazzo che mi intrigava tanto, aveva qualcosa di pericoloso. I suoi occhi color smeraldo si incatenarono ai miei incapaci di lasciarli.

<< Harry, non vorrei disturbarti ma c’è Jane e sta venendo qui >>, sussurrò Louis. Il ricciolino parve non sentire. Lasciò la mia mano con un gesto veloce ma delicato quando realizzò il nome della ragazza.

<< Amore >>, disse con un tono delicato una ragazza rivolgendosi a Harry prima di lasciargli un bacio sulle labbra. Era bellissima. Aveva dei lunghi capelli ricci biondi e degli occhi verdi più scuri rispetto a quelli di Harry.

<< Ciao piccola >>, disse lui sorridendo e ricambiando il bacio.
Non riuscii a sopportare quella sensazione così decisi di andarmene via con la scusa di una lezione anticipata. Non salutai nemmeno quella Jane, ma dopotutto lei non mi aveva degnata di uno sguardo tutto il tempo.
Per la prima volta, nella mia vita sentii quel qualcosa dentro lo stomaco che alcuni chiamano gelosia.
 
  
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