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Autore: Mariateresach    06/09/2012    0 recensioni
"Cosa credi di fare Harry? Non vedi la situazione? Io non posso farcela." Le lacrime rigavano il mio volto, ormai. Era la prima volta che mi vedeva piangere. Forse anche l'ultima.
"Cosa credo di fare?" mi sussurrò, sentivo il suo respiro caldo inebriarmi il volto. "Stare insieme a te, amarti. Ecco cosa credo di fare". Volevo essere sicura delle sue parole, con tutto il cuore. Ma non lo ero.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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1 Capitolo
Non ci vengo a Londra con te, mamma.

 
“Non mi interessa, non verrò assolutamente lì, non ci metterò piede!” gridai sbattendo una mano sul tavolo e facendo traballare il mio piatto di ravioli ai funghi e sussultare mia madre. Non potevo stare in quella stanza un minuto di più, così salii con foga le scale, entrai nella mia camera sbattendo forte la porta così che mia madre la sentisse, e mi chiusi dentro. Mi avvicinai al letto e mi ci buttai sopra con la testa sprofonfata nel cuscino.
Mia madre non poteva assolutamente farmi questo, sapeva quanto ci tenessi a Richford, non poteva. Non lo avrei fatto. Non per lei. Non lo avrei mai fatto per nessuno in effetti. Trasferirmi a Londra e lasciare il Wisconsin? Lasciare l’America? Per Londra? Ma stiamo scherzando? Mi rifiutavo di partire. Basta.
Sapeva che non amavo viaggiare dopo quello che era successo con papà, non potevo riportarmi dentro un dolore tanto grande, riaprire sempre la stessa ferita che effettivamente non si era mai del tutto sanata. Non volevo ammetterlo però, non potevo.
Ne agli occhi della gente, ne tantomeno agli occhi di mia madre, avrebbe fatto tanto male anche a lei, forse più di quanto ne potesse fare a me, e, sempre palrando ipoteticamente, forse anche per questo lei era diventata così dopo la morte del marito, dopo la morte di papà. La mamma non era più lei. Andava a lavoro, qualche volta non tornava per pranzo, e dovevo adattarmi  cucinandomi qualcosa da me, o andando da ‘Dest il mago del panino’, che mi ritrovavo proprio di fronte casa, ed effettivamente non mi dispiaceva mai fare un salto lì. Quando tornava la maggior parte delle volte era sbronza, come ieri sera.

Le chiesi: “Mamma, tutto bene?” appena entrò in casa. Oh no, una bottiglia di birra in mano. Sicuramente non era la prima della serata. Era la terza volta in questa settimana, ed era solo giovedì. “Tesoro mio, ovvio. Mi sento come nuova, non sai che bel pub vicino dove lavoro io, dobbiamo andarci, anzi vacci con qualche amico, ti sbronzi un po’ e poi..hai capito dai”.

Ero rimasta sconvolta quella volta. Aveva ripetuto tutto agitando quella bottiglia, guardando per aria, traballando tutta tanto che pensai che cadesse da un momento all’altro.
Era sbronza al 99%. Ma quella sera non volevo proprio saperne, me ne salii sopra, in camera mia chiudendo piano la porta, lasciandola al suo destino. La odiavo in quelle condizioni, no. Non provavo alcuna pena. Iio, a 17 anni, ammetto che non mi sono mai ubriacata, a nessuna festa, in nessun luogo dà sola, ne per felicità, ne per depressione. Chi  ha intenzione di ubriacarsi, all’inizio è consapevole del fatto che lo voglia. E’ da deboli, in un certo senso.
Non aveva più rispetto per se stessa in quegli ultimi tempi mia madre. Mio padre era morto solo da due anni, e lei aveva subito un forte trauma. Mia zia Molly, sorella di mio padre, si era trasferita a Londra due settimane fa, e non l’aveva più assistita, controllata come prima, o portata da uno psicologo, tutte cose che faceva quando, invece, stava ancora con noi nel Wisconsin. Adesso ero sola, sola del tutto.
Non ho mai capito il motivo della partenza della zia, e lei non ce l’ha mai spiegato, anzi lo ha fatto, a me più di una volta, ma mi rifiutavo di crederci. Di credere che voleva lasciarci.

Era arrivata due settimane fa a casa mia. “Oh madre del celo, come piove fuori! Sembra che si voglia portare il mondo!” era entrata così a casa mia, dopo aver lasciato l’ombrello sul tappetino fuori, nella veranda ormai fradicia, insieme alla mia amaca, al tavolino e alle poltroncine. Il tutto di fronte alla casa, era naturalmente coperto, ma il vento aveva spinto la pioggia così forte quel maledetto 3 ottobre, che sembrava davvero volesse portarsi tutto via, osservai angosciata dalla finestra. Amavo la pioggia, ma al tempo stesso portava una malinconia che era brutale dentro di me.
Mia madre stava bene il giorno della visita della zia, e menomale.
“Oh Molly! Che sorpresa vederti qui! Vieni, siediti.” E dicendo così mia madre la portò in cucina, facendola accomodare su una delle sedie che circondavano il tavolo a forma rotonda nel quale mangiavamo ogni giorno, o quasi, io e mia madre. Dopotutto non avevamo bisogno di un tavolo grande, avevamo comprato quello perché ci faceva sentire più appartate, dopo la morte di papà. E, a parere mio, aveva anche un non so che di simpatico, forse proprio perché rotondo.
“Grazie Claire” disse zia Molly, aveva sempre avuto una voce vellutata, a confronto di quella squillante di mia madre.
“Come mai sei qui, zia?” le chiesi, sedendomi di fronte a lei, e mia madre prese il posto tra me e lei. Conoscevo mia zia, non veniva quasi mai per pura voglia di ‘vederci’ o di ‘passare’, ci voleva un gran bene ovvio, e noi ne volevamo a lei, solo che preferiva vivere sola, vivere per se, vivere …sola.
Mi fulminò con lo sguardo per la mia domanda affrettata, ma appena i suoi occhi tornarono a guardare mia madre, dichiarò: “Bene, io parto per Londra, Claire.” Silenzio tombale. Lo spezzai subito.
“Cosa zia?”
“Sì, Annette hai capito bene tesoro, insomma..ho bisogno di staccare un po’ qui..ho voglia di una nuova vita, nuovi ambienti, nuova gente, nuovi  ricordi..” Parlava con difficoltà, lo notavo.
 Per tutto il tempo restante cercò di calmare mia madre, che si era arrabbiata, alterata, e poi di colpo, dopo venti minuti di predica della zia si era di colpo…placata.

Adesso non capivo il perché lei dovesse andare a Londra. Cosa diavolo doveva farci? Non ci credevo che aveva gli stessi motivi validi della zia. Anche se nell’ultimo periodo era stata male, noi ci trovavamo bene nel Wisconsin. Non avevamo alcun problema economico, ne di lavoro. Perfino io lavoravo inuna rosticceria come cameriera ilgiovedì e il venerdì sera. E non mi pagavano male. Mia madre era cameriera a un ristobar nel centro. Ogni sera lavorava lì, dopo cena si recava lì ogni sera e tornava a casa tardi. Io dormivo sempre quando lei tornava. Se tornava.

“Anne apri questa porta! Insomma Annette!” Era lei, che bussava senza rispetto minimo per la mia privacy, come una pazza alla porta della mia stanza. Mi aveva svegliata, mi ero addormentata senza neanche accorgermene. Troppi pensieri, mi dissi. Mi alzai dal mio letto e le aprii.
“Che vuoi?” abbaiai appena me la ritrovai davanti.
“Si parte dopodomani e ancora non hai sistemato nulla?” Non lo capiva proprio che non ci sarei andata con lei a Londra.
“Mamma, forse non hai capito. Io con te a Londra non ci vengo, ok?” cercavo di risultare calma, il problema era che non lo ero affatto.
“Cosa? Con me? No cara, avrai frainteso, tu ci vai da sola a Londra.” mi informò sorridendo, tranquillamente. Come se le sue parole non mi urtassero minimamente!
Non ci volevo assolutamente credere, forse era sbronza. Ma che stava dicendo? E poi avevo ancora 17 anni! Non poteva lasciarmi sola a Londra! Come avrei fatto? Perché voleva mandarmici? Era uscita pazza. Del tutto. Mi si bloccò il respiro. Io che non volevo assolutamente partire, ero costretta da una come lei a lasciare il mio amato Richford, dove avrei potuto benissimo seguire l’università se avessi voluto! E poi…per quanto a Londra?
Avevo un’esplosione dentro al cuore, e l’unica cosa che riuscii a ripetere in qel momento fu: “Che cosa?”
 
 
 
 
 
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BEEENE, QUESTA E' LA MIA PRIMA FF, IL MIO PRIMO CAPITOLO. Vi prego di recensirlo anche se non vi piace. Lo so che qui non si accenna ai 1D, ma questa storia voglio scriverla per bene, senza troppa fretta, davvero. Non amo le storie frettolose dove già nel primo capitolo sboccia l'amore...se la avete letta, magari anche io posso leggere le vostre! Datemi il link quando recensite:) vorrei darvi un'idea più chiara del personaggio di Annette, quindi pensatela un pò come questa ragazza:
   
   E chi meglio della bellissima Emma Watson? ;)
  
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