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Autore: TerrytheCaptain    06/09/2012    1 recensioni
Non pensavo si potesse provare tale odio verso una persona. Infondo la mia indole buona mi ha sempre portato a non odiare così fortemente le persone. Ma c’è un limite a tutto. Quel fottutissimo bastardo è riuscito a far uscir fuori una parte di me che non pensavo esistesse. Quella parte che odia a morte, che manda maledizioni a destra e manca, che perde le staffe in quattro e quattr’otto. Grazie a lui sono costantemente irritabile, nervosa e frustrata. Mi ha letteralmente rovinato la vita, e me la pagherà.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Venimmo svegliati da delle voci che provenivano dalla cucina. Erano tornati a casa. Aprii gli occhi e Andrea dormiva ancora. Sembrava un cucciolo indifeso e forse lo era. Gli accarezzai la guancia ma lui sussultò a quel contatto e poggiò la sua mano sulla mia. “Buongiorno..” “Giorno.. sai.. sono arrivati..” Mi stampò un bacio sulla guancia e si alzò di scatto per scendere a salutarli. Arrossii in viso e decisi di scendere anch’io. Quando arrivai in cucina trovai Andrea che abbracciava suo padre e vidi mia madre corrermi in contro. Stavamo bene da soli ma ci erano mancati. L’abbracciai forte e poi mi diressi verso Paolo. Abbracciai anche lui ed andai in camera mia per sistemarla. Accesi lo stereo e cominciai a spogliarmi. Emma cantava “Cercavo Amore” ed io cantavo e ballavo con lei. Ero in intimo e stavo bene, la febbre ormai mi era passata. “Emma io..” la porta si spalancò e Andrea mi guardò prima negli occhi poi abbassò lo sguardo sul mio corpo seminudo che provai a coprire con le mani, ma senza risultato. “Eh..m.. scu-sa!” disse prima di voltarsi ed uscire dalla stanza alla velocità della luce. Che imbarazzo.. infondo non è nulla di grave no? Mi sedetti sul letto e mi rigiravo tra le mani la maglietta appena presa. Decisi poi di alzarmi, indossarla e terminare di sistemare la mia camera. Mi diressi nella camera di Andrea era aperta e lui mi fece cenno di entrare. “Eri venuto a dirmi qualcosa?” chiesi ancora imbarazzata per la situazione precedente. “Si.. volevo dirti che pensavo di dire tutto ai nostri genitori a pranzo..” “E’ la cosa giusta.” Gli sorrisi, ma vedevo nei suoi occhi la preoccupazione così. “Tranquillo.. capiranno..” Mi abbracciò e al suo tocco un brivido mi percorse la schiena. “Ragazzi è pronto!” Scendemmo e cominciammo a mangiare in silenzio fino a quando “Papà è successa una cosa mentre eravate via..” cominciò Andrea Pessimo inizio! Pessimo.. Devo intervenire. “Andrea intende dire che ci sono delle novità che dovete conoscere..” mi guardò con sguardo pieno di gratitudine e “Dimmi figliolo..” “Papà.. la mia ragazza è incinta e ha deciso di tenere il bambino..” Paolo lasciò cadere la forchetta che aveva tra le mani e Andrea abbassò il capo mentre mia madre si portò le mani alla bocca. “Ma ti rendi conto di quello che mi hai detto? Pensavo che fossi un ragazzo responsabile!” sbottò furioso “Calmati caro..” intervenne mia madre. “Hai pensato a come mantenere questo bambino? A dove vivrete?” Nono, stava degenerando tutto. “Hai 19 anni! Vai ancora a scuola! Mi hai deluso Andrea.. anche tua madre sarebbe delusa da te!” Andrea si alzò di botto e io mi alzai con lui. “Paolo ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Secondo te Andrea questa situazione l’ha voluta? L’ha cercata? Ne è felice? Tu dovresti aiutarlo, è questo quello di cui ha bisogno ora non stupide ed inutili ramanzine! E poi come osi dire che sua madre sarebbe delusa di lui? Se ci fosse ancora sarebbe orgogliosa del figlio che avete tirato su!” dissi senza dargli possibilità di replica. Presi Andrea per un braccio e lo portai fuori di casa. Avevano entrambi bisogno di stare separati e pensare. Lo trascinai –letteralmente- al parco. Raggiungemmo quel pino, il pino che ci aveva tenuti compagnia quella sera in cui lui era sbronzo. Gli lasciai il braccio e stavo per cominciare a parlare ma lui mi precedette prendendomi la mano e portandomi con sé sotto i grandi rami del pino. Appoggiò la schiena al tronco dell’albero lasciandosi scivolare a terra, trascinandomi con se e facendomi sedere sulle sue gambe. Deglutì rumorosamente e “Pensi davvero quello che hai detto a mio padre o ..” “Certo che penso quello che ho detto..” lo interruppi e lui ne parve felice. Portò le sue mani dietro la mia schiena e mi spinse a se. I nostri petti combaciavano e le nostre guance si toccavano. “Nessuno, neanche lui ha mai pensato quelle cose di me..” “Che stai dicendo! Sicuramente lo avrà pensato, forse non te lo ha mai detto..” Ora ci guardavamo negli occhi. Si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima. Se tutto ciò è vero, la sua anima doveva essere a pezzi. Avvicinò dolcemente le labbra alle mie che si sfiorarono in un piccolissimo bacio a stampo. Mi allontanò da sé e mi fece stendere come quella sera precedente, si stese accanto a me e ci addormentammo. 

Eccomi! Scusatemi per il ritardo ma ho avuto una giornata abbastanza impegnata ieri! >_<
Spero che il capitolo vi piaccia e che mi perdoniate **
Un bacio a presto! - Teresa
  
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