Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Noelani Malfoy    06/09/2012    3 recensioni
Dalla fan fiction:
«Sei bello».
Lui fece una smorfia sprezzante che fece ricomparire per un attimo fugace quel ragazzino viziato e strafottente che era stato un tempo.
«Ed è solo uno dei miei tanti pregi».
È una what-if ambientata in un futuro in cui Lord Voldemort ha vinto.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa è la primissima fan fic che oso pubblicare e ora la ripubblico un po' migliorata, sperando che vi possa piacere di più! È ovviamente una Draco/Hermione e spero davvero tanto che vi piaccia! La canzone che mi ha ispirato è la bellissima Safe and Sound della mitica Taylor Swift!



Noelani Malfoy


§§§


Safe and Sound


I remember tears streaming down your face

When I said I'll never let you go


La pioggia d'ottobre picchiettava incessante i vetri delle finestre dello studio di Malfoys' Manor come un angosciante mendicante alla porta, ed ogni goccia sembrava cadere e trillare nell'aria per il mero gusto di disturbare il giovane ragazzo davanti al caminetto scoppiettante. Ogni rumore un poco più seccante gli faceva storcere il bel naso dritto e le palpebre socchiuse tremavano di stizza trattenuta a stento. Sorreggeva il capo con la pallida mano curata – quante fanciulle avevano sospirato per una sua carezza? – dondolando con aria distratta il piede accavallato. Udì il primo fragore di un tuono distante, ma mantenne una statuaria compostezza e non un solo muscolo guizzò.

Draco Malfoy non aveva temuto l'esplosiva forza dei temporali nemmeno quando i pesanti bagliori dei lampi s'insinuavano serpentini lungo le pareti della sua cameretta di bambino. Non v'era che acqua limpida e cristallina dietro ad ognuno di quegli scrosci – e non gli era permesso spaventarsi.

Fra il frastuono del maltempo al di là della finestra e lo sfrigolio delle fiamme si levò il secco e metallico rumore della porta che si apriva. Draco non si volse – non ne aveva bisogno.

«Draco?».

Lui espirò con profonda concentrazione al suono della sua voce flautata e appoggiò i soffici capelli biondi al cuscino della raffinata poltrona appartenuta al padre. Avvertì i suoi lievi passi avvicinarsi a lui e fu solo quando riuscì ad afferrare l'aroma fruttato e inebriante della sua pelle nivea che aprì gli occhi grigi quanto le nebbie delle brughiere irlandesi al sorgere del più freddo dei soli.

Era bella, più bella di qualunque altra creatura avesse mai avuto l'ardire di camminare sulla Terra – e mai si sarebbe stancato di ripeterlo. I suoi morbidi boccoli avevano il colore del miele più delizioso e splendevano alla luce come la criniera del più orgoglioso e impiegabile dei leoni; le ricadevano in ciocche composte lungo le spalle scoperte, diafane e perfette, incorniciandole l'ovale del volto, le labbra rosa e voluttuose, le gote arrossate dal gelo del corridoio che aveva percorso e gli occhi grandi e dorati dalle ciglia scure e lunghissime.

«Ho ricevuto un gufo di Harry» proferì Hermione in tono tormentoso. Le dita sottili si strinsero istintivamente attorno alla stoffa candida della ricca vestaglia di seta che indossava. «L'Ordine della Fenice teme che Lord Voldemort possa avere scoperto il nostro nascondiglio».

I penetranti occhi grigi di Draco la scrutarono per un lungo istante di insopportabile silenzio. Poi le sue labbra sottili e splendide si storsero in un sorriso talmente lieve da poter essere scambiato per una smorfia nervosa, per la mesta conseguenza di un triste ricordo. Coprì la piccola mano di Hermione con la propria e rispose con seducente lentezza:

«Fin quando ne rimarrò il Custode Segreto saremo al sicuro».

Fin quando resterai con me, sarai al sicuro.


When all those shados almost killed your light

I remember, you said, don't live me here alone

But all that's dead and gone and passed tonight


Quando finalmente si decise a rientrare nelle proprie stanze da letto, il temporale si era ormai placato e Hermione era già avvolta fra le lenzuola candide. La forma del suo corpo nudo celato solo per metà dalle infingarde coperte era quando di più eccitante avesse mai potuto modo di scorgere in tutta la vita. Un delicato e perfetto piede candido sbucava da una piega del lenzuolo e Draco fu assalito dal desiderio di poterla contemplare addormentata per tutta l'eternità. Come un artista che si bea della sua più struggente e meravigliosa opera, della nivea statua di marmo così finemente levigata, palmo dopo palmo, delle rare gemme incastonate nel suo viso, nella fierezza della sua intramontabile immortalità... Hermione sapeva andare al di là di ogni umano sentimento.

Quanto aveva sognato di stringerla fra le braccia? E sebbene con struggente e incontenibile intensità, quando poco tempo era stato concesso al loro amore? Quale meschina creatura del Fato aveva loro strappato ogni speranza?

Sedette sul bordo del materasso con le mani incrociate abbandonate sul grembo e lo sguardo fisso su ognuna delle piccole goccioline che ancora scivolavano lungo il freddo vetro della finestra come infinite lacrime argentate.

Una alla volta, le osservava precipitare in un'inesorabile discesa verso il basso, arrestandosi lungo il bordo, fondendosi l'una con l'altra e diventare parte del niente. Era a quello che erano destinati a loro volta? Era davvero così che lui e Hermione sarebbero scivolati? Immersi nel baratro, destinati a svanire per sempre sotto i colpi impietosi dell'Oscuro Signore, a trasformarsi in una pozza d'acqua che la pallida luce dell'alba avrebbe spazzato via?

Cosa rimarrà di noi?

«Draco...».

Lui sussultò e si volse verso di lei. Non credeva fosse ancora sveglia; i suoi dolci occhi preoccupati lo scrutavano nella tenue penombra della notte. Sentì la sua mano farsi strada fra le coperte, le sue dita sfiorare appena la sua schiena in un tacito invito a stendersi al suo fianco. Draco fece un sospiro rassegnato e si accomodò sul letto, appoggiando la nuca al piatto ventre tonico di Hermione. Lei sorrise con triste affetto e iniziò ad accarezzargli piano i sottili capelli biondi come grano.

«Dovresti dormire» gli disse gentile.

«Non riesco».

«Draco...».

Lui serrò le palpebre, come se potesse tenere tutto il resto del mondo fuori dal disordine che divampava con feroce meschinità nella sua testa, come se potesse imprigionare la flebile e vitale melodia della sua voce. Lei si alzò improvvisamente a sedere e appoggiò una mano sulla sua guancia; Draco rimase a contemplare la bellezza eterea e sfuggevole del suo viso senza dire una parola. Il suo pollice delicato sfiorò il suo naso, la linea delle labbra e delle rigide mascelle, il bel profilo della sua guancia perfetta e vellutata quanto una pesca.

«Sei bello».

Lui fece una smorfia sprezzante che fece ricomparire per un attimo fugace quel ragazzino viziato e strafottente che era stato un tempo.

«Ed è solo uno dei miei tanti pregi».

Lei scosse il capo con una risata carica di finta rassegnazione e si abbassò per lasciargli un bacio leggero sulla bocca.


Just close you eyes

The sun is going down

You'll be alright


C'era qualcosa di intossicante nei baci di Hermione, nel suo profumo, nella sua voce, nei suoi gemiti. A volte credeva di osare troppo, che lo avrebbero condannato per aver profanato una pelle tanto pura e candida con i proprio denti, per aver sfiorato i suoi fianchi e i suoi seni perfetti, per aver lasciato che lei gli ripulisse il marcio dell'anima a spese della propria. Eppure il desiderio di essere suo era sempre troppo ostinato e profondo, e Draco finiva sempre col convincersi che sarebbe stata punita in qualsiasi modo, che lui non aveva alcuna colpa, che lui l'aveva soltanto amata e che l'avrebbe fatto per sempre. Qualsiasi cosa potesse pensare tutto il resto del mondo, in qualunque balordo modo avrebbe potuto trarre i propri giudizi, lui era certo che la coscienza di entrambi era quanto di più pulito fosse mai esistito.

E allora non importava più di niente e di nessuno, non importava quanto avrebbero rischiato, non importava quanto poco tempo era rimasto loro, non importava che la pioggia avesse ricominciato a picchiettare sulla finestre, che ogni goccia avesse ripreso a scivolare verso il baratro nel quale loro stessi sembravano attesi.

Importavano solo loro e il modo in cui lei si stava muovendo su di lui, il modo in cui i suoi denti bianchi si mordevano il labbro inferiore per strozzare il piacere in un gemito, il modo in cui le sue unghie si stavano artigliando implacabili al suo petto, in cui le rispettive lingue continuavano a guizzare nelle bocche e sul corpo dell'altro.

L'Ordine della Fenice teme che Lord Voldemort possa aver scoperto il nostro nascondiglio.

Draco le carezzò il viso, godendo di ogni centimetro di quel paradisiaco contatto.

L'indomani avrebbe pensato a un modo per salvarla.


No one can hurt you now

Come morning light

You and I'll be safe and sound


«Da bambina sognavo il Derbyshire».

Draco sollevò pigramente le palpebre, voltò la testa sul cuscino e la guardò con un guizzo di puro divertimento negli occhi grigi.

«Il Derbyshire?» ripeté con ironia, sollevandosi sul gomito. I capelli di Hermione erano sparsi attorno al suo viso come una meravigliosa aureola dorata. «Le bambine non sognano di fare... che ne so, cose da bambine».

Hermione scosse deliziosamente il capo, scoppiò in una risata argentina e appoggiò la testa nell'incavo della spalla di Draco. Lui iniziò a giocherellare distrattamente fra i suoi boccoli, sorridendo appena.

«Io sognavo il Derbyshire, invece. Il Derbyshire è bellissimo. Verdi alture che si allungano verso l'orizzonte, e in primavera i boschi si riempiono di pettirossi e capinere e la luce del sole si riflette in mille colori nell'acqua dei laghi... e i villaggi sono proprio come dovrebbero essere i villaggi, sai? Case piccole dai tetti spioventi con grandi giardini che si affacciano sulla campagna, ed ognuno dei tuoi vicini conosce il nome dei tuoi cani e tu conosci il loro numero di scarpe, e nessuno si fa mai gli affari proprio e non ti importa mai, non importa a nessuno di quelli che abitano nel Derbyshire, perché lì tutto è così piccolo e semplice che le cose grandi finisco sempre per perdere importanza...».

Aveva parlato rapidamente e non appena aveva scandito l'ultima parola si era concessa un lungo e profondo sospiro. Draco storse le labbra: Malfoys' Manor era lontana anni luce da qualunque cosa potesse aver sognato di trovare il Derbyshire. Non c'erano case confortevoli attorno alla campagna, ma ampi corridoi scuri dai soffitti alti e volte rigide e strette. E poi, pensò improvvisamente, il Derbyshire poteva essere sparito.

Lord Voldemort era riuscito a cambiare il mondo, alla fine, dunque perché trovare impossibile che il Derbyshire su cui tanto Hermione aveva sognato da bambine fosse stato cancellato? Hogwarts era stata rasa al suono. Diagon Alley era stata rasa al suolo. Hogsmeade era stata rasa al suolo. E svanite anche le colline e i prati verdeggianti, cos'altro sarebbe potuto rimanere? Dove altro sarebbe fuggita Hermione?

«Draco?».

«Sì. Era un bel sogno».

«Cosa credi succederà?».

Lui rimase immobile e chiuse gli occhi, perdendosi per qualche triste momento nella sensazione generata dal fiato caldo di Hermione che si infrangeva contro la sua pelle diafana. Averla lì, così vicino, così presente, così viva, era più di quanto avrebbe mai desiderato. E non avrebbe davvero mai desiderato nulla di più che saperla al sicuro. Cos'altro poteva rimanergli?

La sua domanda era piombata tagliente e perentoria come un invalicabile muro di insostenibile angoscia. Come oltrepassarlo?

«Non lo so» mormorò laconico, affondando il volto fra i suoi meravigliosi riccioli.

Non esisteva più nulla che avrebbe potuto oltrepassare.

Non più.

Non in quella vita.


Don'you dare look out your window,

darling,

Everithing's on fire


All'inizio aveva creduto di aver sentito il rombo di un tuono particolarmente vicino. Un parte irrazionale della sua testa lo aveva sperato profondamente, si era inebriata di un secondo di cieca e incondizionata fiducia nella speranza di essersi sbagliata. Poi la realtà gli era piombata addosso in tutta la sua cruda presenza, strappandolo dalla sicura confusione del sonno, ed era balzato fuori dalle lenzuola con un agile scatto.

Hermione aveva fatto lo stesso ancor prima di lui: al secondo devastante boato lei gli era già al fianco, con una mano intenta a chiudere la raffinata sottoveste di raso sui bei seni e l'altra serrata ferocemente attorno alla bacchetta tesa e tremante. Draco le affondò le dita in una spalla – doveva sentirla, doveva sapere che c'era ancora.

«Hermione...».

«Dobbiamo tentare».

Lo afferrò per una mano e lo trascinò precipitosamente dall'altra parte della gigantesca stanza. La camicia di Draco ancora aperta sui suoi addominali scolpiti svolazzava come le ali di una falena – e le falene si bruciano sempre, prima o poi. Si fermarono dinanzi a un piccolo quadro dall'aspetto modesto che ritraeva una ragazzina dai sottili capelli biondi dall'aria pacifica.

«Ariana?» sussurrò con urgenza Hermione, sfiorando appena la cornice di legno intagliato con un'unghia laccata di rosso. «Ariana, adesso».

Le sottili labbra del ritratto si storsero in un sorriso di mesta rassegnazione. Annuì appena con il capo chino e la bella chioma a coprirle il volto pallido e cagionevole. Mosse qualche passo indietro e con un distinto rumore metallico il quadro si spalancò nella stanza come una finestra, rivelando uno stretto e angusto corridoio di pietra.

Draco afferrò Hermione per i fianchi e la aiutò ad arrampicarsi. Poi infilò la bacchetta fra i denti, lanciò un'ultima occhiata furtiva in direzione della porta e si issò con entrambe le braccia nell'oscurità del passaggio segreto. Non appena vi fu sparito dentro, il quadro di Ariana Silente si richiuse alle sue spalle, sprofondandoli nelle tenebre più cieche.

«Lumos» mormorò Hermione.

La flebile luce azzurrina proveniente dalla punta della sua bacchetta si infranse sulle pietre umide e sul suo viso cereo. Iniziarono a scendere i gradini a passo rapido, saltandone di tanto in tanto un paio e rischiando di cadere l'uno addosso all'altra. Lì sotto, i terribili rumori che li avevano svegliati di colpo sembravano ovattati e relegati in un mondo lontano. Sarebbe stato meraviglioso poter credere che vi avessero realmente fatto parte.

Ma erano lì e non erano per niente lontani.

Lord Voldemort era arrivato.


The war outside our door keeps raging on

Hold onto this lullaby

Even when the music's gone


L'idea di costruire quel passaggio segreto fra le secolari pareti di Malfoys' Manor era stata di Ron Weasley. La sua proposta era giunta alle orecchie di Hermione talmente inaspettata e sorprendente da farle per un attimo dubitare della scelta fatta. Era stato solo un attimo di nostalgia, un rapido pensiero carico di rimpianto per ciò che aveva creduto di poter avere e ciò che aveva scoperto non aver mai posseduto. Ron era tutto ciò che lei aveva sempre creduto di desiderare. Ron era gentile, era presente, sapeva strappare una risata da ogni suo lacrima ferocemente trattenuta, ma non era a lui che era destinata, non che per lui che il suo cuore si era finalmente acceso di folle sentimento. Lei era di Draco – probabilmente una parte di lei gli era sempre appartenuta – e Ron era stato costretto ad accettarlo.

Aveva amato Ron? Se lo era domandata centinaia di volte ed ogni volta si era ripetuta di averlo amato con l'intensità e l'ingenuità della ragazzina che era stata un tempo. La piccola Hermione lo avrebbe probabilmente amato per tutta la vita con la stessa freschezza infantile; e quando i Mangiamorte non gli avevano lasciato scampo, diversi mesi prima, quella ragazzina era sparita a sua volta, portando con sé tutto ciò che di Ron era rimasto.

«Voglio solo che tu sia felice. E salva» le aveva confidato con un ultima carezza al viso. Hermione aveva sentito ognuna delle sue parole pesare fra di loro come insostenibili macigni. «Non importa se non sarai con me».

Il quadro di Ariana Silente era stato un espediente piuttosto scaltro, ma purtroppo fuggire da Malfoys' Manor comportava una serie di pericolose complicazioni. I grandi giardini in cui un tempo Lucius Malfoy aveva colmato di meravigliosi pavoni erano sconfinati e nessun Mangiamorte avrebbe mai permesso loro di Smaterializzarsi se non dopo aver percorso parecchie altre miglia.

Era buio, il cielo era in tempesta e avrebbero dovuto correre come conigli che fuggono dai falchi – e nessuno dei due sapeva quanto effettivamente fosse distante la tana in cui rifugiarsi.

Non era la notte ideale per scappare. Era quella perfetta per morire.


Just close your eyes

The sun is going down

You'll be alright


Draco aveva immaginato che ogni tratto dei giardini sarebbe stato controllato. Aveva trascorso troppo tempo nella sanguinosa ombra dei Mangiamorte per poter ancora nutrire la stessa speranza con cui Hermione continuava a farsi tenacemente coraggio. La macabra consapevolezza dell'inutilità di quella sciocca corsa aveva ormai avvolto ogni suo passo. Correva dietro Hermione, solo per Hermione, solo per non lasciarla correre senza di lui. Solo per non permetterle di gettarsi sola in quel dirupo che il destino aveva messo loro davanti. Avrebbe avuto la possibilità di lasciarle qualche istante di possibilità? Quante probabilità aveva di metterla in salvo?

Io sognavo il Derbyshire.

La pioggia s'infrangeva meschina sui loro volti affannati, scivolava fra i loro capelli, appesantiva la loro corsa; i loro piedi nudi sprofondavano nella fanghiglia del prato; il rombo dei tuoni li faceva sobbalzare, ad ogni lampo serravano disperatamente gli occhi e pregavano di non essere visti.

«Ci siamo, ci siamo, ci siamo...» mormorava fra sé Hermione, stringendo con incredibile forza la mano di Draco. «Ci siamo, ci siamo...».

Ma Draco si era fermato di colpo e un lampo di infinita sconfitta gli aleggiò nei begli occhi grigi. Aveva già visto molto più lontano di Hermione. Li aveva già visti nell'attimo fugace dell'ultimo lampo, immobili nei loro cappucci neri e con le maschere bianche che sogghignavano.

Proprio davanti a loro.

Ci siamo, pensò a sua volta lui. Ci siamo davvero.


No one can hurt you now

Come morning light

You and I'll be safe and sound


«Qualunque cosa succeda, a qualunque fine saremmo condannati, io sarò con te».

Hermione serrò con forza gli occhi e si appoggiò a lui. Teneva ancora la bacchetta tesa a mezz'aria e il suo volto non aveva ancora del tutto perso la sua indomabile combattività. Avrebbe duellato fino alla fine, avrebbe resistito fin quando ci fosse stata forza nel suo corpo e non sarebbe morta in ginocchio. Draco lo sapeva. Non condivideva il suo superbo coraggio, ma aveva giurato di seguirla in qualunque destino lei lo avesse trascinato. Non credeva di essere pronto, ma sapeva che lei lo sarebbe stata. Non l'avrebbe lasciata sola.

Io sognavo il Derbyshire.

«Lo so» sussurrò debolmente Hermione. «L'ho sempre saputo».

«Non ce la faremo».

Lei girò la testa di pochi centimetri e gli rivolse un sorriso gentile, stringendo di più le proprie dita attorno a quelle di Draco. Il suo viso era pallido e i capelli fradici erano appiccicati sulla fronte e attorno alle guance, ma i suoi occhi brillavano fieri quanto quelli di una leonessa. Draco avvertì una morsa dolorosa serrargli strenuamente le viscere. L'avrebbe persa presto.

E non avrebbe potuto salvarla.

Io sognavo il Derbishire.

«Lo so».


Just close your eyes

You'll be alright

Come morning light

You and I'll be safe and sound


Era stato più laconico e veloce di quanto non avrebbe mai creduto. Non ebbe nemmeno il tempo di realizzare che la morte era davanti a lui, con il suo fiato acre e la sua implacabile presenza, che già era morto e scivolava nella pioggia. Dritta davanti a lui come l'indomita sovrana di mille vite, i suoi occhi senza fine lo avevano scrutato per un secondo di interminabile complessità; Draco non sentì la bacchetta sfilarsi dalle mani, né l'urlo strozzato di Hermione levarsi nella tempesta. Non sapeva che lei lo avrebbe seguito fra pochi altri istanti e fu forse meglio così. Non avvertì più né la pioggia né il vento né le nubi roventi e distanti; i lampi erano ormai svaniti, i tuoni ormai impercettibili.

Ma c'erano verdi e immense vallate che si estendevano a perdita d'occhio e il cielo era di un vivace e brillante cobalto. Non c'era una sola nuvola, ma soffiava una leggera brezza primaverile da ponente che gli solleticava gentile la nuca. I prati in fiore sembravano tinti di mille colori diversi e lunghi campi di grano alla sua destra svanivano all'orizzonte, fin dove l'occhio umano poteva arrivare. C'era un allegro ruscello che scivolava fra gli alberi dalle fronde ombrose, e dai grossi rami spiccavano il volo decine di meravigliosi pettirossi e capinere. Il sole giocava sul suo volto elegante, sottolineando la perfezione degli zigomi alti e dell'ellenico naso.

Draco chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, beandosi dell'aria fresca e stupenda di quel luogo senza tempo. Un pensiero distante, appartenente ad un altro mondo, ad un altro momento, ad un'altra vita, gli riaffiorò improvvisamente sulle labbra.

«Sognavo il Derbyshire».

Avvertì una piccola mano delicata posarsi leggiadra sulla sua schiena. Il sorriso di Draco si fece più ampio, mentre la voce sinuosa e flautata alle proprie spalle sussurrava:

«Anch'io».

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Noelani Malfoy