SESTO CAPITOLO:  “Il matrimonio”

Era passata ormai una settimana dall’uscita con Frank (se così si può chiamare) e non ci eravamo più sentiti: nessuna telefonata, nessun’altro appuntamento: niente.
Non sapevo cosa fare,non volevo essere io a compiere il primo passo, ma non volevo che finisse li, della serie: “una botta e via”.
Cercavo di non pensarci rassicurandomi che mi avrebbe chiamato al più presto, che avrei avuto sue notizie; e per non pensarci troppo mettevo tutte le mie energie nel lavoro.
Arrivavo sempre prima e me ne andavo sempre per ultima.
Quella mattina però no, non arrivai prima.
Avevo avuto una notte orribile: non riuscivo a dormire per colpa della febbre, ma volli andare lo stesso a lavoro.
Ci saranno stati 30 gradi all’ombra e io giravo con un maglione di lana e una sciarpa che mi lasciava scoperti solo gli occhi.
-Che cos’hai Roxen?- chiese Andrew, evidentemente non riuscivo a nascondere il mio malore.
-Niente, niente.. Ecciù- gli starnutì in faccia.
-Tu ora torni a casa e ti infili sotto le coperte e stai li finche non ti passa la febbre!-
-Okay-
Me ne tornai a casa, mi infilai il mio bellissimo pigiama rosa con gli orsetti e mi addormentai sotto un centinaio di coperte.
Dlin dlon.
Mi svegliai di soprassalto, chi diamine era?!
-Ciao, ho pensato di portarti qualche rivista, così non ti annoi-
Era Andrew!
-Grazie, entra pure-
Andammo in camera e mi rimisi sotto alle coperte.
-Grazie non dovevi- gli dissi.
-Sai avevi una faccia così sciupata, mi sono preoccupato.- rispose lui.
Gli sorrisi, mi porse le riviste e si sedette vicino a me. Passammo ore a leggerle e a commentare ogni singola notizia, ma poi…
Poi mi cadde una rivista dalle mani, avevo letto un articolo che non avrei mai dovuto leggere.
-Roxan stai bene!? -
Gli indicai il giornale, lui lo raccolse ed incominciò a leggere ad alta voce: “Frank Iero, chitarrista dei My Chemical Romance ha annunciato ieri in un’intervista che ha chiesto alla sua fidanzata Jamia di sposarlo…”
Impallidì anche lui.
-Roxen, mi dispiace, ma infondo è meglio che non è successo niente tra di voi, lui non ti merita…-
-Andrew, devo dirti una cosa… Io e lui, si insomma… Io e lui…. Siamo andati a letto insieme-
Mi guardò,  stava per scoppiare a piangere, ma soppresse le lacrime e con un filo di voce mi disse:
-E’ un bastardo! Un idiota! Come ha potuto trattarti così!? Io adesso lo trovo e lo meno!.-
-Andrew!! Calmati!! Io sto bene… - risposi io, non riuscivo a guardarlo in faccia.
-Ne sei sicura?! Sai non voglio che nessuno ti faccia del male!-
-Perché?- chiesi io, ingenuamente.
-Perché tu… Tu… Tu… Bhè io ti amo!-
Lo guardai negli occhi e mi avvicinai a lui, alle sue labbra… Incominciò a baciarmi. Non volevo compiere un altro sbaglio,ma lui, lui era quello giusto!
Con dolci gesti mi levò il pigiama,mentre continuava a baciarmi si spogliò anche lui.
Incominciò a penetrare il mio corpo con la sua eccitazione iniziando a spingere sempre più a fondo,  uscendo e rientrando con colpi sicuri facendomi gemere ad ogni colpo. E’ violento, ma non eccessivamente, sento che mi vuole sua e io lo voglio far diventare mio.
Mi sbatté violentamente contro la parte e mi blocca i polsi. Continua a spingere, facendomi gemere sempre di più, la sua erezione è forte all’interno della mia femminilità, mi completa. Tocca i punti della mia intimità. Geme sulla mia pelle, sento il suo respiro caldo ed affannato sulle spalle. Sussurra il mio nome al mio orecchio. L’eccitazione aumenta sempre di più…  I suoi movimenti si fanno sempre più disconnessi, penetra con colpi più violenti, fino a quando non viene gridando il mio nome.
Esce dalla mia intimità e inizia a lascarmi una scia di roventi baci su tutto il corpo. Spinge la mia testa verso la sua virilità e capisco il suo desiderio.
Accolgo la sua erezione tra le labbra e inizio a muovere la bocca lungo essa. Lui ormai è vittima del piacere più assoluto e non può trattenersi dall’urlare il mio nome. E’ al limite: stringe tra le mani i miei capelli, riversa indietro la testa e si libera  nella mia bocca…
Mi bacia languidamente sulle labbra,mentre  con un dito scende verso la mia femminilità. Penetra con un dito,  mi manca il respiro quando inizia a muovere avanti ed indietro il suo dito. Penetra anche con un secondo dito, facendomi quasi svenire, ed inizia a muoverli entrambi dentro la mia femminilità. Mi aggrappo alle sue spalle quando penetra anche un terzo dito. Inizia a muovere le dita sempre più velocemente, infilo quasi le unghie nella sua pelle quando raggiungo l’orgasmo.
Ci sdraiammo sotto le coperte ancora con il respiro affannato.
Si voltò verso di me e mi sussurrò:
-Io ti amo-
-Anche io- risposi, ne ero certa, lo amavo!



E dopo avervi rotto le palle per sei capitoli finalmente vi lascio stare…
E’ la prima ff che scrivo per cui capisco se fa cagare. Ringrazio una mia amica che mi ha aiutato a scrivere alcune parti (poiché non avevo idee). Vi ricordo che un commendo è sempre gradito, sia positivo che negativo.
Statemi bene, Roxen.