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Autore: Youkeepmealive    06/09/2012    0 recensioni
Caitlin e Fearless. Light Beams. Due nomi,una band. Che accadrà quando si incontreranno con un'altra band,i One direction?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Light Beams.

 
Caitlin’s pov.
Eccomi. 
E’ davvero la realtà o è solo uno dei tanti sogni che faccio ogni sera?
No, è la realtà. Almeno, così credo.
Tutte queste luci su di me e Fearless, e questi microfoni? Non saranno mica i telecomandi delle tv di casa mia? Non penso.
E’ tutto così surreale. 
Io nemmeno pensavo di arrivare a questo punto. 
“Caitlin! Canta, fa qualcosa, non stare là impalata!” disse Fearless mentre ballava, prima però abbassò il microfono per evitare che la folla di persone davanti a me sentisse ciò che mi aveva appena detto.
Ma non capivo, perché così tante persone urlavano, gridavano i nostri nomi … e molte altre cose, anche se io non stavo facendo proprio nulla? ‘ti amano, sei il loro idolo’ disse una vocina dentro la mia testa.
Poi sorrisi, sì, un sorriso a trentadue denti, era un’emozione unica, ogni volta che salivo sul palco e avevo quel microfono in mano.
Era l’ultimo concerto in Italia, e siccome era proprio l’ultimo di quest’anno e soprattutto perché quelle fan erano particolarmente affettuose con noi, tra una pausa e l’altra decidemmo di cantare per loro la canzone che ci ha portate qua.
“Allora ragazzi, ora vi faremo sentire una canzone molto speciale per noi.” Dissi io guardando Fearless mentre le sorridevo.
Lei era come una sorella per me. La conosco praticamente da quando sono nata.
Iniziò Fearless. 
‘I let it fall, my heart, 
And as it fell you rose to claimit. 
It was dark and I was over, 
Until you kissed my lips and you saved me.’
Poi continuai io. 
‘My hands, they were strong, 
but my knees were far too weak, 
To stand in your arms without falling to your feet,’
Fearless:
‘But there's a side to you that I never knew,never knew. 
All the things you'd say, they where never true, never true, 
And the games you'd play, you would always win, always win.’
Entrambe:
‘But I set fire to the rain, 
Watched it pour as I touched your face, 
well it burnt while I cried, 
Cause I heard it screaming out your name, your name!’
Io:
‘When I lay with you 
I could stay there, Close my eyes, 
feel you here forever, 
You and me together, nothing is better!’
Fearless:
‘Cause there's a side to you that I never knew, never knew, 
All the things you'd say they where never true, never true, 
And the games you'd play, you would always win, always win.’
Entrambe:
‘But I set fire to the rain, 
Watched it pour as I touched your face, 
well it burnt while I cried, 
Cause I heard it screaming out your name, your name! 
I set fire to the rain 
and I threw us into the flames 
well it felt something died 
Cause I knew that that was the last time, the last time!’
Io:
‘Sometimes I wake up by the door, 
that heart you caught must be waiting for ya. 
Even now when we're already over 
I can't help myself from looking for ya’
Entrambe:
‘I set fire to the rain, 
Watched it pour as I touched your face, 
well it burnt when I cried, 
Cause I heard it screaming out your name, your name 
I set fire to the rain, 
and i threw us into the flames 
Cause I knew that that was the last time, the last time. 
Oh, oh no 
let it burn 
let it burn, let it burn.’
No era proprio il nostro stile, ma amavamo Adele, era grazie alle sue canzoni che siamo diventate famose. 
Durante la canzone io e Fearless andavamo a toccare le mani delle fan, era una cosa unica rendere felici delle persone con una stretta di mano. Amavo quella sensazione, era davvero qualcosa di speciale.
Alla fine del concerto salutammo tutti. 
Tornammo dietro le quinte, e lì trovammo tutto lo staff pronto ad applaudirci per il bel lavoro appena fatto.
“Grazie.” Risposi io sorridente, la stessa cosa la fece Fearless.
Poi andammo nei camerini a cambiarci da quei costumi di scena.
“Sai Fear, un po’ mi mancherà l’Italia.” Dissi dispiaciuta.
“Si, anche a me.” Mi rispose lei. “Ho un’idea … che ne dici se andiamo a cenare in un ristorante? Ovviamente se lo staff ce lo permette.” Continuò poi.
“Sarebbe un’idea bellissima.” Sorrisi all’affermazione. 
Uscimmo e andammo verso i manager per chiedere cosa pensavano della nostra, dell’idea di Fearless.
Non volevano, lo sapevo. Ma Fearless insistette e alla fine approvarono.
Corsi verso Fear e l’abbracciai. Erano ormai le otto di sera. 
Raggiungemmo l’auto. Alla guida c’era Fear, lei non si fidava tanto di me, nonostante avessi la patente. Forse il fatto di averla appena presa non le piaceva tanto. 
Comunque sia, girammo per tutta la città nella ricerca di un ristorante non molto pieno, infine lo trovammo. Era abbastanza carino. 
“No. Che ne dici di andare in una pizzeria?” domandò Fear afferrandomi per il polso prima che scendessi dalla macchina.
“Umh … ok, basta che ti decidi perché ho fame.” Dissi un po’ stranita. 
Perché aveva cambiato idea? Forse aveva visto qualcosa o qualcuno che non voleva incontrare? O delle fan? 
A lei non piaceva tanto essere disturbata, ecco perché a volte era fredda con le sue fan, ma la cosa incredibile è che loro continuavano ad amarla, molto più di prima.
Comunque, infine arrivammo davanti ad una pizzeria. Attraverso le vetrate si intravedevano poche persone, e questa cosa ci stava bene. E’ brutto essere disturbati in continuazione mentre si cena. 
Entrammo e ci sedemmo ad un tavolo vicino all’entrata. Una volta dentro, quelle poche persone, si avventarono su di noi. 
“Siete fantastiche!”
“Vi amo!” 
E altre centinaia di cose ci furono dette, dopo aver firmato non so quanti autografi, finalmente, ciò che avevamo ordinato prima di essere assalite dalle fan e dai fan, mangiammo. 
“Smetti di essere così fredda,Fear!” dissi io ridendo, poi presi un pezzo di pizza e iniziai a mangiare, finalmente.
“Ma scusami, adoro i miei fan e tutto, ma quando esagerano, esagerano, punto.” Disse lei un po’ acida.
“Ho capito, ma un po’ di dolcezza, su …” dissi poi la lasciai perdere.
Finimmo di mangiare e ce ne andammo. Salimmo in macchina e ci avviammo verso la casa che avevamo acquistato verso l’inizio del tour in Italia. Fortunatamente si trovava vicina, e non dall’altra parte dell’Italia, perciò decidemmo di passare lì la notte.
“Chiamo Tom, così non si preoccupa.” Dissi prendendo il cellulare.
“Perfetto.”
“Pronto, Tom, noi stiamo andando verso casa, se vuoi raggiungerci domani mattina … Ok, va bene, a domani.” Dissi rivolgendomi alla nostra guardia del corpo.
“Fatto.” Dissi rivolgendomi a Fearless.
Dopo un quarto d’ora arrivammo a casa. Non c’era nessuno, nessun fan. Meno male.
Entrammo, io andai a farmi una doccia e poi andai a dormire, lo stesso fece Fear.
Il giorno seguente, mi svegliai per via di un rumore forte. Qualcuno stava bussando in continuazione alla porta.
Andai ad aprire, era Tom… e alle sue spalle alcuni paparazzi. 
“No … non si può.” Dissi una volta dentro.
“Che è successo?” domandò Fearless mentre beveva una tazza di caffè.
“I paparazzi vi hanno inseguito ieri sera!” Disse Tom un po’ preoccupato. 
Infine trovammo un’uscita, passammo dal garage, che era esposto dall’altra parte della casa, e per fortuna. Non potevamo perdere il volo per Londra. 
Ci era già successo una volta, e fummo costrette a restare in aeroporto fino a notte fonda, con i fan che non si stancavano di chiedere autografi e fare foto, era stressante.
  
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