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Autore: MusicInTheAir    06/09/2012    5 recensioni
FANFICTION INTERROTTA.
I rami degli alti alberi si intrecciavano sopra la sua testa, impedendo anche al più sottile filo di luce di penetrare in quella barriera che di rassicurante aveva ben poco.
(...)
Anche se era tutto merito del suo angelo custode, che lo aveva sempre guidato.
Quando una lieve brezza fresca gli accarezzo i capelli, si accorse di aver perso il cappello.
Maledì quel demone parlante, perché gli aveva rovinato il vestiario, e continuò a camminare.
Arrivò dopo poco all’ uscita, e quando poté guardare in viso quell’ ombra, sussultò impercettibilmente e serrò i pugni.
Era un corno, come quelli che si disegnano per rappresentare il diavolo.
Genere: Horror, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: G-Dragon, T.O.P., Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 5

 

Attorno a lui regnava la luce, calda, avvolgente, familiare, e si concentrava soprattutto sulla sua mano.

Era circondato da alti alberi ed era seduto su dell’ erba morbida e tiepida.

Gli sembrava familiare quel posto.

D’ un tratto un rumore lo fece sussultare, e qualcosa di tondeggiante rotolò al suo fianco. Era colorato e sporco.

-Mamma! E’ lì dietro, dai sbrigati a prenderla!-

Urlò la voce di un bambino, e poco dopo sentì il rumore di cespugli che si spostavano. Davanti a lui apparve la figura di una donna bellissima, che lo guardò e sussultò.

-Tu…-

Sussurrò, poggiando una mano davanti alla bocca ed indicandolo.

-...Sei un demone.-

Terminò, indietreggiando spaventata, e lui non riuscì più a controllarsi.

Sentì il terrore scorrergli nelle vene, se quella donna avesse corso a chiedere aiuto e per lui sarebbe stata la fine. E lui voleva tornare a casa, da suo fratello.

Si alzò di scatto e fece un passo verso di lei, che sgranò gli occhi ed aprì la bocca per urlare.

Ma la sua voce svanì nel vento, mentre una strana fiamma blu la oltrepassava.

Il buco sul suo petto le impediva di fare qualsiasi cosa volesse.

Cadde in ginocchio, raccogliendo con due dita il sangue che colava copioso dalla ferita ed alzò lo sguardo verso il demone.

-Se…Seung…Hyu…-

Non terminò la frase. Si accasciò al suolo e smise di respirare.

In lontananza poteva udire la voce di quel bambino chiamarla, quasi disperato.

Iniziò a respirare pesantemente, fissando il cadavere ai suoi piedi.

Non lo aveva fatto davvero.

-Seungrì…Aiutami…-

Singhiozzò, portando i palmi a coprirsi il viso.

 

-Seungrì…Aiutami…-

Sussurrò, aprendo piano gli occhi e tendendo una mano verso il soffitto.

Sentiva qualcosa di umido percorrergli le gote, e, sbattendo confuso le palpebre, volse lo sguardo sull’ altra mano, da dove quel calore del sogno non era ancora sfumato. Anzi, era più vivido che mai.

La prima cosa che vide fu il volto rilassato e sereno di Seunghyun, disteso su un fianco accanto a lui e subito dopo le loro dita intrecciate, coi palmi che aderivano perfettamente. Sorrise, e non seppe dire esattamente perché, ma era certo che quella strana sensazione di leggerezza all’ altezza del petto era quella che gli essere umani chiamavano felicità.

Sentì un tenero rantolio accanto all’ orecchio e, subito dopo, una linguetta umida e morbida accarezzargli la guancia.

-Ciao, Chachacha.-

Salutò, scoccando un bacio sulla testolina pelosa e bianca dell’ esserino .

-Ti sei svegliato da poco anche tu?-

Scosse vivamente la testa, in contemporanea alla coda, e si mise seduto sulla sua spalla, guardandolo con quei suoi enormi e dolcissimi occhi marroni. Il sorriso che gli rivolse tremò sulle sue labbra, fino a scomparire del tutto.

-Ho fatto un brutto sogno, sai? Ero in un posto strano, ed ho ucciso una persona.-

-Tutti i demoni uccidono le persone.-

Intervenne il cacciatore, con la voce impastata dal sonno. Passandosi una mano tra i capelli, chiuse gli occhi e sospirò profondamente.

-Io no, non uccido. E’ brutto uccidere.-

-Si, come no.-

Disse, sarcastico, volgendo lo sguardo verso di lui.

-Mi dispiace.-

-Di cosa?-

-Di averti svegliato.-

Scosse la testa.

-No, mi sarei svegliato comunque, tranquillo.-

Rispose, mettendosi seduto e guardato un punto indefinito davanti a se. La verità era che, si, era stato proprio Jiyong a svegliarlo, lui e quell’ irritante essere, che probabilmente non era nemmeno un animale, che si era voluto portare dietro.

Portò una mano a massaggiarsi l’ attaccatura del naso.

-Daesung!-

Chiamò, e, poco dopo, l’ angelo apparve davanti a loro col solito battere d’ ali che annunciava il suo arrivo.

-Cosa vuoi?-

Chiese, sforzandosi di sorridere.

Seunghyun si alzò dal letto e camminò verso di lui, afferrandolo per un polso e trascinandolo nella stanza che fungeva da cucina, per poi accostare la porta ed attirarlo a sé, circondandogli il collo con le braccia.

-Seung?-

Esalò Daesung, stupito dalla forza e dalla dolcezza di quell’ abbraccio, unica sua dimostrazione d’ affetto da quando gli aveva concesso di vederlo.

-Taeyang è un fottuto bastardo. Quel Seungrì è un pezzo di merda. E giuro sul mio onore che ti porterò le loro teste come riscatto per tutto il dolore che ti stanno causando.-

Sussurrò, stringendolo maggiormente e serrando gli occhi.

Sapeva di non essere in grado di competere contro un arcangelo ed uno dei figli dell’ Inferno, ma quel ragazzo che aveva usato i suoi poteri da Angelo della Morte per proteggere lui e sua madre, rinunciadovi poi per stargli accanto come angelo custode, meritava ogni cosa gli appartenesse, anche la vita.

-Non c’ è bisogno di questo, Seunghyun, non ti preoccupare. E poi io sto bene.-

Rise, accarezzandogli la schiena placidamente, mentre l’ altro braccio gli stringeva la vita.

-Credi forse che, con tutto il tempo che abbiamo passato assieme, non abbia imparato a leggerti negli occhi? Di cosa hai paura?-

Gli chiese, allontanandolo da lui per fissarlo negli occhi. Il suo tono era leggermente irritato e spazientito, a tratti nervoso, e la ragione non era difficile da intuire.

-Lo sai di cosa ho paura. Ma non è questo il momento di parlarne, ho un incarico per te e Jiyong.-

-Hai intenzione di non partecipare più?-

-Per ora no. Comunque, cosa ne pensi di Londra?-

-Considerando le circostanze in cui ci sono andato, direi che non è molto tranquilla.-

-Bene, perché ci farai una bella passeggiata!-

Esclamò, sorridendo sotto lo sguardo confuso dell’ altro.

-Stai scherzando, vero?-

-Avanti, questi giorni sono stati faticosi, per te. Una bella passeggiata lì non vi farà che bene, e poi aiuterà Jiyong ad abituarsi agli umani.-

-Non ci penso nemmeno.-

-Avanti, Seung, è questione di qualche ora.-

-No.-

-Vengo anche io.-

Sospirò, rassegnato.

-D’ accordo, come vuoi.-

***

-Quante belle luci!-

Esclamò Jiyong, guardandosi attorno con occhi spalancati e trasognanti. Completamente incantato da quell’ atmosfera tipica del Natale londinese, e nonostante nevicasse a fiocchi lenti e soffici, il solo stringere la mano di Seunghyun gli trasmetteva un calore che impediva al suo corpo di sentire freddo.

-Non è adorabile?-

Sussurrò Daesung, camminando accanto a loro.

-Affatto. E poi si può sapere perché gli hai messo quell’ assurdo cappello?-

-Per non far vedere il suo corno. Se è vero che anche lui è uno dei figli dell’ Inferno, allora tutti sono in grado di vederlo.-

-Questo non lo sapevo.-

-Ti sei mai chiesto come facevano gli artisti, in passato, a rappresentare i demoni?-

-Erano…-

-Esatto.-

Il cacciatore si sentì d’ improvviso tirare il braccio, e vide il piccolo demone sciogliere la stretta tra le loro dita e correre tra la folla.

-Jiyong!-

Chiamò, cercando di stargli dietro, ma lo perse di vista poco dopo, quando la sua esile figura venne inghiottita da tutte quelle persone che camminavano per la strada. Imprecò nei confronti di se stesso, ed iniziò a guardarsi attorno, nella vana speranza di scorgerlo, ma non lo vide, ed iniziò a preoccuparsi seriamente.

-Daesung, aiutami a cercarlo.-

-Agli ordini.-

Sorrise l’ angelo, per poi saltare, spiegare le ali e spiccare il volo verso la direzione in cui era corso Jiyong.

Seunghyun sospirò, passandosi una mano tra i capelli, camminando a passo svelto verso quello che sembrava un bar, ed entrò. Ignorò completamente gli sguardi ammirati delle ragazze ed il loro vociare eccitato e si diresse verso il bancone.

-Cosa ti porto?-

Gli chiese una ragazzo con un sorriso allegro stampato sul viso, volteggiando a mezz’ aria.

Lui la guardò per un attimo, decidendo poi di ignorarla completamente, chiamando il cameriere con un gesto elegante della mano.

-Mi incarta quella, cortesemente?-

-Certo, al cioccolato o alla crema?-

-Alla crema.-

Decise, aspettando pazientemente.

Quando prese la bustina ed uscì dal bar, la ragazza lo seguì, volteggiando in aria tra una capriola e l’ altra.

-Come ti chiami?-

La ignorò nuovamente, sentendo due aure familiari poco distanti da lui, ed una poco più debole del solito.

-Ehy! Non ignorarmi, lo so che puoi vedermi! Prima stavi parlando con un angelo, è impossibile che tu non riesca a vedermi!-

Pigolò, mettendo su un adorabile broncio.

-Ascoltami, mocciosa, ho già sulle spalle un ragazzino che starnutisce fuoco e che porta a casa mia degli animaletti pulciosi ed un angelo custode che sorride sempre e mi costringe a trattarlo come se fosse la mia fidanzatina, non ho bisogno anche di un fantasma che mi svolazza attorno.-

Bisbigliò, abbassando il capo in modo che gli altri non potessero vedere che stava parlando da solo.

Nonostante questo, la ragazza sorrise e continuò a stargli accanto, questa volta poggiando i piedi a mezz’ aria (dato che il cacciatore era molto più alto di lei) e fingendo di camminare stando alla sua altezza.

-Mi chiamo Dara. E tu?-

-Non ti riguarda.-

-Bene, signor Non Mi Riguarda, dove stai andando?-

-Dì un po’, non hai una casa da infestare o ragazzine da spaventare?-

-Veramente la mia adorata casetta è stata demolita qualche anno fa, e non mi piace spaventare i bambini. Sono troppo carina per farlo.-

-Allora va a spaventare i personaggi dei fumetti.-

Disse, sarcastico, oltrepassando l’ entrata di un parco, la cui viottola in pietra era illuminata da piccoli lampioni. Sentiva la sua aura sempre più vicina, e, non seppe spiegarsi il motivo, una strana leggerezza lo invase quando una luce soffusa gli fece capire che Daesung lo aveva trovato ed era assieme a lui.

Aumentò la velocità del passo e li raggiunse poco dopo, in compagnia di quell’ adorabile fantasmina.

Jiyong era steso sull’ erba umida a pancia in sotto, e l’ angelo stava richiudendo proprio in quel momento una ferita sulla schiena che sembrava essere inizialmente profonda.

Dara si mise una mano davanti alla bocca, colpita, e Seunghyun si inginocchiò al suo fianco, fissandolo.

-La ferita era molto più profonda, quando l’ ho trovato.-

-Come è successo?-

-Non lo so, ma credo che centri quella donna.-

-Non è una donna.-

Ringhiò una voce ostile alle loro spalle, e quando il cacciatore si girò non faticò a riconoscere quel demone che diceva di chiamarsi Seungrì. Era poggiato con una spalla al tronco di un albero e gli dava le spalle.

Il cacciatore si alzò di scatto, raggiungendolo a grandi falcate ed afferrandolo per una spalla in modo da costringerlo a voltarsi, mentre con un gesto veloce dell’ altra mano estraeva dalla cintura dei jeans la sua pistola, puntandogliela alla testa.

Avrebbe voluto ammazzarlo seduta stante, ma, da quel che diceva, aveva delle informazioni riguardo alla creatura che voleva far fuori Jiyong.

-Che cosa sai?-

-Tutto, ma di certo non vado a dirlo ad un verme buono a nulla come te.-

-Ti conviene collaborare, occhioni viola, altrimenti giuro che ti faccio esplodere la testa.-

-Perché non ci provi? Magari così ti renderai conto che non vali un cazzo.-

Alcune persone di passaggio li guardavano spaventati, e correvano subito lontani, quindi il parco si svuotò poco dopo.

-Jiyong si è svegliato.-

Annunciò Daesung, aiutandolo a mettersi seduto.

I due si guardarono in cagnesco un’ ultima volta, per poi dirigersi entrambi vero il ragazzo, che fece saettare lo sguardo prima da uno e poi dall’ altro, posandosi poi sul fantasma che lo fissava ad occhi sgranati. Durante l’ attacco, il piccolo cilindro che gli copriva il corno si era slacciato, e metteva in mostra la sua natura.

Dara alzò appena la mano, muovendola in segno di saluto, e Jiyong fece lo stesso.

-Cosa ti è successo?-

Gli chiese, volando davanti a lui.

-Non lo so…Ricordo solo una donna con i miei stessi capelli.-

Seungrì si avvicinò a Daesung, prendendogli delicatamente una mano. I loro sguardi si incrociarono.

-Devo parlarti. A te, ed al cacciatore.-

Sussurrò, costringendolo ad alzarsi con quei suoi occhi tanto magnetici quanto particolari. Se lo si guardava sotto il punto di vista estetico, il demone era davvero bello, e quando non doveva combattere riusciva ad essere delicato, come in quel momento.

Perché dobbiamo essere nemici naturali?

Si chiese l’ angelo, lasciandosi guidare sotto lo sguardo attento ed indagatore di Seunghyun.

-So di chi parla Jiyong.-

Proruppe all’ improvviso, lasciandolo e girandosi a guardarlo.

-E’ un demone.-

-Si, ma non uno qualsiasi. Si tratta di Bom, nostro fratello.-

-Bom…Colui a cui è stata affidata la capacità di mutare il suo aspetto in chiunque voglia.-

-Esatto. Lui è il più vecchio di noi, ed il più maligno, pur di accaparrarsi il trono è in grado di uccidere uno dei suoi fratelli.-

L’ angelo abbassò lo sguardo, portandosi una mano alle labbra.

-Perché non tenta di uccidere anche te? Sei pur sempre uno dei pretendenti al trono.-

Seungrì distolse lo sguardo da quella figura rassicurante, sentendosi ancora ferito nell’ orgoglio per quello che aveva fatto in passato. Non era pentito dell’ amplesso avvenuto, ma per aver ucciso la persona di cui si era innamorato per rientrare nelle grazie di suo padre.

-No, ti sbagli. Non lo sono più da duecento anni.-

Daesung sgranò gli occhi, sorpreso.

-Posso chiederti il motivo?-

-Tempo fa mi innamorai di un angelo. Era bellissimo, più di ogni altra creatura che avessi visto. Col tempo anche lui si accorse di provare lo stesso ed il nostro amore divenne una passione segreta…Che venne scoperta da Bom. Mio padre si infuriò, e disse che, se non gli avessi portato il cadavere di quell’ angelo, mi avrebbe ripudiato.-

-E lo hai ucciso, ma te ne pentisti subito dopo e decidesti di rinunciare al trono. Si, me ne aveva parlato.-

Seungrì lo fissava confuso.

-Come fai a saperlo?-

-A quel tempo era ancora l’ Angelo della Morte, prelevai io la luce di quell’ angelo. E’ stato proprio lui a farmi capire quale fosse il mio vero posto, ovvero accanto a Seunghyun. Inoltre, Leeteuk era il mio migliore amico.-

Sussurrò, ringhiando appena l’ ultima parte a denti stretti. Leeteuk gli aveva parlato di un demone di cui si era innamorato, ma non gli aveva specificato che fosse proprio lui, ed ora tutte le belle sensazioni che gli aveva trasmesso con lo sguardo ed il contatto della mano stavano svanendo, lasciando il posto ad una rabbia lacerante e bollente come lava.

Daesung fece scattare la mano verso la sua ala, per far rinascere la sua spada, ma qualcuno gli afferrò il polso.

-Non ora, ci serve.-

Bisbigliò al suo orecchio Seunghyun, lanciando poi uno sguardo sprezzante al demone, che ricambiò nel medesimo modo.

-Allora, Seungrì, suppongo che dovremmo rivederci.-

Aggiunse poi, a gran voce.

-Jiyong è mio fratello, è mio dovere riportarlo a casa. Con me.-

-Avresti potuto salvarlo prima, allora.-

-Se lo avessi saputo credi forse che non lo avrei fatto?-

Fece spallucce.

-Sei pur sempre un demone.-

Disse, voltandogli poi le spalle e dirigendosi verso il piccolo demone che era ancora intento a parlare con quello spiffero fastidioso di nome Dara.

-Ragazzino, datti una mossa, ce ne andiamo.-

Jiyong si voltò verso di lui, e quando incrociò il suo sguardo sorrise raggiante e gli corse incontro, buttandogli le braccia attorno alla vita ed abbracciandolo.

-Mi sei mancato Seunghyun.-

Esclamò, tremando di freddo e di felicità.

Il cacciatore rimase per qualche attimo immobile, senza riuscire a muoversi a causa dell’ imbarazzo (che aveva anche fatto colorare le sue guancie di un dolcissimo rossore) allontanandolo poi da lui e premendogli una mano caldo sulla guancia. Accertatosi che avesse realmente freddo, si slaccio la giacca di pelle e la sfilò, poggiandola poi sulle spalle del ragazzo.

-Andiamo a casa.-

Sorrise, porgendogli una bustina di carta bianca e rossa.

-Si!-

 

 

+Manicomio+

Si, lo so. Sono una grandissima idiota che posta quando cavolo gli pare…Ovvero dopo troppo tempo XD vi sarete anche dimenticate di me XD comunque, il motivo è che in questi giorni ho parecchio da fare ed un grande motivo per deprimermi: l’ inizio della scuola. Detto questo, vi lascio, ALLA PROSSIMAAAA!!

  
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