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Autore: valli    06/09/2012    7 recensioni
Inizi del '900, Chicago (Illinois). Un matrimonio combinato, la finzione di un amore, il dolore di una donna. Finirà tutto così? Le cose si possono sistemare?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Old loves they die hard;
Old lies they die harder.

Capitolo XVI: quelle cose che non avresti mai immaginato.
 
Alexander
 
«Lizabeth, perchè è tutto bagnato per terra?»
Quanto può essere innocente un bambino?
Appena entrai in casa mi colpì subito la scena della cucina: Elizabeth seduta su una sedia con sguardo strano, Jeremy preoccupato.
Il liquido per terra lo notai dopo anche io quando il bambino lo disse alla mia compagna.
La rottura delle acque significava parto.
Ed era troppo presto.
Come me, anche Elizabeth guardò per terra prima di piegarsi gemendo per una fitta.
A quel gesto mi svegliai dal mio stato di trance e corsi verso di lei, prendendole la mano fra le mie.
«Beth... Tranquilla, Beth. Chiamo il medico, ok? Vieni, sdraiati a letto e poi scendo a chiamare il dottore...» le sussurrai aiutandola ad alzarsi. La portai in camera e la misi sul letto, tornai in cucina e presi una spugna bagnandola di acqua fredda e la posai sulla sua fronte.
«Jeremy, io scendo un attimo, tieni d'occhio Elizabeth, ok?» dissi al bambino, che annuì deciso sedendosi ad un lato del letto.
Corsi giù dalle scale fino ad uscire dalla palazzina e mi catapultai al bar di fronte.
Dovevo avere davvero una brutta espressione perchè appena entrai tutti si girarono di me e calò il silenzio.
«Telefono,» mormorai, «ho bisogno del telefono, devo chiamare un medico».
«Lì dietro» rispose il gestore, indicandomi una porta in legno.
Entrai nella piccola cabina e composi i numero, pregando perchè il dottor Rogers rispondesse al più presto.
Appena mormorò quel «pronto?» sospirai e gli spiegai tutta la situazione. Nel giro di cinque minuti, disse, sarebbe stato da noi.
Sospirai un'altra volta, ringraziandolo, e riattaccai uscendo di fretta dalla cabina. Gettai qualche spicciolo sul bancone e uscii fuori rientrando nuovamente di corsa nel mio appartamento.
Elizabeth era sudata fradicia e sembrava stare davvero male.
Le cambiai la pezza portando poi con me una bacinella d'acqua in modo da rinfrescarle anche il collo e le braccia.
«Ho male, Alex. Non è normale, io...» sussurrò.
«Ssh... Andrà tutto bene...» mormorai baciandole una guancia.
«Jeremy,» aggiunsi poi, «perchè non vai a fare un bel disegno, in cucina? E quando arriva il dottore lo fai entrare e lo porti qua, ok?».
«Va bene!» esclamò fiero di tutte quelle responsabilità.
«Alex...» sussurrò Elizabeth, «Alex se non dovessi... sto male, ho paura che...» .
Capendo ciò che intendeva dire, la fermai: «ho detto che andrà tutto bene, non succederà niente.».
«Torna a casa. Se non ce la faccio... torna a casa.»
 
~
 
Quelle sue parole furono smorzate da un gemito, ma le compresi benissimo.
Non potei ribattere, perchè il campanello suonò e poco dopo Jeremy portò il dottore in camera.
Spiegatagli tutta la situazione mi pregò di portargli dell'altra acqua e più asciugamani possibili.
Feci come richiesto, aiutato da sua moglie, che l'aveva accompagnato, e poi mi chiese di uscire e lasciarli soli.
Da lì, seduto per terra, col capo appoggiato al muro accanto alla porta, ascoltai ogni gemito, ogni urlo di dolore da parte di Elizabeth.
Ascoltai le imprecazioni della coppia che era soccorsa in nostro aiuto e capii che, forse, Elizabeth aveva già capito qualcosa.
Un pianto infantile, mi fece voltare inizialmente il capo verso la cucina, preoccupato che Jeremy, lasciato da solo, si fosse fatto male.
Ma poi lui arrivò, con un disegno in una mano e qualche pastello nell'altra, sorridente.
Così mi alzai di fretta e aprii la porta, incurante dei rimproveri.
Era mio figlio.
Il dottore praticò qualche visita veloce prima di lasciarlo alla moglie che lo avvolse in un asciugamano.
«È un maschio» ci disse sorridente.
Allungò le braccia verso di me, che sorrisi emozionato, e mi spiegò come tenerlo prima di lasciarlo completamente a me e occuparsi di Elizabeth.
Guardai quel visetto arrossato, gli occhi chiusi e lo bocca fina e non riuscii a provare nemmeno un piccolo rimpianto per quello che avevamo passato per lui.
Alzai lo sguardo verso Elizabeth e la vidi sofferente, pallida in viso.
Non era normale.
Mi avvicinai a lei, notando gli sguardi dispiaciuti del medico e le mostrai nostro figlio.
«È il nostro bambino, Beth. Guardalo che bello...» sussurrai.
Con fatica portò una mano sulla sua guancia e gliela accarezzò.
«È... bellissimo» sussurrò con voce roca prima di tossire.
La signora Rogers mi si avvicinò mormorando che il marito voleva parlarmi.
Le chiesi di tenere il bambino e di continuare a farlo vedere alla madre, poi seguii il medico nel corridoio, chiudendo la porta della camera alle mie spalle.
«Il bambino sembra in perfette condizioni, anche se farò qualche visita più accurata in seguito» iniziò. «Il problema è... Il parto è stato molto travagliato, difficoltoso. Elizabeth era debole e... Non credo riuscirà a passare la notte, Alexander. Mi dispiace.»
Mi portai una mano alla fronte e mi appoggiai al muro mentre la mia vista si faceva sfuocata a causa delle lacrime.
La mia Beth...
«Come faccio?» sussurrai.
Io non sapevo come crescere un bambino, non sapevo cosa fare.
«Puoi portarlo in ospedale, e per i primi mesi se ne occuperanno le infermiere, soprattutto per il nutrimento. O puoi prendere una levatrice...» mi spiegò.
«Non ho... economicamente, io...» mormorai disperato.
Sospirò e guardò la porta chiusa, prima di aggiungere: «altrimenti... mia figlia ha appena avuto un bambino. Le chiederò se è disposta a darti una mano, va bene?».
Annuii, quasi senza sapere cosa stavo facendo.
Volevo solo entrare e passare le mie ultime ore con Elizabeth.
Capendo il mio bisogno, il dottore aprì la porta della camera e mi indicò di entrare.
«Portiamo il bambino in bagno per lavarlo e fargli qualche esame, se non vi spiace» disse il dottore facendo segno alla moglie.
Elizabeth si allungò per lasciare un bacio sulla fronte del piccolo e io li guardai sperando che al loro ritorno Elizabeth avesse ancora gli occhi aperti.
Mi avvicinai fino a sedermi accanto a lei. Presi le sue mani fredde tra le mie e le baciai ripetutamente, bagnandole con qualche lacrima.
Riuscì a scostarne una e la pose tra i miei capelli, accarezzandomi il capo.
«Finirà presto, vero?» sussurrò.
Annuii, incapace di parlare.
«Ritorna a casa. Fagli conoscere le nostre famiglie. Crescilo con Reg... con Regina» continuò interrompendosi per prendere un profondo respiro.
«No, non posso, non posso... Ti prego, Beth, amore mio...» singhiozzai sempre a capo basso appoggiato sulle sue mani.
«Io ti prego, Alexander. Fallo per me. Voglio abbia una madre, voglio... Vorrei restare qui, anche io non voglio... Ma sto così male... Alex...»
«Ssh... Va bene. Farò come vuoi, amore, come vuoi» mi ripresi alzando il viso per baciarle le labbra fredde e screpolate.
«Come vuoi chiamarlo?» le chiesi, poi.
«Come avevamo deciso... Andrew... Andrew... voglio vederlo, fammelo vedere un’ultima volta... sento che...» sospirò piano, senza forza.
Annuii e la lasciai per correre in bagno. I coniugi Rogers me lo lasciarono subito, consapevoli di quel momento.
Una volta in camera posai il viso del piccolo Andrew vicino a quello della madre perchè potesse vederlo bene.
«È bellissimo... bellissimo...» sussurrò.
«Sì» annuii.
«Alex... ti amo... tanto.»
«Lo so. Anche io ti amo» sussurrai baciandole il capo.
Fissò il nostro bambino e mosse le labbra leggermente forse per sorridere, forse per parlare.
Non lo potei mai sapere.
I suoi occhi si chiusero, la mano appoggiata sulla guancia del nostro bambino scivolò sul letto ed Andrew scoppiò in lacrime.
Come me.
Il dottore si avvicinò al letto e prese il polso di Elizabeth.
Scosse il capo e guardò il suo orologio da taschino.
«Ora del decesso, 15:17.»
 
§§§


Ehm, è permesso?
Mettete giù le forche, le torce, le pistole, le spade e qualsiasi arma.
Ehi, tu! Metti giù quel mattarello!
Questo capitolo è tutto dedicato ad Alexander ed Elizabeth, in un momento così particolare la concentrazione doveva essere puntata solo su di loro.
So che odiate Elizabeth, ma su, dai, non siate ocntente della sua morte!
Vi aspetto alle recensioni (insultatemi pure, dai, ve lo concedo...)!
Un bacio,
a presto!

 

   
 
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