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Autore: Nay Nay    06/09/2012    2 recensioni
“Come caffè” disse tempo fa. Si, i suoi occhi erano dello stesso colore del caffè, Ma non solo. Erano amari, caldi, scontrosi.. Ma se uno li conosce bene, come sapeva lui, non erano così amari come la gente credeva.
Pucktana.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Santana Lopez
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Corri Santana, Corri!

S
i rigirava e girava dal letto, ma a quanto pare, il sonno non ne' voleva sapere di arrivare. Svogliatamente si alzò da letto, portandosi una mano tra i capelli e sospirò, chiudendo gli occhi. L’aveva baciata, di nuovo. E per di più, l’aveva fatto quando stava con Brittany. Relazione segreta, ma.. Le stava con la sua Brittany. Non poteva farla soffrire -Dio..- Sussurrò, stringendo forte la mano attorno alle lenzuola bianche. Respirò in modo tremolante e, lentamente, portò due dita sulle labbra calde, sfiorate proprio quel giorno da lui, da quel Noah così stupido, è incosciente. Sorrise amaramente, pensando a lui, a come aveva reagito a quelle frasi ma, doveva dirle. Doveva capire la sua reazione, reazione che non aveva mancato ad arrivare.
D’improvviso, cominciò a capire..
Le mancava, le mancava e lui non sapeva quanto. Sarà perché lui non esisteva li accanto a lei, e adorava immaginarlo come lo voleva lei, così le sembrava che era li, accanto a lei, che la stringeva forte.
Ma, non poteva farsi amare, non poteva e, in fondo, pensava, a cosa sarebbe servito amare una persona che non poteva amare?
Aveva aspettato, tanto. Ma lui, non era mai stato capace di prenderla come, lei, sperava tanto. Ma le mancava, le mancava talmente tanto.. Lenta sentì le lacrime scendere copiose sul suo viso, seguito da un singhiozzo che spezzava quel silenzio che invadeva la sua stanza. Chiuse il pugno, portandolo sulle labbra, come per soffocare quei singhiozzi che uscivano rumorosi da lei.
Deglutì e sospirò, asciugandosi una lacrima ma.. Non poteva non pensarci.. Le mancava.
E non avrebbe avuto mai il coraggio di diglielo. Non sapeva se fosse ritornato dopo quel pomeriggio ma, avrebbe sicuramente sentito la sua mancanza. Le mancava quando rideva fino alle lacrime, e peccato che non lo vedeva, non riusciva ad immaginarlo con quel sorriso.. Forse perché non rideva spesso.. Ma quella notte sentiva che le mancava da morire.
Le mancava quella sua leggerezza che usava per affrontare il mondo, e la tristezza, anche che nascondeva ad ogni problema. Le mancavano i suoi occhi, così profondi, caldi, che la sapevano accarezzare, e che illuminavano i suoi.. No, non poteva saperlo quando le mancava.. Doveva evitare, ma non capiva per quale motivo le lacrime continuavano a scendere prepotentemente sul suo viso. Sospirò in modo tremolante, cercando di calmarsi. Deglutì e alzò lo sguardo, notando che era tardi ma, se lui aveva fatto follie, perché non doveva farle anche lei?.
Si vestì in gran fretta, in modo comodo, sportivo, e uscì di fretta dalla casa. La porta si chiuse dietro di lei, prima che potesse rientrare e prendere la borsa -Ma vaf..!- Imprecò, nella borsa aveva chiavi della macchina e della casa, Come avrebbe fatto?. Chiuse gli occhi e respirò profondamente, prima di dirigersi verso il cancello e incominciare a correre.
Sentiva i passi pesanti schiantarsi contro l’asfalto, l’aria che usciva dai polmoni velocemente, prima di ritirarne dell’altra, fresca e pungente. Le mani che oscillavano, mentre lei correva, correva senza sosta. Le mancava troppo, e si era stancata, era stufa di sentirsi da sola, senza lui. Lo amava, lo amava tanto, forse non sapeva nemmeno lei quanto lo amava. Ma si era decisa, non potevano soffrire ancora per molto. Continuò a correre, senza fermarsi. La casa di Noah non era poi così distante ma, considerata l’ora tarda, doveva sbrigarsi. Corse ancora, il suo petto sembrava andare a fuoco e, più correva, meno aria entrava nei polmoni. Si sentiva soffocare. Deglutì, e, con affanno, raggiunse la casa di Noah. Si fermò avanti alla porta, chinandosi sulle ginocchia, posando una mano sulla gamba, e l’altra sul cuore.
Batteva forte, sembrava un tamburo ma, perché batteva così? Era per la corsa? O per il pensiero che avrebbe sputato tutto in faccia a lui, tutte le parole mancate, quelle mai dette, quelle che le piombavano del cuore e forti spingevano per uscire. -PUCKERMAN!!!- Urlò, prima di ritornare a respirare forte. Si tirò su, e lenta si avvicinò ancora di più alla porta, bissando forte -Noah! Apri questa maledetta porta!- Urlò ancora, pochi istanti dopo, la porta si aprì, facendo sussultare l’ispanica. Un Noah con gli occhi pesanti, e serio si presentava sul’uscio dell’abitazione, guardandola confuso, ma serio -Spiegami cosa ci fai qui alle 4 di mattina..- chiese Puckerman, posando la mano sulla porta aperta, sollevandola, mentre guardava Santana. Il suo petto si alzava e si abbassava a ritmo irregolare, e i suoi occhi sembravano lucidi. -Sei un cretino!- Insultò a gran voce, rimanendo ferma li, a guardare il suo sopracciglio sollevarsi -Sei venuta fino qui a dirmi che sono un cretino?- Chiese il ragazzo, al quanto confuso e stupito dalla Lopez. -E che..- Continuò Santana, ma si bloccò. Il cuore prese ad accelerare ancora di più, sembrava volesse sradicare le sue cani, uscire fuori e donarsi completamente a lui, unendosi ed entrando nel suo petto. Si avvicinò, senza indugiare troppo, prima di portare le sue mani intorno al suo collo e posando le sue labbra contro quelle di Noah che, sgranò gli occhi, incredulo dalla mossa che aveva fatto lei … E da adesso? Cosa sarebbe successo? Cosa avrebbe fatto lei? Cosa avrebbe fatto lui? .. Noah chiuse dolcemente gli occhi, portando le mani attorno ai fianchi di lei "In questo momento, non mi interessa nulla.."
  
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