Alle 20:30
ero già arrivato al bar. Non vedevo Kurt ed era lecito,
visto che ero molto in
anticipo. Entrai, comunque. Era parecchio pieno, un po’ come
il bar di Sam –il
nostro bar- all’ora di pranzo. Solo questo mi metteva un
po’ d’ansia. Ok, lo
ammetto. Non solo un po’.
Mi avviai al
bancone con la mia chitarra sulle spalle. Al banco c’era un
ragazzo molto alto
dai capelli castani e il sorriso che aveva era in netto contrasto con
la sua
corporatura.
- Salve. – dissi timido. Lui si
voltò
verso di me e mi concesse un sorriso. Si accigliò quando
vide la mia chitarra.
- Tu devi essere il cantante di stasera. Kurt
non è con te? – chiese il ragazzo,
sempre con il suo sorriso. Era un po’
rassicurante.
- Sì, sono io e credo che Kurt venga
più
tardi. – gli risposi. Lui mi porse la mano.
- Brody Weston.
- Blaine Anderson. – gli dissi
di
rimando, stringendogli la mano.
- Seguimi. Il signor Smythe ti dirà cosa
fare. – mi disse Brody. Quel cognome mi
riportò alla mente Sebastian e il
suo pensiero mi portò, stranamente, a sorridere.
Io seguii il
barista, che mi portò al piano superiore del bar. Mi
lasciò davanti alla porta
del proprietario del locale, con un “buona
fortuna”. Ero un po’ agitato. Ok,
molto agitato. Ero convinto di dover andare lì con Kurt, ma
il mio inutile
cervello mi aveva fatto andare lì in anticipo.
Bussai alla
porta e, dopo aver sentito un “avanti”, entrai.
L’uomo che mi ritrovai davanti era,
stranamente, molto somigliante a Sebastian. Stessi occhi verdi e stesso
colore
dei capelli tendenti al biondo. Ma mi ricordai che Kurt aveva detto che
era il
padre di un suo collega. Quindi non era possibile che fosse il padre di
Sebastian. Seb non sarebbe mai diventato uno stilista.
- Oh, tu devi essere il signor Anderson. –
mi disse, sorridente. Io mi avvicinai alla sua scrivania, imbarazzato.
Mi porse
la mano, che strinsi dolcemente.
- Robert Smythe. – oh mio Dio.
Se la
memoria non è sbagliata, il nome del padre di Sebastian era
proprio Robert. Ok,
stavo solo immaginando tutto. Non era vero. Non era il padre di Seb.
Solo una
coincidenza.
- Blaine Anderson.
- Oh, mio figlio mi ha parlato molto di te. –
ma chi lo conosce il figlio di questo tizio? No, non ci posso credere
che è il
padre si Sebastian. Non voglio crederlo. Non voglio finire a lavorare
per
Smythe. Beh, tecnicamente lavoravo per suo padre, ma per me era lo
stesso.
- Scusi, ma non credo di avere l’onore di
conoscere suo figlio. – se è il ragazzo
che penso io, non è per niente un
onore.
- Invece, credo proprio di sì. Mio figlio
è
Sebastian Smythe. – fatemi morire!! Per favore.
È proprio quel Sebastian.
Aiutatemi, non voglio rincontrarlo. Non con Kurt.
- Oh. – questo è
l’unica cose che il tuo
cervello è in grado di elaborare, idiota?
A un tratto,
sentii la porta aprirsi e la persona che entrò nella stanza
era la persona che
non avrei mai voluto vedere. Avrei voluto volare dalla finestra o
almeno non
farmi vedere. Perché non ho il Mantello
dell’Invisibilità? Maledizione,
Sebastian!
- Anderson? Che ci fai qui? –
bel saluto,
Smythe. Robert si accigliò alla vista del figlio che era
entrato.
- Sebastian, quante volte ti ho detto di
chiedermi il permesso, prima di entrare?
- Oh andiamo, papà. Bel culetto, allora?
Che
ci fai qui? – vidi Robert roteare gli occhi al
soprannome che mi aveva
dato. No, non mi era mancato Sebastian. Specialmente, quando mi
chiamava in
quel modo.
- Mi chiamo Blaine e poi sono qui per
cantare. – oh mio Dio, voglio sprofondare.
Perché diavolo ho accettato di
cantare in questo posto? Ah, già. Kurt.
- Ah, quindi tu sei il ragazzo di cui parlava
quella principessina di Hummel? – mi offesi un
po’, anche se Kurt era solo
un semplice conoscente.
- Sì, sono io. Non sapevo che ti piacesse
la
moda, Sebastian. – dissi, enfatizzando sul suo
nome. Insomma, chi avrebbe
mai pensato che a Sebastian Smythe interessasse qualcosa di moda.
- Sono più gay di quanto pensi, Anderson. –
mi rispose. Il solito Sebastian.
- Sebastian, perché non fai vedere a
Blaine,
dove dovrà esibirsi? – disse Robert,
cercando di alleviare il discorso che
stava prendendo una brutta piega. Beh, come tutti i discorsi con
Sebastian.
- La ringrazio signor Smythe. –
dissi,
alzandomi. Robert mi sorrise e Sebastian si avviò davanti,
aspettando che io lo
seguissi. Così feci.
- Perché non hai cantato tu, stasera? –
gli chiesi, non appena fummo usciti dalla stanza. Sebastian mi
guardò con
un’occhiata scettica.
- Non sono così gay, Anderson.
- Ma se hai appena detto che sei più gay
di
quanto sembri. – gli dissi, cercando di sopprimere
una risata.
- Lascia stare, non puoi capire. –
sapevo
che Sebastian diceva così, ogni volta che non sapeva cosa
dire. - Allora, dov’è la
tua amichetta Hummel?
- La smetti di chiamarlo così?
- Oh mio Dio, non dirmi che ti piace. –
mi disse Sebastian, voltandosi di scatto verso di me.
- Cosa? No! Siamo solo amici. –
dissi e
lui mi guardò scettico.
- Sei anche più patetico di quando eri al
liceo, Anderson.
****
Finalmente,
mi ero liberato di Sebastian e mi stavo preparando sul palco. Da
lontano, vidi
Kurt entrare e mi sembrava molto spaventato, forse perché
non mi aveva visto.
Infatti, appena mi vide sul palco si rilassò subito. Si
avvicinò.
- Ti stavo aspettando. – mi
disse,
sorridente e quel sorriso mi emanava sempre strane sensazioni. Sembrava
come se
il suo sorriso emanasse una strana forza.
- Sono arrivato in anticipo. Molto in
anticipo. Ero e sono molto agitato. – gli risposi.
Lui mi osservò e poi si
arrampicò sul palco, per raggiungermi. Gli diedi una mano e
si sedette accanto
a me.
- Sarai fantastico. Ne sono sicuro. Devi solo
credere in te stesso. Coraggio. –
mi disse. Mi strinse forte la mano. Io gli sorrisi, per ringraziarlo.
Scese dal
palco e mi lasciò solo.
- S-Salve. Mi chiamo Blaine Anderson e
stasera canterò per voi. – dissi,
attirando l’attenzione di poche persone,
ma stranamente m’importava solo l’attenzione di
Kurt.
La musica
partì. (Spoiler: http://www.youtube.com/watch?v=2g0FRi0B3r0)
So
this is what you meant
When
you said that you were spent
And
now it's time to build from the bottom of the
pit
Right
to the top
Don't
hold back
Packing
my bags and giving the academy a rain
check
I
don't ever want to let you down
I
don't ever want to leave this town
'Cause
after all
This
city never sleeps at night
It's
time to begin, isn't it?
I
get a little bit bigger, but then I'll admit
I'm
just the same as I was
Now
don't you understand
I'm
never changing who I am
So
this is where you fell
And
I am left to sell
The
path to heaven runs through miles of clouded
hell
Right
to the top
Don't
look back
Turning
to rags and giving the commodities a rain
check
I
don't ever want to let you down
I
don't ever want to leave this town
'Cause
after all
This
city never sleeps at night
It's
time to begin, isn't it?
I
get a little bit bigger, but then I'll admit
I'm
just the same as I was
Now
don't you understand
I'm
never changing who I am
It's
time to begin, isn't it?
I
get a little bit bigger, but then I'll admit
I'm
just the same as I was
Now
don't you understand
I'm
never changing who I am
This
road never looked so lonely
This
house doesn't burn down slowly
To
ashes, to ashes
It's
time to begin, isn't it?
I
get a little bit bigger, but then I'll admit
I'm
just the same as I was
Now
don't you understand
I'm
never changing who I am
It's
time to begin, isn't it?
I
get a little bit bigger, but then I'll admit
I'm
just the same as I was
Now
don't you understand
I'm
never changing who I am
Non
me lo aspettavo, ma molte persone mi applaudirono. Peccato,
che la mia vista era concentrata su Kurt. Mi stava applaudendo e aveva
una
strana luce negli occhi. Io sorrisi.
A
fine serata, ero stanchissimo. Non avevo mai cantato così
tanto
in vita mia. Scesi dal palco e mi avvicinai a Kurt.
All’improvviso, me lo
ritrovai addosso. Mi stava abbracciando. Aveva un buon profumo. Sapeva
di
vaniglia e camomilla.
-
Scusa. È solo che sei
stato f-fantastico. – mi dice, abbassando lo
sguardo come un cagnolino che
ha appena fatto qualche guaio. Io sorrido a quella vista.
-
Grazie. – lui mi
guarda negli occhi e poi assume un’espressione.
L’espressione.
-
Tutto bene? – mi chiede.
-
Oh, sì. Sono solo molto
stanco. – gli risponde. Lui mi sorride.
-
Ti va un caffè? –
che
faccio? Accetto? Oh mio Dio, che faccio? Vabbè, un
caffè non si rifiuta mai.
-
Sì, grazie.
****
È
da un bel po’ che sto parlando con Kurt e devo ammettere che
è
molto interessante. Avevamo gli stessi interessi, o quasi. Lui era
completamente pazzo per la moda e diverse volte aveva criticato i miei
capelli
o i miei papillon. Anche Santana lo aveva fatto. Ma cos’ho
che non va? A me
piacciono.
Comunque,
stava andando tutto alla grande, fino a quando non è
arrivato lui. Sebastian. Proprio ora. Dov’è
diavolo era stato tutto questo
tempo? Proprio ora doveva arrivare?
-
Anderson, già ti dai da
fare con Hummel? – oh cavolo, già
inizia. Abbasso lo sguardo imbarazzato. Kurt,
invece, ci guardava con quell’espressione che mi fa tanta
paura. Oddio, mi
lancerà una maledizione, vero?
-
Vi conoscete? – ci chiese
Kurt e l’espressione di Sebastian non prometteva nulla di
buono. Infatti…
-
Principessina, io e
Anderson eravamo scopa-amici al liceo.
-
Cosa? Io non sono mai venuto
a letto con te e mai lo farei! – Kurt ci guardava
divertiti, mentre
Sebastian mi scoccò un’occhiata scettica.
-
Anderson, lo sapevamo
tutti che volevi essere fottuto da me. – oh mio
Dio, voglio scappare. Ora. Perché
cavolo ho accettato di cantare qui? Ah già, me
l’ero dimenticato di nuovo. Kurt.
-
Lascia stare, Blaine.
Anche con me fa lo stesso, ogni singolo giorno. Se non fosse per lui,
la mia
vita sarebbe perfetta. – mi disse Kurt, facendomi
ridere e lui mi seguì a
ruota, mentre Sebastian ci guardava e faceva il finto offeso.
-
Comunque sia, mio padre
vuole parlarti. – e quella frase cambiò
il mio umore. Cosa voleva dirmi?
Avevo fatto schifo, vero? Aiuto!! Kurt
m’incoraggiò con un sorriso e seguii
Sebastian da suo padre.
-
Papà, ti ho portato il
nano. – Robert roteò gli occhi ed io
sorrisi. Era divertente come nemmeno
suo padre sopportasse la sua strana ironia. Mi accomodai.
-
Blaine, sei stato davvero
bravo. Questi sono per te, spero
che
bastino. – mi disse, porgendomi una mazzetta di
soldi sulla scrivania. Ma
erano 500 dollari!! Ok, capisco che la famiglia Smythe era molto ricca
e
conosciuta, ma non era un po’ troppo?
-
No, signor Smythe. Non
voglio tutti questi soldi, per una sola serata. Li tenga. Per me
è stato un
piacere cantare nel suo locale. – gli dissi,
mandando i soldi indietro, ma
Robert insistette e me li mise di nuovo davanti.
-
Non è mica solo per
questa serata. Hai attirato l’attenzione di molte persone.
Nessuno che ha
cantato qui ci è mai riuscito, quindi voglio assumerti come
cantante del bar.
Credo che 500 dollari al mese bastino, no? – ok,
forse avevo sentito male.
Forse era solo un sogno. Io sono ancora nel letto, per andare da Sam.
Anzi,
forse sono ancora a Westerville.
-
Blaine? Blaine, ci sei? –
oh mio Dio. Non stava dicendo sul serio, vero?
-
Sta dicendo sul serio? –
che domanda stupida, Blaine!
-
Sì, certo. Allora,
accetti? – mi chiese, speranzoso. Ok, devo
ammettere che 500 dollari mi
avrebbero fatto comodo, ma lavorare da Smythe. Quel Smythe. Quello che
ha
appena detto davanti a Kurt che al liceo eravamo scopa-amici. Cosa per
niente
vera, dopotutto. Oh, ma chi se ne frega. Almeno mi pagano per
sopportare
Sebastian.
-
Sì. Sì, certo.
Sarà un
onore. – gli dissi, con un sorriso che arrivava da
orecchio a orecchio.
Strinsi la mano e Robert e corsi da Kurt. E, stavolta, ero io quello
che si era
gettato addosso a Kurt.
-
Che è successo? - mi chiese, sorridente. Non so
perché,
ma avevo l’istinto di baciarlo. Se non fosse stato per lui,
non sarei mai
finito a cantare in quel bar. Se non fossi entrato nel bar di Sam, ora
non mi
ritroverei con 500 dollari in mano.
-
IlsignorSmythemihaassuntocomecantantenelsuolocale.
Avrò500dollarialmese! – dissi. Non mi
ero capito da solo, figuriamoci se mi
aveva capito Kurt.
-
Blaine, forse se parli un
po’ più lentamente, capisco cosa vuoi dirmi. –
presi un bel respiro.
-
Il signor Smythe mi ha
assunto come cantante nel suo locale. Avrò 500 dollari al
mese. Kurt, io devo
ringraziarti. Se non fosse stato per te, non sarei mai finito a cantare
qui e
non mi ritroverei 500 dollari al mese. Anzi, 700 con tutti i soldi del
lavoro
al bar. – Kurt mi sorrise non riuscii a resistere.
Lo abbracciai. Forte.
Gli ero riconoscente a vita. Non volevo più staccarmi da
lui. Sentivo gli occhi
pizzicarmi.
-
Blaine, sono molto felice
per te. – mi sussurrò. Quando ci
staccammo, mi guardò negli occhi. –
Oh Dio, no. Non piangere, Blaine. Sii
forte. Devi essere felice. Devi essere orgoglioso di te stesso, come
ora io lo
sono di te.
-
Davvero sei fiero di me? –
gli chiesi, come se fosse l’unica cosa che avrei voluto
sentire. Lui mi
sorrise. Dio, quanto amavo quel sorriso.
-
Molto. Ma ora ho una
proposta per te.
-
C-Cosa?
-
Ora che hai un secondo
lavoro e soldi sufficienti, vuoi venire a vivere con me? –
oh, cavolo. Non
sta succedendo davvero.
-
Oh, beh non saprei. Non
vorrei lasciare Brittany da sol-
-
Mi ha chiamato Santana.
Non vuole più stare a Louisville. Si trasferirà
qui a New York.
-
Beh, in questo caso… Sì,
mi trasferisco da te.
Ci abbracciammo di nuovo. Non
c’era più nulla intorno a me. A parte
il suo profumo. Le sue braccia che mi stringono forte. C’era
solo Kurt intorno a
me e, stranamente, era ciò che volevo. Volevo Kurt. Ma non
sapevo quanto mi
sarei pentito, o almeno in parte, di quel “sì, mi
trasferisco da te”...
Note
dell’autrice
Salve
a tutti! Tan Tan
Tan. Allora, com’è? Questo per me è un
capitolo molto importante e vorrei che
fosse venuto bene. A voi come sembra? Ho tanta paura che mi sia venuto
male…
Ok,
ora un po’ di
spiegazioni. Questa frase --> Ma non sapevo quanto mi sarei
pentito, o
almeno in parte, di quel “sì, mi trasferisco da
te”... significa molto. Eh, sì.
Questo è solo l’inizio della storia.
L’introduzione della ff dice che Blaine
non andrà molto d’accordo con il suo coinquilino
e, per quanto sembri il
contrario, succederà davvero e sarà anche molto
divertente.
Spiegazione
numero due: il
proprietario del bar è il padre di Sebastian solo per
arricchire ciò che dice
Blaine nel capitolo precedente, cioè che New York
è molto piccola, per quanto
sembri grande. Però, qui Sebastian non farà il
solito antagonista. Sarà il
solito spaccone, ma non intralcerà per niente la Klaine.
Spiegazione
numero tre:
come potete vedere, la canzone che canta Blaine è
It’s Time che Blaine canterà
nel tf nel primo episodio della quarta stagione. Ho voluto aggiungerla
perché è
da stamattina che l’ascolto e mi piace moltissimo.
Bene,
le spiegazioni sono
finite. Come vi ho detto, questo è un capitolo molto
importante per me e
determinerà la vera storia. Devo dire che mentre scrivevo
questo capitolo, le
mie mani più volte hanno cercato di scrivere “e ci
baciammo”. Fortunatamente o
sfortunatamente, decidete voi, le ho fermate, altrimenti mi avrebbero
rovinato
tutta la storia.
Ok.
Come al solito volevo
ringraziare le persone che hanno messo la storia tra le
seguite/preferite/ricordate. Davvero grazie. E ringrazio anche quelle
persone
che mi fanno l’onore di farmi sapere cosa ne pensano. Mi fa
un piacere enorme
leggere le vostre recensioni.
Non
vi sembro troppo
seria, oggi? xD Ok, allora vediamo se questa cosa è seria.
Lo sapevate che una
recensione allunga una vita a un’autrice? Eh, sì.
È proprio così.
Gay Bye. Cioè,
volevo dire
Bye Bye.