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Autore: A lexie s    06/09/2012    0 recensioni
Ciao a tutti!! Allora questa è una piccola shot che parla di Jessica Stanley. Ho deciso di scriverla perché non ho trovato quasi niente su di lei, mentre tutti gli altri personaggi sono più considerati. Non è una storia d'amore quindi magari non attirerà nessuno, ma parla della psicologia del personaggio, di come spesso le persone si mostrano per paura di rivelarsi realmente. Io non trovo che sia un personaggio negativo, magari bisognerebbe solo capire meglio.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jessica
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il vuoto

Cos’è il vuoto?

Il vuoto è quando non hai niente, quando ti senti niente, come se non esistessi, come se non importassi a nessuno. Il vuoto è una sensazione che si avverte nello stomaco, come un buco che non riesce a risanarsi. Non riesci a fare niente di produttivo, vorresti uscire di casa, stare tra la gente, sentirti meglio in qualche modo ma senza risultati.
Vorresti urlare, urlare a squarciagola in modo che tutti ti sentano, che tutti sentano per una volta ciò che provi, ma non lo fai, non urli, non strepiti, assorbi semplicemente ed il vuoto cresce.
Tu senti, anzi no, tutti sentono ma la differenza è che tu ascolti, tu ascolti sempre, ascolti tutto, nessuno ascolta te!! Nessuno ti ascolta davvero e tu ti fai carico non solo dei tuoi problemi ma anche di quelli degli altri, di quelli che sono più bravi di te e riescono a parlare, perché tu non parli, stai in silenzio e aspetti, aspetti qualcuno che voglia sentire davvero, qualcuno che senta anche il tuo silenzio, ma non c’è nessuno.
Così pensi che non valga la pena di avere nessuno se nessuno riesce a capirti, cosa serve avere tanti amici e sentirti sola anche quando stai in mezzo a loro?! Non serve a niente, ma devi convincerti che il problema non sei tu, tu vali, tu sei una persona, sei importante.
Il problema non sei tu, sono gli altri che sono egoisti, sono tutti presi da loro stessi che non solo non ascoltano ma neppure vedono, ma pretendono sempre che tu veda loro.



 
Questo è quello che ho scritto.

Questo è il mio compito. Cosa rappresenta per te il vuoto? E’ quello che ci ha chiesto il professore, descrivetelo in 300 parole, come se si potesse fare. Il vuoto è vuoto, non si può quantificarlo, non si può descrivere a parole, il vuoto è come mi sento io.

Chi avrebbe mai pensato che Jessica Stanley, la pettegola della scuola, si sentisse così. Con questo compito sorprenderò tutti, questo compito parla di me, parla di ciò che sento, ciò che nessuno capisce, perché non vedono, non si fermano nemmeno un attimo a guardare oltre la superficie.
Sono solo una chiacchierona per loro, non sanno che magari le persone vogliono difendersi, proteggersi dall’esterno, si costruiscono un muro e sembrano forti, ma in realtà l’unica cosa che sperano, l’unica cosa che desiderano è che qualcuno sia abbastanza coraggioso da abbatterlo quel muro, da distruggere quelle difese, che ci tenga abbastanza da dire: Ti vedo,ti sento e ci sono.

Vorrei strappare questo compito, vorrei disintegrarlo e riscriverlo, così dal non dovermi mostrare fragile, nuda e senza riserve, ma non posso. Stavolta la mia voglia di urlare è più forte, la voglia di essere ascoltata supera perfino la paura di non essere capita. Perché io non sono solo la ragazza solare e chiacchierona, sono anche profondamente cupa, spesso insicura ed il mio modo di fare serve solo a mascherare questo, se gli altri non sono riusciti a capirlo in tutto questo tempo, adesso lo rivelerò io, lo urlerò se è necessario ma mi farò ascoltare.
Tengo il compito, non la strappo, lo metto semplicemente nello zaino e vado al letto, aspettando che sia domani.

***

Sono già a scuola, la lezione è già iniziata, i miei compagni stanno leggendo ciò che hanno scritto, sono consapevole che fra poco sarà il mio turno.

<< Signorina Stanley, vuole leggere ciò che ha scritto?! >> Domanda retorica, come se avessi scelta, in realtà la scelta c’è ma comporterebbe una bella F.

Sono interdetta, percossa da un irrefrenabile voglia di lasciare la stanza e correre via, ma combatto questa voglia, mi alzo in piedi e comincio a leggere tutto d’un fiato ciò che ho scritto.

Quando finisco, mi sento osservata e l’imbarazzo si fa strada in me, insieme ad una strana voglia di piangere, ma freno tutto. Sono brava in questo, riesco a ricacciare le lacrime indietro, l’ho fatto molte volte.

<< Ottimo lavoro >> si congratula il professore porgendomi la mano per avere il foglio scritto ed assegnare il voto.

Mi guardo in giro, i miei compagni abbassano lo sguardo mortificati per non aver capito che c’era dell’altro, che c’era altro da scoprire su di me, che avrebbero dovuto essere amici migliori.

Riprendo il mio compito in mano, il voto è A con lode, ma non è l’unica cosa che ho guadagnato oggi.


Spazio all’autrice:
Ciao a tutti!! Per oggi dovrete sopportare un’altra mia shot XD
Nessuno prende mai in considerazione il personaggio di Jessica, nemmeno se ne parla molto sul sito, non ho mai trovato storie su di lei infatti, non mi sembra giusto. La psicologia del personaggio andrebbe più valorizzata, perché magari le persone mettono delle corazze solo per paura di rivelarsi, di essere esposti. Magari jessica parla degli altri solo perché è più brava ad ascoltare che a parlare di se stessa veramente s’intende, non delle cose futili di cui parla tranquillamente. Magari dietro alla pettegola si nasconde solo una persona che vorrebbe essere capita. Beh spero che questa storia vi sia piaciuta, mi farebbe piacere ricevere dei pareri. Grazie, baci <3
  
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